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INDIFFERENZA

(1) Cos’è l’indifferenza?... In realtà significa un atteggiamento neutrale verso tutto ciò che è il Non-sé; implica il ripudio di ogni somiglianza; indica il riconoscimento di una distinzione fondamentale; significa il rifiuto di identificarsi con qualsiasi cosa, salvo la realtà spirituale, nella misura in cui è percepita e conosciuta in ogni dato punto nel tempo e nello spazio. È cosa molto più potente e vitale di quanto di solito si intenda. È un ripudio attivo, senza concentrazione su ciò che viene rifiutato. (10 - 262).

(2) Chi si prepara all’iniziazione deve dissiparle coscientemente; deve attenersi in modo pratico alla verità presentata, trascurando ogni pena, sofferenza o dubbio mentale generati dalla ribellione e dai limiti della personalità; deve coltivare quella “divina indifferenza” alle considerazioni personali, che è contrassegno preminente dell’iniziato. (5 - 27).

(3) Dovessi specificare il difetto preminente attuale della maggioranza dei gruppi, direi che è un’indifferenza scorretta, che li porta a dare esclusiva, inamovibile preminenza alle loro idee e imprese personali. (5 - 82).

(4) Non bisogna sbarazzarsi delle difficoltà, ma essere indifferenti ad esse, che ci siano o no. (5 - 659).

(5) Impara che la divina indifferenza che ti occorre — è per te, per le cose personali, per le simpatie e antipatie; per le preoccupazioni, ansietà e successi. (5 - 661).

Vedi anche: "Distacco", e "Impersonalità".

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INIZIAZIONE

(1) Un Uomo che ha compiuto il primo passo sul sentiero della santità; che, letteralmente, ha conseguito la prima iniziazione è un uomo il quale, trasceso il regno puramente umano, ha fatto il primo passo in quello sovrumano o spirituale… ora egli è penetrato nella vita dello spirito e quindi, per la prima volta, ha diritto di essere chiamato “uomo spirituale” secondo il significato tecnico del termine. È entrato nel quinto ed ultimo stadio della nostra quintuplice evoluzione. (1 - 10).

(2) Ogni iniziazione segna il passaggio dell’allievo ad uno stadio superiore dell’Aula della Saggezza; un più fulgido lampeggiare del suo fuoco interiore e il trasferimento da una polarizzazione ad un’altra; implica la coscienza di una crescente unione con tutto ciò che vive e dell’essenziale unità del sé con tutti i sé. Ne risulta il continuo estendersi dell’orizzonte, fino ad includere tutta la sfera della creazione; è la crescente capacità di vedere e udire su tutti i piani; è una più vasta consapevolezza dei piani divini per il mondo ed una maggiore capacità di inserirvisi e di promuoverli. È lo sforzo che si compie nella mente astratta per superare un esame; è la classe d’onore nella scuola del Maestro, accessibile alle anime il cui karma lo consente che compiono lo sforzo sufficiente a conseguire lo scopo.

L’iniziazione conduce al monte dal quale è possibile la visione; una visione dell’Eterno Presente, nel quale, passato, presente e futuro sono una cosa sola. (1 - 13).

(3) L’iniziazione conduce alla corrente che sospinge ai piedi del Signore del Mondo, ai piedi del Padre celeste e del triplice Logos.

… L’iniziazione conduce alla caverna entro le cui mura si conoscono gli opposti e si svela il segreto del bene e del male. Conduce alla Croce e a quel totale sacrificio che deve essere attuato prima di conseguire la perfetta liberazione, affinché nulla nei tre mondi possa trattenere l’iniziato, ora libero da tutti i legami della terra. Conduce attraverso l’Aula della Saggezza e per gradi successivi pone nella mano dell’uomo la chiave d’ogni conoscenza sistemica e cosmica; conduce da uno stato di coscienza ad un altro. In ognuno di essi l’orizzonte si allarga, la visione si estende e la comprensione si approfondisce fino a che il sé abbraccia tutti i sé, includendovi tutto ciò “che è mobile ed immobile”, secondo un’antica Scrittura. (1 - 14).

(4) La cerimonia dell’iniziazione indica un conseguimento, ma non lo conferisce, com’è stato spesso erroneamente ritenuto. Essa semplicemente indica che gli Istruttori che vigilano sull’umanità hanno riconosciuto un certo livello d’evoluzione raggiunto dal discepolo, e produce due eventi:

1. Un’espansione di coscienza che ammette la personalità alla saggezza raggiunta dall’Ego e, nelle iniziazioni superiori, alla coscienza della Monade.

2. Un breve periodo di illuminazione durante il quale l’iniziato vede il tratto di Sentiero che deve percorrere e nel quale partecipa coscientemente al piano evolutivo. (1 - 15).

(5) L’iniziazione è una questione strettamente personale con applicazione universale. Essa poggia sul conseguimento interiore. L’iniziato saprà da sé quando l’evento si produce senza che alcuno gliene parli… Allo stesso tempo è del tutto possibile operare sul piano fisico ed essere attivamente impegnati nel servizio mondiale senza avere alcun ricordo del processo di iniziazione subito ed avere nondimeno conseguito la prima e la seconda iniziazione in una vita precedente… Un uomo può essere meglio in grado di esaurire un certo karma e di compiere un certo lavoro per la Loggia se è libero da attività occulte e da introspezione mistica durante qualche esistenza terrena. (1 - 102).

(6) Egli deve inoltre sviluppare il corpo mentale affinché sia in grado di spiegare e trasmettere, anziché essere, come al presente, un ostacolo. Deve inoltre sviluppare l’attività di gruppo ed imparare a lavorare in modo coordinato con altri. Questi sono i fattori principali cui deve dedicarsi l’uomo lungo il sentiero dell’iniziazione; quando saranno un fatto compiuto egli troverà la Via, conoscerà chiaramente se stesso e potrà unirsi alla schiera dei Conoscitori. (1 - 178).

(7) L’iniziazione ha il carattere di un grande esperimento che il nostro Logos sta facendo in questa ronda. Nelle ronde precedenti e forse in quelle future, l’intero processo seguirà la legge naturale… L’intero processo è facoltativo, e l’uomo può seguire se vuole il processo normale ed impiegare eoni di tempo per effettuare ciò che alcuni scelgono di compiere in un periodo più breve mediante un processo forzato. (3 - 829).

(8) Il parziale dominio dell’annebbiamento e un principio di liberazione dalla schiavitù dell’illusione indicano alla Gerarchia che è pronto per il processo iniziatico. (10 - 126).

(9) L’iniziato si distingue per l’assenza d’interesse per se stesso, per il proprio sviluppo, per il destino personale, e tutti gli aspiranti che divengono discepoli accettati devono essere padroni della tecnica del disinteresse. (14 - xxi).

(10) L’Iniziazione potrebbe essere definita in due modi. Anzitutto è l’ingresso in un mondo nuovo e di dimensioni più ampie, mediante l’espansione della coscienza, affinché l’uomo possa includere e abbracciare ciò che prima esclude e da cui normalmente si distacca quando pensa e agisce. Secondariamente, è la penetrazione nell’uomo delle energie che caratterizzano l’anima e soltanto l’anima: le forze dell’amore intelligente e della volontà spirituale. Sono energie dinamiche, che muovono tutte le anime liberate. (15 - 12).

(11) Il concetto che deve sostituire quello esistente tuttora è quello dell’iniziazione di gruppo, invece di quello dell’iniziazione del singolo aspirante. In passato, al fine di far penetrare nella mente degli uomini l’idea dell’iniziazione, la Gerarchia scelse il metodo (ora caduto in disuso) di far balenare dinanzi al discepolo serio la prospettiva dell’iniziazione; lo fece ponendone in risalto la peculiarità, il fatto che fosse una ricompensa, i rituali e le cerimonie e il suo posto nella scala dell’evoluzione. Poiché il fatto dell’iniziazione è stato afferrato da molti e conseguito da alcuni, oggi è divenuto possibile rivelare ciò che era stato sempre sottinteso, e cioè che l’iniziazione è un evento di gruppo. Se il pensare con chiarezza avesse sostituito l’aspirazione individuale egoistica, il fatto dell’iniziazione di gruppo sarebbe stato evidente per le seguenti ragioni, inerenti e implicite all’intera situazione.

1. L’anima — per propria natura — ha coscienza di gruppo e non ha ambizioni individuali o interessi individuali, né si interessa agli scopi della sua personalità. È l’anima che è l’iniziato. L’iniziazione è un processo per cui l’uomo spirituale entro la personalità diviene consapevole di sé quale anima, e dei poteri, rapporti e scopi animici. Nel momento in cui un uomo attua questo, anche in piccola misura, è del gruppo che egli diventa cosciente.

2. Soltanto l’uomo il cui senso d’identità comincia ad ampliarsi e divenire inclusivo può “prendere l’iniziazione” (come si dice erroneamente). Se l’iniziazione fosse un conseguimento puramente personale, rigetterebbe l’uomo nella coscienza separativa dalla quale cerca di evadere. Questo non sarebbe un progresso spirituale. Ogni passo sul Sentiero dell’Iniziazione accresce il riconoscimento di gruppo. L’iniziazione è essenzialmente una serie che si espande di riconoscimenti inclusivi.

3. L’iniziazione ammette l’aspirante fra i membri della Gerarchia. Questo implica, esotericamente parlando, l’abbandono di tutte le reazioni separative della personalità, in una serie di rinunce progressive; queste culminano nella quarta iniziazione...

Mentre procede da un’iniziazione all’altra, l’iniziato si avvede che ogni volta che avanza sul sentiero o che penetra nel cuore dei Misteri in compagnia di quelli che sono come lui, che con lui condividono il punto di evoluzione e che lavorano con lui per lo stesso scopo, non è solo; che viene fatto uno sforzo comune. Questa è infatti la nota fondamentale di un Ashram, che ne condiziona la formazione. Esso è composto di discepoli e iniziati a vari stadi di sviluppo iniziatico, che sono giunti insieme al loro punto di coscienza ashramica e che procederanno insieme fino a quando arriveranno a quella liberazione completa che giunge quando il piano fisico cosmico cade sotto la soglia della coscienza o della consapevolezza sensibile, e non è più per l’iniziato di alcun interesse. (18 - 341/2).

(12) Nessuno è ammesso (mediante il processo dell’iniziazione) nell’Ashram del Cristo (la Gerarchia) finché non comincia a pensare e a vivere in termini di relazioni e attività di gruppo. Alcuni aspiranti benintenzionati interpretano l’idea del gruppo come un invito a fare uno sforzo per formare dei gruppi — il loro proprio gruppo o i loro gruppi. Non è questa l’idea che viene presentata nell’era dell’Acquario, oggi così vicina; essa era il metodo d’approccio durante l’era dei Pesci, ora passata. Oggi tutto l’avvicinamento è totalmente diverso. Oggi non ci si aspetta da nessuno, che stia al centro del suo piccolo mondo e si sforzi di divenire il punto focale di un gruppo. Ora il suo compito è di scoprire il gruppo di aspiranti al quale affiliarsi e con il quale dovrà percorrere il Sentiero dell’Iniziazione — una cosa molto diversa e di gran lunga più difficile. (18 - 344).

(13) Un Ashram include in se stesso discepoli e iniziati a tutti i punti dello sviluppo evolutivo e di tutti i gradi; essi lavorano tutti insieme in perfetto unisono e tuttavia — all’interno dei loro ranghi differenziati, perché ogni rango sta da solo e tuttavia è unito con tutti gli altri — essi hanno il loro proprio rapporto stabilito, il loro scambio telepatico codificato ed una segretezza ed un silenzio occulto condivisi che proteggono i segreti e le conoscenze di un grado dagli altri e da quelli che non sono pronti.

Similmente, quando l’aspirante che cerca sul piano fisico per trovare quelli che parteciperanno con lui al mistero del passo immediatamente seguente o dell’espansione da dimostrare, scopre il suo gruppo, troverà che vi sono alcuni che non hanno raggiunto il suo punto particolare di saggezza e anche altri che lo hanno già lasciato molto indietro. Egli sarà simultaneamente trascinato in un vortice di forza e in un campo di servizio. Riflettete su quest’affermazione. Perciò egli imparerà le lezioni necessarie a colui che deve lavorare in un Ashram e saprà come comportarsi sia con quelli che ancora non hanno il diritto di condividere con lui i segreti che egli già conosce che con quelli che hanno penetrato i Misteri più profondamente di lui. (18 - 346).

(14) L’iniziazione è stata presentata tanto spesso come una cerimonia, che ho reputato necessario controbilanciare in tutti i modi quest’errato significato. Quindi se volete comprendere ciò che devo dire, dovete fare appello a tutta la comprensione illuminata che possedete.

L’iniziazione è una cerimonia soltanto in quanto nel processo iniziatico giunge un punto culminante nel quale la coscienza del discepolo diviene consapevole in modo eclatante dei membri della Gerarchia e della propria posizione rispetto ad essa. Egli traspone questa realizzazione — successivamente e in una scala sempre più vasta — in propri simboli, sotto forma di un grande cerimoniale ritmico di rivelazione progressiva nel quale lui, come candidato, è il centro della scena gerarchica… Con questo non sto dicendo che gli insegnamenti dati in passato da vari gruppi occulti o nel mio libro Iniziazione Umana e Solare non siano corretti o non riferiscano accuratamente ciò che il candidato crede sia avvenuto. Quel che cerco di chiarire è che l’aspetto cerimoniale è dovuto alla capacità del discepolo di produrre delle forme-pensiero. (18 - 530/1).

(15)  In realtà il processo iniziatico è il risultato dell’attività di tre energie:

1. L’energia generata dal discepolo che cerca di servire l’umanità.

2. L’energia a disposizione del discepolo mentre riesce a costruire l’antahkarana.

3. L’energia dell’Ashram gerarchico nel quale egli viene “assorbito” o integrato.

Sono queste tre energie, ciascuna col proprio modo d’espressione e ciascuna producente i propri risultati specifici, che attuano o avviano il processo iniziatico; queste energie sono evocate dal discepolo stesso, e la loro forza crescente e la loro capacità rivelatrice dipendono in gran parte dalla determinazione, dal proposito e dalla volontà del discepolo, dalla sua costanza e dalla sua integrità spirituale. È con la comprensione della parola “processo”, che il discepolo scopre il vero significato dell’affermazione occulta secondo cui “prima che un uomo possa calcare il Sentiero egli deve diventare il Sentiero stesso”. Il discepolo scopre sempre di più cosa significhi diventare un agente creatore usando le facoltà creative della mente e conformandosi sempre più (mentre crea) al Piano del Creatore, il Signore del Mondo. (18 - 534/5).

(16) Periodi di ricerca, periodi di sofferenza, periodi di distacco, periodi di rivelazione, che producono dei punti di fusione, dei punti di tensione e dei punti di proiezione dell’energia — questo è lo svolgersi del Sentiero dell’Iniziazione.

In verità, iniziazione è il nome dato alla rivelazione o alla nuova visione che attira il discepolo sempre in avanti verso una luce maggiore; non è qualcosa che gli viene conferita, o data. È un processo di riconoscimento della luce e di utilizzazione della luce, al fine di entrare in una luce sempre più chiara. Il progresso da un’area debolmente illuminata della manifestazione divina ad una di gloria suprema è lo svolgersi del Sentiero dell’Evoluzione. (18 - 538).

(17) È il riconoscimento delle varie “luci” sulla Via Illuminata, che denota l’esser pronti per l’iniziazione. L’iniziato entra nella luce in un senso peculiare; essa permea la sua natura in qualunque punto del tempo e dello spazio; lo rende capace di entrare in contatto con ciò che finora non era visto e di vederlo e, sulla base della nuova conoscenza acquisita, di dirigere ancora oltre i suoi passi.

In questo momento non sto parlando in termini simbolici. Ogni iniziazione oscura la luce già acquisita ed usata, ed immerge l’iniziato in una luce superiore. Ogni iniziazione mette il discepolo in grado di percepire un’area di coscienza divina fino allora a lui sconosciuta, ma che diviene un normale campo d’esperienza e d’attività dopo che egli si è familiarizzato con essa e con i suoi fenomeni, le sue qualità vibratorie e le sue interrelazioni particolari. Così (se posso esprimerlo in questo modo) “i mondi delle forme viventi e delle vite senza forma diventano il proprio mondo. Nella sua percezione mentale entra di nuovo la dualità; perché ora egli è consapevole dell’area illuminata dalla quale proviene, o punto di tensione o d’iniziazione, mentre tramite il processo iniziatico egli scopre un’area nuova ed ancor più luminosa nella quale ora può entrare. Questo non implica l’abbandono del campo d’attività precedente nel quale ha lavorato e vissuto, significa semplicemente che ha di fronte nuovi campi di responsabilità e di opportunità; perché ora — grazie al proprio sforzo — è in grado di vedere maggiore luce, di camminare in una luce più grande, di dimostrare più adeguatamente di prima le sue capacità entro questa più ampia area di possibilità.

Perciò l’iniziazione è una continua fusione di luci in cui si entra progressivamente, che permette così all’iniziato di vedere sempre oltre, in modo più profondo e più inclusivo. (18 - 539/40).

(18) L’iniziazione è una crescita in esperienza, che consente il raggiungimento di un punto di tensione. Mantenendo quel punto di tensione, l’iniziato vede ciò che sta dinanzi. L’iniziazione permette una penetrazione progressiva nella mente del Logos creatore. Quest’ultima definizione è forse una delle più importanti ch’io abbia mai dato. Riflettete sulle mie parole…

Poiché l’energia è la base di tutto il nostro mondo manifestato, un’iniziazione è una condizione di coscienza in cui il discepolo pienamente preparato utilizza le energie disponibili (al momento dell’iniziazione) per produrre entro la coscienza cambiamenti importanti e rivelatori. Ogni iniziazione mette l’iniziato in una posizione in cui domina certe energie connesse e lo mette in grado di divenire un manipolatore sempre più esperto di quelle energie; ogni iniziazione gli permette di comprendere l’energia connessa e il suo campo di attività; ogni iniziazione gli rivela la qualità e il tipo di stimolo da evocare quando è messo in contatto con una particolare energia di raggio; ogni iniziazione stabilisce un rapporto tra l’iniziato e l’energia di raggio implicata, cosicché qualunque sia il raggio dell’anima o il raggio della personalità egli potrà lavorare gradualmente con la qualità e l’aspetto creativo di tutti i raggi, pur conservando sempre maggiore facilità nell’operare con il raggio della sua anima, e più tardi con il raggio della Monade — uno dei tre Raggi maggiori d’Aspetto. (18 - 557/8).

(19) Molti che leggono queste istruzioni e che studiano i libri che ho scritto sono in procinto di prepararsi per l’una o per l’altra delle iniziazioni e pertanto l’intero tema dovrebbe avere un interesse preponderante per voi. Dovreste decidere (almeno tentare di farlo) qual è l’iniziazione che vi sta davanti e poi scoprire tutto quanto potete su di essa e sui suoi requisiti essenziali cercando di applicare praticamente le informazioni date, sia che quel che vi do sia vero o no; se è vero, è vitale per il vostro progresso futuro e dovreste mirare a conseguire un certo grado di vera comprensione. (18 - 669).

(20) L’iniziazione non è quello strano miscuglio di soddisfazione personale per il risultato conseguito, di cerimoniale e di riconoscimento gerarchico, quale è raffigurato dai principali gruppi occulti. È invece un processo di lavoro estremamente duro, durante il quale l’iniziato diventa ciò che è. Questo può comportare un riconoscimento gerarchico, ma non nella forma descritta usualmente. L’iniziato si trova in compagnia di quelli che l’hanno preceduto e non ne è respinto, ma visto e notato e messo al lavoro.

È anche una serie graduale di liberazioni che hanno per risultato il conseguimento di un’accresciuta libertà da ciò che è situato nel passato della sua esperienza; questo porta con sé il permesso (ingiunto o dato dall’anima) di procedere oltre sulla Via. Queste libertà sono il risultato del Distacco, dell’Assenza di passione e della Discriminazione. Nello stesso tempo la Disciplina impone e rende possibile il duro lavoro richiesto per passare di grado. Tutte e quattro queste tecniche (perché è questo ciò che esse sono) sono precedute da una serie di disillusioni che, quando sono comprese, non lasciano all’aspirante altra scelta che quella di andare avanti in una luce maggiore.

Vorrei che voi studiaste l’iniziazione dal punto di vista della liberazione, osservandola come un processo di libertà faticosamente conseguite. Questo aspetto fondamentale dell’iniziazione — quando l’iniziato se n’è reso conto — lega fermamente la sua esperienza a quella dell’intera umanità, la cui lotta fondamentale è il conseguimento di quella libertà “per mezzo della quale l’anima e i suoi poteri possono svilupparsi e tutti gli uomini essere liberi grazie alla libertà conseguita individualmente”. (18 - 685).

(21) L’iniziato, nel suo piccolo, analogamente deve imparare ad operare dietro le quinte, ignorato, non riconosciuto e non acclamato; egli deve sacrificare la sua identità nell’identità dell’Ashram e dei suoi lavoratori e, più tardi, nell’identità dei suoi discepoli che operano all’esterno, nel mondo della vita quotidiana. Egli istituisce le attività necessarie ed apporta i cambiamenti necessari, ma non riceve alcuna ricompensa ad eccezione della ricompensa delle anime salvate, delle vite ricostruite e del progresso dell’umanità sul Sentiero del Ritorno. (6 - 288).

Vedi anche: "Insegnamenti sull'Iniziazione" (6 - 243/439).

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INIZIAZIONE: ASPIRANTI ALLA

(1) Fra “aspirante al sentiero” e “candidato all’iniziazione” vi è grande differenza. Chi aspira al discepolato e cerca di conseguirlo non s’impegna in alcun modo alle specifiche norme di vita e alla disciplina del candidato all’iniziazione e, se lo preferisce, può prolungare quanto vuole il sentiero della prova. Chi si propone l’iniziazione si trova in una situazione diversa e, una volta avanzata la richiesta deve imporsi una regola di vita ben precisa e seguire un regime severo che è solo facoltativo per il discepolo. (1 - 192).

(2) Il discepolo non si preoccupa di giungere o no all’iniziazione. Qualsiasi movente egoistico deve essere escluso. Il Maestro trasmette all’angelo archivista soltanto le richieste che gli giungono attraverso l’energia generata da moventi puri e altruistici; solo i discepoli che cercano l’iniziazione per il maggior potere di aiutare e benedire che conferisce riceveranno risposta alla loro richiesta… Coloro che desiderano ardentemente servire, oppressi dalla consapevolezza delle necessità del mondo… busseranno e verrà loro aperto, e la loro richiesta sarà accolta… Quando la vita inferiore del piano fisico è feconda, la vita delle emozioni stabile, la vita mentale trasmutata, nulla può impedire che la sbarra di quella porta venga alzata per lasciar passare il discepolo. (1 - 193/4).

(3) Molti, considerati iniziati, stanno invece solo sforzandosi di esserlo. In verità non lo sono. Si tratta di quei bene intenzionati, la cui comprensione mentale oltrepassa il potere esecutivo delle loro personalità. Sono in contatto con forze che non sono ancora in grado di manipolare e dominare. Essi hanno compiuto buona parte del necessario lavoro di contatto interiore, ma non ancora plasmato la natura inferiore. Perciò non sono in grado di esprimere ciò che comprendono interiormente e che realizzano in parte. Sono quei discepoli che parlano troppo e troppo presto, in modo troppo egocentrico, e che presentano al mondo un ideale per il quale in effetti operano, ma che non sanno ancora concretare, per l’insufficienza del loro equipaggiamento. (15 - 13).

(4) Ciò a cui l’iniziato medio è maggiormente soggetto è l’indolenza o mancanza di rapidità. Riflettetevi. (18 - 156).

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PRIMA INIZIAZIONE: (Nascita)

(1) Alla prima iniziazione l’Ego deve avere acquisito un notevole dominio sul corpo fisico. I “peccati della carne”, secondo la fraseologia cristiana, devono essere dominati; ghiottoneria, alcolismo e licenziosità non devono avere alcun potere. L’elementale fisico non riceve più risposta alle proprie richieste. Il dominio deve essere completo ed ogni allettamento scomparso. Un atteggiamento generale di obbedienza all’Ego deve essere presente, e la disposizione ad obbedire deve essere molto forte. Il canale fra il Sé superiore e l’inferiore è aperto e l’obbedienza della carne è quasi automatica.  (1 - 82).

(2) Dopo questa iniziazione, l’iniziato verrà istruito principalmente sui fatti del piano astrale; dovrà stabilizzare il proprio corpo emotivo e imparare ad operare su quel piano con la stessa facilità con cui lavora su quello fisico; è messo in contatto con i deva astrali; impara a dominare gli elementali astrali; deve operare con facilità nei sottopiani inferiori, e il valore e la qualità del suo lavoro acquistano maggior valore. Questa iniziazione trasferisce dall’Aula dell’Apprendimento all’Aula della Saggezza. In tale periodo l’importanza maggiore è decisamente data allo sviluppo astrale, sebbene la preparazione mentale proceda costante... Un lungo periodo di numerose incarnazioni possono trascorrere, prima che il dominio sul corpo astrale sia perfezionato e l’iniziato sia pronto per il passo successivo. (1 - 84).

(3) La prima iniziazione è possibile a molti, ma la necessaria concentrazione in una sola direzione, la fede costante nella realtà che attende, affiancata dalla volontà di sacrificare tutto piuttosto che retrocedere, scoraggia molti. Se quest’opera servirà non fosse che ad incitare alcuni a rinnovare lo sforzo, non sarà stata scritta invano. (1 - 111).

(4) La prima iniziazione indica semplicemente l’inizio. Raggiunta ormai una determinata misura di retta vita, retto pensiero e retta condotta, la forma ove il Cristo deve dimorare è pronta per essere vivificata, e per divenire tempio del Dio Vivente. È la Vita Cristica che rende veramente viva la forma. (4 - 352).

(5) Per la prima iniziazione non è richiesto un dominio egoico molto avanzato. Essa indica semplicemente che il germe di vita dell’anima ha vivificato e portato in esistenza attiva il corpo interiore spirituale, l’involucro dell’uomo spirituale interiore, che alla terza iniziazione gli consentirà di estrinsecarsi come “uomo fatto adulto in Cristo”.

...Tra la prima e la seconda iniziazione... può intercorrere molto tempo, e si devono operare numerosi cambiamenti durante i molti stadi del discepolato. (15 - 14).

(6) Il centro (della gola) è in rapporto con la prima iniziazione, ed è molto attivo quando vi si perviene, e la massima parte degli aspiranti e dei discepoli in prova, appunto, è giunta a quel livello. (Ripeto che, in termini tecnici e per la Gerarchia, la prima iniziazione maggiore è la terza. I Maestri considerano la prima come segno dell’ingresso sul Sentiero). (17 - 152).

(7) Oggi nel mondo molte migliaia di persone hanno preso la prima iniziazione e sono orientate verso la vita spirituale e il servizio al prossimo; le loro vite però lasciano molto a desiderare e l’anima ovviamente non predomina sempre; è ancora in corso una grande lotta per conseguire la purificazione su tutti e tre i livelli. Le vite di questi iniziati sono imperfette e grande è la loro inesperienza, e in questo ciclo particolare viene fatto un tentativo importante per compiere la fusione dell’anima. Quando questa è raggiunta, allora viene conseguita la terza iniziazione (la prima, gerarchicamente parlando). (18 - 385).

(8) Un esempio della lentezza di penetrazione dell’informazione dal piano dell’iniziazione al cervello fisico, si può vedere nel fatto che pochissimi aspiranti e discepoli registrano il fatto di aver già preso la prima iniziazione, la nascita del Cristo nel cavo del cuore. Che essi l’abbiano presa è messo in evidenza dal fatto che calcano deliberatamente la Via, dal loro amore per il Cristo - qualunque sia il nome che Gli danno - e dal loro sforzo di servire e di aiutare il prossimo; però sono ancora sorpresi quando viene detto loro che la prima iniziazione è cosa del passato. (18 - 436/7).

(9) Come ho già detto, sono letteralmente migliaia quelli che si preparano così, perché si può presumere che tutti gli aspiranti e i discepoli veri e seri che lavorano risolutamente, con movente puro, al progresso spirituale e che sono irremovibilmente orientati verso l’anima, hanno conseguito la prima iniziazione. (18 - 484).

(10) L’energia e l’irradiazione del Signore del Settimo Raggio diventano regolarmente sempre più potenti nei tre mondi.

Questo arrivo di un Raggio produce sempre un’intensificazione dell’attività iniziatica, ed è quanto avviene oggi. L’effetto principale, per quanto riguarda l’umanità, è quello di rendere possibile il presentare alla prima iniziazione migliaia di aspiranti e di candidati. Oggi gli uomini possono passare su larga scala e in formazione di massa attraverso l’esperienza dell’Iniziazione della Nascita. Migliaia di esseri umani possono sperimentare dentro se stessi la nascita del Cristo e comprendere che la vita del Cristo e la coscienza del Cristo sono loro... Non occorre che l’esperienza sia espressa in termini occulti, e nella maggioranza dei casi non lo sarà; il singolo iniziato che prende questa iniziazione è consapevole di grandi cambiamenti nella sua visione di se stesso, del prossimo, delle circostanze e della sua interpretazione degli eventi della vita. Queste sono le reazioni peculiari che accompagnano la prima iniziazione; l’iniziato registra un orientamento nuovo verso la vita e un nuovo mondo di pensiero.

... Ogni iniziazione indica uno stadio nella crescita e lo sviluppo di questo nuovo fattore nella coscienza e nell’espressione umana, e questo continua fino alla terza iniziazione, quando emerge “nella sua piena maturità l’adulto in Cristo”. (18 - 569/70).

(11) Le vite degli iniziati della prima iniziazione, cominciano ad essere governate dalla Coscienza Cristica, che è la coscienza della responsabilità e del servizio. Oggi questi iniziati esistono a migliaia; nel 2025 saranno presenti a milioni. Tutto questo riorientamento e sviluppo sarà il risultato dell’attività del settimo raggio, e dell’impatto della sua irradiazione sull’umanità. (18 - 571).

(12) La prima iniziazione segna l’inizio di una vita e d’un modo di vivere totalmente nuovi; segna il principio di un nuovo modo di pensare e di percezione cosciente. Per eoni, la via della personalità nei tre mondi ha alimentato il germe di questa nuova vita e ha nutrito la minuscola scintilla di luce nella relativa oscurità della natura inferiore. Ora questo processo sta per essere portato a termine, sebbene a questo stadio non cessi completamente, perché “l’uomo nuovo” deve imparare a camminare, parlare, creare; però adesso la coscienza è focalizzata altrove. Questo porta molto dolore e sofferenza finché non sia fatta la scelta definitiva, non si consenta una nuova consacrazione al servizio, e l’iniziato non sia pronto a subire l’Iniziazione del Battesimo. (18 - 667).

(13) Tutti i veri aspiranti hanno preso la prima iniziazione. Lo dimostra la loro lotta intensa per crescere nella vita spirituale, per orientarsi alle cose dello spirito e per vivere nella sua luce. (5 - 716).

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