Scorri i Capitoli di questo Libro

I TRE ASPETTI DELL’UOMO - Parte 1

I TRE ASPETTI DELL'UOMO

Uno dei mezzi più comuni con cui l’uomo arriva alla comprensione della vasta totalità che chiamiamo Macrocosmo – Dio, operante attraverso un sistema solare, è la comprensione di se stesso. Il monito delfico “Uomo, conosci te stesso” fu veramente ispirato, inteso a dare all’uomo la chiave per giungere a penetrare il mistero della divinità. Applicando la legge di analogia o corrispondenza, possiamo giungere ad avere un’idea dei processi cosmici e della natura dei principi cosmici, indicati nelle funzioni, nella struttura e nelle caratteristiche dell’essere umano. Essi sono indicati, ma non spiegati o elaborati. Sono semplici segnalazioni che indirizzano l’uomo sul sentiero che lo condurrà ad ulteriori segnalazioni e a più definite indicazioni.

La comprensione della triplicità formata da spirito, anima e corpo supera per ora l’intendimento umano, ma un’idea del loro rapporto e della loro funzione generale e coordinata può essere tratta dallo studio dell’uomo nel suo funzionamento fisico e oggettivo.

Tre aspetti dell’organismo umano sono i simboli, soltanto simboli, dei tre aspetti dell’essere.

1. L’energia, o principio attivante, che misteriosamente si ritrae al momento della morte, si ritrae parzialmente durante il sonno o l’incoscienza e che sembra usare il cervello come sede principale della sua attività e da lì dirigere il funzionamento dell’organismo. Quest’energia ha una relazione diretta con le tre parti dell’organismo chiamate cervello, cuore e apparato respiratorio. Questo è il simbolo microcosmico dello Spirito.

2. Il sistema nervoso che, con la sua rete complessa di nervi, di centri nervosi e con la molteplicità di parti sensibili e interconnesse, coordina l’organismo [19] e produce la reazione sensibile esistente fra i singoli organi e le parti che costituiscono l’intero organismo; inoltre esso rende l’uomo consapevole del suo ambiente e sensibile ad esso. Tutto quest’apparato sensorio produce la consapevolezza organizzata e la sensibilità coordinata dell’intero essere umano, prima di tutto in se stesso, come unità singola, poi come parte di un mondo al quale risponde e reagisce. L’intera struttura nervosa, che coordina, connette e produce un’attività di gruppo esteriore e interiore, si esprime principalmente attraverso tre parti del sistema nervoso.

a. Sistema cerebro spinale.

b. Sistema nervoso sensorio.

c. Sistema nervoso periferico.

L’aspetto energia al quale il sistema nervoso è associato, lo utilizza per dare vita al corpo, per produrne l’attività e il funzionamento coordinati e per stabilire un rapporto intelligente col mondo nel quale deve compiere la sua parte. Si può dire che il sistema nervoso sottostà alla natura propria del corpo, il complesso di carne, ossa e muscoli. A sua volta è mosso e governato da due fattori:

a. Quel tanto d’energia che rappresenta la quota vitale individuale.

b. L’energia dell’ambiente in cui l’individuo si trova e nel quale deve agire e fare la sua parte.

Il sistema nervoso coordinante, la rete di nervi sensibili e correlati, nell’uomo è il simbolo dell’anima e una forma esteriore, visibile, di una realtà spirituale interiore.

3. Vi è infine il corpo propriamente detto, l’insieme di carne, muscoli e ossa, [20] che forma l’uomo esteriore visibile, le cui parti sono messe in correlazione dal sistema nervoso e che riceve energia da ciò che vagamente chiamiamo la sua “vita”.

In questi tre aspetti: vita, sistema nervoso e massa corporea, troviamo il riflesso e il simbolo del più grande tutto e dal loro attento studio, dalla comprensione delle loro funzioni e relazioni di gruppo, possiamo giungere a comprendere qualche legge e alcuni principi che dirigono l’attività di “Dio nella natura” (frase vera nel suo significato più sublime, ma errata in senso finito).

I tre aspetti della divinità, l’energia centrale o spirito, la forza coordinante o anima e ciò che questi due usano e unificano, sono in realtà un solo principio vitale che si manifesta nella diversità. Sono i Tre in Uno, l’Uno nei Tre, Dio nella natura e la natura stessa in Dio.

Trasportando questo concetto, come esemplificazione, in altre sfere di pensiero, questa triplicità di aspetti si può vedere operante nel mondo religioso come insegnamento esoterico, dottrine e simbologie fondamentali delle grandi religioni del mondo e organizzazioni exoteriche. Nel governo essa rappresenta l’insieme composto da volontà del popolo, qualunque essa sia, leggi formulate, amministrazione exoterica; nell’educazione comprende la volontà di apprendere, le arti e le scienze, i grandi sistemi educativi exoterici; nella filosofia è il bisogno di saggezza, le scuole di pensiero in reciproco rapporto e la presentazione esteriore degli insegnamenti. Così, quest’eterna triplicità si riscontra in ogni settore del mondo manifestato, sia che la si consideri in ciò che è tangibile, o in ciò che è sensibile e produce coesione, o in ciò che dà energia e vita. A quest’attività intelligente è stato dato il nome, inadatto, di “consapevolezza”. Essa è la capacità stessa di essere consapevoli, poiché implica il potere di rispondere all’ambiente e l’apparato che rende possibile tale risposta, la divina qualità dell’anima; è infine la totalità di ciò con cui si viene in contatto e che è conosciuto; è ciò di cui l’apparato sensibile [21] diviene consapevole. Questo, come vedremo in seguito, è la crescente e progressiva realizzazione che tende a regni sempre più interiori ed esoterici.

Nell’uomo, divina unità di vita, questi tre aspetti sono presenti; dopo averli riconosciuti in sé egli li vede poi anche in ogni forma, intorno a sé, imparando infine a trovare le corrispondenze di questi tre aspetti in altre forme della manifestazione divina. Dal rapporto corretto fra le forme risulteranno armonia e giusti adattamenti nella vita sul piano fisico. La giusta rispondenza al proprio ambiente condurrà al giusto rapporto con l’aspetto anima, celato in ogni forma, e produrrà giusti rapporti fra le varie parti della struttura nervosa interiore, presente in ogni regno della natura, subumano, umano e sovrumano. Tutto ciò finora può dirsi ancora ignoto, ma questo riconoscimento sta rapidamente affiorando e, quando sarà dimostrato e realizzato, si scoprirà che in esso risiede la base della fratellanza e dell’unità. Come il fegato, il cuore, i polmoni, lo stomaco e gli altri organi del corpo umano sono distinti e separati in quanto ad esistenza e funzione, ma unificati e messi in rapporto per mezzo del sistema nervoso diffuso in tutto il corpo, così si riconoscerà che nel mondo, i vari regni della natura, pur avendo vita e funzioni separate, sono tuttavia correlati e coordinati da un vasto e complesso sistema sensorio, chiamato a volte l’anima di tutte le cose, l’anima mundi, la coscienza sottostante a ogni cosa.

Nel trattare delle triplicità così spesso usate parlando della divinità, come spirito, anima e corpo o vita, coscienza e forma, è importante ricordare che esse si riferiscono a differenziazioni della Vita Una e, quanto maggiore è il numero di queste triplicità con cui possiamo familiarizzarci, tanto più ampia sarà la sfera di esseri umani con cui saremo in rapporto. Ma quando si tratta dell’occulto e del soggettivo, quando si vuol [22] scrivere di ciò che è indefinibile, allora s’incontrano difficoltà. Non è difficile descrivere l’aspetto personale di un uomo, il suo abbigliamento, la sua forma esteriore e tutto ciò che lo circonda. La nostra lingua è abbastanza ricca per trattare soddisfacentemente del concreto e del mondo della forma; ma quando tentiamo di dare un’idea delle sue qualità, del suo carattere, della sua natura, ci troviamo ben presto di fronte al problema dell’ignoto, di quel lato invisibile e indefinibile che sentiamo, ma che rimane in gran parte un mistero e incompreso dall’uomo. Come potremo dunque descrivere tutto ciò con le parole del nostro linguaggio?

Se tale è la difficoltà che s’incontra parlando dell’uomo, quanto sarà maggiore se cercheremo di esprimere a parole quell’inesprimibile totalità di cui i termini spirito, anima e corpo rappresentano le principali differenziazioni che lo compongono? Come definiremo l’indefinibile vita che gli uomini, tanto per comprendersi, hanno limitata e separata in una trinità di aspetti o persone, cui hanno dato il nome di Dio?

Tuttavia, poiché questa differenziazione di Dio in Trinità è universale e usata da tempo immemorabile, poiché antichi e moderni impiegano la medesima triplicità d’ideazione per esprimere una realizzazione intuitiva, si ha un valido motivo per farne uso. È probabile che col tempo potremo pensare ed esprimere la verità in modo diverso, ma per il pensatore medio di oggi i termini spirito, anima e corpo significano l’aggregato della manifestazione divina, sia nella divinità dell’universo che nella divinità minore, l’uomo stesso. Poiché questo trattato si rivolge agli uomini abituati a pensare e non ai teologi cristallizzati o agli scienziati ancorati a preconcetti teorici, ci atterremo alla terminologia in uso e cercheremo di comprendere che cosa vi è di più, dietro le espressioni con cui l’uomo ha cercato di spiegare Dio.

“Dio è Spirito, e coloro che lo adorano devono adorarlo [23] in Spirito e in Verità”, dice una delle Sacre Scritture del mondo. “L’uomo divenne un’anima vivente”, si trova scritto in un altro luogo della medesima scrittura. “Prego Dio che il vostro spirito e la vostra anima e il vostro corpo si conservino senza macchia”, disse un grande iniziato della Loggia Bianca; il più grande di essi, ancora presente fra noi in forma fisica sulla Terra, ripete le parole di un antico saggio: “Io ho detto che voi siete Dei, e siete tutti figli dell’Altissimo”. In quelle parole si allude alla triplicità dell’uomo, alla sua divinità e al suo rapporto con la vita in cui egli vive, si muove e ha il suo essere, dal punto di vista cristiano; tutte le grandi religioni esprimono questo medesimo concetto con frasi analoghe.

a. Spirito, Vita, Energia.

La parola Spirito è applicata all’impulso, o Vita, indefinibile, elusivo ed essenziale, causa d’ogni manifestazione. È il soffio di Vita, il ritmico affluire d’energia vitale che si manifesta volta a volta come forza d’attrazione, come coscienza o anima, ed è l’insieme di tutta la sostanza atomica. È la corrispondenza, nella grande Esistenza o Macrocosmo, di ciò che nella piccola esistenza o microcosmo è il fattore vitale ispiratore che chiamiamo la vita dell’uomo; la sua presenza è indicata dall’alito del suo corpo, che si astrae o ritira quando il corso della vita giunge al termine.

Chi può dire cosa sia questo “qualcosa”? Lo facciamo risalire all’aspetto anima o coscienza e dall’anima allo spirito (come chiamiamo i tre aspetti dell’unico respiro), ma cosa significano veramente questi termini, chi ha il coraggio di fare delle affermazioni? Designiamo questo “qualcosa” con nomi diversi, secondo la nostra particolare scuola di pensiero; cerchiamo di esprimerlo a parole e finiamo per chiamarlo Spirito, Vita Una, Monade, Energia. Dobbiamo inoltre tener presente che la comprensione della natura [24] di questa Vita Una è puramente relativa. Coloro che danno esclusiva importanza al lato dell’esistenza che si riferisce alla forma, pensano in termini di vitalità fisica, di sensibilità, d’impulso o di forza mentale e non vanno al di là di quell’unificata coscienza di vita di cui i termini suddetti sono le differenziazioni. Coloro invece che s’interessano ad un approccio più metafisico e alla vita dell’anima, piuttosto che all’aspetto forma, esprimono i loro concetti in termini di manifestazione dell’anima e, trascendendo le reazioni personali egoistiche della natura fisica, pensano in termini di vita, di qualità, di volontà o potere di gruppo, di coordinazione di gruppo o amore‑saggezza, d’intelligenza di gruppo o conoscenza, comprendendo tutto nel termine generico di fratellanza.

Ma anche questo risulta separativo, benché si tratti di separazione fra unità più vaste di quelle che le unità inferiori sono in grado di percepire. L’iniziato quindi, specialmente dopo la terza iniziazione, comincia a pensare ancora più sinteticamente e ad esprimere la verità a se stesso in termini di Spirito, Vita, l’Uno. Termini che hanno per lui un significato definito, ma tanto distante dai concetti dell’uomo pensante comune, che ritengo inutile diffondermi ulteriormente su di esso.

Questo mi porta ad un punto di cui si dovrebbe trattare ora, prima di procedere oltre nello svolgimento del nostro argomento. Nel Trattato del Fuoco Cosmico, come nel passaggio che precede, frequentemente l’insegnamento è portato fino ad un certo punto e poi è lasciato cadere dichiarando che, dato il grado d’evoluzione dell’uomo comune, la sua reazione alla verità sarà diversa da quella del discepolo o dell’iniziato. Ed è naturale che sia così; ciascuno leggerà nelle parole il proprio stato di coscienza. Nessuno riuscirà ad interpretare secondo la reazione più avanzata di coloro che si trovano ad uno stadio evolutivo superiore. Tuttavia, il lettore di media evoluzione detesta essere costretto ad ammettere punti di vista più ampi del suo, ed espressioni come: “È inutile dilungarsi [25] sull’argomento, poiché non potrebbe essere compreso che da un iniziato”, non servono che ad aggravare la situazione, a fargli pensare che lo scrittore (avendo passato i propri limiti) cerchi di evadere e di salvarsi la faccia con affermazioni del genere. Un trattato scientifico appare privo di significato e quasi un mero guazzabuglio di parole allo scolaretto delle elementari, mentre è chiaro e ricco di definizioni per gli esperti in materia, grazie all’adeguata preparazione e allo sviluppo mentale raggiunto. Lo stesso vale per l’argomento dell’anima e della sua natura, qual’è esposto in questo trattato, che a certuni risulta chiaro e comprensibile quanto lo è un corrente soggetto letterario al lettore medio, o il libro in voga al grande pubblico. Vi sono poi, per quanto in minor numero, individui più progrediti, per i quali il soggetto dello spirito e della sua natura è razionale e comprensibile, da valutare e comprendere per mezzo delle facoltà dell’anima, proprio come è possibile giungere alla comprensione dell’anima mediante l’uso corretto della mente. Ad un livello molto più basso, sappiamo che è facile comprendere la natura del corpo fisico con lo studio e l’uso corretto della natura del desiderio. L’avversione suscitata in alcuni da frasi appropriate e sincere come: “Quando sarete più evoluti, comprenderete il significato di quanto è stato detto”, deriva da una forma d’orgoglio e da un rifiuto di riconoscere le proprie temporanee limitazioni.  È bene che ciò sia chiaro.

Per un Maestro di Saggezza, la natura dello spirito, o di quel centro positivo di vita che ogni forma cela in sé, non è più un mistero, come non è un mistero la natura dell’anima per uno psicologo esoterico. La sorgente della Vita Una, il piano o stato da cui questa vita emana, ecco il grande Mistero celato ai membri della gerarchia di adepti. La natura dello spirito, la sua qualità e il suo tipo d’energia cosmica, la sua frequenza di vibrazione e le sue fondamentali differenziazioni cosmiche, sono il soggetto di studio degli iniziati oltre il terzo grado e l’argomento delle loro indagini. Essi [26] applicano a questo studio un’intuizione pienamente sviluppata, oltre alla capacità mentale interpretativa sviluppata dal loro ciclo d’incarnazione. Essi usano la luce interiore, risvegliata e sviluppata della loro anima per interpretare e comprendere quella vita che, separata dal mondo formale, persiste su più alti livelli di coscienza e penetra nel nostro sistema solare da qualche centro esteriore dell’essere. Trovandosi nel punto o stato centrale e operando a loro scelta sul piano dell’intuizione o della buddhi, essi proiettano quindi questa luce (che è in loro e che essi manipolano e usano) in due direzioni. La proiettano nel mondo della forma e vengono a conoscenza d’ogni cosa, interpretando tutto correttamente; la proiettano nei regni senza forma dei tre piani superiori (senza forma dal punto di vista dell’uomo nei tre mondi al di sotto del piano intuitivo) e cercano di comprendere, con una costante e progressiva espansione, la natura e lo scopo di ciò che non è corpo e nemmeno anima, non è forza e nemmeno materia, ma che è la causa di entrambi nell’universo.

Finalmente, quando l’iniziato ha passato le più alte iniziazioni solari e può agire nella piena coscienza della Monade, diventa possibile la consapevolezza di ciò che è separato persino dalla forma di gruppo e da quei nebulosi involucri che velano e nascondono l’Uno. I tipi di coscienza più elevati operano dal piano della Monade, come gli iniziati di grado inferiore operano dal piano dell’anima e usano organi di percezione (se pure è concessa un’espressione così inadeguata) e mezzi di conoscenza di cui l’essere umano di media evoluzione non ha alcuna idea; essi includono nella loro sfera di consapevolezza la totalità di vita, coscienza e forma, cui viene dato il nome di Dio. Questi iniziati di grado elevato cominciano ad essere consapevoli di una vibrazione, di una luce rivelatrice, di una nota o suono segnalatore di direzione, emanante da una sfera completamente esterna al nostro sistema solare. L’unico mezzo [27] per farsi un’idea del processo seguito dall’espansione della coscienza divina nell’uomo, è di studiare il rapporto tra mente e cervello e notare ciò che avviene quando il cervello diventa lo strumento intelligente della mente; studiare poi il rapporto fra anima e mente e ciò che avviene quando l’essere umano è diretto dalla sua anima e utilizza la mente per dominare le attività relative al piano fisico per mezzo del cervello. In questa triplicità d’anima, mente e cervello, abbiamo l’analogia e la chiave per comprendere l’altra triplicità di spirito, anima e corpo e delle loro mutue funzioni. Tutto ciò è stato argomento del libro La Luce dell’Anima. A perfezionamento delle condizioni esposte in quel libro, segue un’altra espansione, allorché l’aspetto spirito, sorgente d’energia dell’essere umano, comincia a far uso dell’anima (tramite l’intuizione) e a imprimere nella coscienza dell’anima le leggi, conoscenze, forze e ispirazioni che faranno dell’anima lo strumento dello spirito o monade, nello stesso modo in cui, a uno stadio precedente, la personalità umana (tramite la mente) divenne lo strumento dell’anima. A quello stadio precedente lo sviluppo fu duplice: mentre l’anima assumeva il dominio, tramite la mente, il cervello diveniva ricettivo all’anima. L’uomo, risvegliatosi alla conoscenza di se stesso e dei tre mondi della sua normale evoluzione, acquistò in seguito coscienza di gruppo e non fu più un individuo separato. Quando l’anima perviene sotto il dominio dello spirito, si verificano due stadi analoghi:

In primo luogo il discepolo non solo diviene consapevole del suo gruppo e dei gruppi affini, ma la sua coscienza si espande fino a divenire coscienza planetaria.

In secondo luogo comincia a fondere quella coscienza planetaria in una sintesi ancora superiore, sviluppando gradualmente la coscienza della vita maggiore che [28] include la vita planetaria, nello stesso modo in cui l’essere umano include nella sua espressione fisica organismi viventi quali il cuore e il cervello. Quando ciò avviene, egli comincia a comprendere il significato dello spirito, la vita unica sottostante a tutte le forme, l’energia centrale che è causa di tutta la manifestazione.

La prima reazione dello studente medio nel leggere quanto sopra, è di pensare immediatamente alla natura del corpo quale espressione di un qualche tipo d’energia. Egli nota perciò la dualità e ciò che usa la cosa è presente nella sua mente. Eppure, una delle principali necessità per gli aspiranti odierni è di cercare di pensare in termini dell’unica realtà, che è l’energia stessa e nient’altro. Nel trattare di questo soggetto astruso è quindi molto importante far rilevare il fatto che spirito e energia sono termini sinonimi e intercambiabili. Solo rendendosi conto di ciò si potrà giungere alla riconciliazione fra scienza e religione e alla vera comprensione del mondo dei fenomeni attivi da cui siamo circondati e in cui ci muoviamo.

I termini organico e inorganico sono largamente responsabili di gran parte della confusione esistente nella mente di molte persone e della netta differenziazione che esse fanno tra materia e spirito, tra forma e vita; questi termini hanno indotto a rifiutare di ammettere l’essenziale identità della natura dei due aspetti. Il mondo in cui viviamo è considerato dalla maggioranza come realmente solido e tangibile, seppure dotato di un misterioso potere in esso celato) che produce movimento, attività e cambiamento. Questo è naturalmente un modo di esprimersi semplicistico, ma basta a riassumere l’atteggiamento poco intelligente.

La scienza ufficiale si occupa ampiamente di strutture e di rapporti, della composizione delle forme e dell’attività prodotta dalle parti componenti la forma con le loro interrelazioni e dipendenze. Le [29] sostanze chimiche e gli elementi, le funzioni e la parte che esse svolgono e la loro interazione nel comporre tutte le forme di tutti i regni della natura, sono oggetto delle loro indagini. La natura dell’atomo, della molecola e della cellula, le loro funzioni, le qualità delle loro manifestazioni di forza e i vari tipi d’attività, la soluzione del problema del carattere e della natura delle energie, focalizzate o localizzate nelle differenti forme del mondo naturale o materiale, richiedono l’attento studio delle menti più capaci del mondo del pensiero. Eppure le domande, che cosa è la vita, che cosa è l’energia, o che cosa è il processo del divenire e la natura dell’essere, rimangono senza risposta. Il problema del perché e del percome è considerato sterile, speculativo e pressoché insolubile.

Nondimeno, mediante la ragion pura e il corretto funzionamento dell’intuizione, questi problemi possono essere risolti e tali domande trovare risposta. La loro soluzione è una delle comuni rivelazioni e uno dei risultati dell’iniziazione. Veri biologi sono solo gli iniziati ai misteri, poiché essi comprendono la vita e il suo scopo e, tanto s’identificano col principio vita, che pensano e si esprimono in termini d’energia e dei suoi effetti; tutte le loro attività connesse con l’opera della Gerarchia planetaria sono basate su poche formule fondamentali, che concernono la Vita e come essa si manifesta attraverso le sue tre differenziazioni o aspetti: energia, forza, materia.

Si noti a questo punto che solo quando l’essere umano comprende se stesso può giungere alla comprensione della totalità che chiamiamo Dio. Questa è una verità evidente e un luogo comune dell’occultismo, ma messo in pratica conduce ad una rivelazione che rende il presente “Dio Ignoto” una realtà riconosciuta. Mi spiegherò meglio.

 L’uomo sa di esistere quale essere vivente e chiama morte il misterioso processo per cui il qualcosa [30] comunemente designato come “alito di vita” si ritrae. Al suo ritrarsi la forma si disintegra. La forza vitale di coesione non agisce più, ciò che produce la disgregazione in elementi essenziali di ciò che fino a quel momento era stato considerato un corpo.

Questo principio di vita, questo elemento essenziale dell’Essere, questo misterioso fattore difficile da afferrare, nell’essere umano corrisponde a ciò che nel macrocosmo chiamiamo spirito o vita. Come nell’essere umano la vita mantiene insieme la forma, la anima, la vivifica e la attiva, rendendolo un essere vivente, così la vita di Dio ‑ come è chiamata dai Cristiani ‑ assolve il medesimo scopo nell’Universo producendo quell’insieme coerente, vivo e vitale che chiamiamo sistema solare.

Il principio di vita nell’essere umano si manifesta in modo triplice:

1. Come volontà direttiva, proposito, incentivo fondamentale. È l’energia dinamica che mette in moto il suo essere, lo porta in esistenza, determina la durata della sua vita, lo accompagna nel corso, lungo o breve, degli anni e si astrae al termine del suo ciclo di vita. È lo spirito nell’uomo, manifestantesi come volontà di vivere, di essere, di agire, di procedere, di evolvere. Nel suo aspetto inferiore opera attraverso il corpo o natura mentale e, in connessione con il piano fisico denso, si manifesta attraverso il cervello.

2. Come forza di coesione. È questa significativa ed essenziale qualità che rende ciascun uomo diverso dagli altri, che produce la complessa manifestazione di stati d’animo, desideri, qualità, complessi, inibizioni, sentimenti e caratteristiche, che determinano la psicologia particolare di un uomo. È il risultato dell’azione reciproca tra l’aspetto spirito o energia e la materia o natura corporea. Costituisce l’uomo soggettivo, la sua colorazione o nota individuale; è ciò che [31] stabilisce la frequenza dell’attività vibratoria del suo corpo, produce il suo tipo di forma particolare, determina la condizione e la natura dei suoi organi, delle sue ghiandole e il suo aspetto esteriore. È l’anima che, nel suo aspetto inferiore, opera attraverso la natura emotiva o astrale e, in connessione col corpo fisico denso, attraverso il cuore.

3. Come attività degli atomi e delle cellule di cui il corpo fisico è composto. È la totalità delle piccole esistenze di cui gli organi umani e tutto l’uomo sono composti. Vite che hanno un’esistenza propria ed una coscienza rigorosamente individuale e identificata. Questo aspetto del principio vita opera attraverso il corpo eterico o vitale e, in connessione con il meccanismo solido della forma tangibile, attraverso la milza.

Ricordiamo che non è possibile dare la definizione di spirito, né la definizione di Dio. Quando si dice che lo spirito è la causa inesprimibile, indefinibile, l’energia emanante, l’unica vita e sorgente dell’essere, la totalità di tutte le forze, di tutti gli stati di coscienza e di tutte le forme, l’aggregato della vita e ciò che è manifestazione attiva di queste vite, il sé e il non sé, la forza e tutto ciò che questa forza determina, in realtà non facciamo che eludere la questione, tentando l’impossibile e nascondendo la verità dietro le parole. Questo non si può tuttavia evitare fintanto che non si sia acquisita la piena coscienza dell’anima e non si possa percepire l’Uno senza forma attraverso la chiara luce dell’intuizione.

Una delle prime lezioni da apprendere è che la nostra mente, non essendo ancora in grado di rispondere alle segrete intuizioni, non ci consente di dire con certezza che una data condizione è questo, quello o quest’altro; fintanto che non funzioneremo nella coscienza dell’anima e fintanto che non ci saremo sottoposti [32] al necessario allenamento, non saremo in grado di negare o affermare alcunché. Il nostro atteggiamento dovrebbe essere quello dell’indagine razionale, il nostro interesse quello del filosofo, disposto ad accettare un’ipotesi sulla base delle probabilità, ma non a riconoscere come verità dimostrata qualsiasi cosa, fintanto che non ne abbiamo acquisita la conoscenza per nostro conto e in noi stessi. Io, aspirante ai più alti misteri e che li ho indagati più a lungo di quanto sia stato possibile finora a molti altri, posso scrivere di cose che ancora non sono dimostrabili a voi e al pubblico che legga questi insegnamenti. Per me essi sono fatti veri e provati e questo mi può bastare. Voi dovreste considerarli importanti possibilità e indicazioni sulla direzione da prendere nella ricerca della verità, ma non dovreste permettervi di andare oltre. Il valore di questi insegnamenti sta nel loro complesso e nella sottostante struttura od ossatura d’asserzioni coordinate e correlate che devono essere considerate nel complesso e non in dettaglio, e ciò per due ragioni:

1. La parola, come già detto, cela la verità e non la rivela. Se una verità viene riconosciuta, significa che lo studente che indaga ha scoperto un punto di verità in se stesso, ciò che serve a illuminare i suoi passi nel suo lento e graduale procedere.

2. Vi sono molti tipi di menti ed è quindi probabile che informazioni come quelle contenute in questo trattato possano non destare l’interesse di tutti. Ricordiamo che ogni persona è un’unità di coscienza, esalata da una delle sette emanazioni di Dio. Perciò, anche le loro monadi o aspetti spirituali sono intrinsecamente differenti, proprio come nel prisma (che è uno) vi sono sette colori diversi e anche questo soltanto a causa della natura e del punto di vista dell’apparato di percezione dell’essere umano, il cui occhio [33] registra e differenzia le varie frequenze di vibrazione della luce. Questi sette gruppi supplementari producono a loro volta aspetto, mentalità e approccio di tipo diverso, tutti ugualmente giusti, ma ciascuno dotato di un punto di vista leggermente differente. Se a tutto questo si aggiungono altri fattori come grado d’evoluzione diverso, nazionalità e caratteristiche differenti, distinzioni inerenti all’influenza reciproca tra corpo fisico e ambiente, è chiaro che la trattazione di soggetti astrusi come la natura dello spirito e dell’anima non può limitarsi a una definizione generica, espressa con una terminologia universale.

b. L’Anima, il Mediatore o Principio intermedio.

Due sono i punti di vista dai quali deve essere compresa la natura dell’anima: uno è l’aspetto dell’anima in relazione al quarto regno della natura, cioè l’umano, Mentre l’altro è quello dei regni subumani della natura i quali, è bene ricordarlo, sono riflessi dei tre superiori.

Occorre tener presente che l’anima della materia, l’anima mundi, è il fattore senziente nella sostanza stessa. È la rispondenza della materia in tutto l’universo e quella facoltà innata in tutte le forme, dall’atomo del fisico al sistema solare dell’astronomo, che produce l’innegabile attività intelligente che tutte le cose dimostrano. Può essere chiamata energia d’attrazione, coesione, sensibilità, vitalità, consapevolezza o coscienza, ma l’espressione più illuminante è forse che l’anima è la qualità che ogni forma manifesta. E quel sottile quid che distingue un elemento dall’altro, un minerale dall’altro. È la natura essenziale e intangibile della forma, che nel regno vegetale determina il prodursi di una rosa o di un cavolfiore, di un olmo [34] o di una pianta di crescione; è un tipo di energia che distingue le varie specie del regno animale e rende un essere umano differente dall’altro nell’aspetto, nella natura e nel carattere. Gli scienziati hanno classificato, indagato e analizzato le forme; si sono scelti e dati nomi agli elementi, ai minerali, alle forme della vita vegetale e alle varie specie di animali; la struttura delle forme e la storia del loro progresso evolutivo sono state studiate e ne sono state tratte deduzioni e conclusioni, ma la soluzione del problema della vita stessa sfugge ancora anche ai più sapienti e, finché la comprensione della “trama di vita” o del corpo vitale che sottostà a ogni forma e collega ogni parte di una forma con tutte le altre parti non sia raggiunta e stabilito che sia un fatto in natura, il problema rimarrà insoluto.

La definizione dell’anima si può considerare più facile di quella dello spirito, per il fatto che molti hanno provato un’illuminazione, uno sviluppo, un’elevazione, una beatitudine tali da convincerli dell’esistenza di uno stato di coscienza tanto lontano dall’esperienza comune, che li trasporta in un nuovo stato d’essere e su un nuovo livello di consapevolezza. È un’esperienza sentita, che comprende l’espansione psichica vissuta dai mistici di tutte le epoche e alla quale S. Paolo si riferisce quando dice di essere “stato trasportato fino al terzo cielo” e di avervi udito cose che all’essere umano non è permesso esprimere. Quando su quei livelli l’udito e la vista producono entrambi esperienze che vengono registrate, si ha l’occultista congiunto al mistico.

1. L’anima, macrocosmica e microcosmica, universale e umana, è quell’entità portata in esistenza dal rapporto stabilitosi fra l’aspetto spirito e l’aspetto materia.

[35]

a. L’anima non è quindi né spirito né materia, ma la relazione fra i due.

b. L’anima è il mediatore fra questa dualità: è il principio intermedio, l’anello di congiunzione tra Dio e la sua forma.

c. L’anima è quindi un altro nome per designare il principio cristico, sia nella natura che nell’essere umano.

2. L’anima è la forza d’attrazione dell’universo manifestato e, se attiva, mantiene insieme tutte le forme affinché la vita di Dio possa manifestarsi o esprimersi attraverso esse.

a. L’anima è perciò l’aspetto costruttore della forma ed è la forza d’attrazione in ogni forma dell’universo, nel pianeta, nei regni della natura e nell’essere umano (che riassume in se stesso tutti gli aspetti), che origina la forma, la mette in grado di svilupparsi e crescere per ospitare in modo più adeguato la vita in essa dimorante, e che guida tutte le creature di Dio a progredire sul sentiero dell’evoluzione, da un regno all’altro, verso una meta finale e un glorioso compimento.

b. L’anima è la forza d’evoluzione  stessa, e S. Paolo pensava a questo quando disse: “Cristo in noi, speranza di gloria”.

3. Quest’anima si manifesta in modo diverso nei vari regni della natura, ma la sua funzione è sempre la stessa, sia che si tratti di un atomo di sostanza e del suo potere di conservare la propria identità e forma e proseguire la sua attività lungo le proprie linee, sia che si tratti di una forma in uno dei tre regni della natura, mantenuta insieme dalla forza di coesione e che manifesta caratteristiche, prosegue la propria esistenza istintiva e opera come un tutto, verso qualcosa di più elevato e migliore.

[36]

a. L’anima è quindi ciò che conferisce caratteristiche distintive e differenti manifestazioni delle forme.

b. L’anima agisce sulla materia, costringendola ad assumere certe forme, a rispondere a certe vibrazioni e a costruire le forme fenomeniche specifiche che nel mondo del piano fisico riconosciamo come minerali, vegetali, animali, umane e altre forme ancora, nel caso di un iniziato.

4. Le qualità, le vibrazioni, i colori, le caratteristiche di tutti i regni della natura, sono qualità dell’anima, come lo sono i poteri latenti in ogni forma che cerca di esprimersi e che manifesta una potenzialità. Nel loro insieme, al concludersi del periodo evolutivo esse riveleranno la natura della vita divina e dell’anima mundi, la superanima che rivela il carattere di Dio.

a. Perciò l’anima, attraverso queste qualità e caratteristiche, si manifesta come reazione cosciente alla materia, poiché le qualità sono originate dall’interazione della coppia degli opposti, spirito e materia, nonché dalla loro mutua influenza. Questa è la base della coscienza.

b. L’anima è il fattore cosciente in tutte le forme, la sorgente della consapevolezza che tutte le forme hanno in sé e della rispondenza alle condizioni di gruppo ambientali, dimostrata da tutte le forme, a qualsiasi regno esse appartengano.

c. L’anima può, perciò, essere definita come l’importante aspetto insito in ogni forma, risultante dall’unione di spirito e materia, che sente, è consapevole, attrae o respinge, risponde o rifiuta di rispondere e mantiene tutte le forme in una condizione costante d’attività vibratoria.

d. L’anima è l’entità percettiva risultante dall’unione di Padre Spirito e Madre‑Materia. È ciò che nel mondo vegetale, per  esempio, determina [37] la risposta ai raggi solari e lo sbocciare del fiore; è ciò che nel regno animale permette di amare il padrone, di cacciare la preda, di seguire gli istinti; è ciò che rende l’essere umano consapevole del suo ambiente e del suo gruppo, che lo mette in grado di vivere la sua vita nei tre mondi della sua normale evoluzione come spettatore, come colui che percepisce e come attore. È ciò che col tempo gli consente di scoprire che quest’anima insita in lui è duplice, che una parte di lui risponde all’anima animale, mentre un’altra parte riconosce l’anima divina. Attualmente gli uomini, per la maggioranza, non agiscono totalmente né come animali né come puri esseri divini, ma possono essere considerati anime umane.

5. Per amore di chiarezza si può dire che l’anima dell’universo è in grado di differenziare o piuttosto (a causa delle limitazioni della forma attraverso cui quest’anima deve agire) è in grado di riconoscere a diverse frequenze di vibrazione o stadi di sviluppo. Quindi la natura dell’anima, nell’universo si manifesta in alcuni grandi stati di consapevolezza, con numerose condizioni intermedie, di cui le principali possono essere così enumerate:

a. Coscienza, o lo stato di consapevolezza nella materia stessa, dovuto al fatto che Madre‑Materia è stata fecondata dal Padre‑Spirito, ciò che ha unito vita e materia. Questo tipo di coscienza concerne l’atomo, la molecola e la cellula, di cui tutte le forme sono costituite. In tal modo si è prodotta la forma del sistema solare, di un pianeta e di tutto ciò che si trova sopra e dentro un pianeta.

b. Coscienza senziente intelligente, cioè quella che si manifesta nei regni minerale e vegetale e che determina la qualità, la forma e il colore delle forme vegetali e minerali e la loro natura specifica.

cCoscienza animale, la consapevolezza della risposta dell’anima [38] di tutte le forme del regno animale, che ne produce le distinzioni, le specie e la natura.

d. Coscienza umana o auto-coscienza, verso la quale tende progressivamente lo sviluppo della vita, della forma e della consapevolezza negli altri tre regni. Per coscienza umana s’intende la coscienza individuale dell’essere umano, che nei primi stadi è più animale che divina, a causa del predominio del corpo animale con i suoi istinti e con le sue tendenze. H. P. B. definisce con esattezza l’essere umano come “un animale più una divinità”. Progredendo egli diventa veramente umano, non completamente animale e nemmeno interamente divino, ma fluttuante fra i due stadi, facendo così del regno umano il grande campo di battaglia fra le paia di opposti, tra l’incalzante richiamo dello spirito e l’allettamento della materia o madre natura e fra ciò che chiamiamo sé inferiore e l’uomo spirituale.

eCoscienza di gruppo, la coscienza collettiva totale, cui l’uomo perviene tramite lo sviluppo, innanzi tutto della sua coscienza individuale, sintesi delle vite della sua natura animale, emotiva e mentale, più la scintilla divina che dimora nella forma che esse costituiscono. Giunge poi alla consapevolezza del proprio gruppo, il gruppo di discepoli operante sotto la guida di uno dei Maestri, che per lui rappresenta la Gerarchia. La Gerarchia può essere definita come la totalità di quei figli degli uomini che non sono più centrati nella coscienza individualizzata di sé, ma che sono entrati in una più ampia realizzazione, quella della vita del gruppo planetario. A questa realizzazione si giunge per gradi, partendo dal piccolo riconoscimento di gruppo del discepolo in prova, fino alla completa consapevolezza di gruppo della vita in cui tutte le forme hanno il loro essere, la coscienza del Logos planetario, lo “Spirito dinanzi al Trono” che si manifesta attraverso la forma di un pianeta, [39] come l’uomo si manifesta attraverso la sua forma nel regno umano.

L’anima può essere considerata come la percezione unificata e la relativa consapevolezza di ciò che sottostà alla forma di un pianeta e di un sistema solare. Queste due entità rappresentano l’insieme di tutte le forme dette “organiche” e “inorganiche”, secondo la differenziazione fatta dal materialista. L’anima, pur costituendo un grande complesso, è tuttavia limitata nelle sua espressione dalla natura e dalla qualità della forma in cui si trova; vi sono quindi forme che rispondono all’anima e la esprimono ampiamente, mentre altre, data la loro densità e la qualità degli atomi di cui sono composte, sono incapaci di riconoscere gli aspetti superiori dell’anima e possono esprimerne soltanto la vibrazione, il tono o colore più bassi. L’infinitamente piccolo viene riconosciuto e l’infinitamente vasto ammesso solo quale ipotesi; ma ciò rimarrà solo un concetto finché la coscienza dell’essere umano non sarà inclusiva quanto esclusiva. Questo concetto sarà compreso quando si verrà in contatto con il secondo aspetto e gli uomini comprenderanno la natura dell’anima. Si ricordi anche che, come la basilare triplicità di manifestazione trovò la sua espressione simbolica nell’essere umano come quantitativo d’energia (energia fisica), sistema nervoso e massa corporea, così l’anima può essere compresa come una triplicità, la corrispondenza superiore della triplicità inferiore.

Vi è innanzi tutto ciò che si può chiamare volontà spirituale, quel tanto di volontà universale che un’anima singola può esprimere e che è adeguata allo scopo di consentire all’uomo spirituale di cooperare al piano e al fine della grande vita in cui ha il suo essere. La seconda qualità dell’anima è amore spirituale, la coscienza di gruppo, l’inclusività, la mediazione, l’attrazione e l’unificazione. È la precipua caratteristica dell’anima, poiché solo l’anima la possiede [40] come fattore dinamico. Lo spirito o monade è essenzialmente l’espressione della volontà, associata all’a-more ed all’intelligenza quali principi secondari; la caratteristica preminente della personalità è l’intelligenza, ma la qualità caratteristica dell’anima è l’amore, che si manifesta anche come saggezza, quando l’intelligenza della natura corporea si fonde con l’amore dell’anima. La seguente tavola riassuntiva faciliterà la comprensione di quanto si è detto: 

Monade .................... Volontà .................... Proposito

1° Aspetto

Volontà, che consente alla monade di partecipare al piano universale.

2° Aspetto

Amore, energia che affluisce nell’anima rendendola ciò che essa è.

3° Aspetto

Intelligenza, trasmessa attraverso l’anima e portata in manifestazione per mezzo del corpo.

Anima .................... Amore .................... il Metodo

1° Aspetto

Volontà, allo stato potenziale, che però si esprime tramite l’aspetto mente della personalità e per mezzo di Kundalini che, sé risvegliata correttamente, rende possibili le iniziazioni finali alla coscienza della Monade.

2° Aspetto

Amore, forza predominante della vita dell’anima. Questa dote e questo tipo d’energia mettono l’anima in rapporto con tutte le anime. Attraverso il corpo emotivo l’anima entra in contatto con tutte le anime animali o subumane; la sua attività sul suo stesso piano, la mette in rapporto con le anime meditanti di tutti gli uomini; il principio buddhico le permette di entrare in rapporto con il secondo aspetto della Monade.

3° Aspetto

Conoscenza. Questo aspetto è messo in contatto con l’intelligenza di tutte le cellule del triplice meccanismo corporeo.

Da un esatto studio di quanto abbiamo detto, appare evidente in quale modo l’anima agisca come mediatore tra la Monade e la personalità.

La personalità cela in sé, come lo scrigno custodisce [41] il gioiello, quel punto di luce della anima che chiamiamo luce nella testa. Essa si trova nel cervello, viene scoperta e poi usata soltanto quando l’aspetto più alto della personalità, la mente, è sviluppato e attivo. Si compie allora l’unione con l’anima, la quale agisce attraverso la natura personale inferiore.

L’anima cela in sé, come il “gioiello nel loto”, la facoltà d’energia dinamica che è l’attributo manifesto della Monade: la volontà. Allorché l’anima ha sviluppato tutti i suoi poteri ed ha appreso ad includere nella propria coscienza tutto ciò che s’intende per “miriadi di forme che l’Essere assume”, uno stato superiore o più inclusivo diventa possibile e la vita dell’anima è sostituita dalla vita monadica. Ciò implica la capacità di conoscere, d’amare e di partecipare ai piani di una vita che ha il potere di includere nel suo raggio di coscienza, non solo il complesso delle vite e della coscienza della vita del Logos del nostro pianeta, ma tutte le vite e tutte le coscienze entro il nostro sistema solare. La natura di questa consapevolezza può essere compresa soltanto dall’essere umano che è giunto alla conoscenza dell’anima. In questo momento vi è grande bisogno di esperti in fatto di vita dell’anima e di un gruppo di donne e uomini che, intraprendendo il grande esperimento e la grande transizione, aggiungano la loro testimonianza alla verità delle asserzioni dei mistici e occultisti di tutte le epoche.

c. Il corpo, l’apparenza fenomenica.

Non occorre dilungarci su quest’argomento, poiché la natura del corpo e l’aspetto forma da secoli sono oggetto di indagine, riflessione e discussione da parte degli uomini di pensiero. Gran parte delle conclusioni cui sono giunti sono fondamentalmente corrette. Il ricercatore moderno è disposto ad ammettere la legge d’analogia come base delle sue premesse e talvolta riconoscerà che la teoria ermetica secondo cui “come in alto, così in basso” può gettare molta luce sui problemi [42] che si presentano. I seguenti postulati possono dare alcuni chiarimenti:

1. L’essere umano, nella sua natura corporea, è un complesso, una unità.

2. Questo complesso è suddiviso in molte parti e molti organismi.

3. Queste parti funzionano però in modo unificato e il corpo e un tutto correlato.

4. Ogni parte ha forma e funzione diverse, ma tutte sono interdipendenti.

5. Ciascuna parte e ciascun organismo è a sua volta composto di molecole, cellule e atomi, tenuti insieme nella forma dalla vita del complesso.

6. Il complesso, detto uomo, è diviso approssimativamente in cinque parti, alcune più importanti delle altre, ma tutte necessarie a rendere completo l’organismo vivente che chiamiamo essere umano.

a. La testa.

b. Il torso superiore o la parte sopra il diaframma.

c. Il torso inferiore o la parte sotto il diaframma.

d. Le braccia.

e. Le gambe.

7. Questi organismi servono a scopi diversi e dal loro giusto funzionamento e corretto adattamento dipende il benessere dell’insieme.

8. Ciascuna di queste parti ha la propria vita, che è l’insieme della vita della sua struttura atomica, ed è anche animata dalla vita unificata del tutto, diretta dalla testa dalla volontà intelligente o energia dell’uomo spirituale.

9. La parte veramente importante del corpo è quella che comprende la triplice divisione: testa, torso superiore e inferiore. L’essere umano può operare e vivere anche privo di braccia e di gambe.