104-108

[104] LIMITAZIONI DELLE PAROLE,

[105] ANIME PERDUTE,

[106] AMORE,

[107] MAGIA: BIANCA E NERA,

[108] UOMO COME CREATORE E COSTRUTTORE

[104]

LIMITAZIONI DELLE PAROLE

(1) Nel prossimo secolo, quando l’equipaggiamento nell’uomo sarà più sviluppato ed idoneo, e quando sarà diffusa una comprensione più vera dell’attività di gruppo, sarà possibile impartire maggiori cognizioni: ma non è ancora giunto il momento. Per ora mi è possibile soltanto di cercare quelle deboli parole atte a rivestire in qualche modo il pensiero, benché rivestendolo lo limitano, sì che mi rendo colpevole di creare nuovi prigionieri del pianeta, che dovranno alfine essere liberati. Tutti i libri non sono infatti che altrettante prigioni delle idee e solo quando la parola parlata e scritta sarà sostituita dalla comunicazione telepatica e dai reciproci rapporti intuitivi, il Piano per la Terra e la tecnica della sua espressione saranno veramente compresi. Per ora io parlo in simboli, manipolo parole per creare una impressione, costruisco forme-pensiero dinamiche atte ad impressionare il cervello di un agente trasmittente. Ma, ciò facendo, so bene quante cose debba tralasciare, e come raramente riesca a dare poco più che un accenno e un’indicazione di una cosmologia, sia macrocosmica che microcosmica, sufficiente ad adombrare un quadro temporaneo della realtà divina. (4 - 523). 

(2) Ma come può il tutto essere compreso dalla parte? Come può l’intero Piano essere percepito da un’anima che finora vede soltanto una piccola parte della struttura? Tenete bene a mente ciò, nello studiare queste istruzioni e nel riflettere su di esse, e ricordatevi che alla luce della conoscenza dell’umanità futura, tutto ciò che qui viene impartito apparirà come il contenuto di un libro elementare in rapporto ad un testo utilizzato da un professore di Università. Servirà in ogni modo a far passare l’aspirante dall’Aula dell’Apprendimento all’Aula della Saggezza, se egli metterà in pratica le cognizioni che vengono qui date. (4 - 524).

(3) Imparate ad essere telepatici ed intuitivi, ed allora le forme delle parole e le idee rivestite di forma non saranno più necessarie. Vi troverete allora di fronte alla nuda verità, vivrete ed opererete sul piano delle idee, e non più nel mondo delle forme. (4 - 524).

(4) Eppure, come potrebbe esserlo, dovendosi tener conto delle vostre limitate capacità di comprendere? Non posso trasmettervi appieno la verità, poiché non esistono né i termini adatti, né l’indispensabile conoscenza di base da parte vostra. Ciò rende arduo il mio compito. (17 - 33).

(5) Vorrei che mentre leggete le mie parole vi ritiraste dentro di voi per cercare di pensare, sentire e percepire sul livello di coscienza più alto possibile. Lo sforzo di far questo darà gran frutto e vi apporterà una ricca ricompensa. Non afferrerete la piena intenzione di queste parole, ma il vostro senso di consapevolezza comincerà a reagire all’impressione triadica. Non so come formularlo diversamente, limitato come sono dalla necessità di usare delle parole. Potrete anche non registrare nulla coscientemente, poiché il cervello del discepolo medio non è ancora sensibile alla vibrazione monadica. Anche se il cervello possiede una certa rispondenza, non esistono le parole necessarie per esprimere l’idea percepita o rivestire il concetto. È perciò impossibile porre le idee divine nella loro forma ideale per poi portarle giù nel mondo del significato e di qui nel mondo dei simboli. Quindi quello che dico avrà maggior significato verso la fine di questo secolo, quando gli uomini si saranno riavuti dal caos e dalla crudeltà della guerra, e quando le nuove influenze spirituali superiori saranno riversate in continuazione. Io scrivo, fratelli miei, per il futuro. (18 - 287).

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[105]

ANIME PERDUTE

Se un uomo persiste di vita in vita in questa linea d’azione, se trascura lo sviluppo spirituale e si concentra sullo sforzo intellettuale volto a manipolare la materia per scopi egoistici, se continua a trascurare i suggerimenti del suo Sé interiore e nonostante gli avvertimenti che possano venirgli da Coloro che vegliano, e se questo è proseguito per un lungo periodo, egli può provocare la propria distruzione definitiva per questo manvantara o ciclo. Egli può... distruggere completamente l’atomo permanente fisico, troncando così il collegamento con il Sé superiore per eoni di tempo. H.P.B. ha accennato a questo parlando delle “anime perdute”; noi dobbiamo qui insistere sul carattere reale di questo tremendo disastro... (3 - 127).

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[106]

AMORE

(1) Quando l’amore per tutti gli esseri indistintamente comincia ad essere una realtà nel cuore del discepolo, ma è privo di amore per se stesso, ciò significa che si sta avvicinando alla Porta dell’Iniziazione e può assumere i necessari impegni preliminari. Questo è necessario prima che il Maestro proponga la sua candidatura. Se non si cura delle sofferenze e del dolore del sé inferiore, se gli è indifferente la felicità, se il solo scopo della sua vita è servire e salvare il mondo, e se le necessità dei suoi fratelli sono più importanti delle proprie, allora il fuoco dell’amore irradia il suo essere e il mondo può riscaldarsi ai suoi piedi. Tale amore deve essere messo in pratica e dimostrato, e non restare una teoria, un semplice ideale e un piacevole sentimento. Deve essersi sviluppato attraverso le prove e le esperienze della vita, in modo che il principale impulso vitale tenda al sacrificio di sé e ad immolare la natura inferiore. (1 - 192/3).

(2) Su questo soggetto [l'amore] si potrebbe scrivere un trattato senza tuttavia esaurirlo. Molta luce può venire riflettendo profondamente sulle tre espressioni dell’Amore: l’Amore nella personalità, l’Amore nell’Ego e l’Amore nella Monade. L’Amore nella Personalità si sviluppa gradatamente dallo stadio dell’amore di sé, puramente ed interamente egoistico, all’amore per la famiglia e per gli amici, all’amore per gli uomini e per le donne, fino allo stadio di amore per l’umanità o coscienza d’amore di gruppo, che è la caratteristica predominante dell’Ego. Un Maestro di Compassione ama, soffre con la sua specie e con la sua stirpe, e con essi rimane. L’Amore nell’Ego si sviluppa gradatamente dall’amore per l’umanità all’amore universale - in amore che non esprime solo l’amore per l’umanità, ma l’amore per l’evoluzione dei deva nella loro totalità e per tutte le forme della manifestazione divina. L’Amore nella Personalità è amore nei tre mondi; l’Amore nell’Ego è amore nel sistema solare ed in tutto ciò che esso contiene; mentre l’Amore nella Monade manifesta un grado di amore cosmico ed abbraccia altresì molto di ciò che è al di là del sistema solare. (3 - 593).

(3) L’Amore fu il movente che diede impulso alla manifestazione, ed è l’amore che mantiene tutto in successione ordinata; l’amore porta tutto sul sentiero del ritorno in seno al Padre; l’amore perfeziona infine tutto ciò che esiste. (3 - 594).

(4) Col procedere dell’evoluzione si dimostra come espansione graduale della facoltà di amare, passando per gli stadi di amore per il coniuge, amore per la famiglia, amore per i collaboratori, all’amore per tutto il proprio ambiente; il patriottismo lascia più tardi il posto all’amore per l’umanità, spesso l’umanità rappresentata da uno dei Grandi Esseri. (3 - 595).

(5) Un uomo... nel servizio impara il potere dell’amore, nel suo significato occulto. Dà, e conseguentemente riceve; vive la vita di rinuncia e la ricchezza dei Cieli si riversa su di lui: egli dà tutto ed è pieno fino alla completezza; egli non chiede nulla per sé ed è l’essere più ricco della terra. (4 - 117).

(6) Quest’energia d’amore si concentra soprattutto a scopo di attività gerarchica, nel Nuovo Gruppo di Servitori del Mondo. Questo gruppo è stato scelto dalla Gerarchia come suo canale principale d’espressione. Composto di tutti i discepoli e di tutti gli iniziati operanti, ha rappresentanti in ogni gruppo di idealisti e di servitori, ed in ogni insieme di persone che pensano, specie nel campo del miglioramento e dell’elevazione degli uomini. Per loro mezzo, la potenza dell’amore-saggezza si può esprimere. Sono frequentemente fraintesi, perché il loro amore è molto diverso dall’interesse affettivo, sentimentale e personale. Essi curano soprattutto il bene di tutto il gruppo al quale sono associati; non si occupano per prima cosa dei meschini interessi dei singoli, assorti nei loro piccoli problemi e difficoltà. Questo fa sì che siano criticati dai singoli, e devono imparare a vivere in queste critiche e a non prestarvi attenzione. Il vero amore di gruppo è più importante dei rapporti personali, sebbene anche questi siano curati quando sorga la necessità; dico necessità. I discepoli imparano a capire la necessità dell’amore di gruppo ed a correggere i loro modi secondo il bene del gruppo; ma per chi è interessato a se stesso non è facile afferrare la differenza. Per mezzo dei discepoli che hanno imparato a distinguere i meschini interessi individuali e di sé, dalle necessità e dai bisogni del lavoro e dell’amore di gruppo, la Gerarchia può produrre i necessari cambiamenti, che sono soprattutto cambiamenti di coscienza. (9 - 20/1).

(7) L’amore, per molti, invero per i più, in realtà è una mescolanza del desiderio di amare e di essere amati, e della disposizione di fare qualcosa per dimostrarlo ed evocarlo e quindi sentirsi interiormente appagati.

Questo pseudo amore si basa principalmente su una teoria dell’amore e del servizio tipica di tanti rapporti umani, fra coniugi, fra genitori e figli. Illusi dal proprio sentimento e poco sapendo dell’amore egoico, che è libero e lascia liberi, vagano in una fitta nebbia, spesso trascinando con sé coloro che vogliono servire, per averne affetto in ricambio. Studiate la parola “affetto” e scopritene il vero significato. Affetto non è amore, ma un desiderio espresso con un’attività del corpo astrale, che influenza i rapporti; non un moto spontaneo dell’anima, privo di desiderio, che nulla chiede per il sé separato. L’illusione del sentimento imprigiona ed inganna tutte le brave persone sensibili, imponendo loro doveri inesistenti e causando un annebbiamento che dovrà poi essere dissolto da vero amore disinteressato. (10 - 76/7).

(8) Ti offro un pensiero, da ripetere quando ti senti scoraggiata, stanca o debole:

 “Sono al centro di tutto l’amore, dove nulla può toccarmi, e da questo centro mi espanderò per amare e servire”. (5 - 527).

(9) L’amore sia la nota fondamentale di tutti i rapporti, poiché il potere che deve salvare il mondo è la precipitazione dell’amore. (13 - 333).

(10) L’amore non è sentimento, né emozione, né desiderio o movente egoistico di retta condotta quotidiana. L’amore è la forza che guida i mondi e li conduce all’integrazione, all’unità e all’inclusività, costringendo la Divinità stessa all’azione. È difficile da coltivare - tanto è l’egoismo proprio della natura umana; è difficile da applicare alle condizioni di vita, e per esprimerlo vi occorrerà dare il massimo delle vostre capacità e ripudiare le attività egoistiche personali. (5 - 10).

(11) Soprattutto, fratello, arresta ogni pensiero non amorevole; elimina la critica e impara ad amare tutti gli esseri - non in teoria, ma in atto e nella realtà. (5 - 475)

(12) Vorrei ricordarvi, in questo periodo di difficoltà, che Io, vostro Maestro vi amo e vi proteggo, perché la vostra anima e la mia anima sono un’anima sola. Non preoccupatevi eccessivamente. Non esiste luce od oscurità per l’anima, ma soltanto esistenza ed amore. Confidate in questo. Non c’è separazione, ma solo identificazione con il cuore dell’amore tutto; quanto più amate, tanto più amore può raggiungere altri attraverso voi. Le catene d’amore uniscono il mondo degli uomini e il mondo delle forme e costituiscono la grande catena della Gerarchia. Lo sforzo spirituale che vi si chiede è di diventare voi stessi un centro potente e vibrante di quel fondamentale Amore universale. (6 - 30).

Vedi anche: (6 - 541).

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[107]

MAGIA: BIANCA E NERA

(1) Attualmente tra gli studiosi occulti si parla molto di magia bianca e nera, e molto di quanto si dice non ha né forza né verità. È stato detto giustamente che la linea di demarcazione tra i due tipi di lavoratori è così sottile da essere difficilmente riconoscibile da coloro che per ora non meritano l’appellativo di “conoscitori”.

La distinzione tra i due sta tanto nel movente che nel metodo, e può essere riassunta come segue:

Il mago bianco ha per movente ciò che può essere di beneficio per il gruppo per il quale egli spende tempo ed energia. Il mago del sentiero della mano sinistra lavora sempre da solo, o se talvolta collabora con altri lo fa con uno scopo egoistico nascosto. L’esponente della magia bianca s’interessa ad uno sforzo costruttivo al fine di cooperare ai piani gerarchici e secondare i desideri del Logos planetario. Il Fratello delle Tenebre si occupa di ciò che sta al di fuori dei piani della Gerarchia e di quello che non è incluso nel proposito del Signore del Raggio planetario.

Il mago bianco, come già è stato detto, lavora esclusivamente con i maggiori Deva costruttori unificando il loro lavoro con il suono e con i numeri, influenzando così i costruttori minori che formano la sostanza dei loro corpi e perciò di tutto ciò che esiste. Egli opera mediante i centri ed i punti vitali di energia dei gruppi, e da qui produce nella sostanza i risultati voluti. Il fratello delle tenebre opera direttamente con la sostanza stessa e con i costruttori minori; non collabora con le forze che emanano dai livelli egoici. I suoi servitori sono le coorti minori dell’“Armata della Voce”, e non le Intelligenze direttrici dei tre mondi, e perciò egli lavora soprattutto sui piani astrale e fisico; solo in rari casi lavora con le forze mentali, e solo in pochi casi speciali celati nel karma cosmico si trova un mago nero che lavora sui livelli mentali superiori. Tuttavia i casi che ivi si scoprono sono le cause che più contribuiscono a tutta la magia nera che si manifesta.

...Il mago bianco lavora sempre in collaborazione con altri, ed è egli stesso sotto la direzione di determinati Capi di gruppo. Per esempio, i Fratelli della Loggia Bianca lavorano sotto i tre grandi Signori, conformemente ai piani stabiliti, subordinando i propri scopi e le proprie idee al grande schema generale. Il mago nero lavora comunemente in un modo intensamente individualistico, e lo si vede attuare i suoi progetti da solo o con l’aiuto di subordinati. Usualmente non tollera alcun superiore riconosciuto, ma tuttavia è frequentemente vittima di agenti su livelli superiori del male cosmico, che lo utilizzano come lui utilizza i suoi collaboratori inferiori, cioè lavora (per quanto riguarda il proposito più grande) ciecamente ed inconsciamente.

Il mago bianco opera, come ben sappiamo, dal lato dell’evoluzione o in relazione al Sentiero del Ritorno. Il fratello nero si occupa delle forze dell’involuzione o del Sentiero della Discesa. Essi formano le grandi forze equilibranti nell’evoluzione, e sebbene si occupino del lato materiale della manifestazione, mentre il Fratello della Luce si interessa dell’aspetto anima o coscienza, essi ed il loro lavoro contribuiscono, sotto la grande legge dell’evoluzione, al proposito generale del Logos solare, sebbene (e questo ha una enorme importanza occulta per lo studioso illuminato) non allo scopo individuale del Logos planetario.

Per quanto riguarda la distinzione tra i maghi, si può dire in breve che il mago della Buona Legge lavora con l’anima delle cose. Il suo fratello delle tenebre lavora con l’aspetto materiale.

...Il fratello bianco lavora sotto la Gerarchia, o per il Grande Re, realizzando i suoi propositi planetari. Il fratello oscuro lavora sotto certe Entità separate a lui sconosciute che sono connesse con le forze stesse della materia. Molto di più si potrebbe dire su questa materia, ma quel che è stato detto è sufficiente per il nostro scopo. (3 - 984/9).

(2) I fratelli delle tenebre sono - ricordatelo sempre - fratelli, erranti e mal diretti, pure sempre figli dell’unico Padre, per quanto sperduti lontano, molto lontano, nel paese delle distanze. Lunga sarà per loro la via del ritorno, ma la misericordia dell’evoluzione inevitabilmente li forza sul sentiero del ritorno, in cicli molto lontani nel tempo. Chiunque esalti la mente concreta e le permetta di escludere continuamente quella superiore, corre pericolo di deviare sul sentiero della mano sinistra. Molti lo fanno... ma ritornano, e in avvenire allora evitano di incorrere in simili errori, proprio come un bimbo, che si è scottato una volta, evita il fuoco. È colui che persiste, nonostante ammonimenti e pena, che alla fine diviene un fratello delle tenebre...

Il fratello delle tenebre non riconosce alcuna unità con la sua specie, e vede in essa solo gente da sfruttare per porre in atto i suoi fini. Su scala minore, questo è quindi il marchio di coloro che, volontariamente o no, sono da loro usati. Non hanno rispetto per alcuno, considerano tutti gli uomini come semplici prede, usano chiunque per rafforzare la loro propria via, e con mezzi leciti o illeciti cercano di spezzare ogni opposizione ed acquisire quanto agognano per il sé personale. (2 - 134).

(3) Al fratello oscuro non importa quanta sofferenza possa causare; né quale agonia mentale produca in colui che gli si oppone; persiste nelle sue intenzioni e non desiste dal colpire ogni uomo, donna o bambino, perché i suoi propri fini siano conseguiti. Non attendetevi assolutamente alcuna pietà da coloro che si oppongono alla Fratellanza della Luce.

Sul piano fisico e su quello emotivo, il fratello delle tenebre è più potente del Fratello della Luce - non più potente di per sé, ma di potenza apparente maggiore, poiché i Fratelli Bianchi scelsero di non esercitare i Loro poteri su quei due piani, come fanno i fratelli delle tenebre. Potrebbero far valere la Loro autorità, ma scelsero di astenersene, operando con i poteri evolutivi e non con quelli dell’involuzione. (2 - 135).

(4) E quali sono ora i metodi da usare per la sicurezza di chi lavora nei campi del mondo? Che si può fare per assicurare la sua salvezza in questa lotta, e in quella più grande dei secoli futuri?

1. Realizzare che primo requisito essenziale è la purezza di tutti i veicoli. Se un fratello oscuro acquisisce controllo su di un uomo, ciò dimostra che quell’uomo ha nella sua vita qualche punto debole. La porta che permette l’accesso deve essere aperta dall’uomo stesso; l’apertura per la quale si può versare la forza maligna deve essere provocata da chi occupa quei veicoli. Ecco dunque la necessità di scrupolosa pulizia del corpo fisico, di emozioni pulite e stabili nel corpo emotivo, e di purezza di pensiero nel corpo mentale. Quando sia così, i veicoli inferiori saranno coordinati e lo stesso Pensatore che sta all’interno non consente l’accesso.

2. Eliminare ogni paura. Le forze dell’evoluzione vibrano più rapidamente di quelle dell’involuzione, ed in ciò sta una ragione di sicurezza. La paura causa debolezza; questa a sua volta produce disintegrazione; il punto debole si rompe e appare una fessura, per la quale può entrare la forza del male. Ciò che ha provocato l’apertura è la paura dello stesso uomo, che così apre la porta.

3. Stare fermi e calmi, qualunque cosa succeda. Potete avere i piedi immersi nel fango della terra, e la testa nella luce solare splendente delle regioni superiori. Riconoscere la sozzura della terra non implica contaminazione.

4. Riconoscere l’uso del buon senso, ed applicarlo in questa faccenda. Dormire molto, e, dormendo, imparare a rendere il corpo positivo; essere attivi sul piano emotivo e raggiungere la calma interiore. Non fare nulla che possa stancare troppo il corpo fisico, e giocare non appena sia possibile. Nelle ore di rilassamento si producono quegli adattamenti che ovviano l’ulteriore tensione. (2 - 137/8).

(5) Quindi il coltivare la tranquillità emotiva è uno dei primi passi verso il conseguimento dell’equipaggiamento occorrente al mago bianco. Questa tranquillità non si consegue con uno sforzo della volontà che riesca a sopprimere ogni attività vibratoria astrale, ma coltivando la risposta all’Ego ed annullando ogni risposta alle vibrazioni insite nello stesso involucro astrale. (3 - 983).

Vedi anche: "Forze oscure"

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[108]

UOMO COME CREATORE E COSTRUTTORE

(1) L’uomo nei tre mondi ricapitola, coscientemente o inconsciamente, il processo logoico e diventa un creatore, lavorando nella sostanza mediante il fattore della sua energia positiva. Egli vuole, pensa, parla, e ne risultano le forme pensiero. La sostanza atomica è attratta da chi enuncia. Le vite minuscole che compongono quella sostanza sono costrette, dall’energie del pensatore, entro forme attive, vitalizzate e potenti. Ciò che l’uomo costruisce è una creazione benefica o malefica, secondo il desiderio, il motivo o il proposito sottostanti.

...È inutile che l’uomo studi i gruppi di costruttori minori, le loro funzioni e i loro nomi, se non si rende conto di avere uno stretto rapporto con molti di essi, essendo egli stesso uno dei grandi costruttori ed un creatore nello schema planetario. Gli uomini devono ricordare che col potere dei loro pensieri e delle parole proferite producono precisi effetti su altri esseri umani funzionanti sui tre piani dell’evoluzione umana e sull’intero regno animale. I pensieri separativi e malefici dell’uomo sono responsabili in gran parte della natura selvaggia delle belve e del carattere distruttivo di taluni processi della natura, compresi certi fenomeni quali la peste e la carestia. (3 - 888/9).

(2) Degli esseri umani che non creano nulla, ma sono solo spinti in attività dallo stimolo delle circostanze - e sono gran parte dell’umanità - si deve dire che essi fanno parte dell’attività creativa di qualche entità più grande e più avanzata. Col procedere dell’evoluzione autocosciente, una parte sempre più grande della famiglia umana diverrà creativa, e composta di lavoratori intelligenti relativamente alla sostanza devica. Perciò, negli stadi iniziali dell’abbandono dell’atteggiamento passivo vi sarà la rivolta contro la legge e l’ordine, il rifiuto di lasciarsi governare, e la capacità di seguire i concetti individuali a spese del gruppo, grande o piccolo. A questo difetto evidente sarà ovviato dall’evoluzione stessa e dall’esperienza, e man mano che la coscienza diverrà sensibile alle vibrazioni superiori, l’uomo diverrà consapevole del proposito e del piano dell’Intelligenza del suo gruppo. Si risveglierà alla bellezza di quel piano e comincerà a trascurare i propri interessi in favore dell’interesse maggiore, e a collaborare intelligentemente. Il potere creativo, che prima aveva un carattere separativo, sarà offerto come sacrificio volontario all’energia più grande, ed i suoi piccoli piani e le piccole idee verranno incorporati nei più grandi. Quindi non sarà più un’unità passiva spinta qua e là dall’energia del suo gruppo, ma diverrà una potente forza attiva e positiva, auto-immolata col riconoscimento intelligente del piano più grande.

Diventerà conscio del fatto che nella natura vi sono delle forze viventi. Quando l’energia maggiore freme in lui, i suoi poteri latenti sono risvegliati. Vede e conosce le forze deviche, e di conseguenza può lavorare intelligentemente con esse. Alcune saranno dominate e manipolate, con altre collaborerà, e ad altre ancora obbedirà.

È nella comprensione di questi fatti relativi alla sostanza devica, al potere del suono, alla legge di vibrazione e alla capacità di produrre forme secondo la legge, che si riconosce il vero mago. Anche qui si trova una delle distinzioni tra i maghi della Buona Legge e quelli del Sentiero della Mano sinistra. Un mago bianco sa dominare e manipolare la sostanza devica, e lo fa cooperando intelligentemente con i costruttori maggiori. Grazie alla purezza e alla santità della sua vita ed all’elevatezza della sua vibrazione, può venire in contatto con essi nell’uno o nell’altro dei loro gradi. Il mago dell’ombra domina e manipola la sostanza devica dei piani astrale e fisico e dei livelli inferiori del piano mentale con la forza della propria vibrazione e conoscenza, ma non collaborando con i costruttori dirigenti. Non può venire in contatto con essi perché è impuro per l’egoismo, e la sua vibrazione è troppo bassa; il suo potere è perciò limitato e distruttivo, seppure immenso entro certi limiti. (3 - 929/30).

(3) L’uomo che impara a costruire coscientemente... prima di tutto deve mantenere l’idea sufficientemente a lungo perché possa essere registrata fedelmente dal cervello fisico. Frequentemente l’Ego “farà arrivare” al cervello qualche concetto, qualche particolare del piano, e tuttavia dovrà ripetere continuamente il processo per un periodo piuttosto lungo prima che la risposta fisica sia tale che l’Angelo solare possa essere sicuro che è ricevuta e registrata intelligentemente. È forse superfluo dire che l’intero processo è grandemente facilitato se l’“ombra”, ossia l’uomo, coltiva l’abitudine di ricordare quotidianamente e ad ogni ora il Sé superiore, e prima di ritirarsi per la notte si sforza di “mantenere il pensiero” di riportare, al momento del risveglio, tanto quanto possibile di ogni impressione egoica. Quando la reazione tra i due fattori, l’Ego ed il cervello fisico ricettivo, è stabilita, l’interazione è reciproca e i due sono intonati tra loro, ha inizio il secondo stadio. L’idea è concepita. (3 - 970).

(4) Fino a quando l’attenzione del creatore di una forma-pensiero, grande o piccola, è volta ad essa, quel legame magnetico persiste, la forma-pensiero è vitalizzata ed il lavoro prosegue. Quando il lavoro è stato compiuto e la forma-pensiero è servita allo scopo, ogni creatore, coscientemente o inconsciamente, volge altrove l’attenzione e la sua forma-pensiero si disintegra. (3 - 974).

(5) Gran parte dell’inefficienza dell’uomo comune è dovuta al fatto che i suoi interessi non sono centralizzati, ma molto dispersi, e la sua attenzione non è attirata da una cosa sola. Disperde l’energia e tenta di soddisfare ogni desiderio che insorge e di interessarsi ad ogni cosa che capiti a portata di mano. Perciò nessun suo pensiero assume una forma adatta, né è mai energizzato a dovere. Di conseguenza egli è circondato da una densa nube di forme-pensiero formate a metà che si disintegrano, e da nubi di materia parzialmente energizzata in via di dissoluzione. Questo produce occultamente una condizione simile alla decomposizione di una forma fisica, ed è ugualmente spiacevole e malsana. Ciò spiega in gran parte l’attuale condizione di malattia della famiglia umana. (3 - 975).

(6) Un’altra ragione dell’inefficienza creativa è dovuta al fatto che le correnti emananti dalla maggioranza delle persone sono di un ordine così basso che le forme-pensiero non raggiungono mai il punto dell’azione indipendente. (3 - 976).

Vedi anche: "Forme-pensiero".

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