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CAPITOLO XII - LE DUE RIVELAZIONI

CAPITOLO XII

LE DUE RIVELAZIONI

Prenderemo ora in esame i cinque stadi della cerimonia di iniziazione.

1. La “Presenza” rivelata.

2. La “Visione” veduta.

3. L’applicazione della Verga con effetti su:

a. I corpi.

b. I centri.

c. Il veicolo causale.

4. Il giuramento.

5. La comunicazione del “Segreto” e della Parola.

Queste fasi sono elencate secondo il loro ordine il quale, si tenga presente, non è arbitrario, ma conduce l’iniziato di rivelazione in rivelazione fino allo stadio culminante in cui gli vengono confidati uno dei segreti e una delle cinque parole di potere, che gli aprono i vari piani con tutte le loro evoluzioni. Qui si vogliono soltanto indicare le cinque parti principali della cerimonia, ma lo studente ricordi che ognuna di queste cinque fasi è in sé una cerimonia completa e suscettibile di ulteriori suddivisioni.

Elenchiamo ora le diverse fasi esaminandole brevemente e ricordando che le parole limitano il vero significato.

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Rivelazione della “Presenza”

Negli ultimi periodi del ciclo d’incarnazione nei quali l’uomo oscilla fra le paia di opposti e, discriminando, diviene consapevole della realtà e dell’irrealtà, si rende sempre più conto nella sua mente di essere un’Esistenza immortale, un Dio eterno, una parte dell’Infinito. Anche il legame fra l’uomo fisico e il Reggitore interiore diviene sempre più chiaro, fino alla grande rivelazione. Giunge allora un momento in cui si trova coscientemente faccia a faccia con il suo vero Sé e sa di essere quel Sé in realtà e non solo teoricamente; è cosciente del Dio interiore, ma non con l’udito o ascoltando la voce interiore che dirige o governa, chiamata “voce della coscienza”. Ora il riconoscimento avviene con la vista e la visione diretta. Ora non risponde soltanto a ciò che ode, ma anche a ciò che vede.

È noto che nel bambino i primi sensi che si sviluppano sono l’udito, il tatto e la vista; diviene consapevole del suono e volge la testa; sente un oggetto e lo tocca; infine vede coscientemente, e per mezzo di questi tre sensi la personalità si coordina. Gusto e olfatto si sviluppano più tardi, ma si può vivere anche senza, e nel caso in cui difettino l’uomo non ne è praticamente ostacolato nei suoi rapporti sul piano fisico. Sul sentiero dello sviluppo interiore e soggettivo, la sequenza è la stessa.

Udito: risposta alla voce della coscienza che guida, dirige e domina. Comprende il periodo dell’evoluzione puramente normale.

Tatto: risposta al dominio o alla vibrazione e riconoscimento di ciò che esiste oltre l’unità umana [114] separata sul piano fisico. Comprende il periodo del graduale sviluppo spirituale, il sentiero della prova e del discepolato fino alla porta dell’iniziazione. A intervalli l’uomo prende contatto con ciò che gli è superiore; diviene consapevole del “tocco” del Maestro, della vibrazione dell’Ego e del gruppo egoico, e per mezzo del senso occulto del tatto si abitua a ciò  che è interiore e sottile.

Vista: visione interiore prodotta dal processo iniziatico che è tuttavia solo il riconoscimento di una facoltà sempre presente seppure ignorata. Come il bambino dagli occhi perfettamente normali e dalla vista chiara sin dalla nascita ad un tratto riconosce ciò che vede, così è nello sviluppo spirituale. Lo strumento della visione interiore è sempre esistito e ciò che può essere veduto è sempre presente, ma la maggioranza non lo riconosce ancora.

Tale “riconoscimento” da parte dell’iniziato è il primo grande stadio della cerimonia, e deve precedere tutti gli altri. Ciò che viene riconosciuto differisce alle varie iniziazioni e può essere sommariamente riassunto nel modo seguente:

L’Ego, riflesso della Monade, è una triplicità, come tutto nella natura, e riflette i  tre aspetti della divinità, così come la Monade, su un piano superiore, riflette i tre aspetti della divinità: volontà, amore-saggezza e intelligenza attiva. Perciò, alla prima iniziazione l’iniziato diventa consapevole del terzo (o inferiore) aspetto dell’Ego, l’intelligenza attiva. È messo di fronte a quella manifestazione del grande angelo solare (Pitri) che è egli stesso, il Sé reale. [115] Superato ogni passato conflitto, egli sa che tale manifestazione di intelligenza è l’Entità eterna che, durante un lungo passato, ha manifestato i propri poteri sul piano fisico, attraverso le successive incarnazioni.

Alla seconda iniziazione questa grande Presenza è veduta come una dualità, ed un altro aspetto risplende dinanzi all’iniziato. Egli diviene consapevole del fatto che la radiante Vita con la quale egli s’identifica, non è soltanto intelligenza in atto, ma fondamentalmente anche amore-saggezza. Egli fonde la propria coscienza con questa Vita e vi si unifica affinché, per mezzo del sé personale, quella Vita si possa manifestare sul piano fisico come amore intelligente.

Alla terza iniziazione l’Ego sta dinanzi all’iniziato come triplicità perfetta. Il Sé non è conosciuto solo quale amore attivo e intelligente, ma si rivela anche come fondamentale volontà o proposito con la quale l’uomo immediatamente si identifica; egli sa che da ora in poi i tre mondi non saranno per lui nulla se non un campo di servizio attivo, compiuto con amore per attuare un proposito che per lunghe età è rimasto celato nel cuore del Sé. Ora quel proposito gli si è rivelato ed egli può cooperare con intelligenza alla sua attuazione. 

Queste profonde rivelazioni appaiono all’iniziato in tre modi:

Come un essere angelico radioso che l’occhio interiore vede con la medesima esattezza di visione e di giudizio con cui si vede chi ci sta di fronte. Il grande angelo solare che incarna l’uomo reale e ne è l’espressione sul piano della mente superiore, è letteralmente il divino antenato, l’“Osservatore” che durante lunghi cicli di incarnazione si è con sacrificio immerso nella forma affinché l’uomo potesse ESSERE.

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Come una sfera di fuoco radiante collegata con l’iniziato che le sta di fronte per mezzo del magnetico filo di fuoco che attraversa tutti i corpi e termina nel centro del cervello fisico. Questo “filo d’argento” (come è chiamato poco accuratamente nella Bibbia, dove se ne descrive il distacco dal corpo fisico e il conseguente ritiro) emana dal centro del cuore dell’Angelo solare, collegando così cuore e cervello: la dualità che in questo sistema solare manifesta amore e intelligenza. Questa sfera di fuoco è inoltre collegata con molte altre che appartengono allo stesso gruppo e raggio, dimostrando letteralmente il fatto che nei piani superiori tutto è uno. Un’unica vita pulsa e circola attraverso tutto per mezzo di fili di fuoco. Questa è parte della rivelazione che avviene dinanzi alla “Presenza”, quando gli occhi sono aperti in senso occulto.

Come un Loto variopinto a nove petali, disposti in tre cerchi attorno ad un centro formato di tre petali chiusi, a proteggere quello che nei testi orientali è detto “Il Gioiello nel Loto”. Questo Loto è di rara bellezza, pulsante di vita e radioso di tutti i colori dell’arcobaleno, e alle prime tre iniziazioni i tre cerchi di petali si rivelano secondo il proprio ordine, fino a che, alla quarta, l’iniziato ha una rivelazione ancora più vasta ed apprende il segreto di ciò che dimora nel bocciolo centrale. A questo riguardo la terza iniziazione differisce leggermente dalle altre due, poiché mediante il potere di uno Jerofante ancora più elevato del Bodhisattva, l’iniziato viene per la prima volta in contatto con il fuoco elettrico del puro Spirito latente nel cuore del Loto.

In tutte queste espressioni: “Angelo solare”, “sfera di fuoco”, “loto”, si cela un aspetto del mistero centrale della vita umana, che si paleserà solo a chi ha “occhi per vedere”. Il significato mistico di queste frasi pittoriche sarà solo una trappola e causa d’incredulità per chi [117] cerchi di materializzarle indebitamente. In queste parole è racchiuso il concetto di un’esistenza immortale, di una Entità divina, di un grande centro di energia infuocata e del pieno fiorire dell’evoluzione, ed in tal senso devono essere considerate.

Alla quarta iniziazione il candidato è condotto alla presenza dell’aspetto di se stesso chiamato “Padre nei Cieli”. Si trova al cospetto della propria Monade, la pura essenza spirituale sul più alto livello, che sta all’Ego come questi sta alla personalità.

Tramite l’Ego, questa Monade si è manifestata sul piano mentale in modo triplice, ma ora tutti gli aspetti della mente, quali noi li comprendiamo sono assenti. L’Angelo solare con il quale era in contatto si è ritirato e la sua forma (il corpo causale o egoico) non esiste più; ora non rimane che amore-saggezza e la volontà dinamica che è la caratteristica essenziale dello Spirito. Il sé inferiore ha servito i propositi dell’Ego ed è stato abbandonato; l’Ego ha servito i propositi della Monade e non è più necessario. L’iniziato, privo di entrambi, è completamente libero, ed è in grado di mettersi in contatto con la Monade, come prima ha imparato a farlo con l’Ego. Per gli ulteriori suoi ritorni nei tre mondi egli sarà governato solo da volontà e proposito autoiniziati, e si creerà il proprio corpo di manifestazione scegliendo (entro i limiti karmici) il momento opportuno. Il karma in questo caso è planetario e non personale.

Alla quarta iniziazione si prende contatto con l’aspetto amore della Monade, e alla quinta con l’aspetto volontà. In tal modo tutti i contatti sono stati stabiliti, si può rispondere a tutte le vibrazioni necessarie e si dominano i cinque piani dell’evoluzione umana.

Inoltre, è alla terza, quarta e quinta iniziazione che l’iniziato diviene consapevole di quella “Presenza” che include anche quell’Entità spirituale che è la sua Monade. [118] Egli vede la sua Monade tutt’una con il Logos planetario. Attraverso il canale della propria Monade egli vede gli identici aspetti che essa incorpora su scala più vasta, e ciò rivela il Logos planetario Che anima tutte le Monadi del Suo raggio. È del tutto impossibile esprimere questa verità con parole; essa concerne il rapporto del punto di fuoco elettrico che è la Monade con la stella a cinque punte, che rivela all’iniziato la Presenza del Logos planetario. Ma ciò è praticamente incomprensibile all’uomo di medio sviluppo per il quale è scritto questo libro.

Alla sesta iniziazione, l’iniziato che opera coscientemente quale aspetto amore della Monade giunge (attraverso il “Padre”) ad un riconoscimento ancora più vasto e diviene consapevole della Stella che comprende la sua stella planetaria, proprio come prima ha visto quest’ultima contenere la sua piccola “scintilla”. Stabilisce così un contatto cosciente con il Logos solare e realizza entro di sé l’Unità di tutta la vita e di tutta la manifestazione.

Tale riconoscimento viene ampliato alla settima iniziazione, e per il Buddha liberato questi due aspetti della Vita Una diventano realtà.

Così, con una graduale serie di gradini, l’iniziato viene a trovarsi faccia a faccia con la Verità e con l’Esistenza. Agli studiosi che vi riflettano sarà evidente perché la rivelazione della Presenza debba precedere ogni altra. Nella mente dell’iniziato essa produce le seguenti realizzazioni fondamentali:

La sua fede nutrita per millenni viene giustificata, e speranza e fede si fondono nella realtà autoaccertata. La fede si trasforma in visione ed ora egli vede e conosce le cose che prima erano invisibili. Non può più dubitare poiché, grazie ai propri sforzi, è diventato un conoscitore.

L’unità con i suoi fratelli ora è un fatto provato ed egli è cosciente dell’indissolubile legame che lo unisce a tutti gli uomini. La fratellanza non è più una teoria, ma una realtà [119] scientifica dimostrata, non più discutibile di quanto lo sia la separazione degli uomini sul piano fisico.

L’immortalità dell’anima e la realtà dei mondi invisibili sono dimostrate ed accertate. Mentre prima dell’iniziazione questa fede era basata su fugaci e transitorie visioni e su salde convinzioni interiori (risultato del ragionamento logico e del graduale sviluppo dell’intuizione) ora è fondata sulla visione e sul riconoscimento indiscutibile della propria natura immortale.

L’iniziato comprende il significato e la sorgente dell’energia e può cominciare ad usare il potere dirigendolo con precisione scientifica. Ora egli sa dove l’attinge ed ha avuto la rapida visione delle riserve d’energia disponibili. Prima ne conosceva l’esistenza e ne faceva uso cieco e talvolta errato; ora la vede guidato da una “mente aperta” e può cooperare intelligentemente con le forze della natura.

Così, in molti modi, la Presenza produce precisi effetti sull’iniziato, e perciò la Gerarchia ritiene necessario che essa preceda ogni altra rivelazione.

Rivelazione della visione

Condotto l’iniziato al cospetto di Colui con il Quale è in rapporto da innumerevoli età, e avendo risvegliato in lui l’incrollabile realizzazione dell’unità della vita fondamentale che si manifesta mediante tutte le vite minori, la successiva, importante rivelazione è la Visione. La prima rivelazione riguardava ciò che è indefinibile, illimitabile e (per la mente finita) infinito, nella sua astrazione e assolutezza. La seconda rivelazione concerne il tempo e lo spazio ed implica il riconoscimento dell’iniziato (mediante il senso della vista occulta appena risvegliato) [120] della parte che ha svolto e che dovrà svolgere nel piano divino, e poi del piano stesso per quanto riguarda:

a. Il suo Ego.

b. Il suo gruppo egoico.

c. Il suo gruppo di raggio.

d. Il suo Logos planetario.

Queste quattro conoscenze indicano la graduale presa di coscienza realizzata durante le quattro iniziazioni che precedono la liberazione finale.

Alla prima iniziazione l’iniziato diviene esattamente consapevole della parte, relativamente esigua, che deve svolgere nella sua vita personale tra il momento della rivelazione e la seconda iniziazione, periodo che può includere una o più incarnazioni. Egli conosce l’indirizzo che dovrebbero prendere, e si rende parzialmente conto della propria partecipazione al servizio dell’umanità. Vede il piano nel suo insieme, nel quale egli non è che un piccolo mosaico entro il grande disegno generale; si rende conto di come può servire con il suo tipo particolare di mente, con le sue doti mentali e di altra natura, con le sue varie capacità, e di ciò che deve compiere prima di poter nuovamente stare al cospetto della Presenza e ricevere una più vasta rivelazione.

Alla seconda iniziazione gli viene mostrata la parte che il suo gruppo egoico svolge nello schema generale. Egli diviene maggiormente consapevole delle diverse unità di gruppo con cui è essenzialmente associato; sa chi sono personalmente, se incarnate, e vede alcuni rapporti karmici fra gruppi, individui e se stesso. Ha una visione dello scopo specifico del gruppo e del suo rapporto con altri gruppi. Ora può agire con maggiore sicurezza ed i suoi rapporti con gli altri sul piano fisico diventano più sicuri; può aiutare sia gli altri che se stesso ad esaurire del karma, [121] affrettando la liberazione finale. I rapporti di gruppo vengono consolidati, e piani e propositi possono essere attuati con maggiore intelligenza. Il graduale consolidamento dei rapporti di gruppo produce sul piano fisico l’attività concertata e la saggia unità di proposito che consentono di materializzare gli ideali superiori e di utilizzare la forza per promuovere i fini evolutivi con saggezza. Quando ciò è giunto ad un certo stadio, le unità che compongono i gruppi hanno imparato a lavorare unite stimolandosi reciprocamente. Ora possono procedere verso un’ulteriore conoscenza che conferirà loro maggiore capacità di aiutare.

Alla terza iniziazione gli viene rivelato il proposito del sottoraggio del raggio cui appartiene, quello dell’Ego. Tutte le unità egoiche appartengono ad un sottoraggio del raggio monadico. Tale conoscenza viene trasmessa all’iniziato affinché egli possa, col tempo, scoprire da sé (lungo la linea di minor resistenza il raggio della sua Monade. Quel sottoraggio include nella sua corrente d’energia molti gruppi di Ego, e perciò l’iniziato è ora consapevole non solo del proprio gruppo egoico e del suo proposito intelligente, ma di molti altri gruppi di analoga composizione. La loro energia unita opera verso una meta chiaramente determinata.

Possedendo qualche conoscenza dei rapporti di gruppo e avendo sviluppato la capacità di lavorare in formazione di gruppo, l’iniziato ora apprende il segreto di subordinare il gruppo al bene di un complesso di gruppi. Sul piano fisico questo si paleserà come capacità di operare con saggezza, intelligenza e armonia con molti tipi umani diversi, e di cooperare a vasti piani ed esercitare ampia influenza.

All’iniziato viene rivelata una parte dei piani del Logos planetario, e la visione comprende la rivelazione del piano e del proposito riguardanti il pianeta, sebbene tale [122] visione sia velata per quanto riguarda i rapporti interplanetari. Ciò lo conduce, per graduali realizzazioni, alla soglia della quarta iniziazione. Essendosi completamente liberato dalle limitazioni dei tre mondi ed avendo spezzato tutti i legami del karma, la visione è ora molto più ampia, e si potrebbe dire che per la prima volta diviene consapevole del proposito e del karma planetario in tutta la loro vastità. Esaurito il karma personale (relativamente poco importante) ora può dedicarsi ad eliminare il karma planetario ed ai vasti piani della grande Vita che include tutte le vite minori. Perviene non solo al pieno riconoscimento dei propositi e dei piani per tutte le evoluzioni dello schema planetario terrestre, ma la sua conoscenza sì estende allo schema planetario complementare, o suo polo opposto; si rende conto della correlazione esistente fra i due schemi e il vasto proposito di entrambi gli viene rivelato. Gli viene mostrato come questo duplice proposito debba diventare un piano unitario, e d’ora in poi dirigerà tutte le proprie energie alla cooperazione planetaria, che si attua operando con le sue grandi evoluzioni del nostro pianeta, umana e devica e attraverso esse. Questo richiede certi adattamenti e la graduale applicazione dell’energia per stimolare i vari regni della natura affinché la fusione di tutte le forze naturali acceleri lo scambio di energie fra i due schemi. In questo modo i piani del Logos solare che devono attuarsi per opera di due Logos planetari possono compiersi. All’iniziato è ora concesso di usare l’energia solare in piccola misura, ed è ammesso non solo ai concili della propria Gerarchia, ma anche ai convegni con [123] il Signore del Mondo e i due grandi capi di dipartimento cui partecipano delle Entità provenienti da altri schemi planetari.

Alla quinta iniziazione la visione offre una prospettiva ancora più ampia, e l’iniziato vede un terzo schema planetario, che con gli altri due forma uno dei triangoli di forza necessari per l’evoluzione solare. Come ogni manifestazione procede per dualità e triplicità fino alla sintesi finale, così questi schemi, che altro non sono se non centri di forza nel corpo di un Logos solare, operano prima come unità separate viventi la propria vita integrale, poi come dualità mediante lo scambio di forza fra due schemi, in tal modo aiutandosi, stimolandosi e completandosi a vicenda, ed infine come un triangolo solare, in cui l’energia circola da punto a punto e da centro a centro, fino a fondersi e sintetizzarsi in modo che i tre operino come un tutto unico.

Quando l’adepto della quinta iniziazione può lavorare in armonia con i piani di questi tre Logoi planetari, cooperando con Essi con competenza sempre maggiore, col passare del tempo si rende idoneo alla sesta iniziazione, che lo ammetterà a conclavi ancora superiori. Egli parteciperà a propositi solari e non più solo a quelli planetari.

Alla sesta iniziazione gli è concessa la più stupenda di tutte le visioni. Vede l’unità del sistema solare e la fugace rivelazione palesa alla sua stupefatta comprensione il proposito fondamentale del Logos solare; per la prima volta vede i piani nel loro complesso e in tutte le loro ramificazioni.

Alla settima iniziazione la sua visione penetra oltre l’anello invalicabile solare ed egli vede ciò che da lungo tempo conosceva teoricamente come fatto fondamentale, ossia che il nostro Logos solare partecipa a piani e a propositi di un Essere ancora più eccelso, e che il sistema solare è solo uno dei numerosi centri di forza mediante i quali una Entità cosmica molto superiore al [124] nostro Logos si manifesta. Un grandioso proposito sottostà a tutte queste visioni; la rivelazione dell’unità essenziale e dei rapporti interiori in base ai quali, una volta conosciuti, l’iniziato si dedicherà sempre più a servire con abnegazione completa, e che faranno di lui uno di coloro che operano verso la sintesi, l’armonia e l’unità fondamentale.

Durante la cerimonia d’iniziazione la visione che si palesa all’iniziato affinché veda e comprenda, si divide in tre fasi di un solo processo:

1. Il passato si svolge dinanzi a lui che si vede quale autore di molte parti, e comprende che hanno avuto per unico scopo di portare gradatamente le sue forze e capacità al punto di poter servire il gruppo e con il gruppo. Secondo la particolare iniziazione egli vede e s’identifica con:

a. Se stesso in molte incarnazioni precedenti.

b. Il proprio gruppo in vite di gruppo precedenti.

c. Il proprio raggio egoico manifestantesi per molti cicli.

d. Il Logos planetario nel Suo operare nel passato mediante molte evoluzioni e molti regni in tutto lo schema,

e così via fino alla propria identificazione con il passato della unica vita che fluisce attraverso tutti gli schemi planetari e le evoluzioni nel sistema solare. Tutto ciò produce la risoluzione di esaurire il karma e la conoscenza (derivante dalla vista delle cause del passato) di come fare.

2. Il presente. All’iniziato si rivela il lavoro specifico che deve essere compiuto durante il ciclo minore nel quale è implicato al presente. Ciò significa che non solo vede ciò che lo concerne in una data esistenza, ma sa quale è la [125] piccola parte immediata del Piano (che include forse parecchi brevi cicli o incarnazioni) che il Logos planetario intende sia compiuta. Ora egli conosce chiaramente il proprio lavoro e può accingersi al compito con piena conoscenza del perché, del come e del quando.

3. Il futuro. A titolo d’incoraggiamento all’iniziato è accordata una visione del compimento finale, glorioso oltre ogni possibile descrizione; alcuni punti salienti ne indicano le fasi principali. Per un istante egli vede la gloria quale sarà, e il sentiero di radiosa bellezza che splende sempre più, sino alla perfezione. Nei primi stadi vede la gloria del proprio gruppo egoico perfezionato, poi la radiosità emanante dal raggio che reca in sé gli uomini perfetti, di un particolare colore e tipo indi gli balena dinanzi la perfezione del grande Essere che è il suo Logos planetario, e tutta la bellezza e la radiosità di tutti gli altri raggi di luce: il Sole che splende nella propria forza, il Logos solare nell’istante del compimento del Suo proposito.

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