Scorri i Capitoli di questo Libro

1° CONFERENZA

1° CONFERENZA

IL CAMPO DELL’EVOLUZIONE

[11]

Nella storia del pensiero non c’è probabilmente mai stato un periodo che rassomigli interamente al presente. Ovunque i pensatori sono consci di due cose: Primo, che la regione del mistero non è mai stata definita così chiaramente. Secondo, che in questa regione si può ora penetrare più facilmente di quanto non sia mai stato prima. Se ne può quindi dedurre la possibilità di carpirle qualcuno dei suoi segreti, sempre che gli investigatori  di tutte le scuole perseguano le loro ricerche con maggior determinazione. I Problemi che ci troviamo di fronte studiano i fatti noti della vita e dell’esistenza, sono suscettibili di una più chiara definizione e, benché non conosciamo la risposta a tutte le nostre do- mande, benché non siamo ancora pervenuti alla soluzione dei nostri problemi, benché non abbiamo ancora a portata di mano una panacea onde rimediare ai mali del mondo, tuttavia il fatto stesso di poterli definire, di poter indicare la direzione in cui sta il mistero, il fatto che la luce della scienza, delle religioni e della filosofia è stata diffusa su vaste regioni finora [12] considerate oscure, è garanzia di maggior successo futuro. Ora conosciamo molto più di cinquecento anni fa (fatta eccezione di pochi saggi o mistici). Abbiamo scoperto un così gran numero di leggi della natura, anche se non sappiamo ancora applicarle e la conoscenza delle “cose così come sono” ha fatto immensi passi avanti.

Nondimeno le regioni del mistero rimangono ancora inesplorate e i nostri problemi sono ancora numerosi. C’è il problema della nostra vita particolare, qualunque essa sia; c’è il problema di ciò che viene generalmente chiamato il “non Sé” e che concerne il nostro corpo fisico, il nostro ambiente, le circostanze e le condizioni della nostra vita; se abbiamo una mente che tende all’introspezione, c’è il problema del nostro particolare insieme di emozioni e dei pensieri, dei desideri e degli istinti per mezzo dei quali controlliamo l’azione. Ci sono molti problemi di gruppo; perché esistono sofferenza, miseria e dolore? Perché il mondo deve esser schiavo della povertà, della malattia e del disagio? Qual è lo scopo sottostante a tutto quanto ci circonda? E quale sarà il divenire delle cose del mondo, viste nel loro insieme? Qual è il destino del genere umano? Quale la sua origine e la causa delle sue attuali condizioni? Esiste qualcosa oltre questa vita? E l’interesse è proprio unicamente limitato a ciò che [13] è apparente e materiale? Queste domande tornano spesso alla nostra mente, come hanno attraversato la mente dei pensatori da secoli e secoli.

Sono stati fatti molti tentativi di rispondere a queste domande e, studiandole, tro- viamo che le risposte date possono dividersi in tre gruppi principali e che tre soluzioni principali sono offerte all’esame degli uomini. Queste tre soluzioni sono:

1. Il realismo o materialismo. Questa scuola insegna che “la presentazione che abbiamo nella nostra coscienza del mondo esterno, è vera”, che le cose sono quali esse appaiono, che materia e forza, come le conosciamo, sono la sola realtà e che all’uomo non è possibile andare oltre il tangibile. Egli dovrebbe accontentarsi dei fatti quali li co- nosce o come la scienza gli dice che siano. È una soluzione perfettamente legittima, ma molti di noi non ne sono soddisfatti e la ritengono limitata e insufficiente. Rifiutando di occuparsi di qualsiasi cosa che non possa essere provata e dimostrata, si ferma proprio  al punto in cui il ricercatore dice “È così, ma perché?” Esclude dalle sue conclusioni molte cose note e riconosciute quali verità dall’uomo medio, anche se questi non è in grado di spiegare il perché le riconosca vere. Molti uomini riconoscono l’esattezza dell’interpretazione [14] dei fatti da parte della scuola realistica e della materialistica, tutta- via sentono istintivamente che, sottostante alle provate manifestazioni oggettive, c’è una forza che infonde vita e un proposito coerente che non può essere spiegato in termini di sola materia.

2. C’è il punto di vista che possiamo chiamare Supernaturalismo. L’uomo di questa scuola si rende conto che, dopotutto, le cose non sono esattamente come sembrano e che molto rimane inesplicabile. Si risveglia alla comprensione di non essere  semplicemente un agglomerato d’atomi fisici, una cosa materiale e un corpo tangibile, ma di possedere, latente, una coscienza, un potere e una natura psichica che lo collegano a tutti gli altri membri della famiglia umana e ad una potenza esterna a lui stesso, che deve spiegarsi  ad ogni costo. Queste considerazioni hanno portato, ad esempio, all’evoluzione del punto di vista cristiano e giudaico, che pone un Dio al di fuori del sistema solare, un Dio  che lo ha creato restandone però estraneo. Questo sistema di pensiero insegna che il mondo è andato evolvendosi per mezzo di un Potere, o Essere, il quale ha costruito il Sistema Solare e guida i mondi, tenendo la nostra piccola vita umana nel cavo della Sua Mano e “ordinando amorevolmente” tutte le cose, secondo qualche scopo celato che le nostre menti piccole e limitate [15] possono appena intravedere. Questo è il punto di vista religioso e soprannaturale ed è basato sulla crescente autocoscienza dell’individuo e sul riconoscimento della propria divinità. Al pari del punto di vista della scuola realistica, incorpora soltanto una parte della verità e deve essere completata.

3. Potremmo chiamare Idealistica la terza linea di pensiero. Essa pone un processo evolutivo entro ogni manifestazione e identifica la vita col processo cosmico. È esattamente l’opposto del materialismo e pone la Divinità soprannaturale predicata dai religiosi nella posizione di una grande Entità o Vita, la quale evolve attraverso l’universo e per mezzo di esso, proprio come l’uomo è una coscienza che evolve per mezzo di un corpo fisico oggettivo.

In questi tre punti di vista, il materialistico, il soprannaturale e l’idealistico, si hanno le tre principali linee di pensiero che sono state presentate come spiegazione del processo cosmico. Tutte e tre sono verità Parziali, nessuna è completa senza le altre; o- gnuna di esse, presa a sé, conduce per sentieri collaterali verso le tenebre, lasciando il mistero ancora insoluto. Sintetizzate, riunite, fuse e unificate incorporano, forse, (offro questo soltanto come ipotesi) giusto quel tanto di verità evolutiva [16] quanta può afferrarne la mente umana allo stadio d’evoluzione attuale.

Trattiamo di problemi vasti e forse ci occupiamo di cose elevate e sublimi; penetriamo nelle regioni che sono dominio riconosciuto della metafisica e cerchiamo di riassumere in pochi, brevi discorsi, quanto è contenuto nelle biblioteche di tutto il mondo; stiamo perciò tentando l’impossibile. Quanto possiamo fare è trattare brevemente e ra- pidamente, uno dopo l’altro, questi aspetti della verità, contentandoci di tracciare un semplice abbozzo delle grandi linee evolutive, studiandone la relazione fra di esse e con l’uomo, quale entità cosciente; quindi cercheremo di determinare e sintetizzare il poco che possiamo conoscere, finché qualche idea generale del processo nel suo insieme risulti chiara.

Dobbiamo ricordare che ogni affermazione di verità viene presentata da un determinato punto di vista. Finche non avremo ulteriormente sviluppato i nostri processi mentali e non saremo in grado di pensare in termini astratti con la stessa facilita con cui usiamo i termini concreti, non ci sarà possibile rispondere completamente alla domanda “cos’è la Verità?”. Né potremo esprimere alcun aspetto di quella verità in modo perfettamente imparziale. Alcuni abbracciano un orizzonte più vasto di altri e possono vedere l’unità sottostante ai differenti aspetti. Altri tendono a pensare che il loro modo di vedere e d’interpretare sia l’unico giusto. [17] In queste nostre conversazioni spero di ampliare alquanto il nostro punto di vista. Spero che arriveremo a comprendere come chi s’interessa soltanto all’aspetto scientifico e si limita allo studio di manifestazioni puramente materiali sia altrettanto occupato nello studio del divino quanto lo è il suo fratello religioso, che si occupa soltanto del lato spirituale; così il filosofo che, dopotutto, si preoccupa di sottolineare per noi l’indispensabile aspetto dell'intelligenza, che lega l’aspetto materiale allo spirituale, fondendoli in un tutto coerente. Dall’unione di queste tre linee potremo forse giungere ad un’effettiva conoscenza della verità quale essa è ricordando al tempo stesso che “la verità è in noi stessi”. Nessuna espressione umana della verità è totale e l’unico proposito del pensiero è di metterci in grado di lavorare costruttivamente per nostro conto, operando con materia mentale.

Questa sera vorrei presentarvi il mio piano e mettere le basi per le future conversazioni, accennando alle principali linee d’evoluzione. La linea più evidente è necessariamente quella che tratta dell’evoluzione della sostanza, dello studio dell’atomo e della natura della materia atomica. La scienza ha molto da dirci circa l’evoluzione dell’atomo [18] ed ha fatto molta strada durante gli ultimi 50 anni, in rapporto al punto di vista del secolo scorso. L’atomo era allora considerato un’unità indivisibile di sostanza, ora lo si guarda come un centro di energia o di forza elettrica. Dall’evoluzione della sostanza siamo naturalmente portati all’evoluzione delle forme, o aggregati di atomi, e si apre così dinanzi a noi un interessante studio di forme oltre a quelle puramente materiali, forme esistenti in sostanza più sottile, quali le forme-pensiero, le forme razziali, le forme di organizzazioni. In questo duplice studio risalterà uno degli aspetti della divinità, sia che scegliate l’uso del termine “divinità” o quello di una manifestazione della natura, se preferite quest’espressione più generica.

Giungeremo così a considerare l’evoluzione dell’intelligenza, o il fattore mente, che opera secondo un proposito ordinato in tutto ciò che vediamo intorno a noi. Questo ci rivelerà un mondo che non procede alla cieca, ma che segue un piano, uno schema coordinato, qualche concetto organizzato che si elabora per mezzo della forma materiale. Una delle ragioni per cui le cose ci sembrano così difficili da capire sta nel fatto che ci troviamo in un periodo di transizione e che il Piano è ancora imperfetto; siamo troppo vicini al congegno essendo noi stessi parte integrante del tutto. [19] Ne vediamo dei frammenti, ma non ci è dato di abbracciare l’insieme della sua grandiosità. Possiamo avere una visione o un elevato momento di rivelazione, ma quando riprendiamo il contatto  con la realtà che ci circonda, ci chiediamo se è possibile materializzare l’ideale, perché sembra ben difficile conciliare il rapporto intelligente tra la forma e ciò che la utilizza.

Il riconoscimento del fattore intelligenza ci condurrà inevitabilmente alla contem- plazione della coscienza nelle sue molteplici forme, che va da quei tipi di coscienza che consideriamo sub-umani, attraverso la coscienza umana fino a quella che possiamo logicamente supporre (anche se non dimostrare) sia la coscienza sovrumana. Le ulteriori domande che ci porremo saranno: “Cosa c’è dietro tutti questi fattori?” Dietro alla forma oggettiva e alla sua intelligenza animatrice c’è un’evoluzione che corrisponde alla facoltà dell’ “Io”, all’Ego dell’uomo? C’è nella natura e in tutto quello che vediamo intorno a noi l’elaborazione del proposito di un Essere auto-cosciente, individualizzato?  Se un tale essere, una tale esistenza fondamentale esiste, dovremmo riuscire a vedere sia pure parzialmente, le sue intelligenti attività ed osservare i suoi piani in attuazione. Anche se non possiamo provare che Dio è e che la Divinità esiste, è almeno possibile dire che l’ipotesi dell’esistenza di Dio è ragionevole, [20] razionale ed una possibile soluzione a tutti i misteri che ci circondano. Ma per far questo si deve dimostrare che un proposito intelligente opera attraverso tutte le forme, attraverso razze e nazioni, attraverso tutte le manifestazioni della civiltà moderna. I passi compiuti da quel proposito e la graduale crescita del piano dovranno essere dimostrati; questa dimostrazione ci permetterà forse di vedere cosa ci aspetta negli stadi futuri.

Consideriamo ora cosa intendiamo con le parole “processo evolutivo”. Vengono usate e tutti sanno che la parola “evoluzione” indica uno sviluppo dall’interno all’esterno e l’evolversi da un centro interiore. È tuttavia necessario definire l’idea in modo più chiaro e giungere ad un concetto più esatto. Una delle migliori definizioni che io conosca è la seguente: “L’evoluzione è lo sviluppo progressivo della capacità di rispondere”. È una definizione assai chiarificatrice se consideriamo l’aspetto materiale della manifestazione. Essa comprende il concetto di vibrazione e di risposta alla vibrazione; benché col tempo dovremo scartare il termine “materia” e sostituirlo con un altro, come “centro di forza”, il concetto fondamentale permane e la risposta del centro alla stimolazione verrebbe osservata ancor più accuratamente. [21] Se poi consideriamo la coscienza umana, tale definizione è di reale valore. Implica l’idea di una graduale presa di coscienza dello svilupparsi della rispondenza della vita soggettiva   al   proprio   ambiente;   ci   conduce   e  ci   eleva   finalmente   all’ideale di un’Esistenza unificata, sintesi di tutte le linee di Evoluzione, al concetto di una Vita centrale, o forza, che fonde e tiene assieme tutte le unità in evoluzione, siano esse unità di materia (come l’atomo chimico e fisico) oppure unità di coscienza quali gli esseri umani. L’Evoluzione è dunque il processo che sviluppa la vita entro tutte le unità; è lo stimolo che infine fonde insieme tutte le unità e tutti i gruppi fino ad avere la somma totale della manifestazione, che può essere chiamata Natura o Dio e che è l’aggregato di tutti gli stadi di coscienza. Questo è il Dio cui si riferiscono i Cristiani quando dicono: “In  Lui viviamo, ci muoviamo e siamo”. È la forza o energia riconosciuta dagli scienziati; è la mente universale o la Super Anima del filosofo. È anche la Volontà intelligente che controlla, formula, lega, costruisce, sviluppa e porta ogni cosa alla perfezione. È quella perfezione inerente alla materia stessa e la tendenza latente nell’atomo, nell’uomo ed in tutto ciò che esiste. Tale interpretazione [22] del processo evolutivo non lo ritiene come il risultato di una Divinità esteriore che riversa la Sua energia e la Sua saggezza sul mondo in attesa; è piuttosto come qualcosa di latente entro il mondo stesso, nascosto nel cuore dell’atomo chimico, nel cuore dell’uomo stesso, nel pianeta e nel sistema solare. È quel qualcosa che tutto trascina verso la meta ed è la forza che crea gradatamente l’ordine dal caos; trae la perfezione ultima dalla temporanea imperfezione, il bene dal male apparente; dalle tenebre e dai disastri trae ciò che un giorno riconosceremo come bello, giusto e vero. Tutto ciò, insomma, di cui abbiamo avuto la visione e che abbiamo concepito nei momenti di più alta elevazione.

L’evoluzione è stata anche definita “sviluppo ciclico” e questa definizione mi suggerisce un pensiero, che vorrei riuscissimo ad afferrare nel suo pieno significato. La natura si ripete continuamente fino a quando determinati fini siano stati raggiunti, certi risultati concreti condotti a termine e vi sia stata una certa rispondenza alla vibrazione. Il proposito intelligente dell’Esistenza interiore può essere dimostrato dal riconoscimento di questi risultati. Il metodo col quale questo viene compiuto è quello del discernimento o della scelta intelligente. Nei libri di testo delle varie scuole vengono usati altri termini per [23] esprimere la stessa idea generale, quali “selezione naturale” o “attrazione e repulsione”. Vorrei, se possibile, evitare termini tecnici, perché sono usati da certe scuole di pensiero per significare una data cosa, da altre per dire qualcosa di diverso. Se possiamo trovare parole d’uguale significato, non legate ad una particolare linea di pensiero, potremo gettare nuova luce sul nostro problema. Attrazione e repulsione, nel Sistema Solare, non sono altro che la facoltà discriminante dell’atomo e dell’uomo, che si manifesta nei pianeti e nel sole. La troviamo in ogni atomo e possiamo chiamarla adattamento, facoltà di crescere e di adattare l’unità al proprio ambiente, eliminando certi fattori ed accettandone altri. Nell’uomo si manifesta come libero arbitrio o facoltà di scelta; nell’uomo spirituale come spirito di sacrificio, poiché l’uomo sceglie allora una particolare linea d’azione a beneficio del gruppo cui appartiene e rifiuta quanto è puramente egoistico.

Possiamo infine definire l’evoluzione come un cambiamento ordinato e un costante mutamento. Si dimostra nell’incessante attività dell’unità o dell’atomo, nell’azione e reazione reciproca fra i gruppi e nell’incessante giuoco di una forza (o tipo d’energia) su un’altra.

Abbiamo visto che l’evoluzione, sia essa della materia, dell’intelligenza, della coscienza o dello spirito, consiste in un potere sempre crescente di [24] rispondere alla vibrazione, che progredisce attraverso continui cambiamenti, usando una politica selettiva e la facoltà discriminante e per mezzo del metodo di sviluppo ciclico o ripetizione. Gli stadi che distinguono il processo evolutivo possono essere sommariamente divisi in tre e corrispondono agli stadi di vita dell’essere umano: infanzia, adolescenza e maturità. Per quanto riguarda l’uomo, questi stadi possono ritrovarsi nell’unità umana o nella razza e, siccome le civiltà avanzano e progrediscono, sarà certamente possibile rintracciare la stessa triplice idea nell’insieme della famiglia umana e riconoscere così l’obiettivo divino attraverso lo studio della sua immagine o del suo riflesso: l’UOMO. Potremmo esprimere questi tre stadi con termini più scientifici e collegarli con le tre scuole di pensiero  a cui abbiamo accennato prima, studiandoli come:

a. Stadio dell’energia atomica.

b. Stadio di coesione di gruppo.

c. Stadio dell’esistenza unificata o sintetica.

Cercherò di chiarire la mia idea. Lo stadio dell’energia atomica è in gran parte ciò che riguarda il lato materiale della vita e, nella vita dell’uomo o di un popolo, corrisponde al periodo dell’infanzia. È l’epoca del realismo, dell’attività intensa, dello sviluppo per mezzo soprattutto dell’azione oppure dell’egocentrismo e dell’egotismo. Questo produce [25] il punto di vista materialistico e conduce inevitabilmente all’egoismo. Implica il riconoscimento dell’atomo come assolutamente autonomo e analogamente all’unità umana come vita separata e senza alcuna relazione con tutte le altre unità. Tale stadio è proprio delle razze poco evolute del mondo, dei bambini piccoli e degli esseri poco sviluppati. Questi sono normalmente egocentrici, le loro energie sono rivolte esclusivamente alla loro vita; si occupano solo dell’oggettivo e del tangibile; la loro caratteristica non è che un egoismo protettivo e indubbiamente necessario. È uno stadio inevitabile nello sviluppo e nella perpetrazione della razza.

Dall’egoistico periodo atomico scaturisce un altro stadio: quello della coerenza di gruppo. Comprende la costruzione di forme e di specie finché ne risulti qualcosa di coerente e di individualizzato in se stesso come un tutto, ma composto di molte individualità e forme minori. Nel caso dell’essere umano corrisponde al risveglio del senso della responsabilità ed al riconoscimento del suo posto nel gruppo. Questo richiede la capacità di riconoscere una vita più grande di lui stesso, sia essa chiamata Dio o semplicemente ritenuta come la vita del gruppo al quale un uomo appartiene come unità, quella della grande Identità della quale ognuno di noi è parte. Questo concetto corrisponde alla scuola di pensiero [26] chiamata soprannaturale e col tempo dovrà essere sostituito da un concetto più reale e più ampio. Come già abbiamo visto, il primo stadio atomico, si sviluppa tramite l’egoismo o la vita egocentrica dell’atomo fisico (sia esso un atomo di sostanza o umano); il secondo stadio si avvia alla perfezione per mezzo del sacrificio dell’unità per il bene di molti, dell’atomo per il gruppo cui appartiene. Sappiamo praticamente ancora poco di questo stadio, ma è spesso l’oggetto delle nostre visioni e delle nostre speranze.

Il terzo stadio è ancora ben lontano da noi e può essere considerato da molti una vana chimera. Ma alcuni di noi ne hanno una visione che, anche se attualmente irraggiungibile, è tuttavia logicamente possibile, se le nostre premesse sono esatte e le nostre basi poste correttamente. È lo stadio dell’esistenza unificata. Non ci saranno soltanto le unità di coscienza separate e gli atomi differenziati nella forma; non ci sarà soltanto il gruppo formato di molteplici identità, ma avremo l’aggregato di tutte le forme, di tutti i gruppi, di tutti gli stati di coscienza fusi, unificati e sintetizzati in un tutto perfetto. Questo tutto potete chiamarlo sistema solare, natura o Dio, non ha importanza. Esso corrisponde allo stadio adulto nell’essere umano, è analogo al periodo della maturità e a quello stadio in cui si suppone che l’uomo abbia uno scopo di vita e [27] di lavoro definito, un piano ben delineato che elabora con l’aiuto della sua intelligenza. In queste conferenze vorrei, se possibile, dimostrare che qualcosa di simile sta avvenendo nel sistema solare, nel pianeta, nella famiglia umana e nell’atomo. Penso di poter provare come dietro a tutto ciò che esiste ci sia un’intelligenza e che dalla separazione nascerà l’unione, prodotta dalla fusione e dalla formazione di gruppi; infine, col tempo, dalla loro riunione emergerà il tutto perfetto, pienamente cosciente composto di miriadi di entità separate, animate da un solo scopo e da una sola volontà. Se è così, qual'è in pratica il prossimo passo che devono fare coloro che si rendono conto di questo? Come possiamo applicare praticamente questo ideale alla nostra vita e determinare il nostro dovere immediato, in modo da poter partecipare coscientemente all’attuazione del   piano? Nel processo cosmico ognuno ha la propria minuscola parte da compiere ed ogni giorno d’attività dovrebbe vederci fare la nostra parte con intelligente comprensione.

La nostra prima meta dovrebbe essere senz’altro l’autorealizzazione per mezzo della discriminazione; dobbiamo imparare a pensare chiaramente da noi stessi, a formulare i nostri propri pensieri e a manifestare i nostri processi mentali; dobbiamo imparare a sapere cosa pensiamo e perché lo pensiamo, a trovare il significato della coscienza di gruppo studiando la legge del sacrificio. Non solo dobbiamo scoprire [28] noi stessi attraverso il primo stadio infantile dell’egoismo (questo dovrebbe essere ora superato), non soltanto dovremmo imparare a distinguere il reale dall’irreale per mezzo del discernimento, ma dovremmo sforzarci di andare oltre, verso qualcosa di molto migliore. La nostra prima meta sarebbe di trovare  il gruppo al quale apparteniamo. Non apparteniamo a tutti i gruppi, né possiamo renderci conto di quale sia il nostro posto nell’unico grande Corpo; possiamo però trovare un gruppo nel quale abbiamo il nostro posto, un insieme di persone con le quali cooperare e lavorare, qualche fratello o dei fratelli che possiamo soccorrere e assistere. Questo implica realmente il contatto cosciente con l’ideale di fratellanza e, finché non avremo raggiunto lo stadio in cui il nostro concetto sarà universale, significa trovare quei fratelli che possiamo amare e aiutare uniformandoci alla legge del sacrificio e trasmutando l’egoismo in servizio amorevole. Possiamo così cooperare al proposito generale e partecipare alla missione del gruppo.