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ANALISI DELLE TRE FRASI - 1a parte

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ANALISI DELLE TRE FRASI

Questa è l’ultima delle regole che governano il lavoro sul piano astrale e il compito magico di motivare le forme pensiero destinate a esprimere qualche tipo d’energia. Abbiamo considerato le varie energie con le quali gli uomini operano e il potere che l’uomo può esercitare costruendo forme pensiero. Abbiamo anche visto come un uomo possa manipolare i diversi gradi di materia, fintanto che l’idea incorporata non si sia rivestita di materia mentale e di materia astrale. Essa è quindi un’entità vitale sul punto di materializzarsi sul piano fisico. A questo punto nulla, lo si noti bene, potrà impedirle di emergere nell’oggettività, eccettuato un espresso atto di volontà del suo creatore, poiché la forma, essendo vivificata dal suo creatore, sarà sempre soggetta alla sua volontà fintanto che egli non avrà, reciso il vincolo che ad essa lo lega pronunciando la “frase mistica”.

Supponiamo ora che sia stata presa la decisione di far emergere la forma pensiero all’esistenza effettiva e che il lavoro creativo venga proseguito.

Si noti che questo lavoro può essere cosciente o inconscio. Nella costruzione inconscia di forme pensiero, come è il caso dell’uomo comune, molti non producono gli effetti desiderati sul piano fisico, venendo meno all’intento prestabilito. Fintanto che un uomo è animato da egoismo e odio, questo è tuttavia un bene. Fortunatamente per il genere umano, finora sono pochi coloro che operano con materia mentale. La maggioranza opera con materia astrale o del desiderio e queste forme sono fluide e mutevoli; potrebbero diventare potenti solo con la persistenza. L’affermazione che se un desiderio [448] viene coltivato per un tempo sufficientemente lungo, verrà esaudito ha un fondamento occulto. Tale è la legge che governa il ritorno in incarnazione dell’essere umano di media evoluzione. Mancando l’unicità d’intento della materia del piano mentale, quando è influenzata da una mente concentrata, queste forme di desiderio non riescono ad arrecare il danno che altrimenti produrrebbero. Il loro effetto si ripercuote perlopiù sul creatore di queste forme kama‑manasiche, e non su quelli che gli sono associati. Quando entra in giuoco e diventa predominante il fattore mente, in quel momento l’uomo diventa pericoloso o utile, secondo i casi; pericoloso non solo a se stesso, ma anche a coloro che lo circondano, oppure utile nell’elaborazione del piano evolutivo. Egli è in grado di creare forme pensiero capaci di produrre risultati esterni ed effetti tangibili. Quando aspirazione e impulso spirituale sono pure presenti, l’uomo può diventare un vero occultista in grado di produrre risultati organizzati e organismi operanti sul piano fisico. Uso deliberatamente il termine “organismo”, poiché serve a trasmettere l’idea che noi consideriamo qualsiasi forma pensiero come un’entità soggettiva ed esistente, rivestita di materia sottile e capace di manifestarsi. In linguaggio popolare si parla talvolta di “realizzare un’idea” o “portare a termine un progetto”; altre volte di “scoperta”, “invenzione” o qualcosa del genere. Senza rendersene minimamente conto, l’uomo parla continuamente in termini occulti e mette in evidenza un riconoscimento interiore dei metodi per mezzo dei quali tutto ciò che è stato pensato (da Dio o dall’uomo) viene in manifestazione.

L’idea incarnata o il pensiero incorporato (si noti che la prima è potenzialmente più potente del secondo) si è fatta strada fino a pervenire sull’orlo della manifestazione fisica. Il suo creatore, che nel caso di un “mago bianco” non è una persona accentrata nella natura emotiva, la porta coscientemente allo stadio in cui il suo proposito e piano interiori possono essere manifestati. Egli mantiene la forma pensiero nella sua coscienza, [449] le dà forma ed energia con il potere di tutta la propria focalizzazione mentale.

Nella regola si dice che l’aspirante deve fare tre cose:

1. Trovare la formula che cristallizzi la forma che ha costruita, come fanno architetti e costruttori di ponti quando riducono la forma desiderata a una formula matematica.

2. Pronunciare certe parole che daranno vitalità alla forma portandola così sul piano fisico.

3. Pronunciare la frase che staccherà la forma pensiero dalla sua aura, per impedirle di attingere alle sue energie ed esaurirle.

Si noterà che la formula si riferisce alla forma pensiero, le parole di potere si riferiscono all’obiettivo per il quale la forma è stata creata, mentre la frase mistica riguarda il fatto di spezzare il legame magnetico esistente fra il creatore e la sua creazione. La prima riguarda quindi la forma, l’altra riguarda l’anima incorporata nella forma (la cui caratteristica inferiore è il desiderio, riflesso dell’amore) e l’ultima l’aspetto vita di cui il creatore ha dotato la sua creazione. Ci troviamo quindi nuovamente di fronte all’eterna triplicità di spirito, anima e corpo. Si ricordi che le Regole di Magia, come intese dal vero esoterista, valgono tanto per la creazione di un universo, di un sistema solare o di un pianeta quanto per le piccole creazioni di un chela o di un aspirante.

Leggendo quanto è detto sopra, la prima reazione dell’aspirante medio è di pensare alla natura corporea come espressione di qualche tipo d’energia. Perciò, la dualità è ciò che viene notato, mentre ciò che impiega la cosa notata è presente nella sua mente. Eppure oggi, una delle principali necessità cui devono far fronte gli aspiranti occultisti è di tentare di pensare in [450] termini di una Realtà unica, che è l’Energia stessa e null’altro. Nelle nostre dissertazioni su questo soggetto astruso è quindi importante sottolineare che spirito ed energia sono termini sinomini e intercambiabili. Solo rendendoci conto di questo fatto potremo giungere alla riconciliazione. fra scienza e religione e a una vera comprensione del mondo dei fenomeni attivi che ci circonda e nel quale ci muoviamo.

I termini organico e inorganico sono ampiamente responsabili di molta confusione e la netta distinzione esistente, nella mente di molte persone, fra corpo e spirito, fra vita e forma, ha condotto a rifiutare di ammettere l’essenziale identità della natura di questi due aspetti. Il mondo in cui viviamo, dalla maggioranza è considerato come realmente tangibile e solido, pur essendo dotato di qualche misterioso potere in esso celato, che produce moto, attività e mutamento. Questo è naturalmente un modo molto semplice di esprimere il concetto, ma basta a riassumere l’atteggiamento poco intelligente. 

Lo scienziato comune si occupa ampiamente di strutture, di relazioni, della composizione della forma e dell’attività prodotta dalle parti che compongono la forma, della loro relazione reciproca e interdipendenza. I componenti e gli elementi chimici, la funzione e il ruolo che svolgono, l’influsso reciproco nel comporre tutte le forme di tutti i regni della natura, sono il soggetto delle loro indagini. La natura dell’atomo, delle molecole e delle cellule, la loro funzione, la qualità delle loro manifestazioni di forza e i vari tipi d’attività, la soluzione del problema riguardante il carattere e la natura delle energie, focalizzate o localizzate nelle diverse forme del mondo materiale o naturale, richiedono la riflessione delle menti più capaci del mondo del pensiero. Eppure, le domande: che cosa è la vita? che cosa è l’energia? che cosa è il processo di divenire e la natura dell’essere? rimangono senza risposta. Il problema del perché e [451] percome è ritenuto vano e speculativo, quasi insolubile.

Nondimeno, alla luce della ragione pura e grazie al corretto funzionamento dell’intuizione, questi problemi possono essere risolti e quelle domande possono trovare una risposta. La loro soluzione fa parte delle normali rivelazioni e dei conseguimenti dell’iniziazione. I soli veri biologi sono gli iniziati ai misteri, poiché essi comprendono la vita e il suo scopo e tanto s’identificano con il principio vita che pensano e parlano in termini d’energia e dei suoi effetti; tutte le loro attività, connesse all’opera della Gerarchia planetaria, sono basate su poche formule fondamentali che riguardano la vita, come si fa sentire attraverso le sue tre differenziazioni o aspetti: energia, forza e materia.

È bene notare che solo comprendendo se stesso l’uomo può giungere a una comprensione di quella totalità che chiamiamo Dio. È un luogo comune, una verità occulta scontata, ma agendo in base ad essa si giunge a una rivelazione che rende il “Dio ignoto” una Realtà riconosciuta. Mi spiegherò meglio.

L’uomo si riconosce come un essere vivente e definisce la morte, un misterioso processo in cui quel qualcosa, che comunemente designa come alito di vita, si ritrae. Al suo ritrarsi, la forma si disintegra. La forza vivificante di coesione se n’è andata, producendo la separazione degli elementi essenziali di quello che fino a quel momento era considerato il suo corpo.

Il principio di vita, quest’elemento essenziale e fondamentale dell’essere, il misterioso fattore sfuggente, nell’uomo è la corrispondenza di ciò che nel macrocosmo chiamiamo spirito o vita. Come nell’uomo la vita tiene insieme la forma, la anima, la vitalizza e la spinge all’attività, rendendolo un essere vivente, così la vita di Dio, secondo l’espressione cristiana, adempie il medesimo scopo nell’universo producendo [452] quell’insieme coerente, vivente e vitale che chiamiamo sistema solare.

Nell’uomo, questo principio di vita si manifesta in tre modi:

1. Come volontà, proposito, incentivo basilare che dirige. È l’energia dinamica che mette in funzione l’essere, lo porta in esistenza, stabilisce la durata della sua vita, lo accompagna attraverso un periodo lungo o breve di anni e al termine del suo ciclo di vita si ritrae. È lo spirito nell’uomo, che si manifesta come volontà di vivere, di essere, di agire, di proseguire, di evolvere. Nel suo aspetto più basso opera attraverso il corpo o la natura mentale e, in relazione al corpo fisico denso, fa sentire la sua presenza attraverso il cervello.

2. Come forza di coesione. È la qualità essenziale e significativa che rende ogni uomo differente, che determina quella complessa manifestazione di umori, desideri, qualità, complessi, inibizioni, sentimenti e caratteristiche che costituiscono la psicologia particolare di un uomo. Questo è il risultato del reciproco influsso fra l’aspetto spirito o energia e la natura materiale o corporea. È l’uomo soggettivo e distinto, la sua colorazione o nota individuale; è ciò che stabilisce l’attività vibratoria del suo corpo, che produce il tipo particolare di forma, che determina la condizione e la natura dei suoi organi, delle sue ghiandole e del suo aspetto esteriore. È l’anima che, nel suo aspetto inferiore, agisce attraverso la natura astrale o emotiva e, in relazione al corpo fisico, attraverso il cuore.

3. Come attività degli atomi e delle cellule di cui il corpo fisico è composto. La somma totale delle piccole vite di cui sono composti gli organi umani, comprendendo l’uomo intero. Esse hanno una vita propria e una coscienza strettamente individuale e identificata. Questo aspetto del principio vita opera tramite [453] il corpo vitale o eterico e, in relazione al meccanismo solido della forma tangibile, attraverso la milza.

Naturalmente, non è possibile indicare le parole e frasi mantriche citate in questa regola. Esse sarebbero assolutamente incomprensibili a tutti, all’infuori degli iniziati e non è quindi necessario occuparsene. Si noti che gran parte di queste istruzioni e di quelle contenute nel Trattato del Fuoco Cosmico anticipano il pensiero moderno e non saranno veramente comprese che verso la fine del secolo.

Prendiamo in esame questa regola frase per frase cercando di giungere alle interpretazioni più facilmente accessibili all’aspirante medio. Tutte queste regole possono essere lette nell’ottica dell’uomo intelligente e significare ben poco; possono essere lette dal punto di vista dell’aspirante e trasmettere alcune idee pratiche da applicare alla vita quotidiana e da elaborare nel crogiolo dell’esperienza vissuta. Esse acquisteranno sempre maggior significato a mano a mano che l’aspirante imparerà ad usare le energie, a lavorare con la materia mentale e a cooperare in modo creativo con il Proposito che è alla base del piano evolutivo. Al discepolo queste regole impartiscono potenti istruzioni e lo condurranno a comprendere i processi dell’opera creativa nella natura, che è necessariamente inaccessibile alla mente dell’aspirante. Per quanto riguarda la comprensione dell’iniziato, queste parole trasmettono precisi comandi che soltanto la sua intuizione illuminata può interpretare in modo corretto. Non occorre che ci occupiamo delle intelligenze d’ordine ancora superiore. Ci limiteremo quindi a considerare questa regola dal punto di vista dell’aspirante medio, lasciando le altre interpretazioni agli individui che dispongono di una struttura interiore che consente loro di capire.

I. Trovare la formula che mantenga le vite entro la sfera delimitata.

Tutte le forme della natura, come ben sappiamo, sono costituite da [454] miriadi di piccole vite che possiedono una certa misura di consapevolezza, di ritmo e di coesione, secondo la forza della Legge di Attrazione utilizzata dal costruttore della forma. Questo è vero sia del Macrocosmo che del mondo infinito di vite microcosmiche contenute nell’insieme maggiore. I sistemi solari in embrione, che nascono sotto l’impulso del pensiero divino, sono dapprima fluidi e nebulosi, hanno un contorno mutevole e sono tenuti debolmente insieme dal nucleo centrale d’energia ‑ un altro modo di esprimere l’idea incorporata. Col passare del tempo, le condizioni cambiano, assumono una forma più definita, entrano in rapporti peculiari con forme affini e vicine, si adattano a diverse relazioni di natura interna con quelle forme, ciò che allo stadio precedente non era possibile. Infine abbiamo un sistema solare come il nostro e miriadi di altri, tenendo presente che un sistema solare funziona come un sole con i suoi pianeti che girano e ruotano intorno, mantenendo la loro orbita e la relativa posizione stabilita, organismi attivi, indipendenti e interdipendenti, che all’occhio dell’astronomo presentano una coerenza, un’unità e una struttura unica in ogni singolo caso, ma soggetta alla legge cosmica. Essa risponde a un vasto proposito concepito e tenuto fermamente nella Mente Universale, la quale a sua volta è un aspetto dell’entità cosciente e autocosciente che le ha dato vita e ne ha creato la forma.

Si può asserire che questa Vita unica e intelligente, nella sua meditazione, quindi nella sua mente che riflette, crei ciò che chiamiamo forma pensiero, dotata di quattro caratteristiche principali.

1. È portata in esistenza mediante l’uso cosciente della Legge di Attrazione.

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2. È costituita di un numero infinito di entità viventi, attratte dalla mente del divino Creatore e venendo in tal modo in rapporto le une con le altre.

3. La forma è l’esteriorizzazione di qualche cosa che il Creatore ha:

a. Visualizzato.

b. Costruito con intelligenza e “colorato” o “qualificato” in modo da adempiere lo scopo cui è destinato.

c. Vitalizzato dalla potenza del suo desiderio e dalla forza del suo pensiero vivente.

d. Mantenuto nella forma fino al compimento della sua opera specifica.

e. Collegato a se stesso con un filo magnetico, il filo del suo proposito vivente e la forza della sua volontà dominante.

4. Questo proposito interiore, che si è rivestito di sostanza mentale, astrale e vitale è potente sul piano fisico fintanto che:

a. Rimane coscientemente nel pensiero del suo Creatore.

b. “Mantiene la debita distanza”, in senso occulto, dal suo Creatore.

c. Può essere volto in qualsiasi direzione desiderata e, secondo la legge della minor resistenza, può trovare il proprio posto assolvendo in tal modo la funzione desiderata e adempiendo lo scopo per cui fu creato.

La “formula” potrebbe quindi essere considerata come l’idea che emana dal Pensatore divino; potrebbe essere definita il proposito dinamico, la “cosa” come il Pensatore la vede e la esteriorizza nella sua mente e come la visualizza quale veicolo del suo intento. Le formule matematiche alla base della costruzione di un ponte, come di qualsiasi altra grande opera che indichi il conseguimento umano, non ha alcun [456] significato per chi non è iniziato, ma per coloro che sanno e comprendono, esse rappresentano il ponte stesso, ridotto ai termini essenziali. Le formule matematiche sono il ponte allo stato latente e in esse sono celati il proposito, la qualità e la forma della struttura completa e della sua futura utilità. Lo stesso può dirsi dei concetti e delle idee dalle quali nasce una forma pensiero. Queste formule occulte esistono sul piano degli archetipi che, per l’aspirante, è il piano dell’intuizione, sebbene in realtà si tratti di uno stato di coscienza molto più elevato. Queste formule sono alla base di un mondo di forme e coloro che hanno i requisiti necessari per lavorare sotto il Grande Architetto dell’Universo devono mettersi in contatto con esse. Vi sono, in senso simbolico, tre grandi libri di formule. Notate l’espressione “in senso simbolico” e non dimenticatela. Vi è in primo luogo il Libro della Vita, letto e infine padroneggiato dagli iniziati di tutti i gradi. Vi è poi il Libro della Divina Saggezza, letto dagli aspiranti di tutti i gradi, chiamato talvolta il Libro dell’Esperienza Conoscitiva e, infine, vi è il Libro delle Forme, lettura obbligatoria per tutti coloro la cui intelligenza si sta risvegliando al funzionamento attivo. Ora ci occupiamo appunto del Libro delle Forme.

Patanjali parla della “nube carica di cose conoscibili” di cui l’anima è coscientemente consapevole. L’aspirante, stanco dell’eterna ronda dei suoi pensieri futili e senza importanza, cerca di attingere alle risorse di questa “nube” per far precipitare sulla Terra qualche pensiero di Dio. Egli cerca di agire in modo da favorire la manifestazione delle idee del Creatore. Per far questo egli deve possedere alcuni requisiti iniziali che potrebbero essere brevemente esposti come segue:

1. Conoscere il vero significato della meditazione.

2. Allineare con facilità anima, mente e cervello.

3. Contemplare, ossia agire come l’anima sul suo livello, affinché essa possa fare [457] da intermediario fra il piano delle idee divine e il piano mentale. Vedete come la partecipazione al divino pro cesso creativo sia l’obiettivo d’ogni vero lavoro di meditazione?

4. Registrare l’idea ricevuta intuitivamente dall’anima e riconoscere la forma che dovrebbe assumere. Le ultime sei parole sono d’importanza vitale.

5. Ridurre l’idea vaga e confusa all’essenziale, scartando ogni vana immaginazione e le formulazioni della mente inferiore, preparandosi così a scattare prontamente all’azione e, fermi nella contemplazione, ricevere la visione esatta della struttura interiore, o scheletro soggettivo se così posso definirlo, della futura forma.

6. Questa visione, impressa coscientemente dall’anima sulla mente ed altrettanto coscientemente registrata dalla mente tenuta ferma nella luce, potrebbe essere considerata come lo sviluppo della formula in uno schema. Non è la formula stessa, bensì il processo secondario. La forza, la semplicità e la chiarezza nell’esprimere la formula in una struttura dalle linee semplici, determineranno la costruzione finale completata e la forma che ne deriverà, la quale racchiuderà entro la sfera della forma esteriore stessa le vite usate per costruirla.

Questo in realtà assomiglia allo stadio del concepimento. Latenti nel germe (risultato del rapporto maschio‑femmina) vi sono tutte le potenzialità e capacità del prodotto finito. Latenti nell’idea concepita materialmente, ma che è stata ispirata dall’aspetto Spirito, sono celate le potenzialità delle forme pensiero finite. L’aspetto materia, rappresentato dalla mente, è stato fecondato dall’aspetto Spirito e la triplicità [458] verrà infine completata dalla forma creata. Ma negli stadi iniziali vi è soltanto la “formula”, l’idea concepita, il concetto latente eppure dinamico. È abbastanza potente per attirare a sé gli elementi essenziali alla crescita e alla formazione, ma chi può dire se quella forma si rivelerà un aborto, un risultato mediocre e debole oppure una creazione di bellezza e valore reali?

Ogni idea esternata possiede quindi una forma, animata dal desiderio e creata dal potere della mente. Il piano del desiderio è quello sul quale ‑la mente impone le sue concezioni per produrre “l’idea incarnata”, per rivestire l’idea di una forma. È quindi il terreno della gestazione. In precedenza la mente ha ricevuto l’idea archetipa, come l’anima l’ha captata e visualizzata. A sua volta l’anima riceve la formula presentatale nel mondo delle idee. Avete quindi “l’idea presentata”, “l’idea percepita” e “l’idea formulata”, nonché l’idea che si esprime in manifestazione.

È bene tener presente che l’emergere dell’idea dalla Mente Universale nel mondo delle forme tangibili è governato dai fattori che seguono.

1. Le energie che emanano dal piano degli archetipi. Questo è il piano in cui si focalizza l’attenzione del gruppo più elevato di Intelligenze del nostro pianeta. La loro coscienza può rispondere a questa sfera d’attività e includerla; in essa si esprime la Mente stessa di Dio, libera dalle limitazioni di ciò che noi comprendiamo come forma. Sono i custodi della formula, sono i matematici che preparano gli schemi del grande Piano, calcolano gli effetti delle forze con le quali viene eseguito il lavoro e le energie che devono essere usate, tengono conto degli sforzi e delle tensioni cui devono essere assoggettate le forme sotto l’impulso della forza di vita, si occupano degli impulsi ciclici cui deve rispondere il processo evolutivo, si [459] occupano del rapporto tra l’aspetto forma e la spinta della vita.

2. Lo stato di consapevolezza intuitivo. Su questo livello di coscienza troviamo i Maestri della Saggezza che compiono il loro lavoro ed è in questa sfera d’influenza che Essi operano con maggior agio e facilità, esattamente come l’uomo di normale intelligenza opera sul piano fisico. Le loro menti sono in costante rapporto con le menti archetipe, che sono le custodi delle formule; Essi, prendendo gli schemi (di nuovo in senso simbolico) trattano delle specificazioni, cercano coloro che sono adatti a controllare il lavoro e riuniscono il personale necessario. Essi cercano fra i loro discepoli fino a trovare il più idoneo a divenire il punto focale delle informazioni sul piano fisico o il gruppo più adatto a portare in manifestazione la frazione prestabilita del piano. Essi lavorano con coloro che hanno scelto, imprimendo nelle loro menti l’eterna triplicità di idea‑qualità‑forma, fintanto che i dettagli non comincino a emergere e il lavoro di ciò che è letteralmente una “precipitazione” possa procedere.

3. L’attività dello stato di coscienza mentale. Questo lavoro è necessariamente svolto in gran parte sul piano mentale, ragione sufficiente per spronare l’aspirante a sviluppare le facoltà dell’intelletto. La precipitazione dalla “nube di cose conoscibili” giunge prima di tutto sul piano mentale e, se discepoli e aspiranti le ricevono, ulteriori precipitazioni seguiranno. A loro volta essi cercheranno di imprimerle nella mente di collaboratori e aspiranti minori che, per motivi karmici o per propria scelta, rientrano nella loro sfera d’influenza e che potranno guidare. In tal modo “l’idea” presentata è colta da molte menti e l’aspetto formula della grande opera ha fatto la sua parte.

Si vedrà come questo lavoro sia essenzialmente un lavoro di gruppo, quindi veramente possibile soltanto a coloro che sono in qualche misura padroni del processo di [460] meditazione e in grado di “tenere la mente ferma nella luce”. In realtà la luce affluisce dalla Mente Universale ed è di varie specie; in senso esoterico essa fu generata in un sistema solare precedente e deve essere usata e sviluppata in quello presente.

Con le parole “la luce dell’intuizione” alle nostre menti viene comunicato il tipo d’energia che incorpora il Proposito, la Volontà di Dio, il Piano, come noi lo concepiamo. Nelle parole “Ia luce dell’anima” abbiamo un’espressione che riassume il proposito, il piano, la volontà delle entità che, incarnate in una forma umana, a volte operanti fuori dal corpo, hanno la responsabilità di materializzare i concetti divini nei quattro regni della natura. Il regno umano è per eccellenza il mezzo d’espressione della Mente Universale e quando i figli di Dio, in forma umana, saranno perfetti, i problemi del mondo naturale saranno in larga misura risolti. I figli di Dio pienamente coscienti, consapevoli d’essere tali mentre sono nella forma umana (e sono ancora pochi) costituiscono letteralmente il cervello della vita planetaria.

Nelle parole “far luce” su un problema, condizione o situazione vi è un significato veramente occulto. Il suo significato essenziale è la rivelazione dell’idea presentata, del principio alla base della manifestazione esterna. È il riconoscimento della realtà interiore e spirituale che produce la forma esterna e visibile. È la nota fondamentale d’ogni lavoro basato sul simbolismo. Accertare le formule, tracciare gli schemi soggettivi o piani dell’impressione intuitiva ed un’intensa attività sul piano mentale è il solo lavoro svolto dalla Gerarchia planetaria organizzata. La seconda fase viene eseguita da quei collaboratori che, cooperando coscientemente con la Gerarchia, dimostrano la realtà di quel lavoro nei tre mondi dell’evoluzione umana. Essi portano il germe dell’idea e il concetto in embrione alla completa esistenza esterna [461] seguendo il procedimento di pensiero corretto, risveglio del desiderio e formazione di una giusta opinione pubblica. In tal modo essi determinano la necessaria attività fisica.

Aspiranti, capi gruppo e pensatori d’ogni parte del mondo possono essere utilizzabili in questo lavoro, purché le loro menti siano aperte e focalizzate. Dalla semplicità del loro modo di accostarsi alla verità, dalla chiarezza del loro pensiero, dall’influenza che esercitano sul gruppo, dall’inclusività della loro consapevolezza e dalla loro capacità di sostenere uno sforzo prolungato dipenderà il grado di approssimazione della forma esterna all’idea interiore e alla realtà spirituale soggettiva.

Il fatto che cerco di mettere in evidenza è che le formule non riguardano in alcun modo il lettore medio di queste istruzioni. Esse sono colte e comprese dai grandi Conoscitori che si occupano del processo evolutivo e sono responsabili della sua attività funzionale. La Gerarchia di Maestri, di iniziati anziani e discepoli procede costantemente in quel lavoro, ma per legge essa dipende da coloro che devono produrre le forme esteriori. Se la loro risposta viene meno, vi sarà ritardo o costruzione difettosa; se commettono errori, vi sarà perdita di tempo e d’energia, quindi ancora ritardo; se essi perdono l’interesse ed abbandonano il lavoro o se si dedicano principalmente ai propri affari e alle proprie personalità, il Piano dovrà attendere e l’energia che avrebbe potuto essere messa a disposizione per risolvere i problemi umani e per guidare l’umanità dovranno trovare sbocco in altre direzioni. Nulla è mai statico nel processo creativo; l’energia che fluisce dalla pulsazione della Vita Unica, con la sua attività ritmica e ciclica, che mai cessa e mai si arresta, deve essere in qualche modo utilizzata e deve farsi strada in qualche direzione, spesso (se l’uomo viene meno al proprio dovere) con risultati catastrofici. Il problema dei cataclismi, la causa, ad esempio, del costante aumento di insetti nocivi, [462] è connessa all’afflusso di un’energia insolita e non riconosciuta che potrebbe prendere la giusta direzione, assolvere lo scopo previsto e promuovere il Piano se gli aspiranti e i discepoli del mondo si assumessero le loro responsabilità di gruppo, trascurassero la loro personalità e giungessero a una vera realizzazione. L’umanità deve essere più diligente e intelligente nell’elaborare il suo vero destino e i suoi obblighi karmici. Quando tutti gli uomini saranno in rapporto con i custodi del Piano, quando le loro menti e i loro cervelli saranno illuminati dalla luce dell’intuizione, dell’anima e della mente universale, quando impareranno a rispondere con intelligenza ai tempestivi impulsi che emanano ciclicamente dal lato interiore della vita, allora vi sarà un costante assestamento fra vita e forma, oltre a un rapido miglioramento delle condizioni mondiali. Un punto interessante da tener presente è che il primo effetto della risposta dei più avanzati fra i figli degli uomini alle formule tradotte e trasmesse dai conoscitori, sarà lo stabilirsi di giusti rapporti fra i quattro regni della natura e giuste relazioni fra unità e gruppi della famiglia umana. Un passo in questa direzione è già stato fatto. I rapporti fra le quattro sfere d’attività che chiamiamo umana, animale, vegetale e minerale oggi sono tutt’altro che soddisfacenti, poiché l’energia della materia è il fattore governante principale. Nel regno umano l’azione di quest’energia si manifesta come egoismo. Nell’animale si manifesta con quella che chiamiamo crudeltà sebbene, dove il senso di responsabilità non esiste se non in forma istintiva e temporanea, ogni critica è esclusa. Nel regno vegetale quest’adattamento difettoso, durante questo periodo d’uso errato, si esprime come malattia.

Ne siete sorpresi? La malattia ha le sue radici soprattutto nell’incapacità d’adattamento e nella forza mal diretta nel regno vegetale, ciò che influisce sui regni animale e minerale [463] e, di conseguenza, su quello umano. La possibilità di dimostrare questo fatto è ancora molto lontana, ma quando questa situazione sarà compresa, l’attenzione del ricercatore si focalizzerà necessariamente su questo regno della natura e verrà infine trovata la soluzione per sradicare la malattia.

II. Pronunciare le parole che indichino loro il da farsi e il luogo dove portare quanto è stato fatto.

Ricordiamo che questa regola è potente solo nella misura in cui “colui che applica la legge” è in rapporto con la realtà interiore dentro di sé, con l’anima. È essenziale che l’anima possa agire attraverso lui, in piena coscienza di veglia. È l’anima che pronuncia le parole. È l’anima che enuncia la frase mistica, ma l’anima in quanto guida o governo del meccanismo, dello strumento formale. Questo governo è possibile soltanto quando esista l’allineamento fra cervello, mente e anima. Ancora una volta è necessario ricordare che questa regola, essendo un’espressione dell’opera creativa, si applica a ogni processo creativo, sia esso macrocosmico o microcosmico, sia che si tratti di Dio creatore del sistema solare, dell’anima creatrice del meccanismo umano o dell’uomo che tenta di impadronirsi della tecnica del lavoro magico per diventare un creatore di forme nella propria piccola sfera. Tutti devono elaborare il vero significato della regola, poiché Dio opera secondo la legge del proprio Essere, legge che a noi si manifesta come legge della natura.

Nella frase che stiamo considerando sono contenuti i concetti d’attività ordinata e di meta cosciente e prestabilita. Il costruttore di qualsiasi forma è in primo luogo un governatore di vite e l’arbitro dei destini di certe entità. Questo pensiero getta luce sulla questione del libero arbitrio e sulla Legge di Causa ed Effetto. Non si dimentichi peraltro che il mistero delle cause è celato nei passati universi, tutti a loro tempo “forme dimora di Dio”. Per noi non può esistere una [464] causa pura, ma solo il risultato di cause maggiori. Come per noi una realtà come la ragione pura è totalmente incomprensibile e irraggiungibile, così lo è la causa pura. Questi fattori sono antecedenti al nostro sistema solare e qualsiasi speculazione sarebbe quindi infruttuosa, salvo nella misura in cui potrebbe favorire lo sviluppo dello strumento mentale. Questo sistema solare è un sistema di effetti, che a loro volta generano altre cause. Solo nella famiglia umana e fra gli esseri umani che usano coscientemente il potere mentale possono essere generate cause di qualche genere. Ogni causa essendo iniziata da una mente di qualche tipo, che opera coscientemente e pensa con chiarezza, si presuppone l’esistenza di un Pensatore e questa è la profonda posizione delle scienze occulte. Il nostro sistema solare è una forma pensiero che avrà esistenza reale fintanto che persisterà il pensiero. Tutto ciò che esiste fa parte della corrente d’idee emananti dal Pensatore divino. Tutti i pensieri fanno parte di questa corrente divina. Le masse non pensano, quindi non generano cause che col tempo produrrebbero i loro effetti.

Chiedete dove sia dunque la verità di quanto si afferma in molti libri d’occultismo moderni, secondo cui l’andamento della vita o di un ciclo di,vite indica necessariamente il futuro e le cause iniziate in una vita producono effetti in un’altra? Quando le vite sono prevalentemente emotive e orientate al lato fisico, non è un’esistenza particolare che ne determina il corso, ma è il gruppo di vite che influiscono le une sulle altre, simultaneamente, che predispone il futuro a grandi linee. Ciò è eternamente vero di tutti gli esseri umani ad un determinato livello di sviluppo cosciente, in cui sono trascinati dalle idee di massa, sono plasmati dalla tradizione e dall’opinione pubblica, sono esplicitamente immersi negli interessi egoistici, non “prendono in mano” la situazione, ma vengono trascinati dalla corrente dell’evoluzione. È una forma d’attività di gruppo (gruppo governato dalla vibrazione della forma fisica e astrale), che produce le [465] caratteristiche e le tendenze che determinano la situazione e le circostanze ambientali. In questo fatto è celato il segreto del karma e delle condizioni razziali e nazionali. L’uomo attivo comune è immerso in questi gruppi ed è fuori da questa immersione che egli deve trovare la propria strada scoprendo e usando la mente. Per interi cicli di vite gruppi di anime s’incarnano sotto l’influenza delle forme materiali, verso le quali sono attratte. Queste energie d’attrazione in un primo tempo sono utilizzate dall’anima, ma vengono poi scartate e disintegrate. Nel primo caso è la potenza della forma che attira l’anima in incarnazione, poiché nella prima metà del processo evolutivo (altamente organizzato in un precedente sistema solare) essa è il fattore predominante. Più tardi, come sappiamo, lo spirito sale sulle spalle della materia. Ora nelle masse l’influsso reciproco di spirito e materia è tanto potente, che una d’elle principali esperienze vissute dall’anima è il raggiungimento dello stadio in cui l’attrazione della materia comincia a diminuire e l’anima impara a distaccarsi. Questa è l’esperienza che l’umanità sta attraversando in questo momento e, di nuovo, rappresenta un’attività di gruppo su una voluta più alta della spirale.

Le ampie generalizzazioni sono veramente più attendibili delle informazioni dettagliate e spesso errate relative alle norme che governano l’assunzione e l’abbandono di una forma, che abbondano in gran parte della nostra letteratura puerile, ma anche queste generalizzazioni devono essere considerate con molta diffidenza. Tutto ciò che si può ipotizzare è che, secondo la Legge di Causa ed Effetto, spirito e materia si unirono e i mondi furono creati. In base alla medesima legge, vennero create le forme che divennero espressioni materiali dell’incalzare della vita. Esse si manifestarono per poi scomparire, secondo una pulsazione ciclica e ritmica iniziata in sistemi solari ancora precedenti all’ultimo prima del nostro. Gruppi di forme comparvero e scomparvero, governate [466] quasi interamente dalla loro coesione e vibrazione di gruppo. Così la vita progredì attraverso i regni elementali o involutivi, attraverso i tre regni inferiori della natura fino al regno umano.

Negli stadi umani inferiori e nello stadio dell’uomo animale, regna la medesima attività di gruppo, solo che (come nei regni involutivi) i gruppi diventano sempre meno numerosi a mano a mano che gli individui, uno alla volta, raggiungono lo stato di autocoscienza e cominciano ad agire come anime. A questo punto, non soltanto diventano creatori, dotati del potere di stare da soli, della facoltà di pensare con chiarezza e visualizzare in modo esatto, ma dimostrano anche di possedere l’arte di creare o facoltà dell’immaginazione creativa. Essi attraversano una serie di vite dimostrandosi autosufficienti e durante le quali la personalità si sviluppa e viene usata; cominciano poi a trovare il loro gruppo soggettivo, che nella loro coscienza finirà per sostituire i gruppi materiali esteriori. Riacquistano quindi di nuovo l’esistenza di gruppo, ma questa volta in piena consapevolezza e nel controllo totale.

Nel gruppo al quale saranno affiliati soggettivamente troveranno coloro con i quali lavorarono negli stadi di massa precedenti, trovandosi così in stretta associazione con coloro ai quali furono più vicini e che sono rimasti legati a loro nel grande ciclo della vita.

Negli archivi occulti, questi stadi sono designati con nomi suggestivi e illuminanti; sono naturalmente simbolici. Potrà interessarvi conoscere alcune di queste antiche espressioni criptiche che comunicano tre informazioni, ossia, il nome dello stadio, il suo colore esoterico e il suo simbolo. Vorrei tuttavia far notare che queste informazioni enigmatiche, che talvolta vi comunico e che alcuni studenti sembrano considerare d’importanza vitale, sono in realtà [467] molto meno importanti dell’ingiunzione di vivere con benevolenza, esprimere parole cortesi e sagge, praticare l’abnegazione. I dati occulti vengono letti e annotati, mentre le istruzioni consuete sono omesse e trascurate. Noi che ci occupiamo degli aspiranti, sorridiamo spesso della stoltezza e mancanza di giudizio dimostrata da coloro che istruiamo. Provate a dire a uno studente di praticare con fermezza la legge della benevolenza amorevole e vi risponderà che tenterà certamente di farlo, ma dentro di sé e nel migliore dei casi si dirà che quella ingiunzione non è che un noioso luogo comune necessario. Ditegli invece che gli comunicherete qualche espressione occulta o qualche dettaglio riguardo ai Grandi Esseri ed egli si preparerà all’importante rivelazione con entusiasmo, acceso interesse, soddisfazione e compiacimento. Eppure, l’ingiun-zione precedente trasmette un’informazione occulta e indica una legge che, se correttamente osservata, conduce al sollievo e alla liberazione. Le informazioni occulte riguardano i fenomeni e il fatto di esserne a conoscenza non conduce lo stanco pellegrino alle porte dei cieli. Alcuni di voi devono ricordarlo.

Gli stadi che precedono quello umano sono stati omessi, poiché nessuno fra coloro che leggono queste parole possiede le facoltà necessarie a comprenderne il senso interiore. Cominceremo quindi con gli stadi del regno umano.

Stadio I

La vita ha salito la lunga scala attraverso l’uso quotidiano della forma. Il lungo sentiero è stato percorso con lento progresso attraverso i tre inferiori. Ora un’altra porta si è aperta. Risuonano le parole: “Entra nel sentiero del desiderio reale.”

La vita, che conosce se stessa soltanto come forma, si avvolge di colore rosso vivo, il rosso del desiderio conosciuto e, attraverso il rosso, avvicina tutte le forme agognate, le afferra, le tiene, le usa e le scarta, fintanto che il rosso non si muta in rosa, [468] poi rosa sempre più pallido fino a divenire bianco.

La piccola rosa della vita appare in boccio, ma non ancora in pieno fiore.

Stadio II

Il quadro cambia. Un’altra voce, molto vicina, pronuncia un’altra frase. La vita procede sul suo cammino. “Entra nel campo in cui i fanciulli giocano e unisciti ai loro trastulli. “ Risvegliata al gioco della vita, l’anima entra nel cancello.

Il campo è verde e sulla sua ampia distesa le molteplici forme della Vita Unica in movimento intessono la danza della vita, le molteplici forme modellate e assunte da Dio. L’anima entra “nel campo dei giochi del Signore” e ivi s’intrattiene a giocare finché non vede la stella dalle cinque punte splendenti ed esclama: “La mia Stella!”

La stella non è che un punto di luce, non è ancora un sole radioso.

Stadio III

La via del desiderio rosso cede. Perde il suo allettamento. Il campo dei giochi dei figli di Dio più non attrae. La voce che è risuonata due volte dal mondo della forma, ora risuona nel cuore. Giunge la sfida:

“Metti alla prova il tuo valore. Prendi la palla color arancio del tuo unico intento.” In risposta alla parola che è risuonata, l’anima vivente, immersa nella forma, emerge dalle numerose forme e a fatica si apre la strada per procedere. La sua è, volta a volta, la via del distruttore, del costruttore e, di nuovo, del demolitore di forme. Le forme infrante non hanno il potere di soddisfare. La forma propria dell’anima è ora il grande desiderio ed entra perciò nel campo della mente.

Fra i sogni e le fantasie, talvolta una visione appare, la visione di un fiore di loto non ancora sbocciato, dai petali chiusi, [469] strettamente sigillati, ancora senza profumo, ma immerso in una fredda luce azzurra.

Arancio e azzurro si fonderanno, ma quel giorno è ancora molto lontano. La loro fusione immerge il bocciolo nella luce e determina il futuro sbocciare. Che la luce risplenda!

Stadio IV

Nell’oscurità la vita procede. Una voce diversa sembra risuonare. “Entra nella caverna e trova la tua voce; cammina nell’oscurità portando sul capo una lampada illuminata.” La caverna è buia e solitaria; è gelida e molti sono i suoni e le voci. La voce dei numerosi figli di Dio, rimasti a giocare sul campo del Signore, che chiedono luce. La caverna è lunga e stretta. L’aria è piena di nebbia. Il rumore dell’acqua che scorre si fonde con il sibilare del vento e il frequente brontolio del tuono.

A grande distanza, fioca e appena distinta appare un’apertura ovale di colore azzurro. Disposta trasversalmente attraverso quello sfondo azzurro una croce rosa; al centro, al punto d’incrocio delle braccia, una rosa. Sul braccio più elevato vibra e scintilla un diamante entro una stella a cinque punte.

L’anima vivente avanza verso la croce che le sbarra la via della vita rivelata e conosciuta.

La croce ancora non è rovesciata e lasciata alle spalle. Ma l’anima vivente procede, gli occhi fissi alla croce, l’orecchio aperto ai lamenti di tutte le anime sorelle.

Stadio V

Ecco la vita radiosa, ecco la luce! La caverna è lasciata alle spalle; la croce è superata; la via è libera. Le parole risuonano chiare nella testa e non nel cuore. “Rientra nel campo del Signore e questa volta sii tu a dirigere i giochi.” La via che conduce alla seconda [470] rampa di scale è sbarrata, per volere dell’anima stessa. Il desiderio color rosso più non governa tutta la vita e ora la fiamma azzurra arde con forza. Sull’ultimo gradino, dove la Via è sbarrata, essa si volta e ridiscende la scala verso il campo dei giochi, incontrando gusci vuoti costruiti in uno stadio precedente, imbattendosi in forme scartate e distrutte e tendendo le mani a soccorrere. Sulla sua spalla poggia l’uccello della pace, i suoi piedi calzano i sandali del messaggero.

Ancora non è la gloria assoluta della vita radiosa! Ancora non è l’ingresso nella pace eterna! Ma ancora e sempre l’opera di elevare i piccoli.

In forma simbolica abbiamo presentato un quadro della vita e del progresso umani, della vita nella forma che si sviluppa attraverso il processo di costruzione, caratteristica del lavoro creativo. Questa non è che un’arida traduzione di alcune frasi mantriche e di alcuni simboli fondamentali; va quindi considerata unicamente come l’indicazione di un processo, velata e nascosta in modo che soltanto coloro che sanno possano comprendere. Gli esoteristi capiranno che questi cinque stadi abbracciano il periodo di vita d’ogni forma, sia che si tratti di un creatore cosmico, planetario o umano.

Ogni forma è costruita da una scintilla di vita che dà l’impulso, emanata dal creatore; essa cresce di stadio in stadio secondo la legge di accrescimento, un aspetto della legge di attrazione, che è la legge della vita. Questa legge coopera con la Legge di Causa ed Effetto che, come sappiamo, è la legge che governa la materia. Causa, attrazione o desiderio, accrescimento ed effetto, sono le quattro parole che governano la costruzione di qualsiasi forma pensiero. Quando quest’ultima è completata, è un effetto costruito per accrescimento in base al potere di una causa organizzata.

Ora la razza si è evoluta al punto in cui pensiamo agli effetti soprattutto in termini di qualità, piuttosto che in termini di materia. Per noi, una forma pensiero esiste allo scopo [471] di produrre un effetto. Per noi, ora, la ragion d’essere di tutte le forme è di esprimere qualche qualità soggettiva che ci dia la chiave del proposito del suo creatore. Riflettete su queste parole. Perciò, in questa regola scopriamo che il proposito della parola pronunciata è di dire alle vite che costituiscono la forma “ciò che devono fare e dove portare ciò che è stato fatto.” Troviamo quindi l’idea di proposito, attività e meta.

Non occorre che io aggiunga qualcosa alla vasta letteratura pubblicata o che faccia risaltare l’importanza ed il significato del proposito per quanto riguarda la forma pensiero di un sistema solare, di un pianeta, di un regno della natura o di un essere umano. Sotto certi aspetti questa triplicità soggettiva di proposito, attività e meta è ben nota, mentre sotto altri essa è troppo elevata e inscrutabile perché ne trattiamo in queste istruzioni, vagando nel campo della ricerca speculativa. Per lungo tempo la religione ha cercato di occuparsi della meta, la scienza ora sta tentando di occuparsi dell’aspetto attività, mentre i pensatori e filosofi più avanzati hanno da sempre speculato sulla Volontà di Dio. Solo quando l’uomo si sottomette alla disciplina della propria volontà spirituale e domina l’attività delle vite entro la sua natura formale, orientandosi in tal modo verso la meta quale appare progressivamente alla sua visione, egli giunge alla vera comprensione del Piano, che costituisce la Volontà di Dio nella misura in cui l’uomo può comprenderla.

Possiamo però occuparci delle forme pensiero che l’uomo comincia a creare mentre quotidianamente impara a pensare, poiché questa è la prima lezione che va appresa nel lavoro magico. Colui che crea con materia mentale deve:

a. Imparare a costruire con intelligenza.

b. Imprimere lo slancio iniziale, per mezzo delle giuste parole che animeranno ciò che egli ha costruito, permettendo così alla forma-pensiero di trasmettere l’idea voluta.

[472]

c. Inviare la propria forma-pensiero, correttamente orientata verso la sua meta, dirigendola in modo tanto esatto da raggiungere l’obiettivo ed adempiere lo scopo di chi l’ha emessa.

La necessità di pensare con chiarezza ed eliminare ogni pensiero che sia senza scopo, distruttivo e negativo è sempre più evidente a mano a mano che l’aspirante progredisce nel suo cammino. Con l’accrescersi del potere della mente e della capacità di differenziare il proprio pensiero da quello della massa, l’essere umano dà inevitabilmente forma alla sostanza mentale. All’inizio ciò avviene in modo automatico e inconscio. Egli non può impedirlo e, fortunatamente per il genere umano, le forme costruite sono così deboli da risultare praticamente innocue o tanto in accordo con il pensiero di massa che i loro effetti sono trascurabili. Tuttavia, a mano a mano che l’uomo evolve, il suo potere e la sua capacità di nuocere o di aiutare aumentano e, a meno che non impari a costruire correttamente ed a purificare il movente di ciò che costruisce, egli diventerà un mezzo di distruzione ed un centro di forza dannosa, distruggendo e danneggiando non soltanto se stesso, come vedremo fra poco, ma facendo del male e producendo danno anche a coloro che vibrano all’unisono con lui.

Ammesso tutto questo, mi si potrebbe giustamente domandare: esistono regole semplici che l’aspirante serio e sincero possa applicare a questa scienza della costruzione di forme-pensiero, che siano inoltre tanto chiare e concise da produrre il necessario effetto? Le regole vi sono e ve le esporrò in parole semplici in modo che l’aspirante, nel seguirle, possa evitare i pericoli della magia nera ed imparare a costruire in accordo con il Piano. Se egli seguirà le regole che indicherò, eviterà il complesso problema che si è ciecamente costruito da sé, che impedisce l’accesso della luce del giorno e oscura il suo mondo imprigionandolo in una muraglia di forme che incorporano per lui la sua peculiare grande illusione.

Queste regole potranno sembrare troppo semplici al dotto aspirante, ma per coloro che sono disposti a diventare simili a fanciulli esse si dimostreranno una sicura guida alla verità [473] e li metteranno infine in grado di superare le prove dell’adeptato. Alcune sono espresse in termini simbolici, altre sono necessariamente degli schermi, mentre altre esprimono la verità quale essa è.

1. Osserva il mondo del pensiero e separa il falso dal vero.

2. Impara il significato dell’illusione e, in mezzo ad essa, poni il filo d’oro della verità.

3. Domina il corpo delle emozioni, poiché le onde che si sollevano sopra i mari burrascosi della vita travolgono il nuotatore, offuscano il sole e rendono futile qualsiasi piano.