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PARTE SECONDA - CAUSE DELL’ANNEBBIAMENTO - Parte 2

Annebbiamento dell'organizzazione.

Annebbiamento di ciò che è esteriore, che nasconde l’interiorità.

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SESTO RAGGIO

Annebbiamento della devozione.

Annebbiamento dell'adesione a forme e persone.

Annebbiamento dell'idealismo.

Annebbiamento della fede cieca, credenza.

Annebbiamento della risposta emotiva.

Annebbiamento del sentimentalismo.

Annebbiamento dell'interferenza.

Annebbiamento delle coppie di opposti inferiori.

Annebbiamento dei Salvatori e Istruttori del mondo.

Annebbiamento della visione ristretta.

Annebbiamento del fanatismo.

SETTIMO RAGGIO

Annebbiamento dell'opera magica.

Annebbiamento del rapporto fra gli opposti.

Annebbiamento dei poteri sotterranei.

Annebbiamento di ciò che riunisce.

Annebbiamento del corpo fisico.

Annebbiamento del misterioso e del segreto.

Annebbiamento della magia sessuale.

Annebbiamento delle forze manifeste che emergono.

Ne ho elencati molti, ma gli annebbiamenti sono legioni e non li ho certo nominati tutti.

Uno dei gruppi con cui ho lavorato ha presentato caratteristiche e difficoltà cui sarà bene accennare. 

This Esso ebbe una curiosa storia nei confronti di altri gruppi, poiché i suoi membri cambiarono più volte e chi se ne staccava vi aveva appartenuto per diritto karmico o per un antico rapporto con me o con altri membri [124] e perciò aveva avuto l'opportunità di partecipare a questa attività. Tutti fallirono, e per motivi personali. Non avevano una visione di gruppo e si curavano solo di se stessi. Mancava loro la nuova e più ampia visione. Così si eliminarono dall’attività nascente della nuova era. Ho dato questa spiegazione affinché i discepoli comprendano che il rapporto karmico non può essere trascurato e l’inserimento in un gruppo è un’occasione da offrire, anche se ritarda il servizio.

Parecchi di loro lottavano ancora contro l’annebbiamento e avevano bisogno di un periodo più lungo per poterlo riconoscere al suo apparire. Compito principale di quel gruppo era dissipare una parte dell’annebbiamento mondiale con una data meditazione collettiva. Alcuni dovevano anche riordinare la propria vita, e ci volle un certo tempo per stabilire il debito ritmo interiore. Ma tutti lavorarono con comprensione, perseveranza ed entusiasmo, ed in breve tempo il lavoro di gruppo ebbe inizio.

Ritengo sia utile considerare le domande seguenti:

1. Qual è il metodo per sviluppare le idee dal momento in cui si imprimono nella mente dell’intuitivo?

Come già sapete, generalizzando esse attraversano le fasi seguenti:

a. L’idea ... basata sulla percezione intuitiva.

b. L’ideale ... basato sulla formulazione e sulla diffusione mentale.

c. L’idolo ... basato sulla tendenza a concretare, propria della manifestazione fisica.

2. Quali sono, secondo voi, gli annebbiamenti predominanti oggi nel mondo, e perché?

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3. Spesso ho parlato del lavoro che questo e altri gruppi intendono fare per dissolvere l’annebbiamento mondiale. Avete un'idea di come lo si possa compiere e cosa vi verrà richiesto?

3. I contrasti fra annebbiamenti astrali superiori e inferiori.

Nelle pagine precedenti abbiamo esaminato, brevemente e senza approfondire, alcune cause del denso annebbiamento che avvolge l’umanità. È apparso evidente che esso è molto antico e potentemente organizzato e che è caratteristica predominante del piano astrale. È anche apparso chiaro che tre sono le cause principali:

1. Annebbiamenti indotti dalla vita planetaria e inerenti alla sostanza stessa.

2. Annebbiamenti causati dall’umanità nel suo complesso e intensificati nel passato plurimillenario.

3. Annebbiamento prodotto dal singolo individuo stesso, tanto in passato, in quanto partecipe di quello mondiale, quando iniziato in questa vita.

Ogni uomo vi è soggetto e per molte vite è vittima inerme di ciò che in seguito riconosce errato, falso e ingannevole. Impara allora che non è inevitabile lasciarsi passivamente dominare dal passato (astrale, emozionale e illusorio), ma che ha quanto occorre per controllarlo, se solo lo sapesse, e che esistono tecniche e metodi per superare l’illusione, dissolvere l’annebbiamento e dominare maya. Questa è la rivelazione iniziale e, quando se ne è reso conto e si è [126] accinto a dominare quella indesiderabile situazione, riconosce una dualità essenziale, che a tale stadio non è affatto un’illusione. Scopre il rapporto fra sé, quale personalità, il vero Guardiano della Soglia e l’Angelo della PRESENZA, che sorveglia la porta dell’iniziazione. Questo è un momento critico della vita del discepolo, poiché indica il momento in cui può cominciare a percorrere il Sentiero dell'Iniziazione, se lo vuole e possiede la necessaria forza d’animo.

In ultima analisi il parziale dominio dell’annebbiamento e un principio di liberazione dalla schiavitù dell’illusione indicano alla Gerarchia che è pronto per il processo iniziatico. Fintanto che non sia libero dagli inganni e non abbia un certo grado di libertà mentale, non gli sarà possibile stare di fronte all’Angelo in attesa e oltrepassare la Porta. Vorrei farvi notare che, passata quella soglia dell'iniziazione, ogni volta il discepolo ritorna nei tre mondi dell’attività umana a riprendere i suoi compiti; in breve e consapevolmente rivive i processi precedenti, dopo di che affronta gli elementi essenziali della successiva lezione iniziatica. Ho riassunto concisamente molte informazioni, ma questo è quanto è possibile comunicare oggi.

A lungo il discepolo è pervaso dal senso di dualismo e la vita gli appare come un incessante conflitto fra gli opposti. La battaglia dei contrari ha luogo coscientemente nella sua vita. Egli oscilla tra le esperienze del passato e il ricordo dell’iniziazione, accentuando dapprima le precedenti, poi la grande esperienza finale, che ne condiziona profondamente la vita interiore. Per lunghi periodi è disorientato, in lotta con l’annebbiamento, per brevi istanti è l’iniziato trionfante. [127] Scopre in sé le origini dell’annebbiamento, dell’illusione e degli inganni di maya, fino al momento in cui si ritrova davanti al portale e affronta le più importanti dualità del suo microcosmo particolare: il Guardiano e l’Angelo. Dapprima teme l’Angelo ed è atterrito dal fulgore del suo volto, che mostra con vivida realtà la natura del Guardiano, che è egli stesso. Percepisce, come mai prima, il formidabile compito che lo attende e il vero significato dell’impresa alla quale si è impegnato. A poco a poco due fattori gli si presentano con sorprendente chiarezza alla mente:

1. Il significato della propria natura, che è essenzialmente dualismo.

2. Il riconoscimento del rapporto fra le coppie di opposti con le quali ha a che fare.

Compreso il rapporto fra la principale dualità inferiore (anima e personalità), è pronto per una realtà superiore, quella del Sé integrato (personalità e anima) e del suo rapporto con la PRESENZA. Queste poche, concise parole indicano il risultato delle prime tre iniziazioni e delle due finali. Riflettetevi.

Ritengo di vera utilità indicarvi le varie caratteristiche contrastanti dell’uomo intelligente e del discepolo, includendo in quest’ultimo termine gli stadi evolutivi dal discepolo accettato al Maestro. Non esiste altro se non Gerarchia, termine che indica un progresso costante da uno stato d'essere e di coscienza inferiore ad un altro superiore. Si tratta sempre dello stato di coscienza di un Essere, limitato e dominato dalla sostanza. [128] Dico “sostanza” e non “forma”, poiché per un lungo, molto lungo ciclo di manifestazione è la sostanza che domina sullo spirito; non è la materia che controlla, poiché la materia grossolana è sempre governata da forze che esotericamente sono considerate eteriche e perciò sostanziali e non formali. Ricordatelo sempre, poiché è la chiave della vera comprensione della natura inferiore.

Studieremo quindi i contrasti fondamentali che il discepolo deve intuire e con i quali deve familiarizzarsi. Dividerò l'argomento in quattro parti, considerandone ciascuna brevemente ma, confido, utilmente.

a. Contrasto fra illusione e il suo opposto………………..      Intuizione

b. Contrasto fra annebbiamento e il suo opposto…………     Illuminazione

c. Contrasto fra maya e il suo opposto……………………Ispirazione

d. Contrasto fra il Guardiano della Soglia e il suo opposto.     L’Angelo della PRESENZA

È un soggetto vasto, che tratta i problemi principali del discepolo. Vi richiamo a quanto già detto circa i quattro aspetti dell’annebbiamento e vi invito a riesaminare le tavole precedenti.

a. Contrasto fra illusione e intuizione.

Scelgo questo primo contrasto per primo, poiché dovrebbe essere, anche se non necessariamente, quello che predomina fra i membri di questo gruppo. Purtroppo l’annebbiamento emotivo predomina ancora e, per la maggioranza di voi, lo studio del secondo contrasto, fra annebbiamento e illuminazione, potrebbe risultare il più utile e costruttivo.

L’illusione è il potere di una forma pensiero mentale, di un ideale o un concetto (percepito, afferrato, interpretato [129] in forma mentale) di dominare i processi mentali del singolo o collettivi, limitandone così l'espressione individuale o di gruppo. Come forse sapete, tali idee e concetti possono essere di tre specie:

1. Idee ereditate, come è il caso di coloro che trovano difficile adattarsi a una nuova visione della vita mondiale e dell’ordinamento sociale, come vengono espressi nelle nuove ideologie. Essi sono fortemente condizionati dalla loro forma mentale, dalla tradizione e dalla loro origine.

2. Idee più moderne, che in ultima analisi sono la reazione del pensiero moderno a condizioni e situazioni mondiali; molti aspiranti vi tendono per natura e naturalmente, specie se vivono nel vortice di forze dell’Europa contemporanea. Tali idee formano oggi importanti correnti di pensiero e ideologie dominanti cui l’uomo intelligente deve inevitabilmente reagire, sebbene dimentichi che quella reazione dipende dalle tradizioni o predisposizioni nazionali o internazionali.

3. Idee nuove debolmente percepite, capaci di condizionare il futuro e di condurre le generazioni moderne dalla tenebra alla luce. In realtà finora nessuno di voi coglie queste nuove idee, anche se nei momenti di elevata meditazione e conseguimento spirituale potete, per breve tempo, reagirvi vagamente. Tale reazione sarà autentica solo in quanto condizionerà in modo definito il vostro servizio ai vostri simili. Reagirete in modo corretto e crescente se serberete l’integrità dell’anima, e non sarete sopraffatti dalle lotte febbrili che vi circondano nel campo di servizio prescelto.

[130]

Si potrebbe dire che un’illusione mentale è un’idea che incarna una forma di ideale, che esclude ogni altra forma di ideale, precludendo la possibilità di contatto con altre idee. L’uomo è in tal caso legato al mondo degli ideali e dell’idealismo, non può staccarsene. Questa illusione mentale lega, limita e imprigiona l'uomo, quindi un’idea buona facilmente diventa illusione e si dimostra un disastroso fattore condizionante nella vita di chi l’ha percepita.

Potreste ben domandare se anche la Gerarchia non sia condizionata da un’idea, e perciò essa stessa vittima dell’illusione generale e diffusa. A parte il fatto che a chi dirige la Gerarchia e ai Custodi del Piano non è mai dato di assurgere a tale livello se non liberi dall’illusione, vi rammento che le idee affluiscono alla coscienza planetaria lungo i canali dei sette raggi. Perciò la Gerarchia è sempre aperta ai sette principali complessi di idee che sono l’IDEA di Dio in ogni dato tempo, espressa in sette modi, ugualmente giusti e rispondenti alla settemplice necessità umana. Ciascuna delle sette formulazioni dell’Idea di Dio deve apportare un contributo specifico; ciascuna è un'idea vera e assolve un compito nel servizio umano o planetario; ciascuna è così interconnessa con le altre sei espressioni della stessa Idea divina, che si manifestano come ideali sul piano mentale, da non poter essere limitata a una sola idea con le sue ramificazioni come avviene fra gli uomini. La Gerarchia è sensibile perlomeno a sette grandi complessi di idee e agli ideali che ne risultano e, non fosse altro, fimo a questo punto è fluida e flessibile. Ma lo è in misura ben maggiore, poiché i Suoi membri non solo interpretano l’idea e i suoi effetti in termini di forme pensiero umane e di idealismo umano, ma li devono anche studiare nel loro rapporto con la [131] Mente di Dio stessa e i regni planetari. Queste idee emanano e provengono dal piano buddhico, che raramente è accessibile alla coscienza del discepolo medio e certamente nemmeno all'idealista comune. Pochi di questi ultimi sono in contatto diretto con l’idea che ha generato l’ideale, ma lo sono solo con l’interpretazione umana dell'idea, come formulata da un discepolo o un intuitivo, cosa ben diversa.

Un’illusione può quindi essere definita la conseguenza di un’idea (tradotta in ideale) considerata come l'intera presentazione, una storia o soluzione completa, indipendente e separata da tutte le altre idee, siano esse di natura religiosa o senza rapporto apparente con la religione. In questa affermazione sta la storia della separazione e dell’incapacità umana di collegare le implicazioni di un’idea divina. Se la visione e la comprensione sono ristrette e separative, la verità rimane necessariamente deformata e il discepolo si impegna, inevitabilmente, in un aspetto parziale della realtà o del Piano, e non alla verità nella misura in cui è rivelabile o al Piano come è noto ai Membri della Gerarchia. Questa illusione suscita nel discepolo o nell’idealista una reazione emotiva che immediatamente alimenta il desiderio e lo trasferisce dal piano mentale all’astrale; in tal modo nasce un desiderio per un ideale parziale e inadeguato; l’idea non può esprimersi nella sua pienezza, poiché chi la espone ne scorge soltanto l’ideale parziale, ritenendolo una verità totale, e non può comprenderne le implicazioni sociali, planetarie e cosmiche.

Quando l’idea è afferrata nella sua completezza (cosa invero ben rara) non può esistere illusione. L’idea è tanto più grande dell’idealista che l’umiltà lo salva da una concezione ristretta. Ove esista illusione (cosa molto comune) [132] e una vaga reazione interpretativa all’idea, compaiono i fanatici, i vaghi idealisti, gli impositori sadici dell’idea secondo la loro interpretazione unilaterale e ristretta dell’idea di Dio, e i visionari dalla vista corta. La rappresentazione illusoria della realtà e l’esposizione visionaria delle idee sono state sia l’orgoglio che la sventura del mondo. È una delle cause che hanno condotto il mondo moderno alle penose condizioni attuali, ed è per l’uso errato della divina facoltà di percepire le idee e trasformarle in ideali che oggi esso soffre, e forse è inevitabile. L’imposizione di queste idee interpretate in senso umano e mentale, nella forma di ideologie limitate, ha avuto un triste effetto sugli uomini. Essi devono imparare a penetrare la vera idea da cui ha origine l’ideale, interpretandola con esattezza alla luce dell’anima e usando i metodi che comportano la garanzia e la sanzione dell’AMORE. Ad esempio, l’idea che si esprime nell’affermazione che “tutti gli uomini sono uguali” non è un’illusione, ma un fatto che occorre porre in rilievo. I democratici ne hanno fatto un loro caposaldo. È certamente un'affermazione di fatto, ma se non si riconoscono le idee altrettanto importanti dell’evoluzione, delle qualità d’ogni razza umana e delle caratteristiche nazionali e religiose, l’idea fondamentale viene applicata in modo limitato. Da ciò le ideologie imposte dei tempi moderni e il rapido sviluppo delle illusioni ideologiche che tuttavia si basano, tutte senza eccezione, su una vera idea. E ancora, non è illusione che la coscienza cristica sia la meta della famiglia umana, ma se viene interpretata da una religione autoritaria e da uomini che non hanno ancora sviluppato quella coscienza, rimane soltanto un bel concetto e spesso un incentivo sadico, entrando così immediatamente nella sfera dell’illusione.

[133]

Ho citato questi due esempi fra i molti possibili, affinché vi rendiate conto come le illusioni nascono, crescono e come sono destinate a scomparire; perciò avete un termine di paragone mediante il quale discernere il valore relativo del vero e del falso, di ciò che è immediato e transitorio e la natura perenne di ciò che è reale.

Vi sarà quindi evidente che nel corso dei millenni, ai livelli inferiori o concreti del piano mentale si è accumulato un gran numero di idee, formulate come ideali, rivestite di sostanza mentale, alimentate dalla vitalità di coloro che ne hanno riconosciuto quel tanto di verità che erano in grado di esprimere e che hanno dato a quegli ideali il rilievo corrispondente alla loro facoltà di costruire forme pensiero e l’attenzione diretta, che comporta la necessità di vitalizzare l’ideale limitato che è stato formulato poiché, come sapete, l’energia segue il pensiero.

Queste forme di pensiero divengono gli obiettivi verso i quali la realtà soggettiva, l’uomo, si protende e con cui s’identifica a lungo; egli si proietta in esse, così vitalizzandole e dando loro vita e persistenza. Esse divengono parte di lui, ne condizionano reazioni e attività; esse alimentano la natura di desiderio assumendo indebita importanza, creando una barriera (di consistenza varia secondo la misura dell’identificazione) fra l’uomo incarnato e la realtà che è il suo vero Essere. 

Non occorre che io specifichi ogni forma pensiero prevalente e gli aspetti delle illusioni intellettuali e mentali. Non pensate, neppure per un momento, che l’idea incorporata che chiamiamo ideale sia di per sé illusoria; lo diventa soltanto se intesa fine a se stessa, anziché per ciò che è in essenza, un mezzo per un fine. Compreso e usato correttamente l’ideale è un temporaneo [134] ausilio per conseguire l’immediata e imminente realtà che è meta dell’uomo o dell’umanità in un dato momento. L’idea che l’umanità ha oggi dinanzi a sé è ristabilire (su una voluta superiore della spirale) il rapporto spirituale che fu caratteristico della sua infanzia, del suo stato primitivo. Sotto la guida saggia e paterna della Gerarchia e dei sacerdoti-iniziati dell'epoca gli uomini riconobbero di essere un’unica famiglia di fratelli, e vi pervennero mediante il sentimento e con una sviluppata capacità di percezione sensoriale. Oggi, sotto il nome di Fratellanza, la stessa idea cerca una forma mentale e un rinnovato rapporto spirituale (l’idea) mediante l’educazione ai giusti rapporti umani (l’ideale). È la meta immediata dell'umanità.

Questo risultato sarà inevitabilmente raggiunto grazie al ciclo di necessità che stiamo attraversando e l’idea debolmente percepita imporrà il proprio ritmo all’umanità, costringendo tutti gli uomini a realizzare il vero Essere. L’attento studio delle basi essenziali di tutte le ideologie, senza esclusioni, rivelerà che l’idea dei rapporti integrali (spesso falsata e obliterata da metodi errati), di obiettivi spirituali e di una determinata, positiva attività fraterna, è alla base di ogni forma esteriore. Questo riferimento alla situazione attuale è per mostrare l’idea che assume forma di ideale e che purtroppo, fratelli miei, sovente diventa idolo e fanatico malinteso e meta sopravvalutata dalle moltitudini sotto la guida di qualche marcato idealista. L’ideale è la temporanea espressione di un’idea fondamentale; non è sua funzione diventare permanente, ma solo di supplire a una necessità e indicare la via per uscire dal passato verso un futuro più adeguato. Tutti gli ideali odierni espressi dalle ideologie correnti serviranno al loro [135] scopo e infine spariranno, come tutti gli altri precedenti, per cedere il posto a un consapevole rapporto spirituale, una comunanza soggettiva, come fratellanza voluta ed espressa. Tutto ciò, una volta compreso e sviluppato a sufficienza, consentirà di dirigere e guidare l’umanità, e una forma di governo che oggi neppure i pensatori più avanzati audaci saprebbero capire.

Fino a quando ideali, concetti mentali e forme-pensiero formulate governano la mente, individuale o collettiva, escludendo ogni altra prospettiva e visione della realtà, sono un’illusione che perdura quanto il dominio che esercitano sulla mente e sul modo di vivere. Impediscono la libera attività dell’intuizione, che ha il potere di rivelare il futuro immediato; spesso escludono il principio fondamentale del sistema solare, l’Amore, imponendo principi secondari e transitori; così possono perciò costituire una “nuvola oscura” che cela alla vista la “nube di cose conoscibili” (Patanjali, ultimo libro), la nube di saggezza che aleggia sul piano mentale inferiore e che si può intercettare e usare grazie alla libera espressione dell’intuizione.

Consideriamo ora l’intuizione, che è l’opposto dell’illusione, ricordando che questa imprigiona l’uomo sul piano mentale circondandolo di forme-pensiero create dall’uomo, sbarrando ogni via d’uscita verso livelli superiori di consapevolezza o al servizio amorevole da rendere nei mondi inferiori di attività e manifestazione cosciente.

The Ciò che più importa è che l’intuizione è sorgente e datrice di rivelazione. Per suo mezzo si rivelano progressivamente le vie di Dio nel mondo per il bene dell’umanità; [136] per suo mezzo viene gradualmente compresa la trascendenza e l’immanenza di Dio e l’uomo può penetrare nella conoscenza pura, nella ragione ispirata che gli consente di realizzare non solo i processi della natura nella sua quintuplice espressione divina, ma anche le loro cause, che li  palesano quali effetti e non come eventi iniziatori; per mezzo dell'intuizione l'uomo perviene all'esperienza del regno di Dio e scopre la natura, la vita, i fenomeni e le caratteristiche dei Figli di Dio che si manifestano. Per suo mezzo si rivelano alcuni piani e propositi dei mondi manifesti, e viene mostrato come cooperare al piano divino e affrettarne la attuazione; per suo mezzo le leggi della vita spirituale, che governano Dio stesso, condizionano Shamballa e guidano la Gerarchia, appaiono progressivamente più chiare via via che s’impara a comprenderle e usarle.

Quattro tipi di uomini possono cogliere rivelazioni grazie al risveglio dell’intuizione.

1. Coloro che operano come Salvatori del mondo. Essi percepiscono il piano divino, sono consacrati al servizio e operano per la salvezza dell’umanità. Esprimono diversi gradi di sviluppo interiore, dall'uomo che rivela la divinità nella propria vita e nell’ambiente immediato (grazie ai mutamenti e agli effetti operatisi nella vita personale) fino ai grandi Intuitivi e Salvatori del mondo, quali il Cristo. Il primo è mosso con tutta probabilità da una crisi intuitiva che lo ha innovato completamente, conferendogli un nuovo senso dei valori; gli altri possono, a volontà, elevarsi al mondo della percezione e dei [137] valori intuitivi, conoscervi il Volere di Dio e avere ampia visione del Piano. Questi grandi rappresentanti della Divinità sono liberi cittadini della Città Santa (Shamballa) e della Nuova Gerusalemme (la Gerarchia). Hanno rapporti peculiari e sono stati relativamente pochi.

2. Coloro che operano come profeti. Essi entrano in contatto col Piano in momenti di elevata intuizione e conoscono l’immediato futuro. Non mi riferisco ai profeti ebrei, così noti in Occidente, ma a coloro che vedono chiaramente ciò che si dovrebbe fare per condurre l’umanità dalla tenebra alla luce, partendo dalla situazione qual è e mirando a un futuro di realizzazione divina. Nelle loro menti è chiara l’immagine di ciò che è possibile compiere e hanno il potere di additarlo agli uomini del loro tempo. È una schiera che include sia chi è dotato di visione relativamente chiara del disegno e degli obiettivi cosmici e chi vede solo il prossimo passo per l’umanità o un popolo. Isaia ed Ezechiele sono i soli due profeti ebrei che ebbero vera visione profetica e cosmica. Gli altri furono uomini comuni, ma intelligenti, che per analisi e deduzione percepirono l’immediato futuro e indicarono le possibilità immediate. La loro non fu intuizione rivelatrice diretta. Nel Nuovo Testamento Giovanni, il discepolo prediletto, ebbe il privilegio di percepire un quadro cosmico e una vera visione profetica che espose nell’Apocalisse; ma fu il solo a giungere a tale conseguimento e vi pervenne perché amava in modo così profondo, saggio e inclusivo. La sua intuizione fu evocata dalla profondità e intensità del suo amore, come fu per il suo Maestro, il Cristo.

3. I veri sacerdoti. Lo sono per vocazione spirituale e non per scelta. L’incomprensione delle competenze e dei doveri del sacerdozio ha condotto tutte le chiese (orientali e occidentali) alla disastrosa [138] posizione autoritaria. L’Amore di Dio e il vero movente spirituale che riconosce Dio immanente nella natura e si esprime in modo particolare nell’uomo, sono per lo più assenti nel clero. Non è l’amore che guida, indica e interpreta. Da ciò il dogmatismo dei teologi, la loro vana e profonda certezza di interpretare correttamente, la frequente crudeltà mascherata dalla pretesa di sostenere retti principi e buone intenzioni. Tuttavia, il vero sacerdote esiste in ogni religione. È amico e fratello di tutti, poiché ama profondamente, è saggio e (se mentale e preparato) la sua intuizione è desta e la rivelazione è la sua ricompensa. Riflettetevi. Il vero sacerdote è raro e non lo si trova soltanto nei cosiddetti ordini religiosi.

4. I mistici pratici o occultisti. In virtù di una vita disciplinata, dell’ardente aspirazione e dell’intelletto acuto, sono riusciti ad evocare l’intuizione e sono quindi personalmente in contatto con la vera sorgente della saggezza divina, che è loro funzione interpretare e formulare in temporanei sistemi di conoscenza. Oggi sono numerosi e operano pazientemente nel mondo, ignorati e inascoltati da chi non pensa. In quest’ora di grave necessità devono “unirsi” se vogliono che la loro voce sia chiaramente udita. Essi stanno risolvendo il senso di dualità in una unità cosciente e, occupandosi della realtà e amando profondamente l’umanità, hanno risvegliato l’intuizione. Quando ciò sia avvenuto, non esistono barriere e la vera conoscenza derivante dalla saggezza rivelata è il dono che hanno da offrire all’umanità del loro tempo.

Questi sono i quattro gruppi che mutano l’illusione in intuizione. È la risoluzione iniziale degli opposti, che non avviene senza l'aiuto dell’intelletto, dato che con l’analisi, la discriminazione [139] e il ragionamento corretto esso mostra il da farsi.

b. Contrasto fra annebbiamento e illuminazione.

Uno dei simboli più adatti per farsi un’idea della natura dell’annebbiamento è l’immagine del piano astrale su tre dei suoi livelli (il secondo, il terzo e il quarto, partendo dall’alto) come avvolti da nebbia, più o meno fitta. La normale luce dell’uomo comune, simile a quella dei fanali di un’automobile, non soltanto aggrava il problema ma non penetra nella nebbia, anzi, le dà risalto, rendendo più evidenti sia la sua densità che i suoi effetti limitanti; si rivela la nebbia, ma questo è tutto. Così è sul piano astrale in relazione all'annebbiamento; la luce auto-indotta e auto-generata nell’uomo non penetra né dissolve quel miasma. La sola luce capace di dissipare le nebbie dell'annebbiamento, liberando la vita dai suoi effetti nocivi, è quella dell’anima che, come un limpido raggio, la disperde in quanto possiede la virtù peculiare di rivelare, dissolvere immediatamente e illuminare. La rivelazione concessa è diversa da quella dell'intuizione, poiché rivela ciò che l’annebbiamento vela e nasconde, ed è propria del piano astrale e sottoposta alle sue leggi. Questo particolare impiego della luce dell’anima assume la forma di una concentrazione focalizzata della luce (emanante dall’anima tramite la mente) sull’annebbiamento – particolare, specifico oppure generale e mondiale – in modo da rivelarne la natura, scoprirne la qualità e l’origine, e annullarne il potere con il ripetuto e prolungato periodo di concentrazione inteso a dissiparlo.

[140]

Nella prossima parte tratterò in dettaglio della tecnica di questo uso scientifico della luce, perciò ora non mi dilungo. Mi limito a dirne quel tanto che vi consentirà, come gruppo, di dare inizio al tanto atteso lavoro di dispersione dell'annebbiamento mondiale, almeno in certi suoi aspetti. Non definisco l’annebbiamento, né cito esempi della sua attività, come ho fatto per l’illusione e il suo opposto, l’intuizione, poiché già ne ho trattato in precedenza. Non avete che da riferirvi a quanto ho scritto nel leggere quanto posso dirvi per ora.

Definirò tuttavia brevemente l’illuminazione, ma tenete presente che qui non si tratta di quella che rivela la Realtà, o la natura dell’anima, o che consente la chiara visione del suo regno, bensì della forma di illuminazione proiettata dall’anima nel mondo del piano astrale. Ciò comporta l’uso cosciente della luce e il suo impiego innanzi tutto come un riflettore che scandaglia l’orizzonte astrale e localizza l’annebbiamento causa del problema, e in secondo luogo come una distribuzione focalizzata di luce volutamente diretta sulla regione astrale in cui si intende dissipare le nebbie che vi si sono addensate.

Sono perciò opportune alcune premesse fondamentali:

1. Qualità e principale caratteristica dell’anima è la luce. Quindi, se il discepolo e il servitore intendono usarla e manifestarne la qualità, devono in primo luogo stabilire un contatto cosciente con l’anima, mediante la meditazione.

2. Qualità del piano astrale, sua preminente caratteristica [141] è l’annebbiamento. È il campo della grande battaglia degli opposti che sono espressione di antico desiderio, illusorio, ingannevole e falso da un lato, e dall’altro aspirazione elevata verso ciò che è reale e vero. Ricordiamo che il desiderio astrale, l’emozione errata ed egoistica e le reazioni astrali ai fatti della vita quotidiana non sono naturali per l’anima e sono infine una condizione che occulta la vera natura dell’uomo spirituale.

3. Deve stabilirsi un rapporto fra l’anima e il piano astrale, tramite il corpo astrale del discepolo, da considerare quale apparato di risposta al mondo della sensazione e unico strumento con il quale l’anima può entrare in contatto con quel livello d'espressione, per quanto temporaneo possa essere. Il discepolo deve perciò stabilire il contatto cosciente con l’anima e così apportarne la luce al corpo astrale, imparare a focalizzarla nel centro del plesso solare e procedere poi ad operare sul piano astrale nell’arduo compito di dissolvere l’annebbiamento.

4. Quando tale contatto sia stabilito e anima, corpo emotivo e piano astrale siano in intimo rapporto, il discepolo deve trasferire la luce focalizzata dal plesso solare (ove temporaneamente è localizzata) al centro del cuore e ivi mantenerla stabile, operando con efficienza e perseveranza da quel centro superiore. Posso parafrasare un’antica istruzione per discepoli conservata negli Archivi della Gerarchia, che si riferisce a questo procedimento particolare. Vi darò une breve e un poco inadeguata parafrasi di questa antica formulazione:

[142]

“Il discepolo sta e, date le spalle alla nebbia, guarda a Oriente donde proviene la luce. Raccoglie nel cuore la luce disponibile e dal centro di potere fra le scapole la luce si irradia”.

5. Il discepolo deve abbandonare ogni senso di tensione e sforzo e lavorare con pura fede e amore. Meno sente e meno si preoccupa dei propri sentimenti, della riuscita o dell’insuccesso, tanto più probabile sarà che il lavoro sia efficace e l’annebbiamento lentamente dissolto. Non c’è fretta. Per quanto buona sia l’intenzione e accurata la comprensione della tecnica, ciò che è molto antico non si può disperdere immediatamente.

Vi sarà evidente che questa impresa comporta dei pericoli. A meno che i membri del gruppo siano estremamente vigili e coltivino l’attenta osservazione, possono subire una iperstimolazione del plesso solare, fintanto che non sappiano trasferire rapidamente la luce dell’anima e quella inerente al corpo astrale, focalizzate nel plesso solare, al centro del cuore fra le scapole. Siate dunque molto cauti e non preoccupatevi troppo se notate disturbi al plesso solare o un’accresciuta instabilità emotiva. Considerateli come una difficoltà momentanea, derivante dal servizio che cercate di rendere. Se a quel fenomeno prestate intelligente attenzione e non altro, senza lasciarvi turbare o soffrirne, non si riscontreranno effetti dannosi.

[143]

In relazione al lavoro di gruppo in questo senso procederete con la meditazione già indicata (Discepolato nella Nuova Era, Vol. I, p. 61 ed. ingl.) e, giunti al terzo stadio, lavorerete insieme nel modo seguente:

1. Collegati con i vostri fratelli, seguite coscientemente le indicazioni date simbolicamente nell’antica scrittura citata.

a. Collegatevi coscientemente con l’anima rendendovene conto.

b. Con il potere dell’immaginazione creativa portate direttamente la luce dell’anima al corpo astrale e da questo al plesso solare, che è la linea di minor resistenza.

c. Con un preciso atto di volontà trasferite la luce dell’anima e la luce innata del corpo astrale dal plesso solare al centro del cuore.

2. Immaginate di dare le spalle al mondo dell’annebbiamento e focalizzate l’occhio della mente sull’anima, la cui natura è AMORE.   

3. Pausa di pochi minuti per assestarvi al lavoro, focalizzando in modo preciso e cosciente nel centro del cuore la luce disponibile di ogni sorgente. Immaginate il centro fra le scapole come un sole radioso. Nell’individuo è la corrispondenza microcosmica del “cuore del Sole”, sempre diretto dal “Sole centrale spirituale” situato nella testa. Che questa immagine sia ben chiara nella vostra coscienza, poiché implica la duplice, seppure sintetica, attività della testa e del cuore.

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4. Visualizzate un fascio di pura luce bianca, ampio e brillante, che dal centro del cuore fra le scapole si riversa sulla nebbia astrale localizzata sulla quale operate in gruppo. Vi dirò tra breve quale essa sia.

5. Quando ciò sia chiaramente definito nella mente, ispirato dal vostro desiderio e dalla vostra forza, e una volta visualizzato chiaramente l’intero quadro simbolico, vedete il vostro fascio di luce fuso con quelli che i vostri fratelli stanno proiettando. Un potente flusso di luce diretta emessa da diversi aspiranti esperti (lo siete?) si riverserà allora sulla zona di annebbiamento su cui si suppone operiate.

6. Fatelo per cinque minuti intensi poi procedete come indicato al quarto stadio dello schema di meditazione.

Se si definisce l’illuminazione come antitesi dell’annebbiamento è ovvio che le mie osservazioni si limitano necessariamente a certi suoi aspetti e riguardano soltanto le forme di azione e i lati del problema relativi all’uso della luce sul piano astrale, e in modo particolare al lavoro cui vi siete impegnati. Esistono molte altre definizioni, poiché la luce dell’anima è come un immenso riflettore i cui raggi possono essere rivolti in molte direzioni e focalizzati su molti livelli. Qui ci occupiamo di un suo uso specifico.

Illuminazione e luce di conoscenza si possono considerare sinonimi e molti annebbiamenti possono essere dissolti ed eliminati quando assoggettati al potere informatore della mente, il cui compito essenziale è di soggiogare l’emozione presentando dati di fatto. Si tratta di [145] indurre l’individuo, l’umanità o la nazione che agiscono sotto l’influsso dell’annebbiamento a ricorrere al potere mentale di sottoporre una data situazione a un esame calmo e freddo. Annebbiamento, emozione e sentimento sono in così stretto rapporto che è impossibile far penetrare con facilità ed efficacia la luce della conoscenza.

Illuminazione e percezione della verità sono anch’essi sinonimi, ma ricordate che qui non si tratta di verità astratta, ma concreta, conoscibile, suscettibile di essere formulata ed espressa in forme e termini concreti. Quando si ricorre alla luce della verità, l’annebbiamento scompare in modo automatico, sia pur solo temporaneamente. La difficoltà sta nel fatto che pochi amano affrontare la verità quale è, poiché comporta l’abbandono dell’annebbiamento prediletto e la capacità di riconoscere gli errori e ammetterli, ciò che il falso orgoglio mentale non consente. Ancora una volta vi assicuro che l’umiltà è uno dei fattori più potenti per sprigionare il potere illuminante della mente, poiché riflette e trasmette la luce dell’anima. Affrontare con determinazione la vita reale e riconoscere in modo rigoroso la verità con calma, indifferenza e freddezza renderà molto più facile richiamare illuminazione sufficiente a disperdere l’annebbiamento.

Poiché trattiamo del problema dell'annebbiamento e dell'illuminazione sarà utile accennare al particolare annebbiamento alla cui dissipazione chiedo al gruppo di contribuire. Mi riferisco all'annebbiamento della separatività. Lavorare in questo senso comporterà effetti pratici e salutari, poiché nessuno di voi (lo scoprirete) sarà efficace se nutre sentimenti di separatività, che possono manifestarsi come odio, antipatia attiva, criticismo [146] e in alcuni casi forse tutti e tre. Esistono forze che individualmente potete considerare separative o causa di separazione. Ricordate che le opinioni predilette di coloro che mentalmente avversate (spesso per la ferma adesione a quelle che considerate giusti principi), sono per loro ugualmente giuste; sentono errate le vostre, ritenendo che abbiano effetti separativi e siano causa di disaccordo. Dal canto loro sono sinceri quanto voi e altrettanto desiderosi di attuare ciò che ritengono giusto. È facile scordarlo, perciò ve lo rammento. Per illustrare l’argomento vi faccio notare che l’odio o l’antipatia (se il primo vi sembra un termine troppo forte) che qualcuno di voi potrebbe nutrire verso il governo tedesco per il suo atteggiamento nei confronti del popolo ebreo, potrebbe essere rivolto con quasi altrettanta giustificazione contro gli Ebrei stessi. Questi sono sempre stati separativi, si sono considerati come “gli eletti del Signore” e non hanno mai dimostrato di volersi assimilare in altre nazioni. Lo stesso vale per i Tedeschi, che suscitano in molti la medesima reazione che essi hanno verso gli Ebrei, a parte la persecuzione fisica. Alla luce dell’anima nessuno di questi atteggiamenti è giustificabile; sono entrambi ugualmente errati e sia gli Ebrei che gli antisemiti dovranno finalmente capirlo ed eliminarlo con la comprensione.

Ne parlo perché vorrei chiedervi di curare questo antico annebbiamento di portata mondiale: l’odio per gli Ebrei. In questo gruppo alcuni, almeno nel pensiero, sono violentemente contro la Germania; altri sono nettamente, anche se con intelligenza, antisemiti. Chiedo a entrambi i gruppi di riconoscere il problema cui sono confrontati. Esso [147] è tanto antico e radicato nella coscienza umana, che è molto più grande di quanto si possa immaginare; l’opinione individuale è perciò tanto limitata da essere ben poco costruttiva. Dopo tutto, fratelli miei, il punto di vista dell’”ultima ruota del carro” non è necessariamente l’unico esistente, né sempre quello giusto. Sia i Tedeschi che gli Ebrei meritano amore impersonale, soprattutto perché entrambi colpevoli (se così posso dire) degli stessi errori di base. Il Tedesco ha una potente coscienza di razza, e l’Ebreo altrettanto. Il Tedesco è separativo nei confronti del mondo e l'Ebreo pure. Oggi il Tedesco insiste sulla purezza razziale, ciò che l’Ebreo fa da secoli. Una minoranza di Tedeschi è anticristiana, come un certo numero di Ebrei. Potrei continuare l’elenco di queste somiglianze, ma questo può bastare. Perciò la vostra antipatia per un gruppo non è più giustificata del rifiuto a riconoscere la validità delle attività e atteggiamenti dell’altro. Il simile spesso respinge e si allontana dal simile, e Tedeschi ed Ebrei sono stranamente simili. Come la maggioranza dei Britannici sono Romani reincarnati, così molti Tedeschi sono Ebrei d’un tempo. Da ciò la somiglianza dei loro punti di vista. È una lite di famiglia e non c’è nulla di più terribile.

Vi chiedo di inserire Tedeschi ed Ebrei nella meditazione di gruppo e riversare l’amore di gruppo su entrambi questi vostri fratelli nella famiglia umana. Prima di cominciare la meditazione, badate di essere liberi (nelle emozioni e nella mente) da antagonismi latenti, da forme di odio, idee preconcette sul giusto e l’errato, ma forti dell’amore dell’anima, sapendo che [148] Ebrei e Tedeschi sono anime come voi per origine, meta ed esperienza di vita.

Quando emanate la corrente di pura luce bianca (stadio III) fate sì che vi attraversi pura e chiara come una sola corrente. Vedetela poi dividersi in due parti uguali — una corrente di luce e amore viventi verso gli Ebrei, l’altra verso i Tedeschi. Ciò che conta è la qualità del vostro amore e non l’accuratezza dell’analisi o la perfezione della tecnica.

c. Contrasto fra maya e ispirazione.

Veniamo ora in modo definito nella sfera della sostanza materiale. In modo specifico e per essenza è il regno della forza. Per l’individuo maya è soprattutto il complesso delle forze che ne governano i sette centri esclusa, si noti bene, l’energia governante dell’anima. Come vedete perciò, la maggioranza degli esseri umani, fino a quando entrano sul Sentiero della Prova, sono dominati da maya in quanto l'uomo soccombe a maya quando è governato da forze che non sono le energie provenienti direttamente dall’anima, destinate col tempo e inevitabilmente a condizionare e governare le forze minori della personalità.

L’uomo dominato da forze fisiche, astrali e mentali, è convinto che siano quelle giuste per lui. In questo sta il problema di maya. Tali forze, quando controllano l'uomo, determinano tuttavia un atteggiamento separativo e alimentano e stimolano la personalità, escludendo l’energia dell’anima, la vera Individualità. Questa analisi dovrebbe illuminarvi. Se uomini e [149] donne sottoponessero la vita al rigoroso esame del vero uomo interiore o spirituale, così accertando quale combinazione di energia ne condiziona l’attività, non agirebbero più alla cieca, in modo inadeguato e poco efficiente come fanno ora.

Per questo motivo lo studio e la comprensione dei moventi sono tanto importanti e validi, poiché in tal modo si accertano intellettualmente (se l’indagine è ben condotta) gli elementi che ispirano la vita quotidiana. Tenetelo accuratamente in considerazione. Qual è il vostro potere motivante principale? Qualunque sia, condiziona e determina le vostre tendenze prevalenti.

Molti, specie le moltitudini poco intelligenti, sono mossi unicamente dal desiderio materiale, fisico e momentaneo. Desiderio animale per soddisfare gli appetiti animali, desiderio materiale di possessi e di un'esistenza lussuosa; brama di “cose”, di benessere e sicurezza economica, sociale e religiosa dominano la maggioranza. L’uomo è soggetto alla forma più densa di maya e le forze della sua natura sono concentrate nel centro sacrale. Altri sono motivati da qualche forma di aspirazione o ambizione – aspirazione a un paradiso materiale (molte religioni lo descrivono in tal modo), ambizione di potere, desiderio di appagare appetiti emotivi o estetici o di possedere realtà più sottili, brama di benessere emotivo, di stabilità mentale e di certezza che i desideri superiori siano esauditi. Tutto questo è maya in forma emotiva, cosa diversa dall’annebbiamento. Le forze della natura umana sono in tal caso concentrate nel plesso solare, mentre quando si tratta di maya hanno sede nel centro sacrale. L’annebbiamento è sottile e appartiene alle emozioni, maya è tangibile ed eterico.

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