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IL LAVORO DELL’OCCHIO

Consideriamo ora una delle più semplici regole di magia, e al tempo stesso una delle più pratiche e dalla quale dipende tutto il successo del lavoro magico.

All’aspirante che indaga vorrei far notare che la chiave della situazione descritta in questa regola è la parola contemplazione, cui abbiamo accennato nella regola precedente. Studiamo quindi questa parola con attenzione e cerchiamone l’esatta definizione.

Contemplare significa mantenere una visione ferma, volta in un’unica direzione, verso un obiettivo specifico. L’anima o Angelo Solare si potrebbe dire che fissa in tre direzioni.

1. Verso la Luce Suprema, la Vita o Energia centrale che cela in sé il proposito e il piano verso cui tende ogni essere. Non so come esprimermi più chiaramente. Cosa sia quella forza direttiva, quale sia il segreto dell’Esistenza stessa, è rivelato soltanto durante le iniziazioni più avanzate e viene infine compreso quando il corpo causale stesso, il Karana Sarira, si disintegra e le ultime limitazioni scompaiono. Non occorre che ci occupiamo di questa direzione della visione dell’Angelo.

2. Sul regno in cui l’Angelo solare regna supremo, sul mondo delle anime o impulsi egoici dell’opera gerarchica e del pensiero puro. È il Regno di Dio, il mondo dell’Essere Celeste. È lo stato di cui i discepoli divengono sempre più coscienti, in cui operano gli iniziati e dal quale i Maestri, nel loro ordine gerarchico, dirigono il processo evolutivo [212] del pianeta. Queste due direzioni in cui l’anima guarda costituiscono il mondo della sua esperienza spirituale e l’oggetto della sua aspirazione. Non si dimentichi che l’uomo spirituale, l’Angelo solare, ha anche gli la sua meta da raggiungere e che suo è l’impulso predominante una volta che il veicolo nei tre mondi sia stato soggiogato. Come soltanto l’essere umano in pieno possesso della sua intelligenza può cominciare a operare coscientemente come anima e venire in contatto con il regno delle anime, così soltanto l’anima pienamente attiva e sovrana, nella quale il principio buddhico governa potenzialmente, può venire in contatto con lo stato del puro Essere in cui la Monade o Spirito eternamente dimora.

Nell’uomo, lo sviluppo dell’intelletto indica la sua idoneità a risalire il Sentiero fino alla piena coscienza dell’anima. Lo sviluppo dell’aspetto buddhico, o amore‑saggezza, dell’Angelo Solare dimostra la sua idoneità a un ulteriore progresso nella consapevolezza dello stato di puro Essere.

3. La terza direzione in cui l’anima guarda e in cui esercita la facoltà di visione contemplativa, è verso il suo riflesso nei tre mondi. Oggetto della lunga lotta fra l’uomo superiore e quello inferiore è di permettere a quest’ultimo di rispondere alle forze emananti dall’anima quando essa “contempla” il suo triplice strumento e divenirne sensibilmente cosciente.

Vi è un interessante rapporto fra le tre “direzioni della contemplazione” e il risveglio dei tre centri maggiori. Data la complessità del soggetto, per ora vi si può soltanto accennare. Molti sono i fattori che governano questo risveglio e ogni aspirante dovrà stabilire per proprio conto l’ordine e il metodo del suo risveglio.

Il centro fra le sopracciglia, comunemente detto terzo occhio, ha una funzione unica e peculiare. Come ho già messo in evidenza altrove gli studenti non devono confondere la ghiandola pineale con il terzo occhio. Essi sono connessi fra loro, ma non sono la stessa cosa. Nella Dottrina Segreta sono apparentemente [213] considerati come identici, mentre non lo sono in alcun modo, e il lettore superficiale potrebbe facilmente confonderli. H.P.B. lo sapeva, ma l’apparente confusione fu permessa fintanto che non vi fosse una migliore comprensione della natura eterica delle forme. Il terzo occhio si manifesta per effetto dell’interazione fra le forze dell’anima, operanti attraverso la ghiandola pineale, e le forze della personalità, operanti attraverso il corpo pituitario. Queste forze, le une positive e le altre negative, hanno un influsso reciproco e quando sono abbastanza potenti producono la luce nella testa. Come l’occhio fisico si manifestò in risposta alla luce del sole, così l’occhio spirituale si manifesta in risposta alla luce del sole spirituale. Evolvendo, l’aspirante diviene consapevole della luce del sole spirituale. Mi riferisco alla luce presente in tutte le forme, velata da tutti gli involucri e tutte le espressioni della vita divina, e non soltanto alla luce insita nell’aspirante stesso. Con l’accrescersi della sua consapevolezza di questa luce, il suo strumento di visione si sviluppa e nel suo corpo eterico si manifesta il meccanismo che gli consente di vedere le cose alla luce spirituale.

È l’occhio di Shiva, che viene pienamente utilizzato nel lavoro magico solo quando l’aspetto monadico o aspetto volontà governa.

Per mezzo del terzo occhio l’anima svolge tre funzioni:

1. È l’occhio della visione. Permette all’uomo spirituale di vedere dietro le forme di tutti gli aspetti dell’espressione divina, di divenire consapevole della luce del mondo ed entrare in contatto con l’anima insita nelle forme. Come l’occhio fisico registra le forme, così l’occhio spirituale percepisce l’illuminazione entro le forme la cui “illuminazione” indica uno specifico stato d’essere. Esso rivela il mondo della radianza.

2. È lo strumento di controllo che dirige il lavoro magico. Ogni opera magica è eseguita con un preciso scopo costruttivo, reso possibile dall’uso della volontà intelligente. In altre parole, l’anima conosce il [214] piano divino e quando l’allineamento è corretto e l’atteggiamento è giusto, l’uomo divino può agire e determinare dei risultati nei tre mondi. L’organo usato è il terzo occhio. Se ne ha l’analogia nel potere, che spesso si osserva nell’uomo, di dominare con lo sguardo altri esseri umani e animali e di esercitare un influsso magnetico fissando intensamente. La forza fluisce attraverso l’occhio umano focalizzato. La forza fluisce attraverso il terzo occhio focalizzato.

3. Ha un aspetto distruttivo e l’energia che fluisce attraverso il terzo occhio può avere effetti disintegranti e distruttivi. Mediante l’attenzione focalizzata e diretta dalla volontà intelligente può espellere materia fisica. È lo strumento dell’anima nell’opera di purificazione.

Si noti che in ciascun corpo sottile nei tre mondi vi e un punto focale corrispondente e il centro fra le sopracciglia non è che la controparte fisica (poiché la sostanza eterica è fisica) di corrispondenze interiori.

Attraverso questo punto focale l’anima guarda o contempla il piano mentale. Similmente sul piano astrale, l’anima è messa in uno stato di consapevolezza o visione dei suoi involucri emotivi o mondo dei fenomeni astrali ed esiste l’analogo fisico per il corpo eterico.

Qui trattiamo di questa terza funzione dell’anima, l’opera distruttiva per liberarsi dalle vecchie forme, per espellere dai corpi la sostanza di natura indesiderata e abbattere le barriere che limitano una vera attività dell’anima.

Queste tre attività dell’anima, compiute mediante il terzo occhio, sono la corrispondenza dei tre aspetti e gli studenti avranno interesse ad approfondirne lo studio.

Vedere la luce insita nelle forme mediante il terzo occhio (risvegliato dalla realizzazione della luce nella testa, la luce spirituale) non [215] è che la corrispondenza dell’occhio fisico, che rivela le forme alla luce del sole fisico e corrisponde alla personalità.

L’aspetto del dominio mediante l’energia magnetica e la forza d’attrazione dell’occhio spirituale, che è il fattore dominante dell’opera magica, corrisponde all’anima. In senso molto misterioso, l’anima è l’occhio della Monade, che è puro Essere e le permette di operare, prendere contatto, conoscere e vedere.

L’aspetto distruttore corrisponde alla Monade o aspetto volontà; in ultima analisi, è la Monade che produce l’astrazione finale, distrugge tutte le forme, si ritira dalla manifestazione e conclude il ciclo dell’opera creativa.

Portando questi concetti all’espressione pratica in relazione alla regola che stiamo considerando, si può dire che nella sesta regola trattiamo di queste tre attività. Il terzo occhio si apre come risultato dello sviluppo cosciente, del giusto allineamento e dell’affiusso di vita dell’anima. In seguito la sua forza magnetica si fa sentire, dominando le vite dei corpi inferiori, espellendo i quattro elementali inferiori (terra, acqua, fuoco e aria) e costringendo ì signori lunari ad abdicare. La personalità, padrona fino a quel momento, non può più dominare e l’anima assume il pieno governo nei tre mondi.

L’elementale della Terra, che è la totalità delle molteplici vite che costituiscono il corpo fisico, è dominato e sente lo sguardo del Maestro (il solo Maestro nella testa) su di sé. Gli elementi grossolani che costituiscono quel corpo sono “espulsi” e sostituiti da atomi o vite migliori e più adeguate.

L’elementale dell’astrale, o corpo d’acqua, subisce un’azione analoga e anche un effetto stabilizzante che mette fine all’irrequietezza e alla turbolenza mutevole che lo hanno finora caratterizzato. Mediante il potere del dominio magnetico dell’occhio spirituale, l’anima [216] ricostruisce il corpo astrale mantenendolo stabile e coerente per mezzo della sua attenzione focalizzata.

Nel corpo mentale si produce un processo analogo. Vecchie forme scompaiono dinanzi alla chiara luce in cui opera l’uomo spirituale opera e, come dice l’Antico Commentario:

“L’anima lancia uno sguardo sulle forme della mente. Un raggio di luce scaturisce e le tenebre scompaiono; le forme distorte e malvagie svaniscono e tutti i piccoli fuochi si estinguono; le luci minori più non si vedono.

“L’occhio, mediante la luce, risveglia alla vita i necessari modi di Essere. Per il discepolo ciò è ricco di significato. L’ignorante non ve ne scorge alcuno, poiché gliene manca la capacità.”

L’elementale dell’aria, in senso simbolico, è quel substrato d’energia che opera attraverso le forme del corpo eterico, che viene trattato tramite il respiro e manovrato mediante la scienza del pranayama. Questa forma elementale è la complessa struttura eterica (i nadi e i centri) e ogni studente avanzato sa molto bene come questi siano controllati dall’attenzione focalizzata dell’anima in contemplazione, che agisce attraverso il centro della testa, focalizzata nella regione del terzo occhio e mossa a una giusta e specifica attività da un atto di volontà. In queste parole ho concentrato la formula per tutto il lavoro magico sul piano fisico. L’anima compie l’opera magica per mezzo del corpo eterico e della forza, diretta attraverso l’uno o l’altro dei centri.

È focalizzando intensamente l’intenzione nella testa e volgendo l’attenzione, tramite il terzo occhio, al centro da usare, che la forza trova il suo giusto sbocco. Questa forza è potenziata dalla volontà intelligente indirizzata, che infonde energia. Studiate questi punti poiché in essi troverete la chiave del lavoro magico per ricostruire la vostra vita, dell’opera magica per ricostruire la vita umana svolta da alcuni adepti e dell’opera magica nell’evoluzione del piano divino, che è il potere motivante della Gerarchia occulta.