064-067

[64] GRANDE INVOCAZIONE,
[65] RELAZIONI DI GRUPPO,
[66] GUIDA,
[67] INNOCUITÀ

[64]

GRANDE INVOCAZIONE

Prima Stanza (1935):

Che le Forze della Luce portino illuminazione al genere umano.
Che lo Spirito della Pace si diffonda nel mondo.
Possano gli uomini di buona volontà incontrarsi ovunque in spirito di collaborazione.
Sia l’abnegazione da parte di tutti gli uomini la nota fondamentale in questo momento.
Che il potere assista gli sforzi dei Grandi Esseri.
Così sia, e aiutateci a fare la nostra parte. (16 – 570), (5).

Seconda Stanza (1940):

Vengano i Signori della Liberazione.
Portino soccorso ai figli degli uomini.
Esca il Cavaliere dal Luogo segreto,
Venga a salvare.
Vieni, oh Potente.

Che le anime degli uomini si risveglino alla Luce,
E stiano salde in un unico intento.
Che il comando del Signore risuoni:
La fine del male è giunta!
Vieni, oh Potente.
L’ora del servizio della forza salvifica è giunta.
Che si diffonda nel mondo, oh Potente.

Che Luce, Amore, Potere e Morte
Compiano il volere di Colui Che viene.
La VOLONTÀ di salvare è presente.
L’AMORE per proseguire l’opera è largamente diffuso.
L’AIUTO ATTIVO di tutti coloro che conoscono il vero è pure presente.
Vieni, oh Potente, a fondere questi tre.
Erigi un grande muro di difesa.
L’impero del male ORA deve cessare. (16 – 571), (5).

Terza Stanza (Aprile 1945):

Dal punto di Luce nella Mente di Dio
Affluisca Luce nelle menti degli uomini.
Scenda Luce sulla Terra.

Dal punto di Amore nel Cuore di Dio
Affluisca Amore nei cuori degli uomini.
Possa Cristo tornare sulla Terra.

Dal Centro dove il Volere di Dio è conosciuto,
Il Proposito guidi i piccoli voleri degli uomini,
Il Proposito che i Maestri conoscono e servono.

Dal Centro che viene detto il genere umano
Si svolga il Piano di Amore e di Luce
E possa sigillare la porta dietro cui il male risiede.

Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano sulla Terra.

Qualche tempo fa, su istruzione del Cristo, diedi al mondo un’Invocazione che è destinata a divenire d’estrema utilità per produrre certi grandi eventi. Questi sono:

1.Un’effusione d’amore e di luce sull’umanità, proveniente da Shamballa.

2.Un appello invocativo al Cristo, il Capo della Gerarchia, perché possa riapparire.

3.L’istaurazione in terra del Piano divino, cosa che deve essere compiuta volontariamente dall’umanità stessa.

Incidentalmente, questi tre eventi sono relativamente prossimi e saranno determinati dall’attuazione cosciente della fase immediata del piano, che è intenzione divina sia effettuata in una certa misura prima della riapparizione del Cristo. L’instaurazione di giusti rapporti è il compito immediato ed è quella fase del Piano d’amore e di Luce alla quale l’umanità può rispondere più facilmente e per la quale sta già dimostrando un senso di responsabilità. Si è prestata poca attenzione al fattore dell’invocazione, così come è espresso dai popoli del mondo, tuttavia, lungo le età, il grido invocativo dell’umanità, è salito alla Gerarchia e ha provocato una risposta…

Ora è stata data al mondo la Grande Invocazione, come è usata dalla Gerarchia stessa. Il pensiero umano è così reazionario, che la mia affermazione ch’essa è una delle più grandi preghiere del mondo, eguale alle altre espressioni verbali di desiderio e di intenzione spirituale, susciterà delle critiche. Questo non ha importanza…

Il carattere unico di quest’Invocazione consiste nel fatto che essa è in realtà, un grande metodo di integrazione. Collega il Padre, il Cristo e l’umanità in un unico grande rapporto…

La Grande Invocazione collega la volontà del Padre (o di Shamballa), l’amore della Gerarchia e il servizio dell’Umanità in un unico grande Triangolo di energie; questo triangolo avrà due risultati importanti: “sigillare la porta ove il male risiede” e attuare il Piano d’Amore e di Luce… Quando invochiamo la Mente di Dio dicendo: “Affluisca Luce nelle menti degli uomini, scenda Luce sulla Terra”, esprimiamo uno dei grandi bisogni dell’umanità e, se l’invocazione e la preghiera significano qualcosa, la risposta è certa e sicura. Quando vediamo che in tutti i tempi, in ogni età ed in ogni situazione nell’uomo è presente l’impulso a dar voce ad un appello all’invisibile Centro Spirituale, vi è la ferma certezza che tale Centro esiste. L’invocazione è antica quanto le montagne o l’umanità stessa, perciò non occorre alcun altro argomento a favore della sua utilità o del suo potere.

L’appello invocativo generale finora è stato di natura egoistica e temporaneo nella sua formulazione. Gli uomini hanno pregato per se stessi, hanno invocato l’aiuto divino per coloro che amano, hanno dato un’interpretazione materialistica ai loro bisogni fondamentali… L’invocazione dataci ultimamente dalla Gerarchia è una preghiera mondiale; non ha niente di personale né rappresenta un impulso invocativo contingente, esprime il bisogno dell’umanità e penetra attraverso tutte le difficoltà, tutti i dubbi e gli interrogativi, direttamente fino alla Mente e al Cuore di Colui nel Quale abbiamo vita movimento ed essere, Colui Che sarà con noi fino alla fine del tempo stesso e “finché l’ultimo stanco pellegrino non avrà trovato la via di casa”.

L’invocazione non è vaga o incerta. Esprime le attuali necessità fondamentali del genere umano: il bisogno di luce e d’amore, di comprendere la volontà divina e di vedere cessare il male. Dice trionfalmente: “Scenda Luce sulla terra; possa Cristo tornare sulla terra; il Proposito guidi i piccoli voleri degli uomini, il Piano possa sigillare la porta dietro cui il male risiede”. Poi riassume tutto nelle parole squillanti: “Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano sulla Terra”. L’accento è sempre posto sul luogo dell’apparizione e della manifestazione: la Terra.

Questa invocazione sta già facendo molto per cambiare le cose del mondo, molto più di quanto possa apparire ai vostri occhi. Molto resta ancora da fare. Chiedo a tutti gli studenti, a tutti gli uomini di buona volontà e a tutti coloro che partecipano al lavoro dei Triangoli ed aiutano a costruire la rete di luce e di buona volontà, di fare tutto il possibile per diffondere l’uso dell’Invocazione…

L’Invocazione è stata emanata dagli Ashram riuniti dei Maestri e dall’intera Gerarchia; è usata dai suoi Membri con costanza, esattezza e potenza. Servirà ad integrare i due grandi centri: la Gerarchia e l’Umanità e a collegarli entrambi, in modo nuovo e dinamico, al “centro dove il Volere di Dio è conosciuto”.

Vi chiedo perciò di prepararvi, nei prossimi anni, ad usare e distribuire l’Invocazione e a farne un’impresa di maggiore importanza. (18 – 755/9).

Vedi anche: (6 – 149/50, 156/76).

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[65]

RELAZIONI DI GRUPPO

(1) Nessun uomo può compiere un progresso preciso e particolare senza che il suo fratello ne profitti - il beneficio prendendo la forma di:

Incremento della coscienza totale del gruppo,

Stimolazione d’unità nel gruppo,

Magnetismo di gruppo che produce un’accresciuta capacità di guarigione e di unione sui gruppi collegati.

In questo pensiero sta, per il servitore del Maestro, l’incentivo allo sforzo; nessun uomo che lotti per trascendersi, per realizzarsi, e che tenda all’espansione della coscienza, è senza qualche effetto, in spirale sempre allargantesi, su tutti coloro con i quali viene in contatto: deva, uomini e animali. Può non saperlo, ed essere del tutto inconsapevole della stimolazione sottile che da lui procede, ma nondimeno la legge opera. (3 – 465).

(2) I giovani che stanno per nascere entreranno nella vita dotati di un senso di gruppo molto più profondo e con una coscienza di gruppo molto più sviluppata di quella attuale.

… L’individuo e l'unità impareranno lentamente a subordinare il bene e il piacere personale alle condizioni e alle esigenze del gruppo. (14 – 302/3).

(3) In qualsiasi raggruppamento, sia in cielo che in terra, esiste sempre, da parte di alcune unità, la tendenza alla rivolta, alla ribellione, a mostrare iniziative diverse da quelle altrui della stessa congregazione. (14 – 394).

(4) Il sentiero del discepolo è irto di spine, rovi circondano ogni suo passo, ed ogni svolta presenta difficoltà. Pure, nel percorrerlo, nel superare le difficoltà e nella sincera dedizione al bene comune, con l’adeguata attenzione agli individui e al loro sviluppo evolutivo, si giunge alfine a raccogliere il frutto e a toccare la meta: è nato un SERVITORE. Egli è un servitore perché non ha fini egoistici da servire e dai suoi corpi inferiori non partono vibrazioni che possono distoglierlo dal sentiero prescelto. Serve perché sa cosa esiste nell’uomo e perché per molte vite ha lavorato con individui e con gruppi, espandendo gradatamente il proprio campo di lavoro fino a raccogliere intorno a sé le unità di coscienza che può vitalizzare ed usare, e tramite le quali può attuare i piani dei suoi superiori. Questa è la meta, ma gli stadi intermedi sono carichi di difficoltà per tutti coloro che sono in procinto di scoprire se stessi e divenire il Sentiero stesso. (1 – 75).

(5) Tenersi pronti a sorvegliare il cuore. … Non è facile amare come amano i Grandi Esseri di un amore puro che nulla chiede in cambio; di amore impersonale che è lieto se trova rispondenza, ma che non la cerca, ed ama con costanza, quiete e profondità attraverso tutte le apparenti divergenze, sapendo che quando ognuno avrà trovato la via del ritorno verso casa scoprirà che quello è il luogo dell’unione. …

Coltivare la felicità sapendo che la depressione, la morbosa ricerca dei moventi, l’indebita sensibilità alle critiche, rendono il discepolo pressoché inutile. … La sofferenza nasce dalla ribellione del sé inferiore. Dominando il sé inferiore, eliminando il desiderio, tutto è gioia. (1 – 76).

(6) Ogni singolo componente deve imparare a lavorare in stretta collaborazione mentale e spirituale con tutti gli altri, e ciò richiede tempo, dato l’attuale livello evolutivo degli aspiranti. Ognuno deve effondere amore su tutti e non è facile. Ognuno deve imparare a subordinare le idee e il progresso personali alle esigenze di gruppo, poiché alcuni dovranno affrettare il loro cammino in talune direzioni, altri rallentarlo a beneficio altrui. Questo processo avverrà automatico a mano a mano che l’identità e l’integrazione di gruppo diverranno il pensiero dominante nella coscienza collettiva, e il desiderio di sviluppo personale e di soddisfazione spirituale sarà relegato in secondo piano. (15 – 181).

Vedi anche also: "Iniziazione di gruppo" e "Insegnamenti sull'iniziazione" (6 – 241/439) e (6 – 381/4), (1 – 202).

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[66]

GUIDA

(1) Il problema della guida è uno dei più difficili perché basato sull’ammissione innata e istintiva della realtà di Dio e del Suo Piano. Questa reazione spirituale, inerente e istintiva, è oggi sfruttata da molti riformatori di belle intenzioni, che tuttavia non si curano del soggetto o dei fenomeni della risposta esterna a un impulso soggettivo. In maggioranza, sono ciechi che guidano ciechi. Si può definire il problema della guida come quello del metodo col quale un uomo, mediante autosuggestione, si getta in uno stato negativo e (in queste condizioni) diviene consapevole di inclinazioni, stimoli, voci, comandi chiaramente impressi, rivelazioni di comportamenti da seguire, o di carriere da percorrere e inoltre suggerimenti generici di attività che “Dio” propone al soggetto attento, negativo, ricettivo. In questo stato di consapevolezza quasi sublimata, attenta ai richiami insistenti dei regni soggettivi dell’essere o del pensiero, l’uomo è trascinato in una corrente di attività che può orientare la vita per sempre (spesso in modo del tutto innocuo e talvolta molto desiderabile), oppure con effetto solo temporaneo, fin quando l’impulso di risposta si sia esaurito. In ogni caso la sorgente e l’origine della guida è vagamente chiamata “Dio”, considerata divina, descritta come la voce del “Cristo interiore” o come guida spirituale. Molti termini consimili sono usati, secondo la scuola di pensiero cui si appartiene, o cui si è attratti.

L’umanità tende ad orientarsi sempre maggiormente in senso soggettivo, diviene più consapevole dei regni dell’essere interiore più inclinata verso il mondo del significato, e vedremo affermarsi e crescere questa propensione per qualche forma di guida soggettiva. Ecco perché desidero analizzare con una certa cura le possibili sorgenti di guida, affinché gli uomini possano rendersi conto che il soggetto nel suo complesso è più vasto e complicato di quanto credevano, e che sarebbe saggio accertare l’origine della guida ottenuta, e sapere così, con maggior precisione, la direzione in cui sono stati avviati. Non dimenticate che il cieco e irrazionale assoggettarsi a una guida (come oggi si fa) finisce per rendere automi negativi e impressionabili. Se ciò divenisse cosa generale e i sistemi attuati divenissero abitudini radicate, l’umanità perderebbe il suo principale requisito divino, il libero arbitrio. Non è un pericolo imminente, se gli uomini intelligenti vi rifletteranno. Stanno inoltre per incarnarsi moltissimi ego progrediti, sufficienti ad impedire il dilagare di questo pericolo, e attualmente esistono nel mondo molti discepoli che proclamano a gran voce e chiaramente le vie della libera scelta e la comprensione intelligente del piano di Dio.

Ritengo utile indicare inoltre le varie scuole di pensiero che si ispirano a una “guida” o che hanno metodi e dottrine che tendono a sviluppare l’udito interiore, senza insegnare per conto a distinguere le origini della guida o a discriminare fra i vari suoni, voci e cosiddette ispirazioni che tale udito può essere educato e registrare.

… Le persone emotive appartenenti alle Chiese di tutte le denominazioni e credenze, sono sempre inclini a evadere le difficoltà e le pene quotidiane, vivendo continuamente con la sensazione di essere guidati dalla Presenza di Dio, congiunta alla cieca acquiescenza a ciò che si generalizza come “volontà di Dio”. La pratica della Presenza divina è delle più necessarie e desiderabili, ma deve essere compresa nel suo vero significato, ed il senso di dualità deve essere sostituito da quello di identificazione. La volontà di Dio può manifestarsi come circostanze e condizione imposte dalla vita, cui non è possibile sottrarsi; chi le subisce le accetta, e nulla fa per migliorarle (o forse evitarle). Interpreta destino e situazione in modo tale che placidamente si assoggetta a vivere in quella sfera circoscritta e in quel limite invalicabile. Così si sviluppa inevitabilmente uno spirito di sottomissione e rassegnazione, e vedendo nella sua situazione l’espressione della volontà di Dio, trova la forza di sopportarla. Negli stati di acquiescenza più sublimati, chi è dotato di sensibilità dà voce alla sua sottomissione, senza accorgersi che la voce è la propria. Crede che sia quella di Dio. Comprendere, riconoscere la grande Legge di Causa ed Effetto (che si svolge di vita in vita), interpretare il proprio problema come una lezione da imparare, per queste persone sarebbe il fattore che libera dallo stato negativo e dall’accettazione cieca e senza intelligenza. La vita non chiede acquiescenza e accettazione. Vuole dinamismo, separazione fra i valori buoni e superiori e quelli indesiderabili, coltivazione dello spirito combattivo che produce organizzazione, comprensione ed infine immette in un campo di efficace attività spirituale.

Un analogo stato negativo, basato sull’autosuggestione, distingue anche chi partecipa a scuole di pensiero quali la Scienza Mentale, i gruppi del Nuovo Pensiero, la Scienza Cristiana, ed altre analoghe, variamente denominate. La reiterata affermazione del fatto della divinità, proclamata a parole, ma non realizzata, finisce per evocare una risposta dall’aspetto formale della vita che (anche se non è chiamata guida) è nondimeno il riconoscimento di una forma di essa che non lascia campo alla libera volontà. È una reazione su vasta scala, derivante da ciò che si è detto prima. Mentre nel primo caso è la cieca accettazione di una sorte penosa perché quella è la volontà di Dio, che è necessariamente buona e giusta, nel secondo l’uomo soggettivo è indotto ad accettare una condizione esattamente opposta. Gli viene inculcata l’idea che non esistono condizioni errate, salvo nella misura in cui egli stesso le crea; che il dolore non esiste e che nulla è indesiderabile; lo si incita a riconoscere che egli è divino, ed erede delle età passate, e che le limitazioni, le condizioni ingiuste e gli avvenimenti infelici sono frutto della sua immaginazione creativa. Gli si insegna che tutto ciò non ha esistenza reale.

Queste due scuole di pensiero insegnano e accentuano la verità del destino che opera secondo la Legge di Causa ed Effetto, e quella dell’innata divinità dell’uomo, ma in entrambi i casi l’uomo stesso è soggetto negativo, vittima di un fato crudele, oppure della propria divinità. Scelgo le parole con cura, perché voglio che il lettore comprenda che il destino non significa mai che l’uomo sia vittima indifesa delle circostanze o strumento auto-ipnotizzato di una divinità affermata, ma non sviluppata. L’uomo è designato ad essere arbitro intelligente del proprio destino, esponente consapevole della propria divinità innata, del Dio interiore.

Anche le correnti di esoterismo, teosofiche e rosacrociane (particolarmente nelle loro scuole interne) hanno forme loro particolari di questa illusione di guida interiore. Benché di natura diversa da quelle precedenti, gli effetti sono molto simili, e riducono i seguaci nella condizione di farsi guidare, e spesso dirigere, da voci illusorie. Spesso i capi della organizzazione asseriscono di essere in comunicazione diretta con un Maestro, o con tutta la Gerarchia dei Maestri, da cui ricevano gli ordini. Questi sono trasmessi all’insieme dei membri, da cui ci si attende una obbedienza pronta e senza discussioni. In questo sistema, impartito sotto il nome di sviluppo esoterico, si presenta la meta di un simile rapporto con il Maestro o la Gerarchia come incentivo per studiare o meditare, e l’aspirante è indotto a credere che un giorno o l’altro udrà la voce del suo Maestro, che lo guiderà suggerendogli cosa fare e come prendere parte a ruoli diversi. Gran parte delle difficoltà psicologiche riscontrate nei gruppi esoterici si possono ascrivere a questo atteggiamento e a questa speranza ingannevole offerta al neofita. In considerazione di ciò non insisterò mai abbastanza su questi fatti:

1. La meta di tutti gli insegnamenti impartiti nelle vere scuole esoteriche è porre l’allievo in contatto cosciente con l’anima e non con il Maestro.

2. Il Maestro e la Gerarchia dei Maestri operano esclusivamente a livello dell’anima, come anime con anime.

3. La risposta cosciente all’impressione e al piano gerarchico dipende dalla reazione sensibile che può essere sviluppata, e resa permanente, fra l’anima e il cervello, tramite la mente.

4. Tenere presenti i seguenti fattori:

a. Se un uomo è conscio di sé come anima, può essere in contatto con altre anime.

b. Se è conscio di essere un discepolo, allora è in contatto, e può collaborare intelligentemente, con altri discepoli.

c. Se è un iniziato, altri iniziati diventano realtà nella sua vita e nella sua coscienza.

d. Se è un Maestro, ha la libertà del Regno dei Cieli, ed opera coscientemente quale membro anziano della Gerarchia.

Ma, e ciò è di importanza primaria, tutte queste differenziazioni si riferiscono a gradi di lavoro e non di persone; indicano espansioni dell’anima e non graduatorie di rapporti personali. La capacità di rispondere al mondo dell’anima, di cui la Gerarchia occulta è il cuore e la mente, è proporzionata allo sviluppo dell’anima conseguito sul piano fisico.

La guida cui obbediscono tanto spesso gli aderenti delle diverse correnti esoteriche non è quella della Gerarchia, ma il riflesso astrale di questa; essi quindi rispondono alla presentazione illusoria e falsata costruita dall’uomo, di un grande fatto spirituale. Se volessero, potrebbero rispondere invece alla realtà.

I mistici di tutti i tipi, con una predisposizione naturale alla vita negativa e introspettiva, oggi sentono voci, ricevono guida e obbediscono agli impulsi, che rivendicano provenire da Dio. Gruppi ovunque occupati con il compito di orientare le persone verso la vita spirituale, o con il compito di accertare il Piano di Dio, o di cooperare con esso in un modo o nell'altro. Alcuni di questi gruppi lavorano in modo intelligente e talvolta sono corretti nelle loro supposizioni e tentativi, ma la maggior parte di essi non è corretta, in quanto sono in gran parte di natura astrale. . .

È quindi veramente utile studiare le sorgenti da cui può provenire quella che si chiama “guida”. Per chiarezza e per imprimerle nelle vostre menti, mi propongo di elencare queste fonti, brevemente e senza diffondermi in commenti. Il ricercatore serio e intelligente avrà così modo di rendersi conto che l’intero soggetto è assai più vasto e di gran lunga più importante di quanto si creda, e potrà analizzare meglio i diversi tipi di “guida” e comprendere possibili strumenti direttivi di cui il neofita inesperto ed ignorante può cadere vittima:

1. La guida o istruzione proveniente da un individuo sul piano fisico, cui ci si rivolge, quasi sempre inconsciamente, per essere aiutati. E soprattutto un rapporto cerebrale, di natura elettrica, stabilito da contatti coscienti sul piano fisico, ed è molto agevolato dal fatto che il neofita sa abbastanza bene ciò che l’istruttore direbbe in ogni data circostanza.

2. L’atteggiamento introvertito del neofita o del mistico porta alla superficie tutta la sua “vita di desiderio” subcosciente. Per la sua tendenza mistica, e in quanto generalmente volto alla bontà e alla vita dello spirito, ciò si presenta sotto forma di certe propensioni da adolescente per pratiche e attività religiose. Tuttavia egli le interpreta come una guida definita ed estranea, e se le formula in termini tali che diventano per lui la Voce di Dio.

3. Il recupero di antiche aspirazioni e tendenze spirituali, frutto di incarnazioni precedenti. Esse sono profondamente celate nella nostra natura, ma possono riaffiorare per una stimolazione di gruppo. In tal modo si riprendono atteggiamenti spirituali e desideri che, nella vita presente, non si erano ancora manifestati. Sembrano totalmente nuovi e straordinari, e li si considera ingiunzioni divine provenienti da Dio. Eppure sono sempre stati presenti nella nostra natura (anche se latenti), perché effetto dell’antichissima tendenza al divino inerente ad ogni membro della famiglia umana. È il figliol prodigo che dice a se stesso: “Mi leverò, e me ne andrò” — un momento che il Cristo ha mirabilmente illustrato con la Sua parabola.

4. La “guida” può anche essere la semplice sensibilità alle voci, ingiunzioni e belle intenzioni di entità buone che si apprestano a ritornare nella carne. L’odierno dilemma spirituale dell’umanità provoca il rapido ritorno alla vita fisica di molte anime progredite. Poiché si librano sul limitare dell’esistenza esterna, in attesa di rinascere, accade spesso che degli esseri umani incarnati entrino in rapporto soggettivo e inconscio con loro, specialmente di notte, quando la coscienza è fuori del corpo fisico. Le loro parole e istruzioni (talvolta buone, di norma insignificanti e qualche volta ignoranti) vengono ricordate nella coscienza di veglia e interpretare dal neofita come la voce di Dio, che li guida.

5. La guida può anche essere di natura astrale ed emotiva, e risultare dai contatti stabiliti dall’aspirante su quei livelli. Tutte sono intrise di annebbiamento e molti capi di gruppi e organizzazioni di buoni intenti, traggono ispirazioni da queste fonti. Ma esse non sono vere guide divine durevoli…

6. La guida può anche essere risultato della sintonia telepatica con la mente o le menti di altri…

7. Il mondo mentale, al pari dell’astrale, è pieno di forme-pensiero, con le quali si può stabilire un rapporto, e interpretare come una guida…

8. La guida può dunque venire da qualsiasi genere di uomini incarnati o disincarnati, ed essere ottima o pessima. Può includere l’aiuto offerto da veri adepti e iniziati tramite i loro discepoli e aspiranti alle attività mentali e astrali degli uomini di intelligenza ordinaria, compresi quelli emotivi ed egoisti. Si dovrebbe ricordare che nessun vero iniziato o discepolo tenterà mai di dominare nessuno, né gli indicherà sotto forma di comando positivo le azioni da intraprendere…

9. La guida proviene pure dalla personalità stessa di un uomo, quando potente e integrata, e sovente egli non riesce a riconoscerla per quello che è…

10. La guida può provenire, come ben sapete, dall’anima stessa, quando, con la meditazione, la disciplina e il servizio, si è stabilito il contatto e quindi esiste un canale di comunicazione dall’anima al cervello, attraverso la mente. Questa, quando limpida e diretta, è la vera guida, proveniente dalla divinità interiore. Tuttavia, se la mente non è sviluppata, il carattere non è purificato e non si è liberi dal predominio della personalità, essa può essere fraintesa o deformata. La mente deve applicare correttamente la verità o la guida impartita. Soltanto quando la comprensione della voce divina interiore è giusta e fedele, la guida è veramente infallibile, e la voce del Dio interiore può parlare con chiarezza al suo strumento, l’uomo fisico.

11. Quando quest’ultima forma di guida è conseguita, stabilizzata, coltivata, sviluppata e compresa, si schiudono altre forme di guida spirituale. (15 – 480/92).

(2) Un neofita in un ashram è posto sotto la guida di un chela più avanzato e che “il Maestro riceve regolarmente delle relazioni (basate su certi diagrammi) dal discepolo più anziano cui è affidato il neofita. (6 – 11).

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[67]

INNOCUITÀ

(1) Le dannose condizioni magnetiche, prodotte dall’erroneo impiego della forza da parte dell’uomo, sono la causa del male nel mondo che ci circonda, inclusi i tre regni subumani. Come può ognuno di noi, individualmente, cambiare tali condizioni? Sviluppando l’innocuità in se stesso. Esaminatevi quindi da questo punto di vista, sorvegliate la vostra condotta giornaliera, le vostre parole e i vostri pensieri, in modo da renderli assolutamente innocui. Coltivate pensieri, su voi stessi e sugli altri, che siano positivi e costruttivi, quindi innocui. Osservate l’effetto emotivo che esercitate sugli altri in modo che né il vostro umore, né una vostra depressione o reazione emotiva possano nuocere ad alcuno. Ricordate inoltre che la violenta aspirazione spirituale e l’entusiasmo mal collocato o mal diretto possono nuocere facilmente a qualche vostro simile; non sorvegliate quindi soltanto le vostre tendenze errate, ma anche l’uso delle vostre virtù.

Se l’innocuità sarà la nota fondamentale della vostra vita, riuscirete a produrre giuste condizioni armoniche nella vostra personalità, più che con qualsiasi altra disciplina. La drastica purificazione prodotta dallo sforzo di essere innocui contribuirà largamente a eliminare gli stati di coscienza errati…

A questo punto, quale discepolo più anziano e forse con maggiore esperienza e come lavoratore nella grande vigna del Signore, vi esorto a praticare l’innocuità con zelo e comprensione, poiché (se veramente realizzata) essa distrugge ogni limitazione. La nocività è basata sull’egoismo e sull’atteggiamento egocentrico. È la manifestazione di forze concentrate per rafforzare, esaltare ed appagare se stessi. L’innocuità è l’espressione della vita dell’uomo che si rende conto d’essere ovunque, che vive coscientemente come anima, la cui natura è amore, il cui metodo è l’inclusività e per il quale tutte le forme sono simili in quanto velano e nascondono la luce e non sono che esteriorizzazioni dell’unico Essere Infinito.

Questa realizzazione, permettetemi di ricordarvelo, si manifesterà come vera comprensione della necessità del fratello, scevra da sentimentalismi e opportunismi. Essa condurrà a quel silenzio che scaturisce dall’assenza di riferimento al sé separato. Essa produrrà quella risposta istantanea al vero bisogno, che caratterizza i Grandi Esseri i quali, dietro le apparenze esteriori scorgono la causa interiore delle condizioni notate nell’esistenza esteriore e così, da quel punto di saggezza, è possibile aiutare e guidare veramente. L’innocuità rende cauti nel giudizio, reticenti nel parlare, capaci di astenersi da azioni impulsive e sopprime la tendenza alla critica. In tal modo è lasciato libero il passaggio alle forze del vero amore e alle energie spirituali che sembrano vitalizzare la personalità, conducendo così alla retta azione.

L’innocuità sia dunque la nota fondamentale della vostra vita. (4 – 101/3).

(2) Vi dirò che il conseguimento dell’innocuità, in senso positivo e non in senso negativo, significa il raggiungimento dello stadio che conduce al Portale dell’Iniziazione. Sentita per la prima volta, quest’affermazione sembra senza importanza, come se si volesse ridurre a tal punto tutto il soggetto dell’iniziazione da renderlo insignificante. Ma chi la pensa così metta in pratica l’innocuità positiva che si risolve in pensiero corretto (perché basato sull’amore intelligente), in giusta parola (perché governata dal dominio di sé) e in giusta azione (perché fondata sulla comprensione della Legge) e si renderà conto che il suo tentativo evocherà tutte le risorse del suo essere e richiederà molto tempo per essere compiuto. Non si tratta dell’innocuità derivante dalla debolezza o da una disposizione sentimentale, seppure amorevole, che vuole evitare guai per non turbare l’armonia stabilita nella vita, con il disagio che ne consegue. Non è l’innocuità dell’essere poco evoluto, negativo e impotente, che non ha la forza di nuocere perché così poco dotato da non poter recare alcun danno.

È l’innocuità che scaturisce dalla vera comprensione e dal dominio dell’anima sulla personalità, che conduce inevitabilmente all’espressione spirituale nella vita d’ogni giorno. Emana dalla capacità di entrare nella coscienza e penetrare nel modo di comprendere del proprio fratello, dopo di che tutto viene perdonato e dimenticato nel desiderio di soccorrere e aiutare. (4 – 317/8).

(3) Lasciate che le “Forze della Luce” fluiscano, e le schiere dei servitori saranno presto colmate. Che lo “Spirito di Pace” usi la natura inferiore come suo strumento, e pace e armonia regneranno nel campo personale di servizio. Che lo “Spirito di Buona Volontà” domini le menti e non vi sarà posto per lo spirito critico e il diffondersi della discussione distruttiva. Perciò, e per dar vita a un gruppo di servitori capaci di operare secondo autentiche direttive spirituali, si deve insistere sulla necessità dell’Innocuità. Essa favorisce l’afflusso di vita; dissipa le ostruzioni al libero flusso dell’amore; permette alla natura inferiore di sottrarsi alla presa dell’illusione e al potere dell’esistenza fenomenica. (15 – 129).

(4) Ho tanto insistito sulla necessità di essere innocui, vero metodo scientifico per eccellenza e in senso esoterico, per ripulire la casa e purificare i centri. L’innocuità libera i canali intasati e consente l’afflusso delle energie superiori. (17 – 40).

(5) Che dire dell’innocuità? Non mi è facile mostrare o provare l’efficacia del suo aspetto superiore, o spirale, o fase superiore che la Gerarchia pratica, diretta dal Perfetto, che è il Cristo. Finora, vi ho parlato di quella innocuità che concerne le imperfezioni contro cui l’umanità combatte, e che è arduo applicare, come ben sapete, in tutte le circostanze e in qualsiasi condizione. Essa non è un’attività dolce e mite, o uno stato passivo, come molti credono; è uno stato mentale, che non esclude affatto l’azione decisa e persino drastica; concerne il movente e implica la determinazione di porre la buona volontà a base di qualsiasi atto. Il movente può indurre a compiere azioni e dire parole positive e anche sgradevoli, ma se è informato dall’innocuità e dalla buona volontà, non può derivarne che il bene.

A un livello superiore, anche la Gerarchia applica l’innocuità, derivante però…(astruso) (17 – 670).

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