130-134

[130] DOLORE,

[131] PERSONALITÀ,

[132] CORPO FISICO,

[133] IL PELLEGRINO,

[134] IL PIANO

[130]

DOLORE

(1) Il dolore è la lotta per salire attraverso la materia, che porta l’uomo ai piedi del Logos; il dolore è il seguire la via di maggior resistenza per giungere sulla vetta della montagna; il dolore è il frantumare la forma e giungere al fuoco interiore; il dolore è il gelo dell’isolamento che conduce al calore del Sole centrale; il dolore è l’ardere nella fornace per conoscere infine il refrigerio dell’acqua di vita; il dolore è il peregrinare in lontane contrade, che sfocia nell’essere benvenuti alla Casa del Padre. Il dolore è l’illusione del ripudio da parte del Padre, che guida il figliol prodigo direttamente al cuore del Padre; il dolore è la croce della perdita totale, che restituisce le ricchezze della dovizia eterna; il dolore è la sferza che sprona il costruttore a lottare per portare a perfezione assoluta la struttura del Tempio.

L’utilità del dolore è molteplice; esso conduce l’anima umana dalle tenebre alla luce, dalla schiavitù alla liberazione, dall’angoscia alla pace. Quella pace, quella luce e quella liberazione, unite all’armonia ordinata del cosmo, sono retaggio di tutti i figli degli uomini. (4 - 533), (5 - 677).

(2) A tale coscienza inerente alla consapevolezza delle coppie di opposti, è connesso l’intero problema del dolore e della sofferenza, quale oggi è inteso. L’animale soffre, ma in modo totalmente fisico e senziente. L’uomo soffre nel fisico, nella sensibilità e anche nella mente, e la sofferenza mentale è dovuta al fatto che in lui si sviluppano certi aspetti della mente inferiore (anticipazione, memoria, immaginazione, facoltà di visualizzazione, rimorso e l’innato impulso a raggiungere la divinità), ciò che comporta un senso di perdita e di fallimento. Le sofferenze di Dio stesso (cui le Sacre Scritture spesso accennano misteriosamente) sono indipendenti dalla sensibilità, e sono mentali e intuitive. (14 - 250).

(3) Sul Sentiero dell’Iniziazione la sofferenza è ridotta a poca cosa, non perché l’iniziato cerchi di evitarla, ma perché la forma non è più reattiva a certi contatti dolorosi, e pertanto non li percepisce. Il dolore, in effetti, è il custode della forma e ne protegge la sostanza; avverte del pericolo; segna certe fasi del processo evolutivo; dipende dal fatto che l’anima è identificata con la sostanza. Ma quando non è più così, dolore, malattia e morte allentano la presa sul discepolo; l’anima non è più loro sottoposta e l’uomo è libero, perché malattia e morte sono qualità inerenti alla forma e soggetti alle vicende della vita nella forma. (17 - 502).

(4) Il dolore è sempre stato l’agente purificatore, usato dai Signori del Destino per portare liberazione. (13 - 116).

Vedi anche: (6 - 650).

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[131]

PERSONALITÀ

(1) La personalità è una triplice combinazione di forze, che impronta e domina in modo totale il suo quarto aspetto, il corpo fisico denso. Le tre energie della personalità sono il corpo eterico, veicolo dell’energia vitale, il corpo astrale, veicolo dell’energia sensibile o forza senziente, il corpo mentale, veicolo dell’energia intelligente della volontà, destinato ad essere l’aspetto creativo dominante… Queste forze costituiscono l’uomo inferiore. (15 - 8).

(2) Il progresso dell’umanità passa da una integrazione realizzata all’altra; ma la sua integrità fondamentale sta nella coscienza. Questa è un’affermazione molto importante. Si può notare, in senso lato, che:

1. Ai tempi della Lemuria l’umanità pervenne all’integrazione del corpo vitale o eterico con il fisico.

2. Ai tempi dell’Atlantide aggiunse alla sintesi già realizzata un’altra ancora, quella dell’astrale, e apparve l’uomo psichico. Era vivo e al tempo stesso sensibile e in grado di rispondere all’ambiente in senso più ampio e preciso.

3. Oggi, nella razza Ariana, l’umanità è impegnata ad aggiungere un altro aspetto, il mentale. Alla vitalità e alla sensibilità già conseguite, rapidamente affianca la ragione, la percezione mentale e altre qualità della mente e dell’intelletto.

4. L’umanità progredita, sul Sentiero della Prova, sta fondendo i tre aspetti divini in un solo insieme, che chiamiamo personalità. Molte centinaia di migliaia di uomini lo percorrono, e agiscono, sentono e pensano simultaneamente, facendo di queste tre funzioni un’unica attività. La sintesi della personalità si effettua sul Sentiero del Discepolato, diretta dall’entità che sta all’interno, l’uomo spirituale.

Questa integrazione è l’allineamento e, una volta conseguitolo, l’uomo inizia un processo di riorientamento. Mentre muta lentamente direzione, gli si svela il Tutto maggiore che è l’umanità. Più tardi, sul Sentiero dell’Iniziazione, balenerà alla sua visione il Tutto di cui l’umanità stessa non è che un’espressione. È il mondo soggettivo della realtà, in cui si penetra decisamente quando si diviene membri del Regno di Dio.

5. Negli stadi finali del Sentiero della Prova l’uomo comincia a servire coscientemente l’umanità mediante la propria personalità integrata, e in tal modo la coscienza dell’insieme maggiore e più ampio sostituisce gradatamente quella individuale e separativa. Egli sa di essere solo una parte.

6. Sul Sentiero del Discepolato, l’integrazione nel Regno di Dio, nel Regno delle Anime, continua fino alla terza iniziazione.

Tutte queste integrazioni si risolvono in una forma di attività specifica. Prima viene il servizio alla personalità, egoistico e separativo, in cui l’uomo molto sacrifica nell’interesse del suo desiderio. Segue lo stadio di servizio all’umanità e infine al Piano. (15 - 350/1).

(3) Le parole “morte della personalità”, si possono intendere in due modi definiti:

a. La morte del corpo fisico, inevitabilmente seguita da quella del veicolo emotivo e dalla dissipazione della forma temporanea e mutevole che la quota d’energia mentale ha assunto durante l’incarnazione.

b. La “morte”, soggettiva e mistica, “della personalità”. Ciò indica che il punto focale per la distribuzione dell’energia si è trasferito dalla personalità (centro definito di forza) all’anima (altro centro). (16 - 17/8).

(4) La vita della personalità, ve lo rammento, passa per tre stadi:

1. Lenta e graduale costruzione. Per molti cicli d’incarnazione, l’uomo non è una personalità, è solo un membro della moltitudine umana.

2. Durante quella fase, l’anima in pratica non è coscientemente identificata con la personalità. Quel suo aspetto che è racchiuso fra i vari involucri, per lunghissimo tempo è dominato dalla loro vita, e si fa sentire solo come “voce della coscienza”. Ma, col trascorrere del tempo, la vita attiva e intelligente dell’uomo gradualmente viene stimolata e coordinata dall’energia irradiata dai petali conoscitivi del loto egoico, o dalla natura percettiva intelligente dell’anima dimorante nel suo proprio mondo. Ne deriva l’integrarsi dei tre veicoli in un’unità vivente. L’uomo è allora una personalità.

3. La vita personale dell’individuo così coordinato persiste per gran numero di incarnazioni, e anche essa è divisibile in tre fasi:

a. Vita personale aggressiva e prepotente, egoista e molto individualista, condizionata da uno dei sette raggi.

b. Periodo di transizione, distinto da un conflitto in atto fra personalità e anima. Quest’ultima vuole liberarsi dalla vita formale, eppure, in ultima analisi, la personalità dipende dal principio vitale trasmessole dall’anima. In altri termini, la lotta è fra il raggio dell’una e il raggio dell’altra, ed è quindi una guerra fra due concentrazioni energetiche. Ciò termina all’atto della terza iniziazione.

c. Il controllo da parte dell'anima è la fase finale, che porta alla morte e alla distruzione della personalità. Questa morte inizia quando la personalità, il Guardiano della Soglia, sta davanti all'Angelo della Presenza. La luce dell'Angelo solare annulla la luce della materia.

La fase di “controllo” è condizionata dalla completa identificazione della personalità con l'anima; questo è un capovolgimento della precedente identificazione dell'anima con la personalità. Questo è anche ciò che intendiamo quando parliamo dell'integrazione di questi due; i due sono ora uno. (17 - 506/7).

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[132]

CORPO FISICO

(1) Ogni vita umana dota l’uomo di un corpo fisico più evoluto, maggiormente responsivo, e vibrante in diversa misura… Abbiamo visto che la meta d’ogni vita… dovrebbe essere la realizzazione e l’attuazione di un preciso disegno, l’ottenimento di una forma più adeguata al servizio dello spirito; quando ciò sia raggiunto, l’entità che abita la forma ne distoglie l’attenzione, e la forma si disintegra avendo assolto la sua missione. (3 - 132/3)

(2) L’uomo è essenzialmente uomo mentale ed uomo astrale; poi i due prendono un involucro eterico a scopo di lavoro oggettivo. Questo è il vero uomo inferiore: i due nel corpo eterico. Ma più tardi al fine di conoscere anche sul piano più basso di tutti l’uomo assume una veste di pelle, come dice la Bibbia, indossando (sul corpo eterico) l’altra forma illusoria che conosciamo tanto bene. È il suo punto più basso di oggettività ed il suo “imprigionamento” diretto. (3 - 788).

(3) Il primo pericolo risiede nelle condizioni fisiche. Non posso soffermarmi su tale argomento, ma prego tutti i discepoli di agire con saggezza, di concedersi ore di sonno sufficienti, di nutrirsi in modo corretto (ciò che varia da individuo a individuo) e crearsi, se possibile, un ambiente che consenta loro di lavorare con maggiore facilità. La penalità per l’inosservanza di tali suggerimenti comporta mancanza di potere nel servizio e sempre maggiore schiavitù del corpo fisico. Se le condizioni del corpo fisico sono precarie, esse saranno aggravate dagli inconvenienti derivanti dall’afflusso di forza che il discepolo non è in grado di governare. (4 - 636/7).

(4) Gli aspiranti tendono spesso a identificarli col corpo fisico più che con l’eterico ed è un errore di collocazione. Farebbero bene a evitare di concentrarsi in qualsiasi modo sul corpo fisico, spostando a poco a poco il centro dell’attenzione sull’eterico. Il corpo fisico è necessariamente attivo e forte, ma è da considerare sempre di più come un automa, influenzato e diretto:

1. Dal corpo eterico e dalle forze di maya, oppure dall’ispirazione emanante da punti di tensione spirituale.

2. Dal veicolo astrale e dalle forze dell’annebbiamento, oppure dall’amore cosciente e senziente emanante dall’anima.

3. Dalla mente e dalle forze dell’illusione, oppure dall’illuminazione, proveniente da sorgenti superiori alla vita nei tre mondi.

4. Dall’anima, veicolo d’impressione monadica, fino a quando non sia costruito l’antahkarana, ponte di sostanza mentale che collega la Monade alla personalità. (10 - 260/1).

(5) Sovente, lo studioso occasionale dimentica che tanto il corpo astrale che quello mentale sono altrettanto materiali, a loro modo, quanto il corpo fisico denso. ...( 3 - 55).

(6) Addestramento del corpo fisico

Ciò comporta precisi requisiti: l’immissione di materia dei sottopiani superiori e l’eliminazione di quella inferiore e più grossolana. Ciò è necessario perché a chi disponga di corpi non affinati è impossibile registrare alte vibrazioni. All’Ego è impossibile trasmettere la conoscenza superiore e guidare attraverso un corpo fisico rozzo. È impossibile che le correnti più elevate di pensiero influiscano su un cervello fisico poco evoluto, perciò l’affinamento del corpo fisico è un requisito essenziale. Si ottiene in vari modi, tutti ragionevoli e praticabili.

Con un’alimentazione pura. Ciò implica una dieta vegetariana, scelta con saggio discernimento; richiede l’uso dei vegetali e della sola frutta che abbiano potere di vitalizzare. Giudiziosa e accurata scelta del cibo, astensione assennata da pasti pesanti e poco cibo puro e perfettamente assimilato è quanto occorre al discepolo. Quali cibi? Latte, miele, pane integrale, tutti i vegetali che sono a contatto con il sole, (arance soprattutto), banane, uva, noci, qualche patata, riso grezzo non brillato e, ripeto con insistenza, appena quel tanto necessario ad assicurare l’attività.

Con la pulizia. L’uso abbondante di acqua, esterno e interno, è di vitale importanza.

Con il sonno. Dovrebbe essere sempre compreso tra le dieci di sera e le cinque del mattino e, per quanto possibile, all’aperto.

Con il sole. Il contatto con i raggi solari e la vitalizzazione che ne deriva dovrebbero essere assiduamente ricercati. Il sole uccide tutti i germi e libera dalle malattie.

Conformandosi a questi quattro requisiti si avvia un definito processo d’eliminazione e nel volgere di pochi anni l’intero corpo fisico eleverà gradualmente la sua polarizzazione, finché perverrete a disporre di un corpo composto di materia del sottopiano atomico. … Ciò può richiedere parecchie incarnazioni, ma si dovrebbe sempre ricordare che a ogni nuova incarnazione si assume un corpo dell’esatta qualità (se così posso dire) di quello abbandonato al momento della morte precedente. Perciò non si perde tempo in questo processo costruttivo. (2 - 334/5).

(7) Il corpo fisico denso… è composto di molti organismi; questi esprimono le varie funzioni che consentono all’anima di esternarsi a livello fisico od oggettivo, come parte di un organismo maggiore e più inclusivo. Il corpo fisico è l’apparato reagente dell’uomo spirituale interiore, e lo pone in rapporto con l’analogo apparato del Logos planetario, cioè dell’Essere in cui viviamo muoviamo e siamo. (17 - 2).

(8) Per riassumere: il corpo fisico non è un principio; non è oggetto di cospicuo interesse per l’aspirante; reagisce come automa alla coscienza che lentamente fiorisce in tutti i regni della natura; è uno strumento di lavoro, senza influsso suo proprio; non riveste importanza positiva perché è un semplice recipiente, e come tale non svolge attività di sorta. Quel che invece veramente conta sono la coscienza in via di sviluppo, la reazione dell’uomo spirituale interiore alla vita, alle circostanze, all’ambiente. Il corpo fisico sicuramente reagisce, ma se, per errore, è posto al centro dell’attenzione, ciò è indizio di regresso; ragione per cui l’insistere sulle discipline fisiche, sulla dieta in genere — ancorché vegetariana — o sul digiuno, e sui metodi (cosiddetti) di terapia mentale e spirituale, è indesiderabile, e certo non conforme al piano predisposto. Pertanto l’indebita considerazione e l’importanza eccessiva dedicate al corpo fisico sono di natura reazionaria, simili all’adorazione del vitello d’oro da parte degli ebrei di un tempo; è tornare a ciò che ebbe importanza ma che oggi deve essere relegato in subordine, sotto la soglia della coscienza. (17 - 613/4).

(9) Un problema che tutti i veri discepoli devono risolvere è imparare a vivere come se il corpo fisico non esistesse. Con ciò intendo che i limiti e gli impedimenti che esso impone alla coscienza libera e spirituale sono annullati da un atteggiamento interiore della mente. (5 - 433)

(10) Non prestare troppa attenzione al veicolo fisico. Non è importante conservarlo e questo, nel tuo caso, potrebbe prendere il sopravvento. Il momento della liberazione per te è stabilito dalla legge karmica, che determina sempre il trasferimento dell’uomo reale che sta nel corpo; ma se il corpo fisico è eccessivamente curato ed è oggetto di troppe attenzioni, può mantenere imprigionato l’uomo reale sfidando la legge karmica. Questo è un triste spettacolo, poiché significa che l’elementale fisico assume il potere. (6 - 697).

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[133]

IL PELLEGRINO

(1) La vita del Pellegrino può essere divisa… in tre periodi principali:

I.  Il periodo in cui egli è sotto l’influenza del Raggio della Personalità.

II. Quello in cui viene sotto l’influenza del Raggio dell’Ego.

III. Quello in cui domina il Raggio della Monade.

Il primo periodo è di gran lunga il più esteso e comprende la lunga serie di secoli in cui viene sviluppato l’aspetto attività del triplice sé. Passano una dopo l’altra le vite durante le quali l’aspetto manas o mente viene lentamente elaborato e l’essere umano viene sempre più sotto il dominio dell’intelletto, che opera mediante il cervello fisico… Passano i secoli e l’uomo diventa sempre più attivamente intelligente, ed il campo della vita sempre più adatto per la venuta di questo secondo aspetto… .

Il secondo periodo, in cui domina il raggio egoico, al confronto non è così lungo; esso… segna le vite in cui l’uomo rivolge le sue forze dal lato dell’evoluzione, disciplina la sua vita, si incammina sul Sentiero della Prova e continua fino alla terza Iniziazione.

Il terzo periodo... è di gran lunga il più breve… . Segna il periodo del conseguimento, della liberazione, e perciò, sebbene sia il periodo più breve visto dal basso verso l’alto, è il periodo di relativa permanenza quando sia visto dal piano della Monade. (3 - 174/8).

(2) “Procedi o pellegrino, con ferma perseveranza. Non vi è candela alcuna né lampada a olio terrena. La radiazione continua a crescere fino a che il sentiero non termina in una vampa di gloria e il pellegrino nella notte diviene il Figlio del Sole, ed entra nei portali di quel globo radioso.” (4 - 121).

(3) IL PELLEGRINO IN ASCOLTO: Ascolta, O Pellegrino, la Parola cantata dai grandi Signori Deva. Smorza tutte le vibrazioni terrene, calma le attività incessanti della mente inferiore, e con orecchio intento ascolta i suoni che salgono al trono del Logos. Soltanto i puri di cuore possono udire, soltanto chi è mite può rispondere.

I suoni tempestosi della lotta terrena, le stridule vibrazioni della sfera acquea, il frastuono che caratterizza il luogo del pensiero smorzano il suono ed escludono la nota. Colui ch’è silenzioso, quieto e calmo interiormente, che vede tutto per mezzo della luce divina e che non si lasca sviare dalla luce riflessa nelle triplici sfere, è colui che tra breve udirà. Dall’etere circostante una nota dissimile da quelle che risuonano nel mondo terrestre colpirà il suo orecchio.

Ascolta, O Pellegrino, perché quando quel suono colpisce il senso interno con una vivida vibrazione sappi che è stato raggiunto un punto che segna una grande transizione.

Stai attento allora, O Pellegrino, all’arrivo di quel momento. Con sforzo purificato sali più vicino a quel Suono. Sappi che quando il suo tono si insinuerà nell’alba nebbiosa o colpirà dolcemente l’orecchio nella piena luce del sole, presto l’udito interiore diventerà sensibilità ampliata e darà luogo alla vista e alla comprensione perfetta.

Sappi, quando la musica delle sfere ti perverrà nota per nota, nella bruma dell’alba o nel sole di mezzogiorno, nella frescura della sera o risuonante nel profondo nella notte, che nei suoi accenti ritmici sta la rivelazione segreta. (18 - 763).

(4) Le Sei Regole del Sentiero (Regole di Via):

I.  La Via si percorre nella piena luce del giorno, irradiata da Coloro che sanno e guidano. Nulla può quindi restare celato, e a ogni svolta si è faccia a faccia con se stessi.

II. Sulla Via il nascosto si rivela. Ciascuno vede e conosce le meschinità altrui. (Non trovo come meglio tradurre l’antica parola per l’indicibile ottusità, bassezza, crassa ignoranza ed egoismo, caratteristiche dell’aspirante medio). Ciò nonostante non si torna indietro, non vi è disprezzo reciproco, non si esita. La Via procede nella luce del giorno.

III. Sulla Via non si è soli, né ci si affretta. Pure, non c’è tempo da perdere. Ogni pellegrino, sapendolo, accelera il passo fra i suoi fratelli. Alcuni sono avanti e li segue. Altri sono indietro e li attende. Non procede solo.

IV. Tre cose deve evitare il pellegrino: un cappuccio, il velo che gli nasconda il volto; avere riserva d’acqua bastevole solo per lui, un bastone senza manico ricurvo.

V. Ciascuno porta con sé ciò di cui abbisogna: fuoco, per riscaldare i fratelli; una lampada per irradiare il suo cuore e mostrare la natura della sua vita celata; una borsa d’oro che non sperpererà ma spartirà con gli altri; uno scrigno sigillato nel quale racchiude tutte le proprie aspirazioni per deporle ai piedi di Colui che attende di salutarlo al cancello – un cofano sigillato.

VI. Procedendo sulla Via il Pellegrino deve avere l’orecchio vigile, la mano che offre, la bocca che tace, il cuore puro, la voce d’oro, il piede veloce e l’occhio aperto alla luce. Sa di non essere solo. (10 - 50/1).

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[134]

IL PIANO

(1) Che cosa è questo piano? Quando parlo del piano non intendo alludere a un grande piano generale come quello evolutivo o al piano per l’umanità, che definiamo con il termine un po’ insignificante di sviluppo dell’anima. Questi due aspetti dello schema previsto per il nostro pianeta sono ormai accettati e non sono che metodi, procedimenti e mezzi per giungere ad un fine specifico. Il piano, come è percepito in questo momento e per il quale i Maestri operano costantemente, può essere definito nel modo seguente: è il prodursi di una sintesi soggettiva nell’umanità e di uno scambio telepatico che alla fine eliminerà l’elemento tempo. Esso metterà a disposizione d’ogni uomo tutti i conseguimenti e tutta la conoscenza del passato, rivelerà all’uomo il vero significato della sua mente e del suo cervello rendendolo padrone di questo strumento e quindi onnipresente, consentendogli infine di aprire la porta dell’onniscienza. Quest’ultimo sviluppo del piano produrrà nell’uomo una comprensione intelligente e cooperativa del proposito divino per il quale Colui in cui viviamo, ci muoviamo e siamo ha ritenuto saggio assoggettarsi all’incarnazione. Non pensate che io possa parlarvi del piano quale è in realtà. A nessun uomo che non sia un iniziato almeno del terzo grado è possibile averne non fosse che un barlume e tanto meno comprenderlo… . Tutti possono quindi sforzarsi di pervenire alla continuità di coscienza e risvegliare la luce interiore che, quando sia percepita e usata con intelligenza, servirà a rivelare altri aspetti del Piano e in particolare quello al quale il conoscitore illuminato può rispondere e che può servire utilmente. (4 - 403/4).

(2) Il Piano, quale è percepito dai discepoli che tentano di operarvi e collaborare non è che la porzione che concerne la coscienza umana. Fino ad ora non siamo riusciti a cogliere nemmeno un barlume della vastità del Piano sintetico delle evoluzioni diverse dall’umana, sia superumane che subumane; e neppure possiamo afferrare la struttura dell’ideale divino che è alla base del complesso dei processi manifestati, non fosse che sul nostro piccolo pianeta. Tutto ciò che sappiamo è che esiste un Piano, e che è ottimo; che vi siamo inclusi e soggetti. (15 - 29).

(3)Per ovvie ragioni, una visione del Piano, per quanto necessariamente nebulosa, dà un senso di proporzione e anche di stabilità. Porta al riordinamento dei valori, cosa estremamente necessaria, poiché indica che in tutte le difficoltà della vita quotidiana sono celati un proposito ed un obiettivo. Con lo studio del grande volume della vita planetaria, dalla piccola e rifinita struttura dell’uomo al maggiore complesso generale, con le rispettive relazioni con il Tutto, si allarga ed espande la coscienza. Ciò è molto più importante del minuto dettaglio della capacità individuale di comprendere il proprio posto nel quadro più vasto. Per l’uomo è facile e naturale accentuare gli aspetti dell’opera gerarchica che lo riguardano. I Maestri di Saggezza, tanto avanzati da potersi occupare di più ampie sfere del piano spirituale, spesso sorridono dell’importanza che discepoli e aspiranti attribuiscono loro, e del modo in cui li sopravvalutano. Non vi rendete conto che esistono Membri della Gerarchia dotati di una conoscenza della verità e del Piano divino che supera di tanto quella dei Maestri a noi noti, quanto questi superano l’uomo selvaggio e non evoluto? Pensateci.

Non è tuttavia inutile, per i discepoli e gli aspiranti, cercare di afferrare gli incerti contorni della struttura, del proposito e del destino che risulteranno dal compimento e dalla fruizione del Piano. Ciò non deve evocare alcun senso di impotenza, di lotta senza fine o conflitto quasi permanente. Data la limitazione dell’uomo e della sua vita, dato l’immane perimetro del cosmo e la minuscola natura del nostro pianeta, data la vastità dell’universo e la certezza che non è che uno fra innumerevoli (dico innumerevoli) altri universi maggiori e minori, esistono tuttavia nell’uomo e in questo globo un fattore e una qualità per cui tutto ciò può essere visto e realizzato come parte di un tutto, e che consentono all’uomo (sfuggendo, come può, dalla sua autocoscienza umana) di espandere consapevolezza e identità fino a che gli aspetti formali della vita non costituiscono più barriere per il suo spirito che tutto include. Scrivere queste cose e proporre queste idee serve anche perché stanno per incarnarsi coloro che potranno comprenderle, quando i lettori di oggi saranno morti e sepolti. Voi ed io passeremo a un altro lavoro, ma sulla terra vi saranno uomini in grado di vedere il Piano con una chiarezza, comprensione e inclusività ben superiore alla nostra. La visione è prerogativa divina. L’espansione è un potere vitale e caratteristica divina. Cerchiamo dunque di comprendere quanto è possibile a questo livello di sviluppo e lasciamo che l’eternità riveli i suoi segreti reconditi. (15 - 218/20).

(4) Questa capacità universale di lavorare e progettare garantisce che nell’uomo esiste la facoltà di rispondere, e in gruppo, al piano di Dio, fondato sulla Sua visione… Non intendo mostrarvi come io comprendo il Piano di Dio. Ciò è naturalmente secondo i limiti della mia capacità. Lo percepisco confusamente, e solo occasionalmente nella mia mente balena un profilo della stupenda meta di Dio. Il Piano può essere percepito, contemplato e conosciuto quale è solo dalla Gerarchia, e ancora in gruppo e dai Maestri capaci di perfetta coscienza monadica. Essi soli cominciano a comprendere cosa sia. (15 - 241).

(5) È necessario innanzitutto rendersi conto che esiste un Piano per l’umanità e che è sempre esistito. Si è svolto mediante gli sviluppi evolutivi delle epoche trascorse ed è stato periodicamente stimolato dall’impeto particolare impressogli dai grandi intuitivi e dagli istruttori dell’umanità. Oggi nel mondo vi è un numero sufficiente di uomini e donne in grado di entrare in rapporto con esso e agire in modo conforme. È sempre più una questione di riconoscimento collettivo che di rivelazione intuitiva. In secondo luogo, è da notare che sul nostro pianeta è presente un gruppo di uomini e donne, di ogni nazione, che seguono veramente il Sentiero del Discepolato, e che quindi, per il loro stato, servono in modo preciso l’umanità. Soggettivamente sono fusi in un corpo, che in mancanza di meglio abbiamo chiamato il nuovo gruppo di servitori del mondo… .

[Tale gruppo] è suddiviso in due parti:

1. Un nucleo interiore, composto di servitori attivi che sanno di essere discepoli, in rapporto cosciente col Piano, e strenuamente impegnati a realizzarlo.

2. Coloro che hanno risposto alla visione presentata da questo nucleo, e che si sono schierati nettamente in favore del Piano. Sono perciò uomini di buona volontà.

Accanto a questi due gruppi cresce il numero di coloro che rispondono positivamente alle nuove idee. Essi manifestano il loro interesse e sono ansiosi di vedere il Piano realizzarsi sulla Terra, nella debita forma. Occorre sopperire alle diverse necessità di tali gruppi, e di questo problema si occupano tutti coloro che collaborano coscientemente con la Gerarchia.

Non è facile, per chi lavora e lotta nella vita, vedere il mondo come è in realtà. È difficile comprendere tutta l’urgenza attuale e valutare correttamente la presente opportunità di contribuire ai cambiamenti necessari. È difficile misurare portata e potenza delle forze in conflitto. Sarebbe inutile parlarne, se non vi fosse possibilità di successo e di vittoria. Ma entrambe sono realizzabili, purché esista unità di ideali e di metodo.

In ultima analisi, il nuovo Piano dei Grandi Esseri non è che una estensione di quello esistente da sempre. L’idea di base non è cambiata. Il successo dello sforzo attuale dipende dalla disponibilità delle forze schierate per una rettitudine progressiva e dalla capacità dei discepoli di agire all’unisono e influenzare l’opinione pubblica in modo che in tutto il mondo si produca un grande mutamento negli atteggiamenti umani; ma i membri del nuovo gruppo di servitori del mondo non devono disperdere i loro sforzi in attività secondarie. Una volta raggiunta la meta principale ci sarà tempo anche per queste. Gli scopi immediati del Piano si possono così formulare:

1. Elevare la coscienza umana, affinché gli uomini intelligenti e capaci di riflettere siano in contatto cosciente col mondo delle idee e col regno della percezione intuitiva, ossia orientati verso la realtà.

Allora gli uomini di medio livello saranno condotti in modo preciso a spostare l’attenzione dal mondo emotivo in cui hanno vissuto finora, per cominciare a vivere nella natura mentale, e pensare chiaramente e con saggezza. Quale risultato diretto della maggiore consapevolezza di questi due gruppi, le moltitudini nel complesso ne trarranno beneficio. Le loro condizioni di vita saranno tanto migliorate e ben ordinate, che quelle presenti, caratterizzate dal terrore e dall’intensa competizione per l’esistenza, saranno sostituite da un buon livello di sicurezza e stabilità. Sarà allora possibile una vita più agiata, ciò che consentirà di sviluppare in modo normale i poteri della mente e dello spirito.

Non è un’utopia subito realizzabile. Modificare la situazione presente, anche se in piccola misura, è una fatica da Ercole, e impegnerà al massimo le risorse del nuovo gruppo di servitori del mondo.

2. Il secondo obiettivo di coloro che elaborano il Piano è chiarire la situazione internazionale. È necessario che le nazioni comprendano due cose: In primo luogo l’importanza di attendere ai propri problemi e alle questioni interne, cioè perfezionare la vita nazionale, apportandovi ordine, stabilità e soprattutto libertà. Ogni nazione deve provvedere alla sua pace interna. Ciò non deve essere fatto con la forza armata di qualche gruppo potente, ma considerando con saggezza le esigenze della popolazione intera, senza escludere nessuna sua parte dalla vita nazionale.

In secondo luogo è d’importanza capitale che ogni nazione comprenda la sua responsabilità verso tutte le altre, e l’interdipendenza di tutte le parti della vita del mondo. Tale comprensione attiverà gli scambi nel campo economico, poiché questo oggi è il più importante. Praticamente tutti i problemi e le divergenze hanno origine da situazioni economiche. È quindi più importante risolvere il presente problema mondiale che non le rivalità politiche e le ambizioni egoistiche individuali e nazionali.

Quando alle masse non pensanti saranno dati i mezzi per nutrirsi, vestirsi e alloggiare, la psicologia generale subirà un cambiamento costruttivo e sano, che aprirà le porte alla tanto desiderata era di pace e abbondanza. È una questione innegabilmente difficile, di cui sono responsabili l’egoismo e l’ambizione umana. In realtà è relativamente semplice, ma è complicata da troppe deduzioni statistiche e dall’egoismo contrastante di interessi nazionali ed economici. Questi interessi economici non sono quelli di una classe in particolare, perché il passaggio del denaro da una all’altra non è certo una soluzione. Chi detiene il denaro detiene anche il potere, e ciò vale per il capitalismo attuale quanto per un proletariato arricchito o un governo avido.

3. Il terzo obiettivo è lo sviluppo dell’idea di gruppo, con la conseguente accentuazione generale posta sul bene comune, sulla comprensione, sui mutui rapporti e sulla buona volontà di gruppo. Questi sono i quattro ideali del gruppo soggettivo, ma operante sul piano fisico, chiamato nuovo gruppo di servitori del mondo.

Se questi ideali potranno essere materializzati, questo gruppo fornirà il nucleo del futuro gruppo mondiale che, gradualmente, legherà tutti gli uomini nella causa della vera fratellanza. Esso non si preoccuperà di sperimentare nei vari campi della vita umana, né riguardo ai problemi del mondo. I suoi membri non cercheranno preminenza politica, o il successo in qualche particolare esperimento politico, economico o religioso. La loro opera sarà di mettere in evidenza i principi basilari e di educare l’opinione pubblica alle nuove idee. Cercheranno di rivelare all’umanità la vera sintesi interiore fondamentale, basata su obiettivi uniformi e diretta al bene universale che permetterà all’uomo di qualsiasi nazione di identificarsi con i suoi fratelli di altre parti del mondo.

Questo gruppo costituirà una unità internazionale di uomini intelligenti e di buona volontà, che inevitabilmente governerà il destino del mondo, determinerà la pace mondiale e darà forma al nuovo ordine. Tutto ciò senza ricorrere ai vecchi metodi politici, alla propaganda violenta e alla forza organizzata, caratteristiche del vecchio ordine. Il loro metodo è l’educazione; modelleranno l’opinione pubblica promuovendo la mutua buona volontà e l’interdipendenza nazionale, religiosa ed economica. Loro compito vero e proprio è stimolare a piena attività un aspetto sempre presente nella natura umana, ma finora subordinato a fini egoistici e ambiziosi. Gli uomini per natura sono gentili, quando non hanno la mente distorta e la visione annebbiata dalla falsità degli interessi egoistici, dalla propaganda politica e da pregiudizi religiosi o di razza.

Possiamo contare su questo fatto, che sarà dimostrato dall’opera del nuovo gruppo, di servitori del mondo, date giuste opportunità e aiuti adeguati. Esso offre un campo d’azione e un centro di energia al quale tutti gli uomini di buona volontà sparsi nel mondo possono volgersi, mettendo in comune le risorse, rafforzandosi a vicenda, e suonando all’unisono la nota della mutua cooperazione per il bene e il benessere generale, senza distinzioni di razza o di fede. Non sono divagazioni mistiche, senza programma o proposito pratico. Sono gli ideali di un vastissimo gruppo di uomini e donne intelligenti di tutto il mondo, che collaborano con Coloro che, nel mondo della vita interiore, sanno. Queste mete saranno conseguite non con la propaganda spalleggiata dalla forza, ma con l’esempio sostenuto dal sacrificio e dall’amore. Altro fine importante del Piano, che si concreterà quando le condizioni saranno migliori, sarà l’emergere sul piano fisico del gruppo di anime che il nuovo gruppo di servitori rappresenta esteriormente. Tale apparizione si potrà chiamare (in termini cristiani) il secondo avvento del Cristo con i Suoi discepoli, o il manifestarsi della Gerarchia planetaria, o ancora l’apparire dei Maestri di Saggezza per ristabilire sulla terra gli antichi misteri e l’ordine dell’Iniziazione.

A grandi linee, questi sono i fini del Piano e il proposito dei suoi Custodi. Ogni sua fase costituisce un campo di servizio attivo, e tutti gli uomini di buona volontà e i membri del nuovo gruppo di servitori del mondo hanno una loro funzione nell’uno e nell’altro settore. Questo gruppo è, in realtà, intermedio fra i Custodi del Piano, Che esprimono la mente e il proposito di Dio, e gli uomini intelligenti. E il “trust dei cervelli” del pianeta, in quanto lottano decisamente contro l’instabilità e la desolazione nella politica, nell’economia e nella religione. Per loro mezzo il Piano deve attuarsi, e se agiranno con l’abnegazione e la saggezza dovute, se dimostreranno l’adeguata perizia, disporranno infine anche di grande potere. Ma questo sarà basato sulla buona volontà intelligente, sulla retta comprensione della fratellanza e sulla determinazione di conseguire il bene generale, e non solo quello di alcuni settori della vita nazionale, o di alcune nazioni a scapito di altre. Perciò insisto senza posa sulla necessità di pensare in termini di buona volontà in favore del tutto. Lo sforzo stesso di pensare così fa parte della tecnica per espandere la coscienza umana attuale, e con queste parole affermo il principio basilare del nuovo metodo di sviluppo e integrazione mondiale. La tecnica del passato, pur giusta e doverosa, mirava allo sviluppo dell’auto-coscienza e dell’individuo separato. Quella giusta e desiderabile, adatta al futuro, s’intende invece debba sviluppare la coscienza di gruppo, mediante l’attività del nuovo gruppo di servitori del mondo. (15 - 649/57).

(6) La sola cosa che occorre oggi all’umanità, è il rendersi conto che ESISTE un Piano che si attua in modo preciso mediante tutti gli avvenimenti mondiali, e che tutto ciò che è avvenuto nel passato storico dell’uomo e tutto ciò che è accaduto ultimamente è certamente conforme a quel Piano. Inoltre necessariamente, se tale Piano esiste, presuppone coloro che sono responsabili della sua origine e del successo della sua attuazione progressiva. Dal punto di vista dell’umanità media che pensa in termini di felicità terrena, il Piano dovrebbe essere qualcosa di gioioso e che dovrebbe rendere più facile la vita. Per la Gerarchia spirituale il Piano implica gli adattamenti o circostanze che eleveranno e amplieranno la coscienza del genere umano e permetteranno perciò agli uomini di scoprire i valori spirituali da sé, e di effettuare i cambiamenti necessari di propria libera volontà, producendo così il richiesto miglioramento dell’ambiente, in armonia con il riconoscimento spirituale che si sviluppa. (13 - 670).

Vedi anche: (6 - 390, 667).

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