004-009

[4] ETÀ DEI DISCEPOLI,
[5] AGNI,
[6] ALLINEAMENTO,
[7] ANTICHI MISTERI,
[8] ANTAHKARANA,
[9] ASPIRANTI

[4]

ETÀ DEI DISCEPOLI

(1) Il mondo oggi offre a tutti i discepoli l’opportunità di divenire discepoli del mondo, vicini al cuore del Maestro, e di attraversare rapidamente i primi stadi del discepolato. Ai discepoli del mondo è offerta l’opportunità di iniziare l’approccio al Cuore della Gerarchia, al Cristo. È la prima di queste possibilità che dovrebbe riguardarvi poiché, nell’avvicinarvi al vostro gruppo, potete cominciare a ottenere l’addestramento che svilupperà in voi utilità mondiale. La maggioranza di voi è troppo vecchia per giungere a tanto? Sta a voi dirlo. L’anima non ha età e può usare il suo strumento quando esso si rende idoneo e disponibile. Siete troppo concentrati in voi stessi e preoccupati per raggiungere il distacco necessario al servizio mondiale? Sta a voi scoprirlo e dimostrarlo a voi stessi. (5 – 768).

(2) Quando un discepolo arriva a quarantanove anni, dovrebbe vedere ben delineato il sentiero della sua vita di servizio. (6 – 742).

(3) Noi che insegniamo, sorvegliamo e guidiamo lo sviluppo esoterico dell’uomo, sappiamo che se un certo grado di fusione non è ancora stabilito a cinquantasei anni, raramente si afferma più tardi. Dopo quell’età un uomo può conservare il livello conseguito e alimentare la sua aspirazione, ma la sommersione dinamica della personalità nella volontà e nella vita dell’anima è rara dopo quel periodo. Se invece essa è raggiunta prima dei cinquantasei anni, il successivo progresso sul Sentiero del Discepolato è sicuramente possibile. (5 – 596/7).

(5) Il tuo 63°mo anno sarà, come nella vita di tutti i discepoli, un anno di crisi e di suprema opportunità. (6 – 636).

Vedi anche: (6–501/505, 508, 533).

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[5]

AGNI

(1) AGNI, il Signore del Fuoco, governa tutti gli elementali e i deva del fuoco sui tre piani dell’evoluzione umana: il fisico, l’astrale e il mentale; e non solo in questo pianeta chiamato Terra, ma anche su questi tre piani in ogni parte del sistema. (3 – 65).

(2) Agni, totalità degli Dei. Egli è Vishnu ed il Sole nella sua gloria; Egli è il fuoco della materia e il fuoco della mente uniti e fusi; Egli è l’intelligenza che palpita in ogni atomo; Egli è la Mente che attiva il sistema; Egli è il fuoco della sostanza e la sostanza del fuoco; Egli è la Fiamma e ciò che la Fiamma distrugge. (3 – 602).

(3) Ogni potenzialità sta nel potere energizzante e vitalizzante di Agni e nella Sua capacità di stimolazione. Egli è la vita stessa e la forza trascinante dell’evoluzione, dello sviluppo psichico e della coscienza. (3 – 606).

(4) “Il nostro Dio è un Fuoco che consuma”, è un’espressione che si riferisce principalmente ad Agni, il fattore predominante di quest’epoca. I deva del fuoco avranno una parte sempre più importante in tutti i processi terreni. Ad essi è affidato il compito di inaugurare la Nuova Era, il nuovo mondo, la nuova civiltà e il nuovo continente… Agni non soltanto controlla i fuochi della Terra e governa il piano mentale, ma è associato in modo definito con il risveglio del fuoco sacro, kundalini… Il Signore del Fuoco compirà il suo lavoro particolare di questo ciclo risvegliando il fuoco di kundalini nei numerosi uomini che saranno pronti. Ciò avrà inizio in questo secolo e proseguirà attivamente nei prossimi mille anni. (4– 390/1).

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[6]

ALLINEAMENTO

(1) Ci sono in ogni momento quelli che manifestano in modo caratteristico l’uno o l’altro di questi stadi e stati di coscienza. Pochi esprimono oggi una coscienza primitiva come quella Lemure. Pochi altri, al termine della Via, esprimono la perfezione divina, e fra questi estremi stanno tutti i gradi possibili di sviluppo.

L’uomo è quindi (come espressione di forza) una massa di energie in conflitto e un centro attivo di forze in moto, il cui centro d’attenzione si sposta di continuo, mentre l’aggregarsi delle numerose correnti di energia forma un confuso caleidoscopio di rapporti, interpretazioni, lotte micidiali e interdipendenze fino a quando le forze della personalità (simbolo della molteplicità divina) sono assoggettate o “allineate” dall’anima che s’impone. A ciò si allude quando usiamo il termine “allineamento”. Esso è determinato da:

1. Il dominio della personalità esercitato dall’anima.

2. L’afflusso di energia dell’anima nel cervello, tramite i corpi mentale ed emotivo, che sottomette la natura inferiore, risveglia la coscienza cerebrale alla consapevolezza dell’anima e produce un nuovo allineamento dei corpi. (15 – 340).

3. L'assestamento corretto, secondo il raggio, delle energie che causano e stimolano l’attività dei centri. Ciò provoca infine il diretto allineamento dei centri sulla colonna vertebrale, sì che l’energia dell’anima, dal centro direttivo nella testa può scendere e risalire attraversandoli. Mentre questo dominio dell’anima si perfeziona (e ciò dura molto a lungo, se visto dalla coscienza limitata della personalità) emergono i raggi dei veicoli, il raggio della personalità prende a dirigere l’esistenza e infine quello dell’anima prevale su di esso e lo soggioga.

Infine il raggio monadico prende il sopravvento, assorbendo in sé il raggio della personalità e quello dell’anima (alla terza e quinta iniziazione) e così la dualità è definitivamente trascesa e “rimane soltanto Colui che È”. (15 – 341).

(2) Per gli aspiranti e i discepoli, il compito immediato è:

1. Produrre l’unificazione di anima e corpo per mezzo dell’allineamento.

2. Costruire l’antahkarana, usando i sei metodi o mezzi che ho descritti, evocando così la risposta della Triade. Il pensiero di Allineamento-Invocazione-Evocazione rappresenta le tre idee principali che dovete tener presenti mentre procediamo in questo studio. (18 – 498).

(3) Gli aspiranti e i discepoli in prova si occupano di un preciso processo volto a focalizzare la loro coscienza nell’anima. Questo processo consta di due parti:

1. L’intensificazione della vita della personalità, in modo da sviluppare al massimo i suoi poteri individualistici.

2. Un processo di avanzamento nella luce e di contatto cosciente con l’anima.

Questo include il precedente stadio di allineamento, che è un metodo di sforzo focalizzato e concentrato secondo il raggio e il proposito di vita dell’anima. Può assumere la forma di profonda applicazione ad una ricerca scientifica o di profonda concentrazione sul lavoro spirituale del mondo, o essere la totale dedizione a uno sforzo umanitario; ciò non importa. Vorrei attirare la vostra attenzione su questa affermazione. In ogni caso il potere motivante deve essere il miglioramento; deve essere portato avanti con estremo sforzo, ma se esistono giusto movente e lo sforzo di sviluppare simultaneamente un buon carattere e un proposito stabile, l’aspirante o il discepolo in prova alla fine troverà che è riuscito a stabilire un preciso rapporto con l’anima; scoprirà che il sentiero di contatto fra anima e cervello, tramite la mente, si è aperto e che egli ha superato il primo stadio del necessario processo di allineamento. (18 – 500/1).

(4) Siete stati propensi a pensare che l’allineamento sia un processo per mezzo del quale la personalità si mette in rapporto con l’anima. È assolutamente esatto, ciononostante l’allineamento è un termine che, in realtà, interessa quattro processi:

1. L’allineamento dell’anima e della personalità, risultante in un rapporto cosciente col Regno di Dio.

2. L’allineamento dell’anima e della personalità con l’Ashram, risultante in un rapporto cosciente col Maestro dell’Ashram.

3. L’allineamento dell’iniziato di grado superiore con la Triade Spirituale, e il risultato che ne deriva è il riconoscimento dell’energia monadica.

4. L’allineamento di tutti i centri nel corpo eterico del discepolo. Ne risulta la capacità dei centri di registrare e trasferire le energie che entrano nel meccanismo inferiore, come conseguenza dei tre allineamenti sopra elencati. (6–152/3).

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[7]

ANTICHI MISTERI

(1) Questi antichi Misteri furono dati originariamente all’umanità dalla Gerarchia, che a sua volta li aveva ricevuti dalla Gran Loggia Bianca di Sirio. Contengono la chiave del processo evolutivo, celata in numeri e parole; velano il segreto dell’origine e del destino dell’uomo, raffigurando nel rito e nel rituale il lungo, lunghissimo cammino che deve percorrere. Se interpretati rettamente e presentati correttamente, forniscono anche l’insegnamento di cui l’umanità ha bisogno per progredire dalle tenebre alla Luce, dall’irreale al Reale e dalla morte all’Immortalità…

I Misteri saranno ristabiliti anche in altri modi, perché contengono molte cose oltre a ciò che può essere rivelato dai riti massonici o che i rituali e le cerimonie religiose possono dischiudere. I loro insegnamenti e le loro formule contengono la chiave della scienza che schiuderà il mistero dell’elettricità…

Sebbene la scienza abbia fatto molti progressi in questa direzione, essa è di natura ancora embrionale, e solo quando la Gerarchia sarà presente in terra visibilmente e i Misteri di cui i Maestri sono custodi saranno dati apertamente agli uomini, saranno rivelati il segreto e la natura dei fenomeni elettrici.

I Misteri sono in realtà la vera fonte della rivelazione, e solo quando la mente e la volontà di bene saranno intimamente fusi e condizioneranno il comportamento umano, si capirà l’estensione della rivelazione futura, perché soltanto allora questi segreti potranno essere affidati all’umanità. Essi riguardano quelle capacità che mettono i membri della Gerarchia in grado di operare coscientemente con le energie del pianeta e del sistema solare e di controllare le forze in seno al pianeta; porranno al loro giusto posto i poteri psichici ordinari (oggi intesi così stupidamente e così poco capiti) e guideranno l’uomo verso il loro impiego utile.

I Misteri reintegreranno il colore e la musica al loro giusto posto e lo faranno in modo tale che, rispetto a queste nuove arti le arti creative di oggi saranno come quelle costruzioni in legno dei bambini in confronto alle grandi cattedrali di Durham o di Milano. I Misteri, quando saranno ristabiliti, renderanno reale — in un senso che presentemente vi è incomprensibile — la natura della religione, il proposito della scienza e la meta dell’educazione. Questi non sono ciò che pensate oggi.

In questo momento si sta preparando il terreno per la grande restaurazione. Le Chiese e la Massoneria stanno oggi davanti al tribunale della mente critica dell’umanità, e da questa mente è stato pronunciato il verdetto che esse hanno mancato al compito divino che era stato loro assegnato. Ci si rende conto ovunque che occorre riversare in loro una nuova vita e apportare grandi cambiamenti nella coscienza e nell’istruzione di quelli che lavorano in questi due modi d’espressione della verità. Questi cambiamenti non sono stati ancora fatti, perché occorrerà una nuova visione e un nuovo accostamento di questa esperienza che è la vita, e questo, solo la nuova generazione potrà darli. Essi ed essi soltanto potranno produrre le modificazioni e la rivitalizzazione necessarie; questo è possibile e sarà fatto:

“Ciò che è un mistero non lo sarà più e ciò che è stato velato sarà ora rivelato; quello che è stato ritirato riemergerà alla luce e tutti gli uomini lo vedranno e insieme se ne rallegreranno. Questo momento verrà quando la desolazione avrà compiuto il suo lavoro benefico, quando tutte le cose saranno state distrutte e quando gli uomini avranno cercato, mediante la sofferenza, di essere impressionati da quello che hanno scartato nel vano inseguire quanto era a portata di mano e facile da raggiungere. Ciò, una volta posseduto, si dimostrò agente di morte — tuttavia gli uomini cercavano la vita, non la morte”.

Così si esprime il Vecchio Commentario riferendosi al ciclo attuale che l’umanità sta attraversando. (18 – 330/2) & (8 – 122/5).

(1) I Misteri vengono rivelati, non con il ricevere le informazioni su di essi e i loro processi, ma per azione di certi processi attuati nel corpo eterico del discepolo; questi lo mettono in grado di conoscere quello che è nascosto; lo mettono in possesso di un meccanismo di rivelazione e gli fanno prender coscienza che esistono in se stesso certi poteri o energie irradianti e magnetiche, che costituiscono dei canali di attività e dei metodi con i quali egli può acquisire ciò che è privilegio dell’iniziato possedere e usare.  (18 – 337).

(2) Gli unici veri misteri sono quei punti di rivelazione per i quali il meccanismo risulta inadeguato. (6–511).

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[8]

ANTAHKARANA

(1) Nella nuova era l’educazione dovrà anche occuparsi di collegare i tre aspetti della natura mentale: l’anima con la mente inferiore, unificando così anima e personalità; la mente inferiore e l’anima con la mente superiore. La razza umana è ormai pronta a farlo e per la prima volta nella storia l’opera di collegamento può procedere in scala relativamente grande. Non è il caso che mi dilunghi su questo argomento, poiché concerne nozioni tecniche della Saggezza Eterna di cui molto vi ho detto in altri libri. (12 – 5).

(2) L’educazione è quindi la Scienza dell’Antahkarana. Questa scienza e questo termine esprimono in senso esoterico la verità di questa indispensabile “costruzione di ponti”. L’Antahkarana è il ponte che l’uomo getta – per mezzo della meditazione, della comprensione e dell’opera magica creativa dell’anima – fra i tre aspetti della sua natura mentale. Perciò gli scopi principali della futura educazione saranno:

1. Allineare mente e cervello mediante la corretta comprensione della costituzione interiore dell’uomo, in modo particolare del corpo eterico e dei centri di forza.

2. Costruire un ponte tra cervello, mente e anima, dando origine ad una personalità integrata, espressione in continuo sviluppo dell’anima entro stante.

3. Costruire il ponte che colleghi la mente inferiore, l’anima e la mente superiore, in modo da rendere possibile l’illuminazione della personalità. (12 – 6).

(3) “Prima che un uomo possa percorrere il Sentiero, deve divenire egli stesso il Sentiero”. L’antahkarana, simbolicamente, è il Sentiero. Questo è uno dei paradossi della scienza esoterica. Passo dopo passo e di stadio in stadio costruiamo quel Sentiero come il ragno tesse il suo filo. È quella “via del ritorno” che svolgiamo da noi stessi; è anche quella Via che troviamo e percorriamo. (12 – 7).

(4) Gli studenti devono esercitarsi a distinguere fra sutratma e antahkarana, fra il filo della vita e quello della coscienza. Un filo è la base dell'immortalità e l'altro la base della continuità. Qui sta una bella distinzione per l'investigatore...

Il sutratma è il flusso diretto della vita ininterrotto e immutabile, che simbolicamente può essere considerato come una corrente di energia vivente che scorre dal centro alla periferia e dalla fonte all’espressione esteriore o apparenza fenomenica. È la vita…

Il filo della coscienza (antahkarana). . . è il filo che è tessuto come risultato della comparsa della vita nella forma sul piano fisico. Tornando a parlare per simboli, si può dire che il sutratma opera dall’alto in basso ed è la precipitazione della vita nella manifestazione oggettiva. L’antahkarana invece è tessuto, evoluto e creato per effetto di quella creazione primaria ed opera dal basso all’alto, dall’esterno all’interno, dal mondo dei fenomeni exoterici a quello delle realtà soggettive e del significato. (12 – 26/27).

(5) (L'uomo) poi scopre un aspetto di se stesso di cui aveva poco sognato nelle prime fasi del suo sviluppo. Scopre l’anima e passa attraverso l’illusione della dualità. Questa è una fase necessaria ma non permanente. … Egli cerca di fondersi con l’anima, di identificare se stesso, la personalità cosciente, con l’anima adombrante. Proprio a questo punto, in senso tecnico, deve essere iniziata la vera costruzione dell’antahkarana. È il ponte tra la personalità e l’anima. (12 – 29).

(6) La Scienza dell’Antahkarana. È la nuova e vera scienza della mente, che userà sostanza mentale per costruire il ponte di collegamento tra personalità e anima e tra questa e la triade spirituale. Ciò costituisce un’opera attiva con sostanza più sottile di quella dei tre mondi dell’ordinaria evoluzione umana. Si tratta della sostanza dei tre livelli superiori del piano mentale. Questi ponti simbolici, una volta costruiti, faciliteranno il flusso della coscienza e produrranno quella continuità di coscienza, quel senso di consapevolezza senza ostacoli che porrà fine alla paura della morte, annullerà ogni senso di separazione e renderà l’uomo responsivo, nella coscienza cerebrale, alle impressioni provenienti dai regni spirituali superiori, o dalla Mente di Dio. In tal modo sarà più agevolmente iniziato ai propositi e ai piani del Creatore. (12 – 95/6).

(7) La costruzione della seconda metà dell’antahkarana (tra l’anima e la triade spirituale) è chiamata la scienza della visione, poiché come la prima metà del ponte è fatta usando la sostanza mentale, la seconda metà è costruita usando la sostanza di luce. (12 – 96).

(8) La Scienza dell’Antahkarana è connessa a tutto il problema dell’energia, ma specialmente a quella usata dall’individuo e alle forze mediante cui si collega ad altri individui o altri gruppi. (12 – 143).

(9) La Scienza dell’Antahkarana è la scienza del triplice filo esistente fin dall’origine del tempo e che connette l’individuo alla sua fonte monadica. Il riconoscimento e l’uso cosciente di questo filo quale Sentiero e mezzo di contatti sempre più estesi giunge relativamente tardi nell’evoluzione. La meta di tutti gli aspiranti e discepoli è di divenire consapevoli di questa corrente di energia nelle sue varie diversificazioni e usarne consapevolmente le energie in due modi: interiormente nel proprio sviluppo e nel servizio del piano per l’umanità. (12 – 146).

(10) La Scienza dell’Antahkarana riguarda dunque l’intero sistema di energie in entrata e i procedimenti d’impiego, trasformazione e fusione. Concerne inoltre le energie in uscita e il loro rapporto con l’ambiente ed è la base della scienza dei centri di forza. (12 – 147).

(11) Pertanto l’antahkarana è il filo della coscienza, dell’intelligenza, è l’agente responsivo in ogni reazione senziente. (12 – 148).

Vedi anche: (6 – 193/4, 408), (18 – 441/501).

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[9]

ASPIRANTI

(1) Progredendo, l’aspirante non solo equilibra le coppie di opposti, ma gli si rivela il segreto del cuore del fratello. Egli diviene una forza riconosciuta del mondo ed è considerato come uno sul quale si può fare affidamento per servire. Gli uomini si volgono a lui per assistenza ed aiuto lungo la sua linea riconosciuta, ed egli comincia a far risuonare la sua nota, così da essere sentito non solo tra gli uomini, ma anche tra i deva. A questo stadio lo fa con la penna nella letteratura, con la parola nelle conferenze e nell’insegnamento, con la musica, la pittura e l’arte. In un modo o nell’altro raggiunge i cuori degli uomini, e diviene un aiuto ed un servitore della sua razza. (3 – 865/6).

(2) La vita di tutti gli aspiranti, se progrediscono con la dovuta rapidità, è quindi caratterizzata da movimento costante, da continui cambiamenti e differenziazioni, dal succedersi di costruzione e distruzione, dalla formulazione di progetti e dalla loro dissoluzione. È una vita di sofferenza continua e di frequenti urti con le circostanze ambientali, di numerose amicizie che si formano e si sciolgono, di incessante mutamento con l’angoscia che ne deriva. Gli ideali vengono trascesi in quanto tappe su un cammino verso altri più elevati; balenano visioni, ma solo per essere sostituite da altre; sogni sono accarezzati, realizzati e poi messi da parte; si fanno amici che vengono amati, ma lasciati indietro a seguire da lontano e con passo più lento le orme dell’aspirante che avanza con ritmo più rapido. (4 – 264).

(3) Nessun aspirante, per quanto sincero e devoto, è privo di difetti. Se lo fosse, sarebbe un adepto. Tutti gli aspiranti sono ancora egoisti, ancora inclini alla collera e all’irritabilità, ancora soggetti a depressione e, a volte, persino all’odio. Spesso questa collera e questo odio sono suscitati da cause che noi chiamiamo plausibili. Ingiustizie commesse da parte di altri, crudeltà verso esseri umani e animali, odio e immoralità di chi li circonda possono suscitare in loro reazioni analoghe, causando loro molta sofferenza e ritardo. Una cosa deve essere sempre ricordata: se un aspirante evoca odio da un suo simile, se suscita la sua collera e se incontra antipatia e antagonismo, significa che egli stesso non è completamente innocuo; in lui vi sono ancora semi di disagio, poiché per una legge di natura, riceviamo ciò che diamo e suscitiamo reazioni conformi al nostro modo di agire, sia esso fisico, emotivo o mentale. (4 – 483).

(4) Tutti gli aspiranti sanno, ed è stato insegnato loro nel corso di tutte le epoche, che mente pura, cuore puro, amore della verità, una vita di servizio e l’assenza di egoismo sono requisiti essenziali, senza i quali nulla giova e nessun grande segreto può essere svelato. (4 – 543).

(5) La meta immediata di tutti i discepoli che aspirano, attualmente si prospetta quindi nel modo seguente:

1. Pervenire alla chiarezza di pensiero per quanto riguarda i propri problemi personali immediati, soprattutto il problema inerente al proprio obiettivo nel servizio. Questo deve essere fatto mediante la meditazione.

2. Sviluppare la sensibilità ai nuovi impulsi che oggi inondano il mondo. A ciò si giunge amando maggiormente tutti gli uomini e facilitando il contatto con loro grazie all’amore e alla comprensione. L’amore rivela. 

3. Servire con completa impersonalità. Questo si ottiene eliminando l’ambizione personale e l’amore del potere.

4. Rifiutarsi di prestare attenzione all’opinione pubblica o ai cosiddetti insuccessi o cadute. Ciò si ottiene prestando la massima attenzione alla voce dell’anima e cercando di dimorare sempre nel luogo segreto dell’Altissimo. (4 – 635/6).

(6) Nessuno studente sincero rimane senza alcun riconoscimento. Nella stretta del lavoro, sotto il peso della fatica quotidiana, è incoraggiante sapere che vi sono coloro che osservano e che ogni azione benevola, ogni pensiero d’aspirazione e ogni reazione non egoistica è notata e riconosciuta. Tenete tuttavia presente che il riconoscimento da parte degli Aiutanti avviene grazie alla percezione dell’accresciuta vibrazione dell’aspirante e non attraverso una conoscenza specifica dell’azione compiuta o del pensiero formulato. Coloro che insegnano si occupano dei principi della verità, delle frequenze di vibrazione e della qualità della luce. Essi non sono consapevoli, né avrebbero il tempo di occuparsi delle azioni, delle parole e condizioni specifiche e, quanto prima gli studenti comprenderanno questo fatto e abbandoneranno ogni speranza di venire in contatto con un individuo fenomenico che tanto facilmente chiamano Maestro, dotato di tali poteri da potersi occupare delle loro futili vicende nel tempo e nello spazio, tanto più rapidamente progrediranno.

Tuttavia, quando vi sia sviluppo costante, osservanza dei principi occulti in modo da determinare precisi cambiamenti nei corpi usati e aumento della luce irradiante, tutto ciò viene riconosciuto e registrato e l’aspirante è ricompensato con accresciute occasioni di servire i suoi simili. (4 – 638).

(7) Questi stadi si protraggono a lungo e sono così interconnessi, che dall’uno dipende la realizzazione del successivo, e soltanto una mente analitica vi scorge o vi cerca la distinzione. Il riflesso di questa esperienza quintuplice nella vita dell’individuo intelligente che risponde alla civiltà e all’educazione attuale e ne trae profitto, avviene in questo ordine:

1. Appropriazione dell’involucro fisico. Ciò avviene fra il quarto e il settimo anno, quando l’anima, fino allora soltanto adombrante, s’impossessa del veicolo fisico.

2. Una crisi durante l’adolescenza, quando l’anima si appropria del veicolo astrale. Non è riconosciuta dal pubblico in genere e viene solo confusamente percepita dallo psicologo per le palesi anormalità temporanee. Se ne constata l’effetto senza conoscerne la causa.

3. Un’altra crisi del genere ha luogo fra il ventunesimo e il venticinquesimo anno, quando avviene l’appropriazione del veicolo mentale. L’uomo dovrebbe cominciare allora a rispondere alle influenze egoiche, e ciò accade sovente se è progredito.

4. Una crisi fra il trentacinquesimo e il quarantaduesimo anno in cui si stabilisce il contatto cosciente con l’anima; allora la triplice personalità comincia a rispondere come unità all’impulso dell’anima.

5. Negli anni successivi si dovrebbe verificare un rapporto sempre più stretto fra l’anima e i suoi veicoli, sfociante in un’altra crisi fra il cinquantaseiesimo e il sessantatreesimo anno d’età. Da quest’ultima dipende la futura utilità della persona, ossia se l’ego continuerà a usare i veicoli fino in tarda età o se invece andrà gradatamente ritirandosi.

Nella lunga storia della vita dell’anima vi sono altri cicli di crisi corrispondenti, ma con la visione superiore le cinque crisi principali di cui abbiamo trattato possono essere tracciate con chiarezza. (15 – 53).

(8) Sensibilità psichica, dualità mistica e capacità di dominio sono i tre problemi principali dell’aspirante e devono essere studiati e compresi. Nel discepolo interessano i tre centri maggiori — della testa, del cuore e fra le sopracciglia — poiché la sensibilità psichica è connessa al cuore, la dualità mistica al centro ajna e il problema del potere al centro al sommo del capo.

Nell’aspirante o nell’uomo evoluto influenzano la gola, il plesso solare, il centro sacrale, ma essendo dovuti all’espandersi della coscienza, hanno poco o nessun effetto sull’uomo non evoluto o di medio livello, preoccupato soltanto della vita fisica e delle reazioni emotive. Questi non attraversa i processi stimolanti, ma devastatori, di riorientamento, di riconoscimento del dualismo e della fusione della personalità. Come già visto, il processo d’integrazione comporta problemi specifici. (15 – 614).

(9) “Ciò che vi occorre principalmente è di intensificare l’aspirazione spirituale interiore. Dovreste lavorare in modo più definito da quello che possiamo definire un punto di tensione. Studiate ciò che si è detto della tensione e dell’intensità. È l’intensità di proposito che vi trasformerà da aspirante che avanza con fatica e in modo abbastanza soddisfacente, in un discepolo dal cuore e dalla mente infiammati. Ma forse preferite procedere con costanza senza sforzo di gruppo, facendo del vostro lavoro per me e per il gruppo stesso una parte ben regolata della vostra vita quotidiana, che potete adattare in buona parte a vostro piacimento, in cui alla vita dello spirito è concessa una parte ragionevole e nella quale l’aspetto servizio non è trascurato e la vostra vita si presenta ben equilibrata e vissuta senza un vero grande sforzo. Se è così, può trattarsi della scelta della vostra personalità o della decisione della vostra anima per una vita specifica, ma significa che non siete il discepolo che tutto subordina alla vita di discepolato.

“A questo punto vorrei sottolineare due cose. In primo luogo, se potrete innalzare la vostra tensione in modo da essere guidati dalla vita dello spirito, ne deriverà un cambiamento radicale che galvanizzerà la vostra vita interiore. Siete preparati a questo? In secondo luogo, ciò non produrrà alcun cambiamento esteriore, nei vostri rapporti con l’ambiente. Dovrete continuare a far fronte ai vostri obblighi ed interessi esterni, ma io qui parlo in termini di orientamenti interiori, di decisioni interiori dinamiche e di organizzazione interiore in vista del servizio e del sacrificio. Forse preferite la via più lenta e più facile? Se è così, è completamente affar vostro e rimarrete ancora sul sentiero continuando ad essere persone costruttive e utili. Sto semplicemente mettendovi di fronte a una delle crisi che subentrano nella vita di tutti i discepoli, durante le quali devono essere fatte delle scelte che saranno determinanti per un ciclo, ma soltanto per un ciclo. È soprattutto una questione di velocità e di organizzarsi per aumentarla. Questo significa eliminare i fattori non essenziali e concentrarsi solo su quelli essenziali (quelli interiori, che riguardano l’anima e il suo rapporto con la personalità, e quelli esteriori che riguardano voi e il vostro ambiente). (18 – 496), (5 – 538).

(10) Il vostro compito principale, quali aspiranti, è di coltivare la sensibilità superiore di rendervi così puri e altruisti, che la vostra mente rimanga indisturbata dagli avvenimenti nei tre mondi, di cercare quel senso spirituale di attenzione che vi metterà in grado di essere impressionati e di interpretare poi correttamente le impressioni ricevute. (18 – 549).

(11) Ma per la maggioranza degli aspiranti la meta non è di limitare la propria coscienza concentrandosi su minuzie come gli atomi permanenti e i particolari della natura della forma individuale. L’obiettivo di ogni aspirante è espandere la coscienza fino a includere ciò che sta oltre se stesso, per pervenire ai più elevati stati di coscienza nella vita del gruppo e dell’umanità, e per integrarsi coscientemente nella Gerarchia e finalmente in Shamballa, e “conoscere”, in senso occulto, Dio nei Suoi molti stadi di sviluppo e perfezione che tutto includono. (5 – 766).

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