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INTRODUZIONE

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INTRODUZIONE

I tre aspetti dell'uomo

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Nello studio e nell’attento esame delle idee esposte in questo libro, occorre tener presente alcuni concetti fondamentali.

In primo luogo, quello che più deve importare allo studente, non è tanto la personalità dell’Istruttore, quanto la misura di verità di cui egli è l’esponente; deve inoltre saper discriminare tra verità, verità parziale o relativa ed errore.

In secondo luogo, avanzando nell’insegnamento esoterico, aumenta la responsabilità exoterica. Faccia quindi ognuno un attento esame di se stesso e ricordi che la comprensione si acquista applicando quel tanto di verità percepita ai problemi e alle circostanze immediati, e che la coscienza si espande con l’uso della Verità appresa.

In terzo luogo, l’adesione dinamica al sentiero scelto, con quella ferma perseveranza che vince ogni ostacolo e non vacilla, qualunque cosa avvenga, è uno dei primi requisiti necessari per condurre alla porta di un regno, di una dimensione e di uno stato d’essere interiormente e soggettivamente conosciuto. È questo stato di realizzazione che produce cambiamenti nella forma e nell’ambiente, commisurati al suo potere.

Questi tre suggerimenti meritano attenta considerazione e il loro significato deve essere almeno parzialmente compreso prima che sia possibile un ulteriore progresso reale. Non è compito mio indicare applicazioni individuali e personali degli insegnamenti dati. Ogni studente deve far questo da sé.

Il nostro insegnamento non ha la pretesa di imporsi per autorità, né i nostri libri si appoggiano [4] su alcun principio d’autorità gerarchica, come fanno la Chiesa Cattolica, la Scienza Cristiana, quelli che credono nell’ispirazione verbale delle scritture,  e altre sette, organizzazioni cosiddette esoteriche hanno fatto e fanno, creando in tal modo limitazioni e barriere. Frasi bisbigliate come: “Coloro che sanno desiderano ...”, “II Maestro dice ...”, “I Grandi Esseri ordinano ...” sono state la sventura di molti gruppi, e i deboli e gli stolti ciecamente si prostrano all’obbedienza. Con la loro devozione mal riposta credono di mettersi in contatto con personaggi autorevoli e accedere al regno dei cieli per qualche scorciatoia.

Saggiamente questi libri sono stati salvaguardati dalla reazione suscitata da coloro che si professano maestri, adepti e iniziati. Il mio anonimato e il mio stato devono essere preservati, quanto al mio rango, deve essere considerato unicamente quello di uno studente più anziano e di un aspirante all’espansione di coscienza che per me rappresenta il prossimo passo. Solo la parte di verità che esprimo è importante; solo l’ispirazione e l’aiuto che posso concedere a ogni pellegrino sul sentiero sono vitali; ciò che ho appreso tramite l’esperienza è a disposizione d’ogni studente serio; l’ampiezza di visione che posso trasmettere (dovuta all’altezza raggiunta sulla montagna) è il mio principale contributo. Gli studenti riflettano liberamente su questi fatti, ma si astengano da vane speculazioni su dettagli più precisi in merito alle personalità e alle circostanze.

Il tema che vogliamo trattare è la Magia dell’Anima. Il pensiero dominante in tutto ciò che, sarà detto in questo libro si trova nelle seguenti parole della Bhagavad Gita: 

“Benché io sia Non‑nato ‑ l’Anima che non passa ‑ benché io sia il Signore degli Esseri, eppure quale Signore della mia Natura, Io mi manifesto mediante il magico potere dell’Anima.” (Gita IV, 6).  Gita IV.6.

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Dati statistici e accademici sono la base necessaria e l’introduzione di molti studi scientifici, ma in questo libro la nostra attenzione sarà rivolta all’aspetto vita e all’applicazione pratica della verità alla vita quotidiana dell’aspirante. Studieremo il modo di divenire maghi nella pratica e di vivere nella migliore maniera possibile la vita d’uomo spirituale e di aspirante al discepolato accettato, nella nostra epoca, nella nostra condizione, nel nostro ambiente.

Per fare questo prenderemo le Quindici Regole di Magia già esposte nel mio libro precedente, intitolato Trattato del Fuoco Cosmico. Le commenterò, senza soffermarmi sul loro significato cosmico o sulle loro corrispondenze e analogie solari, bensì applicandole al lavoro dell’aspirante, dando suggerimenti pratici per un miglior sviluppo del contatto con l’anima e della manifestazione dell’anima. Suppongo, a priori, che lo studente possegga certe cognizioni e comprenda i termini tecnici che dovrò usare. Non mi rivolgo a bambini, ma a donne e uomini maturi che hanno scelto una determinata via e si sono impegnati a “penetrare nella luce”.

Gli scopi che mi propongo in questo libro sono quattro e mi rivolgo a tre tipi di persone. L’insegnamento è basato su quattro postulati, intesi a:

1. Insegnare le leggi della psicologia spirituale come cosa distinta dalla psicologia mentale ed emotiva.

2. Chiarire la natura dell’anima umana e delle sue relazioni sistemiche e cosmiche. Ciò includerà, come passo preliminare, la sua relazione di gruppo.

3. Dimostrare la relazione fra il Sé e gli involucri che esso può usare, chiarendo in tal modo quanto riguarda la costituzione dell’uomo.

4. Spiegare il problema dei poteri supernormali [6] e dare le regole per il loro sicuro e utile sviluppo.

Ci avviamo verso la fine di un grande periodo di transizione e i regni sottili della vita sono più vicini che mai; fenomeni insoliti e avvenimenti inesplicabili sono più comuni ora che in qualsiasi altra epoca, mentre telepatia, psichismo e fatti singolari sono argomenti che occupano l’attenzione anche degli scettici, degli scienziati e dei religiosi. Ovunque si ricercano le ragioni dell’apparire di tali fenomeni e sorgono società allo scopo di studiarli e dimostrarli. Molti subiscono gravi conseguenze nello sforzo di suscitare in se stessi gli stati psichici e il risveglio d’energie atti a sviluppare poteri peculiari. Questo libro cercherà di far rientrare le informazioni nel quadro della vita, quale oggi la riconosciamo, dimostrando come sia fondamentalmente naturale e vero tutto ciò che viene chiamato misterioso. Tutto è soggetto alla legge e le leggi devono essere spiegate, ora che l’uomo ha raggiunto uno stadio di sviluppo tale da poter dare una più giusta valutazione alla loro bellezza e realtà.

Questo libro susciterà l’interesse di tre tipi di persone:

1. Ricercatori dalla mente aperta che ne accetteranno le idee fondamentali come ipotesi, fintanto che non siano dimostrate erronee. Essi saranno francamente agnostici, ma temporaneamente disposti, nella loro ricerca della verità, a sperimentare i metodi e seguire i suggerimenti dati.

2. Aspiranti e discepoli che studieranno questo trattato allo scopo di comprendere meglio se stessi, mossi dal desiderio di aiutare i loro fratelli. Non accetteranno ciecamente gli insegnamenti, ma ne sperimenteranno, collauderanno e avvaloreranno con cura gli stadi e i passi tracciati per loro in questa sezione degli insegnamenti della Saggezza Eterna.

3. Iniziati. Essi coglieranno dei significati non evidenti agli appartenenti al primo gruppo e solo vagamente intuiti dai membri più avanzati del secondo gruppo. Interiormente essi conoscono la verità di molte di queste asserzioni e realizzeranno l’effetto interiore di molte leggi enunciate. Queste leggi esercitano un influsso in tre sfere distinte.

a. Nel fisico, con effetti sulla forma densa;

b. Nell’eterico, manifestandosi come l’energia sottostante ai suddetti effetti;

c. Nel mentale, dove riguardano gli impulsi che producono gli altri due.

Il Trattato del Fuoco Cosmico tratta principalmente del sistema solare, accennando alle corrispondenze e agli aspetti umani soltanto nella misura in cui essi dimostrano il rapporto della parte col tutto, dell’unità con la totalità.

Il presente libro si occuperà invece più specificamente dello sviluppo e dell’evoluzione umani, chiarendo le cause che hanno prodotto gli effetti presenti, indicando le possibilità future e la natura delle potenzialità in via di sviluppo.

Questo libro si fonda su quattro postulati basilari, che debbono essere accettati dallo studente come ipotesi degne di essere prese in considerazione e sperimentate. A nessun serio studioso della Saggezza Eterna si domanda una cieca adesione alle verità che presentiamo, gli si chiede piuttosto di accoglierle con mente aperta, di ponderare sulle teorie e gli ideali, le leggi e le verità che hanno guidato tanti esseri dalle tenebre alla luce dell’esperienza [8] della conoscenza. Ecco i quattro postulati per ordine d’importanza:

I. Nel nostro universo manifestato esiste l’espressione di un’Energia o Vita, causa responsabile delle diverse forme e della vasta gerarchia di esseri senzienti che compongono la totalità di tutto ciò che esiste. È la cosiddetta teoria ilozoistica, sebbene il termine non serva che a confondere. Questa grande Vita è la base del Monismo e tutti gli uomini illuminati sono Monisti. “Dio è uno”, questa è una verità. Una sola vita pervade tutte le forme, che nel tempo e nello spazio sono espressione dell’energia centrale universale. La vita in manifestazione produce esistenza ed essere, quindi è la causa originale della dualità, la quale è evidente quando l’oggettività è presente e scompare con lo svanire dell’aspetto forma. Molti sono i termini per indicare tale dualità, e per amor di chiarezza ne indichiamo i più usati: 

Spirito

Materia

Vita . . . . . . . . . . . . . . . . 

Forma

Padre . . . . . . . . . . . . . .

Madre

Positivo . . . . . . . . . . . . .

Negativo

Tenebra . . . . . . . . . . . 

Luce

Il concetto di unità essenziale deve costantemente rimanere presente nella mente degli studenti anche quando, come è necessario, parlano in termini finiti della dualità che è ciclicamente apparente ovunque.

II. Il secondo postulato scaturisce dal primo e afferma che la Vita Unica, manifestandosi tramite la materia, produce un terzo fattore che è la coscienza. Questa coscienza, risultato dell’unione dei due poli, spirito e materia, è l’anima di tutte le cose; essa permea tutta la sostanza o energia oggettiva, sottostà a tutte le forme, atomo, uomo, pianeta, sistema solare.

È la teoria dell’auto‑determinazione, [9] la quale insegna che tutte le vite di cui è formata la vita unica, nella propria sfera e nel proprio stato d’essere, si rivestono di materia e assumono forme per mezzo delle quali realizzano il loro specifico stato di coscienza e rendono stabile la propria vibrazione, in tal modo riconoscendosi quali esistenze.  Nello stesso modo la Vita Unica diviene così un’entità determinata e cosciente per mezzo del sistema solare ed è quindi essenzialmente la totalità delle energie, di tutti gli stati di coscienza e di tutte le forme esistenti. L’omogeneo diviene l’eterogeneo rimanendo tuttavia un’unità; l’uno si manifesta nella molteplicità, rimanendo immutato; l’unità centrale viene conosciuta nel tempo e nello spazio come composta e differenziata e tuttavia, quando il tempo e lo spazio più non saranno (non essendo che stati di coscienza) non rimarrà che l’unità. Solo lo spirito persisterà, con un’accresciuta azione vibratoria e la capacità d’intensificare la luce in ulteriori cicli di manifestazione.

Nel pulsare vibratorio della Vita Unica in manifestazione, il processo dell’essere si ripete in tutte le vite minori: esseri divini, angeli, uomini e le miriadi di vite che si esprimono mediante le forme dei vari regni della natura e nelle attività dei processi evolutivi. Tutte divengono auto-centrate ed auto-determinate.

III. Il terzo postulato fondamentale è che lo scopo per cui la Vita prende forma e il proposito dell’essere manifestato è lo sviluppo della coscienza o rivelazione dell’anima. Questo postulato potrebbe anche chiamarsi Teoria dell’Evoluzione della Luce. Se si pensa che anche la scienza moderna riconosce che luce e materia sono termini sinonimi, trovandosi così d’accordo con gli insegnamenti orientali, apparirà evidente che dalla reciproca azione dei poli e dalla frizione delle paia di opposti scaturisce la luce. Si comprenderà che lo scopo dell’evoluzione è una serie graduale di manifestazioni di luce. Velata [10] e nascosta in ogni forma vi è la luce, e col progredire dell’evoluzione, la materia diviene un conduttore di luce sempre migliore, dimostrando così l’esattezza delle parole del Cristo: “Io sono la Luce del Mondo”.

IV. Il quarto postulato è che tutte le vite si manifestano ciclicamente. È la Teoria della Rinascita o reincarnazione, dimostrazione della legge di periodicità.

Le grandi verità fondamentali della Saggezza Eterna sono dunque l’esistenza della vita e lo sviluppo della coscienza, tramite l’assunzione ciclica di nuove forme.

In questo libro ci occuperemo in particolare della piccola vita, cioè dell’uomo “fatto ad immagine e somiglianza di Dio” il quale, attraverso le incarnazioni, evolve la sua coscienza fino a divenire anima perfetta, la cui natura è luce e che si realizza in entità auto-cosciente. Questa unità evoluta, col tempo è destinata a fondersi, in piena e intelligente partecipazione con la più grande coscienza di cui è parte.

Prima di cominciare a svolgere il nostro soggetto sarà utile dare la definizione di alcuni termini che ricorreranno spesso, allo scopo di rendere più chiara la comprensione di quanto verrà esposto.

1. Occulto.  Questo termine si riferisce alle forze nascoste dell’essere e alle cause di condotta che determinano la manifestazione oggettiva. La parola “condotta” è usata deliberatamente, poiché ogni manifestazione, in tutti i regni della natura, è l’espressione della vita, del proposito e del tipo d’attività di qualche essere o esistenza, e in tal modo è letteralmente la condotta (o natura esteriore o qualità) di una vita. Tali cause dell’azione sono celate in ogni vita, sia che si tratti di un sistema solare, d’una entità planetaria, di un uomo o dell’Essere che rappresenta la totalità degli stati di coscienza e delle forme d’ogni regno della natura.

2. Legge. Una legge presuppone un essere superiore che, [11] dotato di un proposito e coadiuvato dall’intelligenza, coordina le proprie forze in modo da portare un piano predisposto a totale compimento. Con chiara conoscenza della meta da raggiungere, tale entità mette gradualmente in attività gli stadi che, se attuati in successione ordinata, condurranno alla attuazione perfetta del Piano. La parola “legge” si associa generalmente all’idea di assoggettamento ad un’attività riconosciuta come inesorabile e inflessibile, ma di solito non compresa da colui che vi è assoggettato; da un certo punto di vista, l’unità si sente immersa nell’impulso di gruppo, incapace di mutarlo o di sottrarsi al suo esito. Come inevitabile conseguenza, il concetto di legge suscita, nella coscienza dell’uomo, la sensazione di sentirsi una vittima ‑ come foglia in balia del vento, trasportata verso una meta ignota, sulla natura della quale non si possono fare che congetture e ipotesi. L’uomo si sente governato da una forza, apparentemente ineluttabile, che produce risultati di gruppo a spese delle singole unità. Quest’atteggiamento della mente dell’uomo è inevitabile, fintanto che la sua coscienza non abbia raggiunto un’espansione tale da percepire e comprendere i fini più vasti. Quando, giunto al contatto con il sé superiore, l’uomo partecipa alla conoscenza dell’obiettivo reale e, salendo sulla montagna della visione la sua prospettiva cambia abbracciando un più vasto orizzonte, egli si rende conto che la legge altro non è che impulso spirituale e manifestazione di vita dell’Essere in cui egli vive e si muove. Egli apprende che quell’impulso esprime un proposito intelligente, saggiamente diretto e basato sull’amore. Comincia allora ad applicare la legge, ossia a far passare attraverso se stesso con saggezza, amore e intelligenza, quel tanto d’impulso spirituale al quale il suo organismo è in grado di rispondere, per trasmetterlo e utilizzarlo. Cessa di fare ostruzionismo e comincia a trasferire. Pone termine al ciclo della sua vita chiusa ed egocentrica e spalanca le porte all’energia spirituale. Riconosce in tal modo [12] che la legge che prima odiava e di cui diffidava è il mezzo vivificatore e purificatore che lo spinge, insieme a tutte le creature di Dio, verso una meta gloriosa.

3. Psichico.  Nel regno umano sono in manifestazione due tipi della forza suddetta, e devono essere chiaramente compresi. La prima è la forza che anima i regni subumani della natura, l’energia animante che, congiunta all’energia della materia, produce tutte le forme. Effetto di questa congiunzione è di conferire all’intelligenza embrionale della sostanza stessa una sensibilità e rispondenza latente, che produce quel fattore, soggettivo che chiamiamo anima animale, esistente in quattro gradi o stati di consapevolezza senziente:

a. Coscienza del regno minerale.

b. Coscienza del regno vegetale.

c. Coscienza del regno animale.

d. Coscienza della forma animale, attraverso la quale agisce l’uomo spirituale e che, dopo tutto, non è che lo stadio superiore del gruppo precedente.

La seconda è la forza psichica risultante dall’unione dello spirito con la materia senziente nel regno umano, che produce un centro psichico chiamato anima umana. La forza di cui è custode o che esprime questo centro, porta in manifestazione una rispondenza e una consapevolezza che sono quelle dell’anima della vita planetaria, una coscienza di gruppo che arreca facoltà e conoscenza d’ordine differente da quello dell’anima animale. Esse sostituiscono infine i poteri dell’anima animale che limitano, deformano e imprigionano, conferendo all’uomo una sfera di contatti e una conoscenza infallibile, libera da errori e tale da ammetterlo alla “libertà dei cieli”. L’effetto dell’azione [13] liberatrice dell’anima umana serve a dimostrare la fallacia e la relativa inutilità dei poteri dell’anima. Ciò che desidero far comprendere ora è soltanto il duplice significato della parola “psichico”. Ci occuperemo in seguito dello sviluppo della natura psichica inferiore o anima dei veicoli in cui l’uomo opera nei tre mondi, cercando inoltre di chiarire la vera natura dell’anima umana e dei poteri che possono essere sviluppati e usati dall’uomo che è pervenuto al contatto con il suo centro spirituale, l’anima, e vive nella coscienza dell’anima.

4. Sviluppo.  La vita che pulsa nel cuore del sistema solare produce uno sviluppo evolutivo delle energie dell’universo, di cui l’uomo finito non può ancora avere la visione completa. In pari modo, il centro d’energia che chiamiamo l’aspetto spirituale nell’uomo, produce (utilizzando la materia o sostanza) lo sviluppo evolutivo di ciò che chiamiamo anima, la più alta manifestazione della forma, il regno umano. L’uomo è il prodotto più alto dell’esistenza nei tre mondi. Per uomo intendo l’uomo spirituale, figlio di Dio incarnato. Le forme di tutti i regni della natura ‑ umano, animale, vegetale e minerale ‑ contribuiscono a questa manifestazione. L’energia del terzo aspetto della Divinità tende alla rivelazione dell’anima o secondo aspetto, che a sua volta rivela l’aspetto superiore. Si ricordi sempre come questo stesso pensiero è espresso, con molta accuratezza, nella Dottrina Segreta di H. P. Blavatsky: “Noi consideriamo la vita come l’unica forma d’esistenza, manifestantesi in ciò che chiamiamo materia; o ciò che, erratamente separandoli, chiamiamo spirito, anima e materia nell’uomo. La materia è il veicolo per la manifestazione dell’anima su questo piano di esistenza e l’anima è il veicolo, su un piano più elevato, per la manifestazione dello spirito e questi tre sono una trinità sintetizzata dalla vita [14] che li pervade tutti.” (Dottrina Segreta, vol. I°., p. 79)

Attraverso la materia, l’anima si sviluppa e trova la sua massima espressione nell’anima dell’uomo; questo libro tratterà dello sviluppo di quell’anima e della sua scoperta da parte dell’uomo.

5. Conoscenza. Può essere divisa in tre categorie.
La prima è la conoscenza teorica. Essa include ogni conoscenza di cui l’uomo sia consapevole, ma che è da lui accettata su informazioni d’altri uomini o di specialisti dei vari rami della conoscenza. È quindi fondata sull’autorità e ha in sé l’elemento della fiducia verso lo scrittore o l’oratore e nell’intelligenza dei ricercatori nei vari campi del pensiero. Le verità così accettate non sono state formulate o verificate da colui che le accetta, mancandogli la necessaria preparazione e capacità per farlo. I dettami della scienza, della teologia, delle religioni, le conclusioni dei filosofi e dei pensatori mostrano i più svariati punti di vista e incontrano l’adesione delle menti non addestrate, ossia la mente d’evoluzione media.

La seconda è la conoscenza discriminante, che ha in sé una qualità selettiva e presuppone la valutazione intelligente e l’applicazione pratica del metodo più specificamente scientifico, l’uso dell’esperimento, l’eliminazione di ciò che non può essere provato, la selezione dei fattori suscettibili di essere sottoposti all’investigazione e conformi a leggi riconosciute. La mente razionale, dialettica, scolastica e concretante è messa in azione con il risultato che molte cose che appaiono puerili, impossibili e non verificabili vengono scartate e ne consegue una chiarificazione dei campi del pensiero. Questo processo scientifico discriminante ha permesso all’uomo di pervenire a molte verità in rapporto ai tre mondi inferiori. Il metodo scientifico compie, [15] in rapporto alla mente umana, le stesse funzioni che il metodo della meditazione occulta (nei suoi due primi stadi di concentrazione e di meditazione) compie in rapporto all’individuo. Per mezzo di esso si generano giusti processi del pensiero, mentre gli elementi non essenziali e le formulazioni incorrette della verità sono, in ultima analisi, eliminati o corretti, e la costante concentrazione dell’attenzione su un pensiero seme, un problema scientifico, una filosofia o una situazione mondiale, per finire sfocia in una chiarificazione e nel costante affiorare di idee giuste e di sane conclusioni. I pensatori più eminenti d’ogni grande scuola di pensiero non sono che esponenti della meditazione occulta e le brillanti scoperte della scienza, l’esatta interpretazione delle leggi di natura, la formulazione di conclusioni giuste nel campo della scienza, dell’economia, della filosofia, della psicologia o in qualsiasi altro campo non sono che le registrazioni, prima della mente e poi del cervello, di verità eterne, e sono l’indizio che l’umanità comincia a costruire il ponte fra il mondo oggettivo e quello soggettivo, fra il mondo della forma e il mondo delle idee.

Ciò conduce inevitabilmente all’emergere del terzo grado della conoscenza, cioè la conoscenza intuitiva. L’intuizione non è in realtà che la percezione, della mente, di fattori in creazione, dì qualche legge e qualche aspetto della verità, noti all’anima, emananti dal mondo delle idee e partecipi della natura di quelle energie che producono tutto ciò che è manifesto. Tali verità sono sempre presenti, queste leggi sono sempre attive, ma solo la mente addestrata, sviluppata, focalizzata e aperta può riconoscerle, più tardi comprenderle e finalmente adattarle ai bisogni e alle esigenze del proprio ciclo e del proprio tempo. Uomini che hanno esercitata la mente nell’arte del pensare chiaramente, del concentrare l’attenzione e del rendersi ricettivi alla verità, ce ne sono sempre stati, ma sinora in scarso numero e distanti l’uno dall’altro nel tempo; [16] sono le menti che si elevano al di sopra delle altre in tutte le epoche e che ora sono sempre più numerose. La mente umana è sulla via del progresso e molti uomini si librano ai margini di una nuova conoscenza. L’intuizione che guida i pensatori più avanzati verso nuovi campi del sapere non è che la precorritrice dell’onniscienza, caratteristica dell’anima. La conoscenza della verità su tutte le cose esiste ed è chiamata onniscienza ed infallibilità; nel linguaggio della filosofia indù è detta “corretta conoscenza”. Quando l’uomo ne coglie un frammento e l’assorbe nella coscienza umana, si giunge alla formulazione di una legge, alla scoperta di un processo della natura. Lavoro che è stato fin qui lento e frammentario; fra non molto però, la luce affluirà, la verità sarà rivelata e gli uomini verranno in possesso della loro eredità: l’eredità dell’anima.

In alcune delle nostre considerazioni ci troviamo inevitabilmente nel campo speculativo. Chi ha una visione che altri, sprovvisti dei necessari requisiti, non possono percepire, è spesso tacciato di visionario e mistificatore. Tuttavia, quando tale visione è percepita da molti, ne viene ammessa la probabilità; quando poi l’occhio dell’umanità stessa è risvegliato e aperto, non si parla più di visione, ma si afferma un fatto e si enuncia una legge. Tale è stata la storia della conquista della conoscenza nel passato e tale sarà nel futuro.

Per l’uomo di media evoluzione, tanto il passato quanto il futuro appartengono al campo puramente speculativo, ma egli stesso è il risultato di quel passato e il futuro scaturirà dalla somma totale delle sue caratteristiche e delle sue qualità presenti. Ciò è vero tanto per il singolo individuo, quanto per l’umanità nel suo insieme. Quell’unità della natura che chiamiamo quarto regno o regno umano, rappresenta il prodotto della sua eredità fisica; le sue caratteristiche sono la somma del suo sviluppo emotivo e mentale e il suo patrimonio è costituito da ciò che è riuscito ad accumulare durante i cicli [17] di lotta col suo ambiente, cioè l’insieme degli altri regni della natura. Nel regno umano sono latenti poteri, caratteristiche e doti che il futuro rivelerà e che a loro volta determinano quel futuro.

Ho espressamente cominciato con l’indefinibile e il non riconosciuto. L’anima è una quantità ancora ignota e non ha un suo vero posto nelle teorie accademiche e nella ricerca scientifica. La sua esistenza non è dimostrata e, anche dagli accademici di mente più aperta, non è considerata che una possibile ipotesi, non provata. Nella coscienza dell’umanità non è accettata come una realtà. Due gruppi di persone soltanto ne accettano l’esistenza come fatto: l’uno formato dai semplici, gli ingenui, i poco evoluti, di tendenza religiosa i quali, allevati sin da bambini in una delle religioni del mondo, ne accettano i postulati ‑ come l’esistenza di Dio, dell’anima e la sua immortalità. L’altro gruppo è quell’esiguo nucleo, in costante aumento, di Conoscitori di Dio e della realtà, che conoscono l’esistenza dell’anima, come fatto risultante dalla propria esperienza, ma non sono in grado di dimostrare tale esistenza in modo soddisfacente agli uomini che ammettono solo ciò che la loro mente concreta può afferrare, analizzare, criticare e sperimentare.

L’ignorante e il saggio s’incontrano su un terreno comune, come sempre avviene, dei due estremi. Fra i due troviamo coloro che non sono né totalmente ignoranti, né intuitivamente saggi. Essi costituiscono la massa di uomini dotati di un certo grado di cultura, che sanno ma non comprendono e che devono ancora apprendere a distinguere fra ciò che può essere afferrato dalla mente razionale, ciò che può essere percepito dall’occhio della mente e ciò che soltanto la mente astratta o superiore può formulare e conoscere. Infine tutto ciò si fonde nell’intuizione, che è la “facoltà conoscitiva” del mistico pratico e intelligente, che avendo relegata la natura emotiva e senziente al suo giusto posto, usa la mente come lente di [18] focalizzazione, attraverso la quale guarda il mondo dell’anima.