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PARTE TERZA - LA FINE DELL’ILLUSIONE - Parte 2

Il decorso successivo della rivelazione è il medesimo in entrambi i casi e l’illusione supera entrambe le forme della rivelazione ma, e vi prego di riflettervi, attorno alle rivelazioni della scienza si accumula meno illusione che non attorno a quelle che l'umanità chiama verità spirituali. In parte ciò si deve al fatto che l’ultima grande rivelazione fu data dal Cristo duemila anni fa e da allora lo sviluppo della mente umana e la sua risposta alla verità si sono molto accresciuti. Inoltre le rivelazioni scientifiche sono in gran parte risultato di tensione di gruppo, alla fine focalizzate in un ricevente intuitivo, e in tal modo restano protette.

Oggi, mentre l’umanità attende la rivelazione che incarnerà i pensieri, i sogni e la meta costruttiva della nuova era, per la prima volta la richiesta nasce da un grande gruppo di  persone di tendenza intuitiva. Non ho detto intuitivi. Questo gruppo è ora così vasto, la sua focalizzazione tanto reale e la sua richiesta tanto forte che riesce a focalizzare l’intento collettivo. Perciò, qualsiasi rivelazione emerga nel futuro immediato, sarà più “protetta dallo spirito di comprensione” delle precedenti. Questo è il significato delle parole del Nuovo Testamento: “Ogni occhio Lo vedrà”; l’umanità nel suo complesso riconoscerà il Rivelatore. Nelle età trascorse un Messaggero dell’Altissimo veniva riconosciuto da un esiguo numero di uomini e occorrevano decenni, talvolta secoli, prima che il Suo messaggio penetrasse nei cuori dell’umanità.

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La pressione dei tempi e il senso delle proporzioni, più un forzato ritorno alla vita semplice e a minori esigenze, possono evitare che la prossima rivelazione si immerga troppo rapidamente nel fuoco della Grande Illusione.

Vi sarà pertanto evidente che per quanto riguarda le vicende mondiali, gli stati di coscienza e le condizioni nei tre mondi, il discepolo e l’iniziato operano dall’alto in basso. È in realtà una ripetizione dell’arco involutivo nel quale (come il Creatore, che opera da un punto di direzione esteriore) energia, forza e forze vengono avviate al mondo fenomenico e producono precisi effetti sulla sostanza dei tre piani. È un punto da ricordare con molta attenzione e per tale ragione il Metodo della Presenza deve sempre essere usato prima di qualsiasi altro. Esso stabilisce il rapporto con l’Agente spirituale e consente al discepolo di assumere l’atteggiamento dell’Osservatore distaccato e di agente del Piano. Se seguito in modo corretto, l’intuizione entra in gioco e il mondo del significato (dietro quello dei fenomeni) si rivela, dissipando l’illusione. La verità è vista e conosciuta qual è. Le forme del mondo esteriore fenomenico (esteriori per l’anima e comprendenti perciò i tre mondi dell’esistenza quotidiana) sono perciò viste quali simboli di una Realtà interiore e spirituale.

2. IL METODO DELLA LUCE

Consideriamo ora il prossimo sviluppo e il servizio da rendere secondo un altro metodo.

Il tema è così vasto e nelle Scritture, nei commentari e nelle dissertazioni [191] teologiche si è tanto detto della Luce, che la semplice verità e i pochi principi fondamentali si sono perduti di vista in un mare di parole.

Nei miei libri ho scritto molto su questo tema e in La Luce dell’Anima, scritto in collaborazione con A.A.B., cercai di indicare la natura della luce dell’anima. La chiave di questo metodo è nelle parole: in quella Luce vedremo LUCE. In apparenza sono astratte e simboliche e si possono così parafrasare: Quando il discepolo trova il centro luminoso in sé e può procedere nella sua luce radiosa, si trova nella posizione (o in uno stato di coscienza, se preferite) di essere consapevole della luce entro le forme e gli atomi. Il mondo interiore della realtà gli diventa visibile come sostanza luminosa (cosa diversa dalla Realtà rivelata dall’intuizione). Può allora cooperare con efficienza al Piano, poiché il mondo del significato psichico è per lui una realtà e sa cosa fare per dissolvere l’annebbiamento. Si può affermare che il processo di far luce nei luoghi oscuri consta di tre stadi:

1. Lo stadio in cui il principiante e l’aspirante tentano di sradicare l’annebbiamento dalla propria vita usando la luce della mente. Nelle prime fasi la luce della conoscenza è il mezzo principale di dissoluzione ed elimina effettivamente i vari annebbiamenti che velano loro la verità.

2. Lo stadio in cui l’aspirante e il discepolo operano con la luce dell’anima. È la luce della saggezza, interpretazione dei risultati di lunghe esperienze, e affluisce fondendosi con la luce della conoscenza.

3. The Lo stadio in cui il discepolo e l’iniziato usano la luce dell’intuizione. In virtù della fusione [192] della luce della conoscenza (luce della personalità) con quella della saggezza (luce dell’anima) la Luce è vista, conosciuta e fatta propria. Essa estingue le luci minori con la pura radiosità del suo potere.

Avete perciò la luce della conoscenza, della saggezza e dell’intuizione, che sono tre aspetti dell’Unica Luce. Esse corrispondono al Sole fisico, al Cuore del Sole e al Sole centrale spirituale. Queste ultime parole sono la chiave del rapporto fra l’uomo e il Logos.

Questi stadi e i metodi corrispondenti possono essere fraintesi se non si tiene presente che fra di essi non esistono demarcazioni, ma sovrapposizioni continue, uno sviluppo ciclico e un processo di fusione che confondono molto i principianti. Come per l’innata reazione all’ambiente si produce l’apparato necessario per il contatto con esso, così i poteri sviluppati da questi metodi sviluppano modi di contatto con l’anima e l’ambiente spirituale. Ciascuno di questi metodi è connesso a un nuovo ambiente e ciascuno sviluppa nell’iniziato o discepolo un potere che può essere usato nel servizio all’umanità e nelle elevate sfere dell’attività divina; ciascuno è connesso agli altri e consente al discepolo il rapporto cosciente con un nuovo ambiente, nuovi stati di consapevolezza e campi di servizio. Ad esempio:

1. Il Metodo della Presenza, se seguito con successo consente all’intuizione di fluire liberamente, di sostituirsi all’attività della mente razionale e dissipare l’illusione sostituendovi le idee divine formulate in concetti che chiamiamo ideali. Ricordate che i Maestri usano la mente solo per due attività:

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a. Per raggiungere le menti dei loro discepoli e attrarre gli aspiranti con uno strumento simile alla mente del discepolo. 

b. Per creare ai livelli concreti forme pensiero che incarnino le idee divine. Colui che dirige, l’Angelo della Presenza, produce il potere di creare in tal modo e ciò è il risultato dell’intuizione: idea o verità percepita e riprodotta.

2. Il Metodo della Luce è più connesso alla mente e per suo mezzo l’illuminazione che fluisce dall’anima (che è luce) irradia non solo gli ideali ma anche la vita, le circostanze e gli eventi, rivelando cause e senso dell’esperienza. Quando il discepolo comprende il potere di illuminare, ha fatto il primo passo per disperdere l’annebbiamento; come il metodo della Presenza è efficace sul piano mentale, così quello della Luce sviluppa poteri che possono essere efficaci sul piano astrale e, col tempo, può determinarne la scomparsa.

3. Il Metodo dell’Indifferenza annulla o neutralizza la presa della sostanza sulla vita o spirito nei tre mondi, poiché l’anima è l’evidenza della vita.

In riferimento a questo secondo metodo citerò alcune parole della Bibbia, sostituendo al termine “fede” il termine “luce”: “La luce è la sostanza delle cose che si sperano, l’evidenza di quelle che non si vedono”. È forse una delle definizioni più occulte della luce del mondo e il suo vero significato verrà rivelato nelle prossime due generazioni. Il termine “fede” è un buon [194] esempio del metodo di “velare” antiche verità in modo che il loro significato non sia rivelato prematuramente. Luce e sostanza sono sinonimi, così come anima e luce, e questa identità di idea – luce, sostanza, anima – è la chiave della fusione e unificazione che il Cristo manifestò in modo perfetto nella Sua vita sulla Terra.

Perciò, quando studenti e aspiranti hanno progredito nel contatto con l’anima, hanno compiuto un importante passo per comprendere la luce e i suoi usi. Essi non devono però confondere la luce che proiettano sulla vita, sulle circostanze, sugli eventi e sull’ambiente con l’intuizione. La luce di cui trattiamo si esprime nei tre mondi e rivela forma e forme, le loro reazioni e i loro effetti, il loro annebbiamento e le attrattive, il loro potere di illudere e imprigionare la coscienza. La luce implicata è luce dell’anima, che illumina la mente e rivela il mondo delle forme nel quale la vita è immersa.

L’intuizione non riguarda nulla che sia dei tre mondi dell'esperienza umana, ma solo le percezioni della Triade spirituale e il mondo delle idee. L'intuizione è per il mondo del significato ciò che la mente è per i tre mondi dell’esperienza. Genera comprensione, così come la luce dell’anima genera conoscenza, per mezzo di quell'esperienza. La conoscenza non è una reazione puramente mentale, ma qualcosa che esiste a tutti i livelli e sotto qualche forma è istintiva in tutti i regni della natura. Questo è assiomatico. I cinque sensi procurano conoscenza fisica; la sensibilità psichica procura conoscenza del piano astrale; la mente porta percezione intellettuale, ma tutti sono aspetti della luce della conoscenza (proveniente dall’anima) che informa i propri veicoli d’espressione nel triplice vasto [195] ambiente in cui decide di imprigionarsi a fini evolutivi.

Su una voluta più alta della spirale l’intuizione è espressione della triplice Triade spirituale e la pone in rapporto con livelli più elevati d’espressione divina; è un risultato della vita della Monade, energia che rivela il proposito divino. È nel mondo di questa rivelazione divina che il discepolo impara infine a operare e nel quale l’iniziato opera coscientemente. La vita attiva nei tre mondi è una distorsione di questa esperienza superiore, ma è anche il campo di addestramento in cui lentamente si acquisisce lentamente la capacità di vivere la vita iniziatica di percezione intuitiva e di servire il Piano. Queste distinzioni (nel tempo e nello spazio, poiché tutte fanno parte della grande illusione, pur essendo necessarie e inevitabili quando la mente governa) devono essere attentamente esaminate. I discepoli giungeranno a un punto di sviluppo in cui sapranno se reagiscono alla luce dell’anima o alla percezione intuitiva della Triade. Potranno allora sapere che la percezione intuitiva, come la chiamano, non è che la reazione della personalità illuminata alla tendenza a identificarsi propria della Triade. Ma questi concetti oltrepassano la capacità di comprensione dell’uomo comune, poiché fusione e identificazione non sono in alcun modo la stessa cosa.

Le regole del Metodo della Luce sono state adeguatamente formulate nel Raja Yoga di Patanjali e distinte in cinque stadi: concentrazione, meditazione, contemplazione, illuminazione e ispirazione; questi a loro volta richiedono l’applicazione delle Cinque Regole e dei Cinque Comandamenti che vi raccomando di studiare. Ne derivano molteplici effetti nella sensibilità psichica, quali il contatto con la Gerarchia, l’illuminazione, il servizio e la disciplina, e infine lo [196] stadio di “unità isolata”, paradossale espressione usata da Patanjali per indicare la vita interiore dell’iniziato.

Gran parte di quanto ho detto è ben noto agli aspiranti, sia che studino il Raja Yoga dell’India o un misticismo pratico come quello di Mastro Eckhart e dei moderni esoteristi più mentali. Questi ultimi sono andati oltre la visione mistica, giungendo alla fusione. Non occorre che mi dilunghi su questo, è lo stadio superiore di unificazione, testimoniata da tutti i mistici.

Ciò che ora ci riguarda è come riconoscere quella luce, farla propria e usarla per dissolvere l’annebbiamento e rendere un profondo servizio esoterico al mondo. Si potrebbe dire che la luce interiore è simile a un riflettore rivolto al mondo dell’annebbiamento e delle lotte umane da un'altura, che un Maestro ha chiamato “il piedistallo dell’anima, torre o faro spirituale”. Le idee di altitudine e distanza sono tipiche della via mistica. Il potere di usare questa luce per dissolvere si acquista soltanto quando, scordati i simboli, il servitore comincia a considerare se stesso come luce e centro irradiante. Ciò spiega certe caratteristiche tecniche della scienza occulta. L’esoterista sa che ogni atomo del suo corpo racchiude un punto di luce, e che la natura dell’anima è luce. Per lunghe età egli procede per mezzo della luce generata all’interno dei suoi veicoli, dalla luce contenuta nella sostanza atomica del suo corpo ed è perciò guidato dalla luce della materia. In seguito scopre la luce dell’anima. Ancora più avanti impara a fondere la luce dell'anima con quella materiale. Allora risplende ed è portatore di luce, quella purificata della materia e la luce dell’anima, fuse e focalizzate. L'uso di questa luce focalizzata che dissolve l’annebbiamento individuale insegna ai discepoli i primi stadi del metodo con cui dissolverà [197] l’annebbiamento di gruppo e infine quello mondiale, ciò di cui ora parleremo.

Il tema di cui trattiamo (la luce dell’anima che dissolve l’annebbiamento nei tre mondi) è il più pratico, utile e necessario che ci sia oggi; riguarda il piano astrale e il servizio che occorre è vitale e attuale. La liberazione dall’annebbiamento che li tiene schiavi è un’esigenza assoluta per l’individuo e per tutta l'umanità. La nuova era, che si aprirà al genere umano al termine della guerra, si distinguerà per la polarizzazione mentale e la conseguente liberazione dall’annebbiamento; per un certo periodo dominerà allora l’illusione mentale, fino a quando l’intuizione non sarà più sviluppata. Per coloro che seguiranno questa illusione avrà effetti molto diversi da quelli degli uomini che vivono e operano in mezzo alle nebbie emotive. Altra caratteristica della nuova era sarà l’accostamento scientifico all’intero problema dell’annebbiamento, che verrà riconosciuto per ciò che è e dissolto scientificamente con l’azione di gruppi di menti illuminate operanti in gruppi all’unisono a tal fine.

Ciò che prospetto a voi (aspiranti e discepoli del mondo) è la possibilità di un preciso servizio mondiale. Si formeranno gruppi di coloro che operano a dissolvere l’annebbiamento nella propria vita individuale, non tanto per liberare se stessi quanto con il preciso obiettivo di sbarazzare il piano astrale dalle sue fitte nebbie. Con il potere delle loro menti illuminate essi opereranno congiunti per dissolvere qualche importante fase di annebbiamento mondiale; uniti volgeranno “il riflettore della mente, che riflette la luce del sole, ma allo stesso tempo irradia la propria luce interiore sulle foschie e le nebbie della Terra dove l’umanità brancola. [198] Nella sfera illuminata della luce radiante e focalizzata la realtà apparirà trionfale”.

È interessante notare che la più antica preghiera del mondo si riferisce ai tre aspetti dell’annebbiamento; è a tal fine che i tre metodi vanno usati per rendere possibili liberazione e progresso. La preghiera, che vi è nota, recita (Brihadaranyaki Upanishad I, 3, 28):

"Signore, guidaci dalle tenebre alla Luce, dall’irreale al Reale, dalla morte all’Immortalità."

Guidaci dalle tenebre alla Luce” riguarda la mente quando è infine illuminata dalla luce dell’intuizione; questa illuminazione si realizza con il Metodo della Presenza, dalla quale essa risplende. È il fattore mediatore che determina la Trasfigurazione della personalità, e un centro di luce radiante sul piano mentale. Ciò vale sia per l’individuo che per il punto di luce focale generata dall’unione mentale e dal chiaro pensiero di uomini progrediti. Questi, in virtù del potere delle loro mentii unificate, riusciranno a liberare il mondo da qualche aspetto della Grande Illusione.

Dall’irreale al Reale” riguarda in modo specifico il piano astrale e le sue nebbie che tutto avvolgono. Esse incarnano l’irreale e lo presentano ai prigionieri del piano astrale, che lo scambiano per la Realtà. A questo imprigionamento può porre fine il Metodo della Luce, impiegato da coloro che, in gruppo, si impegnano a dissolvere l’annebbiamento e a far emergere nella coscienza umana la chiara concezione e il riconoscimento della natura della Realtà.

Questa particolare opera di dissolvimento è il nostro tema immediato. È di vitale importanza che quanti riconoscono [199] la porta aperta sul futuro attraverso la quale tutti gli uomini devono passare comincino a operare in tal senso. Soltanto così l’umanità può essere aiutata a lasciarsi alle spalle gli errori, le nebbie e i fallimenti del passato. Questo metodo libera dall'annebbiamento e può trasformare la vita dell’uomo, dando inizio alla nuova civiltà e cultura. Il dissolvimento può essere compiuto dai discepoli di ogni parte del pianeta, coadiuvati dagli aspiranti; sarà tuttavia principalmente opera di coloro la cui focalizzazione di raggio rende la loro vita astrale la linea di minor resistenza e hanno imparato o stanno imparando a dominarla col potere del pensiero e della luce mentale. Sono soprattutto persone di sesto raggio, aiutate da aspiranti e discepoli di secondo e quarto raggio.

Nel tempo e nello spazio questo compito sarà prima di tutto avviato e controllato in gruppo soltanto da aspiranti il cui raggio dell’anima o della personalità sia il sesto, o da coloro il cui corpo astrale sia condizionato dal sesto raggio. Quando abbiano compresa la natura dell’opera e “adottato fanaticamente il metodo della luce per servire l’umanità”, il loro lavoro sarà completato da discepoli di secondo raggio operanti dagli Ashram dei Maestri che assumono allievi. Il lavoro di entrambi i gruppi verrà infine rivelato (in un futuro lontano) da aspiranti e discepoli che intraprenderanno un'attività astrale quando il quarto raggio comincerà a manifestarsi. La dissoluzione dell’annebbiamento è perciò compiuta da chi è portato in manifestazione dalle energie di secondo, quarto e sesto raggio. Insisto su questo perché spesso i discepoli intraprendono compiti per i quali non sono particolarmente idonei e in quanto i loro raggi non solo non li aiutano, ma a volte li ostacolano.

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L’intero soggetto è connesso alla coscienza, il secondo aspetto, e riguarda le forme mediante le quali la consapevolezza del genere umano progredisce. L’annebbiamento è causato dal riconoscimento di ciò che l’uomo ha creato e, come è detto in senso occulto: “Egli diviene consapevole della realtà dopo aver distrutto ciò che egli stesso ha creato”. Queste forme si dividono in due grandi categorie:

1. Forme di origine molto remota, risultato dell’attività, del pensiero e degli errori umani. Esse comprendono tutte le forme create dalla natura di desiderio dell’uomo nel corso dei millenni e costituiscono la nebulosa sostanza dell’annebbiamento, indistinta dal punto di vista fisico, ma densa dal punto di vista del piano astrale. Sono gli incentivi a tutte le imprese e attività sul piano esterno con cui l’uomo cerca di appagare i desideri. L’aspirante deve liberarsene se vuole passare la porta che chiamiamo seconda iniziazione a un più ampio stato di coscienza.

2. Forme incessantemente create e prodotte in risposta all’aspirazione umana, che dapprima forniscono l’incentivo ad alte conquiste personali, poi a conseguimenti spirituali. Hanno in sé i segni di ciò che è nuovo e possibile. Inoltre, per quanto sembri strano, costituiscono un annebbiamento essendo temporanee e illusorie e non si deve permettere loro di celare il Reale. Questa Realtà precipiterà da sé al momento opportuno, quando entrerà la luce superiore. Le forme sono segni del Reale, ma spesso i segni sono presi per realtà; sono in conflitto con i vecchi pensieri e desideri del passato e devono cedere il posto alla presenza della [201] Realtà effettiva. In tempi di crisi sono l’ardua prova per aspiranti e discepoli, tale da richiedere la più sottile discriminazione; superata che sia si potrà affidare loro il compito di dissolvere entrambi questi tipi di annebbiamento, quelli più urgenti o qualche loro aspetto particolare e diffuso.

Vi sarà perciò evidente che i gruppi impegnati coscientemente al compito di dissipare l'annebbiamento avranno le seguenti caratteristiche:

1. Saranno composti da aspiranti e discepoli di sesto raggio, coadiuvati da servitori di secondo raggio.

2. Saranno costituiti da coloro che:

a. Imparano o hanno imparato a dissolvere i propri annebbiamenti e comprendono il compito.

b. Sono focalizzati sul piano mentale e dispongono perciò di una certa misura di illuminazione mentale. Stanno impadronendosi del Metodo della Luce.

c. Sono consapevoli della natura degli annebbiamenti che tentano di eliminare e sanno usare la mente illuminata come riflettore.

3. Vi faranno parte coloro che (in senso occulto) stanno sviluppando rapidamente i poteri seguenti: 

a. Il potere non solo di riconoscere l’annebbiamento per ciò che è, ma di discriminare      fra i suoi vari tipi.

b. Il potere di appropriarsi la luce, assorbendola per proiettarla poi coscientemente e scientificamente nel mondo dell'annebbiamento. I [202] Maestri, gli iniziati superiori e i discepoli mondiali lo fanno da soli, se necessario, senza la protezione o il soccorso della luce dei membri del gruppo.

c. Il potere di usare la luce non solo assorbendola e proiettandola, ma anche usando coscientemente la volontà, dirigendo energia sul fascio di luce. A ciò aggiungono una focalizzazione costante. Il raggio così proiettato ha un doppio effetto: è espulsivo e dinamico, come un forte colpo di vento che spazza o dissipa una densa nebbia, o i raggi del sole che la fanno evaporare. È anche un raggio lungo il quale può entrare ciò che è nuovo e parte della divina intenzione. Le nuove idee e gli ideali desiderati possono penetrare “sul raggio”, proprio come aeroplani guidati all’atterraggio da un fascio di luce.

a. Dissipazione dell’annebbiamento individuale.

Vediamo dapprima come il singolo aspirante possa dissipare gli annebbiamenti che per secoli ne hanno condizionato la vita nei tre mondi. Per quattro quinti della sua esistenza incarnata è stato dominato dal desiderio. Ha poi cominciato a trasmutarlo in aspirazione e a cercare, con tutta la devozione, l’emozione e l’anelito di cui è capace, di realizzarsi. A questo punto prende allora coscienza della terrificante natura degli annebbiamenti in cui vive automaticamente e normalmente. L’annebbiamento nacque quando l’uomo riconobbe e notò il desiderio quale incentivo, così dimostrando la propria condizione umana e distinguendosi dall’animale, poiché è la mente che rivela l’esistenza del desiderio. Allo sforzo istintivo di soddisfare quel desiderio (innato e inerente alla natura inferiore) si sostituirono [203] tentativi preordinati, che comportavano l’uso della mente. Così la demarcazione fra animale e umano si fece sempre più netta e la prima e fondamentale espressione del puro egoismo apparve in età molto remota. Più tardi, con l’evoluzione e con lo spostarsi dei desideri da una soddisfazione all’altra, le finalità assunsero aspetti meno fisici e si ricercò soddisfazione nell’esperienza emotiva e nella sua rappresentazione: ciò condusse al dramma quale prima espressione artistica umana; grazie a ciò, lungo le età l’uomo ha aggiunto all’emotività drammatica della vita personale una immersione sostitutiva in situazioni fittizie, così esternando e alimentando i propri drammi, desideri e obiettivi con quelli immaginati e ponendo le basi per riconoscere (in modo reale e intelligente) il rapporto fra la parte e il tutto. Così fin dagli albori dell’Atlantide si gettarono le fondamenta della dualità mistica e dei suoi stadi, dal riconoscimento della divinità antropomorfica a quello della realtà esistente nell’uomo stesso, per giungere infine a ciò che confronta il discepolo. Il Guardiano della Soglia affronta allora l’Angelo della Presenza e si combatte l’ultimo e decisivo conflitto.

Questa coscienza dualistica culmina alla terza iniziazione, nella lotta finale fra gli opposti e con la vittoria trionfante dell’Angelo, che incarna le Forze del Bene nell’individuo, nel gruppo e nell’umanità. Il dualismo e il desiderio di ciò che è materiale e non se stesso (ma identificato con il Tutto) allora scompaiono. Unità e “vita più abbondante” sono raggiunte.

Il procedimento seguito dal discepolo impegnato coscientemente ad eliminare l'annebbiamento dalla sua vita può essere [204] suddiviso in quattro stadi così definiti:

1. Lo stadio di riconoscimento di uno o più annebbiamenti che celano la Realtà e che, nelle crisi particolari della vita, dipendono dal raggio della personalità.

2. Lo stadio di focalizzazione della coscienza sul piano mentale e di raccogliere la luce in quel punto di focalizzazione affinché l’illuminazione sia chiara, il lavoro da svolgere ben compreso e il riflettore della mente sia diretto sull’annebbiamento che si intende eliminare.

3. Lo stadio di direzione. Comprende l'afflusso costante di luce (diretta con intelligenza) nei luoghi oscuri del piano astrale, ricordando che quella luce consentirà al discepolo di:

a. Dissolvere l’annebbiamento, esperienza soddisfacente.

b. Vedere il Reale, esperienza terrificante, fratello mio.

4. Lo stadio di identificazione con il Reale quando se ne viene in contatto, una volta eliminato l’annebbiamento. Nella maggior luce ora disponibile vi sarà un ulteriore riconoscimento di annebbiamenti ancora più sottili che dovranno essere dissipati.

Il processo di riconoscimento, focalizzazione e dissipamento con la rivelazione che ne consegue non ha soste da quando il discepolo inizia il Sentiero del Discepolato Accettato fino alla terza iniziazione.

Chiavi per il buon esito di questo processo sono la meditazione e la capacità di tenere la mente salda nella luce. Solo con la costanza è possibile formare, intensificare, focalizzare e proiettare e, [205] al momento giusto, ritirare il fascio di luce. Non posso addentrarmi in spiegazioni sul processo di meditazione, basato sulla corretta comprensione della concentrazione. Ho scritto molto al riguardo e la disciplina del Raja Yoga è ben nota. Concentrazione e controllo mentale sono oggi insegnamenti normali da parte di educatori e genitori illuminati. Oggi è difficile credere che un tempo frasi come: “Usate la mente”, “Se solo pensaste”, o “Un po’ di controllo mentale” erano del tutto ignote, poiché la mente era poco sviluppata. Essa era riconosciuta quale fattore attivo da coloro che avevano una coscienza di iniziati. Il Sentiero dell’Evoluzione è infatti il sentiero dei riconoscimenti che conducono alla rivelazione. L’intero processo evolutivo è iniziatore, passando da un’espansione di coscienza all’altra, finché il mondo aformale e quello fenomenico si rivelano nella luce che l’iniziato genera e nella quale procede. Le luci sono diverse e rivelano in modo diverso; esse sono:

1. La luce della materia stessa, in ogni atomo di sostanza.

2. La luce del corpo vitale o eterico, riflesso dell’Unica Luce poiché unifica i tre tipi di luce nei tre mondi.

3. La luce dell’istinto.

4. La luce dell’intelletto o della conoscenza.

5. La luce dell’anima.

6. La luce dell’intuizione.

Procediamo di luce in luce, di rivelazione in rivelazione, finché si passa dal regno della luce a quello della vita che finora è ci è totalmente oscuro.

Vi sarà evidente che questa crescita della luce determina costantemente una serie di rivelazioni che, [206] come ogni altra cosa nel mondo dell’esperienza umana, dispiegano davanti agli occhi prima di tutto le forme, poi il mondo degli ideali, e infine la natura dell’anima, delle idee e della divinità. Sono solo alcuni dei termini che incarnano la rivelazione e ne simboleggiano il carattere. Ma tutte non sono che un’unica grande rivelazione che lentamente si spiega davanti agli occhi dell’umanità. La luce del sé personale inferiore rivela il mondo della forma, della materia, dell’istinto, del desiderio e della mente; la luce dell’anima rivela il rapporto fra queste forme di vita col mondo senza forma e il conflitto fra il reale e l’irreale. La luce dell’intuizione rivela alla visione dell’anima nella personalità la natura di Dio e l’unità del Tutto. L’irrequietezza del desiderio materiale, che cerca appagamento nei tre mondi, alla fine è sostituita dall’aspirazione al contatto con l’anima e alla sua vita. A sua volta ciò viene inteso come un passo verso grandi esperienze fondamentali che chiamiamo le cinque iniziazioni maggiori. Queste rivelano il fatto, prima non realizzato, che l’uomo non è un essere separato, e il rapporto fra la sua volontà individuale e quella divina.

Ora studieremo come si succedono queste fasi di lavoro sul piano astrale; per prima cosa l’individuo impara ad usare la luce della mente, generata dall’anima in rapporto più stretto con la personalità e stimolata dall’intuizione. In virtù di questa luce il discepolo impara a eliminare gli annebbiamenti personali e privati. Dico questo perché vorrei vi rendeste conto della vastità del compito che l’uomo intraprende quando s’impegna coscientemente a liberarsi dall'annebbiamento, in vista di un più ampio servizio. È allora in conflitto con l’annebbiamento dell’intero piano astrale e, rendendosene conto, può esserne sopraffatto. Questa è una delle [207] cause della profonda depressione e dei gravi complessi d’inferiorità, che rendono alcuni del tutto impotenti o inducono infine al suicidio. Gli annebbiamenti personali li collegano a quello nazionale o planetario, così condizionando la loro vita e il pensiero. Ricordatelo nei rapporti umani, quando trovate ostinazione nelle idee e incapacità di vedere la verità come voi la vedete. Quegli annebbiamenti individuali sono alimentati da altri più gravi e questo è tuttora troppo per molti.

Non intendo trattare in modo specifico annebbiamenti particolari, ma darvi una formula che, con lievi mutamenti e aggiunte, serva al singolo e al gruppo nel dissolvere l’annebbiamento. Affermo in primo luogo che l’uomo deve innanzi tutto capire che le sue reazioni, idee, desideri ed esperienze emotive riguardano e sono condizionate da uno o più annebbiamenti, che insomma è vittima di molti di essi che si sono generati nel corso di molte esistenze, sono profondamente radicati nel suo passato e ai quali reagisce d’istinto. Giunge però il momento in cui il discepolo in prova se ne rende conto e li riconosce all’apparire, anche se vi reagisce; cerca di liberarsene, dapprima in modo spasmodico, ricorrendo al ragionamento per razionalizzarsi e alternandosi fra temporanei successi, quando si comporta come libero dall’annebbiamento, e lunghi periodi di sconfitta, quando ne è sopraffatto, non vede luce da nessuna parte ed è come cieco e disorientato. Ciò significa che è attratto, come da un magnete (la forza dell’antico annebbiamento accumulato con i suoi effetti karmici) proprio in mezzo alle nebbie che vorrebbe evitare. Queste alternanze più tardi portano a uno stadio in cui l’attrazione dell’anima comincia a compensare quella di questi annebbiamenti; egli [208] aspira alla libera espressione e a svincolarsi dal dominio del piano astrale. A questo punto inizia il processo che porta all’equilibrio.

È durante questo stadio che si inserisce la meditazione e l’uomo e prende coscienza della luce dell’anima che si fonde con quella inerente del corpo mentale, questa luce unificata si intensifica costantemente mentre egli persiste nella meditazione. Giunge poi un momento in cui l'aspirante scopre che questa luce interiore può essere usata e tenta, con successi ineguali, di dirigerla sul proprio annebbiamento particolare. È a questo punto che noi proseguiamo con il Metodo della Luce, impiegandolo in modo che quello vago e poco scientifico del passato abbia fine. Il metodo indicato è utile soltanto per chi sappia qualcosa della luce della mente, della luce nella testa e della luce dell’anima. La luce nella testa si produce unificando in modo definito le luci dell’anima e della personalità, focalizzate nella mente e con un effetto nel cervello. È un processo che avviene in tre fasi:

1. Tentativo di focalizzare la luce della mente e della materia nel veicolo mentale.

Ciò significa unire la luce della materia e della sostanza (luce materiale densa e luce eterica) con quella della mente. Non esiste una luce propria o specifica del o nel corpo astrale, che è soltanto un aggregato di forme create dall’individuo, dalle nazioni, dalle razze, che nel complesso formano il piano astrale e, a differenza delle altre forme, non hanno luce inerente. Esse non sono create da Logos planetario come una forma d'espressione per esprimere qualche vita dinamica, e questo è il vero senso di quanto ho già affermato, che in realtà il piano astrale non esiste. È solo una fantasmagorica creazione di millenari desideri umani [209] e la sua falsa luce semplicemente riflette la luce della materia o quella della mente. La focalizzazione si ottiene con l’allineamento e con lo sforzo di portare a un punto di illuminazione la luce positiva della mente e quella negativa del cervello, mediante il controllo mentale acquisito con la meditazione. Quando i due poli opposti sono in rapporto (per un atto di volontà della personalità) i due aspetti della luce minore formano un punto di luce, come una piccola torcia, che rivela aspetti di annebbiamento cui l’aspirante risponde con facilità. Questa prima luce focalizzata non può fare altro che rivelare; non ha il potere di dissolvere né di rendere inefficace l’annebbiamento esistente. Può solo rendere l'uomo consapevole, nella coscienza di veglia, dell’annebbiamento di cui è schiavo. Tutto ciò è in rapporto con lo stadio di concentrazione nella meditazione.

2. Il secondo stadio del processo di focalizzazione subentra con lo sforzo di meditare. Negli stadi precedenti la fusione delle due luci della materia era un processo formale e l’aspirante era mosso unicamente dalle forze e convenienze della personalità. Esempio di tale processo e della sua efficacia è l’uomo che, con moventi puramente egoistici e intensa concentrazione focalizza la mente e riesce a soddisfare i desideri e a conseguire i suoi fini. Egli elimina ogni reazione emotiva e avanza verso l’eliminazione dell’annebbiamento. Sviluppa la capacità di attrarre la luce della materia (materia fisica e sostanza mentale) generando una falsa luce dalla quale la luce dell’anima è rigorosamente esclusa. Questo è il potere che col tempo produce un mago nero, capace [210] di sfruttare l’energia luminosa della materia e di focalizzarla in modo così potente ed efficace da diventare una grande forza distruttiva. Così Hitler e i suoi sei soci nefasti ebbero potere distruttivo sul piano materiale. Ma nel caso dell’aspirante il potere di meditare sulla realtà spirituale e sul contatto con l’anima compensano i pericoli comportati dalla focalizzazione unicamente sulla luce della materia e dal suo impiego; alla luce minore si aggiunge la luce dell’anima e queste due luci fuse, aspetti dell’Unica luce, vengono focalizzate sul piano mentale con il potere dell’immaginazione creativa. Col tempo ciò consente all’uomo di dissolvere l’annebbiamento e liberarsi dal piano astrale.

3. Nel terzo stadio la luce della materia, della mente e dell’anima (quale canale per l’intuizione) sono coscientemente unite, fuse e focalizzate. L’uomo, diretto dall’anima, volge allora questa luce unificata sul mondo astrale e sull’annebbiamento particolare che lo preoccupa in un dato momento. La falsa luce del piano astrale scompare in questa luce triplice, proprio come un fuoco esposto ai raggi solari, o una lente che, concentrandoli, accende una fiamma distruttiva. L’uso di una luce potente annulla quella minore e dissipa la nebbia.

Tutto questo, compiuto con cosciente intelligenza, è preliminare alla tecnica vera e propria. Si tratterà dapprima di un esperimento, in seguito applicato in modo scientifico. Sarà basato sul riconoscimento della verità, affrontata e accettata. Questa attività non è una forma di razionalizzazione, che pure precede [211] l’atto scientifico che sto esponendo; non si tratta di coltivare nuovi interessi mentali e spirituali che gradatamente sostituiscano il desiderio ed elimino l’annebbiamento. Tutto ciò è preparatorio e porta a uno sviluppo che prepara l'aspirante all’opera scientifica; non è “l’uccisione del desiderio” insegnato da certe scuole, bensì la sua graduale estirpazione mediante severa disciplina e duro lavoro, che comportano implicitamente la dissipazione dell’annebbiamento. Questi sono i lenti metodi del passato; oggi il procedimento deve mutare, poiché un numero sufficiente di persone possiede una comprensione adeguata e può operare con saggezza e anche in modo scientifico.

Il processo che sviluppo per voi è un metodo di rapida ed efficace eliminazione, basato sull’accettazione dell'ipotesi della luce, sul riconoscimento che il piano astrale non ha esistenza vera e propria, sull’uso dell’immaginazione creativa e sul rispetto delle istruzioni ricevute, sia individualmente che in gruppo.

Darò due formule, una per uso individuale, l’altra per i gruppi che vogliano unirsi per contribuire a dissolvere le nebbie, sia di gruppo che in relazione a qualche aspetto prevalente dell’annebbiamento mondiale. Vi sarà quindi evidente che:

Primo. Chi partecipa a sradicare l'annebbiamento deve saper distinguere fra annebbiamento e realtà che, a un esame superficiale, spesso si assomigliano molto. Deve saper riconoscere che uno stato emotivo o astrale è un velo sulla verità e deforma la presentazione o apparenza dell’espressione della divinità, individuale o di gruppo. Deve quindi essere capace di visione, di chiaro pensiero, e saper prontamente riconoscere ciò che impedisce [212] il concretarsi di quella visione e l’esatta ricezione della verità. Deve inoltre saper distinguere fra annebbiamento maggiore e minore. Un annebbiamento minore, una forma pensiero transitoria ed evanescente facilmente riconoscibile, non giustifica l’impiego di alcuna formula. Può essere un senso di autocommiserazione o la glorificazione di un personaggio da parte di un singolo, di un gruppo o di una nazione. Il tempo e il buon senso sono sufficienti a sistemare tale situazione. Un annebbiamento mondiale maggiore (prima della guerra) fu l’eccessiva importanza data ai possessi e la convinzione che la felicità dipendesse dalle cose, dai beni e dal benessere materiali.

Secondo. I tre stadi di focalizzazione sopra indicati costituiscono un processo preparatorio. Essi devono essere sviluppati in una certa misura prima che sia possibile usare efficacemente le formule; chi intende dedicarsi al compito di eliminare l’annebbiamento mondiale deve assoggettarsi con persistenza a queste fasi dell’arte della polarizzazione, per così dire. Deve comprendere l’apparato del pensiero, la creazione di forme pensiero e la natura del pensatore. Deve essere polarizzato in senso emotivo e tuttavia, nell’azione di gruppo, relativamente libero dal dominio astrale. La scelta di chi voglia dedicarsi a dissolvere le nebbie maggiori dipende in buona parte da tale liberazione astrale. Il singolo che cerchi di eliminare l’annebbiamento dalla propria vita dovrebbe essere polarizzato mentalmente, per decisione e sforzo propri, anche se la natura emotiva sia ancora per lui la linea di minor resistenza. Chi agisce in gruppo deve avere un certo grado di focalizzazione mentale, ma ai fini del servizio da compiere si focalizzerà in modo cosciente e deliberato sul piano emozionale mediante [213] l’autocontrollo. Questi servitori devono perciò saper meditare e aver molto riflettuto sulla natura del pensiero e su come usarlo, nonché essere consapevoli della luce interiore.

Quando i tre stadi siano attività ben collegate, abitudini e reazioni automatiche, quando l’intenzione sia ferma e la capacità di concentrazione sia quasi istintiva, si potrà fare molto, con efficacia; tutto ciò deve essere accompagnato dalla persistenza e dalla pazienza. Aggiungo che non è necessaria la perfezione prima di iniziare questo lavoro e servizio. Discepoli e aspiranti devono coltivare la coscienza della cooperazione e rendersi conto che con tale servizio partecipano a un’attività della Gerarchia e che sono quindi in grado di contribuire anche se, da soli e non sostenuti, non potrebbero ottenere i risultati voluti; con tale collaborazione consapevole possono accelerare il processo. Il potere dello sforzo concorde sul piano fisico oggi è compreso su vasta scala e gli eventi della guerra in molti paesi hanno grandemente accelerato questa realizzazione. Il potere dell’emozione unificata (che sovente si esprime nella cosiddetta psicologia della folla) è ovunque riconosciuto, temuto e sfruttato. Il potere del pensiero unificato è invece ancora poco compreso e il potere proprio della luce di molte menti, che ne fa efficaci strumenti nelle vicende mondiali, che penetra nell’annebbiamento, lo dissolve ed è creativo sul piano fisico, farà parte dei nuovi metodi di lavoro impiegati nella nuova era. A tal fine la Gerarchia ha approntato dei piani e ora sta preparando delle prove per saggiarne l’efficacia, organizzando uno o più gruppi consacrati al problema dell’annebbiamento.

Vedete quindi che ciò che espongo è relativamente nuovo. Per quanto riguarda l’individuo, [214] una debole impressione del nuovo metodo è stata percepita. Ovunque uomini e donne cercano di liberarsi dall’annebbiamento con il potere del pensiero limpido, della severa disciplina e del buon senso, e registrando coscientemente il rapporto con il Tutto che li sprona a eliminare dalla vita ciò che potrebbe ostacolare altri o accrescere gli inganni dell’annebbiamento. A questo si aggiungerà (forse come aspetto della nuova religione mondiale che si sta esternando) la comprensione del fatto che gruppi di uomini, con pensiero concorde e proiettato, possono dissolvere le nebbie astrali che ottenebrano la via dell’umanità verso la sua meta.

Come primo passo verso un’azione unita di gruppo in tal senso, vi propongo una formula o un rituale di gruppo che, se usato da chi vive relativamente libero da annebbiamento, con sano realismo e che il gruppo riconosca relativamente libero e animato da intento di bene, sarà molto efficace nell’eliminare certi aspetti dell’annebbiamento mondiale. Lo sforzo combinato con quello di gruppi affini indebolirà a tal punto il potere di questi antichi annebbiamenti che il “Giorno della Chiarezza” verrà.

Proporrò dapprima una formula per il singolo aspirante che potrà aiutarlo a liberarsi dai propri annebbiamenti. Ne esporrò il procedimento ed egli farà bene a seguirlo fedelmente senza por mente al tempo richiesto, disposto a persistere in modo regolare per mesi e, se necessario, per anni, finché si sia liberato e la luce irrompa nel piano astrale tramite il suo corpo astrale. Consiglio a tutti gli aspiranti di non tentare di affrontare il problema dell'annebbiamento nel suo insieme, né di cercare di dissolvere tutti gli annebbiamenti cui sono suscettibili. È un male molto antico con abitudini ingannevoli [215] saldamente radicate, in stretto rapporto con aspetti della vita quotidiana, con la vita sessuale, le ambizioni, i rapporti con gli altri, gli ideali e le idee preferiti, i sogni e le visioni. Dovrà scegliere la forma di annebbiamento più evidente e che sia l’ostacolo maggiore in un dato periodo (ne esiste sempre uno) dedicandosi coscienziosamente ad eliminarlo, se vuole porre le basi di un valido contributo all’eliminazione dell’annebbiamento mondiale.

FORMULA PER ELIMINARE L’ANNEBBIAMENTO ASTRALE

(Per l’individuo)

I. Stadi preparatori.

1. Riconoscimento dell’annebbiamento da dissolvere. Comporta:

a. Disposizione a cooperare con l’anima a livello fisico, astrale e mentale, per contribuire al lavoro più tecnico. Riflettere su questa frase.

b. Riconoscimento di come quell’annebbiamento influisca sulla vita quotidiana e tutti i rapporti.

2. I tre stadi di focalizzazione già esposti vanno applicati. 

a. Focalizzazione della luce della mente e della materia nel veicolo mentale. È un processo di elevazione e fusione compiuto impiegando l’immaginazione creativa.

b. Meditazione, che col tempo fonde la luce della materia, della mente e dell’anima sul piano mentale.

[216]

c. Consapevolezza che le tre luci sono unificate in una sola – un riflettore pronto per essere rivolto nella direzione voluta.

3. Riconoscimento di due aspetti preliminari:

a. Allineamento della personalità, sì che i tre aspetti della natura inferiore costituiscano una personalità operante.

b. Un atto d’integrazione in cui anche personalità e anima sono viste come una unità. Si compie dedicando la personalità all’anima che accetta.

Queste due linee di pensiero producono un campo di pensiero magnetico e una realizzazione in cui si compie il lavoro.

4. Una pausa in cui tutto l’uomo raccoglie le proprie forze per il lavoro da compiere. Dopo profonda attenzione al contatto con l’anima e alla preparazione iniziale, ora si focalizza la mente attenta sull'annebbiamento da eliminare. Ciò non comporta di esserne coscienti e di conoscerne il perché e la ragion d’essere. Significa volgere l’attenzione dell’anima-personalità integrata al piano astrale e al particolare annebbiamento; l'attenzione non è volta al corpo astrale dell’aspirante che cerca di svolgere il lavoro. È un'affermazione di capitale importanza, poiché distruggendo lo specifico tipo di annebbiamento di cui si occupa, l’aspirante o il discepolo comincia a distruggere la propria partecipazione, ciò che in lui stabilisce il contatto con l'annebbiamento, e allo stesso tempo si prepara al servizio di gruppo nel medesimo campo. Non sarà compito facile.

[217]

II. La tecnica o formula.