Giugno 2007

Non dimenticate un punto importante. La Gerarchia stessa è il risultato dell’attività e dell’aspirazione umane; è stata creata dall’umanità. I suoi membri sono esseri umani che hanno vissuto, sofferto, conseguito, fallito, raggiunto il successo, sopportato la morte, e sono passati attraverso l’esperienza della resurrezione. Sono della stessa natura di quelli che oggi lottano con i processi di disintegrazione ma che, nondimeno, hanno in sé il seme della resurrezione. Tutti gli stati di coscienza sono loro noti e li hanno padroneggiati tutti; li hanno padroneggiati come uomini, garantendo in tal modo all’umanità il medesimo compimento finale. Noi tendiamo a considerare i membri della Gerarchia come radicalmente diversi dall’umanità, dimenticando che la Gerarchia è una comunità di uomini vittoriosi, che in precedenza si sottomisero ai fuochi purificatori della vita quotidiana, forgiando la propria salvezza come uomini e donne d’affari, mariti e mogli, agricoltori e governanti, e che perciò conoscono la vita in tutte le sue fasi e gradazioni. Hanno superato le esperienze della vita; il loro grande Maestro è il Cristo; sono passati attraverso l’iniziazione della nuova nascita, del battesimo, della trasfigurazione, della crocifissione finale e della resurrezione. Ma sono ancora uomini e differiscono dal Cristo solo per il fatto che Lui, il primo della nostra umanità a conseguire la divinità, il più anziano d’una grande famiglia di fratelli (come dice San Paolo), il Maestro dei Maestri e l’Istruttore degli angeli e degli uomini, fu ritenuto così puro, così santo e illuminato, che gli fu consentito d’incarnare per noi il grande principio cosmico d’amore; in tal modo Egli ci rivelò, per la prima volta, la natura del cuore di Dio. (L'Esteriorizzazione della Gerarchia, pp. 472-473).