Scorri i Capitoli di questo Libro

CAPITOLO IX - IL SENTIERO DELL’INIZIAZIONE

CAPITOLO IX

IL SENTIERO DELL’INIZIAZIONE

Dopo un periodo più o meno lungo il discepolo si trova davanti alla Porta della Iniziazione. Dobbiamo ricordare che ci si avvicina a questa porta e si avanza verso il Maestro con i piedi lavati nel sangue del cuore, com’è detto nel libro “La Luce sul Sentiero”. Ogni passo avanti è sempre frutto del sacrificio di tutto ciò che, su un piano o sull’altro, è più caro al cuore, sacrificio che deve essere sempre volontario. Chi percorre il Sentiero della Prova o di Santità ne ha valutato il prezzo, ha riorientato il proprio senso dei valori, e i suoi giudizi non sono quelli dell’uomo comune. Egli tenta di “prendere il regno con violenza”, e con questo tentativo si prepara alla sofferenza che ne deriverà. È un uomo che pur di conquistare la meta considera tutto perduto e che nello sforzo per dominare il sé inferiore è disposto a sacrificarsi anche fino alla morte.

Le prime due iniziazioni    

Alla prima iniziazione l’Ego deve avere acquistato un notevole dominio sul corpo fisico. I “peccati della carne”, secondo la fraseologia cristiana, devono essere domina- ti, ghiottoneria, alcolismo e dissolutezza non devono avere alcun potere. L’elementale fisico non riceve più risposta alle proprie richieste. Il dominio deve essere completo, ed ogni allettamento scomparso. Un atteggiamento generale d’obbedienza all’ego deve essere presente, e la [83] disposizione ad obbedire deve essere molto forte. Il canale fra il Sé superiore e l’inferiore è aperto e l’obbedienza della carne è quasi automatica.

Il fatto che non tutti gli iniziati siano a tale altezza può essere attribuito a diverse cause, ma la nota fondamentale che fanno risuonare dovrebbe essere quella della rettitudine. Essi riconosceranno i propri errori con sincerità ed apertamente e si sforzeranno in modo palese di conformarsi al livello di comportamento più elevato, anche se non potranno raggiungere la perfezione. Gli iniziati possono cadere e cadono, incorrendo così nella punizione secondo la legge. Cadendo possono nuocere e nuocciono al gruppo e con ciò incorrono nel karma di riassestamento, espiando l’offesa fatta con un servizio più prolungato nel quale, seppure inconsciamente, gli stessi membri del gruppo applicheranno la legge. Il progresso di questi iniziati verrà seriamente ostacolato, poiché molto tempo andrà perduto nell’esaurire il karma riguardante i danneggiati. Il fatto di essere un iniziato e perciò veicolo di forza di tipo molto più potente, fa sì che  la caduta dal giusto sentiero abbia effetti più potenti che per un uomo meno avanzato; la ricompensa come la punizione saranno quindi maggiori. Prima di poter procedere sulla Via il prezzo dev’essere inevitabilmente pagato. Quale sarà l’atteggiamento del gruppo danneggiato? Esso riconoscerà la gravità dell’errore, accettandone saggiamente le conseguenze; si asterrà da una critica non fraterna e irradierà amore sul fratello che ha errato, accompagnato da un’azione che dimostri chiaramente a chi osserva dall’esterno come tali errori ed infrazioni della legge non siano condonati. Nel gruppo interessato si assumerà inoltre un atteggiamento mentale tale da indurre, pur con la dovuta fermezza, ad aiutare il fratello a scorgere il proprio errore, ad esaurire il karma retributivo ed infine, fatta la debita ammenda, a ristabilire [84] la considerazione e il rispetto nei suoi confronti.

Non tutti evolvono esattamente lungo le stesse linee di sviluppo, e non è quindi possibile stabilire delle regole fisse per l’esatto procedimento da seguire ad ogni iniziazione, né riguardo ai centri che devono essere vivificati e la visione che verrà concessa. Molto dipende dal raggio del discepolo o dalla particolare direzione del suo sviluppo (generalmente le persone non si sviluppano in modo uniforme), dal karma individuale ed anche dalle esigenze di un determinato periodo. Tuttavia possiamo dire che alla prima iniziazione, la nascita del Cristo, di solito viene vivificato il centro del cuore allo scopo di ottenere un dominio più efficace sul corpo astrale e di servire l’umanità in modo più valido. Dopo quest’iniziazione, l’iniziato verrà istruito principalmente sui fatti del piano astrale; dovrà stabilizzare il proprio corpo emotivo e imparare ad operare su quel piano con la stessa facilità con cui lavora su quello fisico; è messo in contatto con i deva astrali; impara a dominare gli elementali astrali; deve operare con facilità nei sottopiani inferiori, e il valore e la qualità del suo lavoro acquistano maggior valore. Questa iniziazione trasferisce dall’Aula dell’Apprendimento all’Aula della Saggezza. In tale periodo l’importanza maggiore è decisamente data al suo sviluppo astrale, sebbene la preparazione mentale proceda costante.

Tra la prima e la seconda iniziazione possono trascorrere molte vite, un lungo periodo di numerose incarnazioni, prima che il dominio sul corpo astrale sia perfezionato e l’iniziato sia pronto per il passo successivo. Vi è al riguardo un’interessante analogia nella vita dell’iniziato Gesù, contenuta nel Nuovo Testamento. Molti anni trascorsero fra la nascita e il battesimo, mentre gli altri tre stadi furono raggiunti in tre soli anni. Dopo la seconda iniziazione, [85] il progresso sarà rapido e la terza e la quarta seguiranno probabilmente nella medesima vita o nella successiva.

La seconda iniziazione costituisce la crisi nel dominio sul corpo astrale. Come alla prima si è dimostrato il dominio sul corpo fisico, così ora va dimostrato sul corpo astrale. Il sacrificio e la morte del desiderio sono stati la meta dello sforzo compiuto. Il desiderio è stato dominato dall’Ego ed ora l’iniziato tende soltanto al bene del Tutto in accordo con la volontà dell’Ego e del Maestro. L’elementale astrale è sotto controllo, il corpo delle emozioni è puro e limpido, e la natura inferiore muore rapidamente. Ora l’Ego fa di nuovo presa sui due veicoli inferiori e li piega alla propria volontà. L’aspirazione e il desiderio di servire, amare e procedere diventano così intensi da produrre generalmente un rapido sviluppo. Questo spiega perché la seconda e la terza iniziazione si succedano spesso (non sempre) in una stessa vita. Nell’attuale periodo è stato dato un tale stimolo all’evoluzione, che le anime che aspirano al servizio, sensibili all’angoscioso grido d’aiuto dell’umanità, tutto sacrificano per rispondervi.

Non commettiamo però l’errore di pensare che tutto questo avvenga per stadi fissi e consecutivi. Molto viene compiuto contemporaneamente e all’unisono, poiché giungere al dominio è un processo lento e duro, ma negli intervalli fra le prime tre iniziazioni ognuno dei tre veicoli inferiori deve raggiungere un preciso stadio d’evoluzione e mantenerlo, prima che una ulteriore espansione di coscienza possa essere permessa senza incorrere in pericoli. Molti di noi che percorrono il sentiero della prova lavorano attualmente sui tre livelli.

Alla seconda iniziazione, se viene seguito il metodo ordinario (ciò che, ripetiamo, non è detto) viene vivificato il centro della gola. Ciò conferisce la capacità di mettere a disposizione del servizio al Maestro e agli uomini il proprio patrimonio [86] mentale inferiore e di manifestare ed esprimere, forse con la parola parlata, ma certamente con qualche forma di servizio, ciò che può essere di aiuto. Viene accordata una visione della necessità del mondo, e palesata una ulteriore parte del piano. Per giungere alla terza iniziazione il punto di vista personale deve scomparire di fronte alla necessità del tutto, ciò che implica il completo dominio della mente concreta da parte dell’Ego.

Le due iniziazioni successive

Dopo la seconda iniziazione l’insegnamento si eleva di un piano. L’iniziato impara a dominare il corpo mentale; sviluppa la capacità di usare la materia del pensiero e impara le leggi della costruzione creativa del pensiero. Egli opera liberamente sui quattro sottopiani del piano mentale e prima della terza iniziazione deve essere, coscientemente o no, completamente padrone dei quattro sottopiani inferiori dei tre mondi. La sua conoscenza del microcosmo diviene profonda ed egli è, in grande misura, teoricamente e praticamente padrone delle leggi della propria natura, ciò che gli conferisce, sperimentalmente, la facoltà di dominare i quattro sottopiani inferiori dei piani fisico, astrale e mentale. Quest’ultimo fatto è interessante. Il dominio dei tre sottopiani superiori non è ancora completo e ciò spiega gli insuccessi e gli errori degli iniziati. Il loro dominio sulla sostanza dei tre sottopiani superiori non è ancora perfetta, e questi pure devono essere dominati.

Alla terza iniziazione, detta talvolta Trasfigurazione, l’intera personalità è inondata dalla luce che fluisce dall’alto. Solo da questo momento la Monade guida l’Ego in modo definitivo, riversando sempre maggiormente la sua vita divina nel canale preparato e purificato, così come nella terza catena, quella lunare, l’Ego individualizzò la personalità [87] mediante il contatto diretto, metodo diverso dall’individualizzazione avvenuta nell’attuale quarta catena. La legge di corrispondenza applicata qui può dimostrarsi rivelatrice e porre in evidenza un’interessante analogia fra i metodi di individualizzazione nelle varie catene e la espansione di coscienza che avviene alle diverse iniziazioni.

Di nuovo viene accordata una visione di ciò che ci attende; l’iniziato può in qual- siasi momento riconoscere gli altri membri della grande Loggia Bianca, e le sue facoltà psichiche sono stimolate dalla vivificazione dei centri della testa. Non è necessario né consigliabile sviluppare la chiaroveggenza e la chiarudienza prima di quest’iniziazione. Meta di tutta l’evoluzione è il risveglio dell’intuizione spirituale; quando ciò sia avvenuto, quando il corpo fisico sia puro, l’astrale stabile e saldo, e il mentale sotto dominio, l’iniziato potrà in tutta sicurezza esercitare ed usare saggiamente le facoltà psichiche per aiutare l’umanità. Non solo potrà usare queste facoltà, ma sarà in grado di creare e vivificare forme pensiero chiare e ben definite, pulsanti con lo spirito di servizio e non dominate dalla mente inferiore o dal desiderio. Queste forme pensiero non saranno (come quelle create dalle moltitudini) sconnesse, slegate e discordi, ma raggiungeranno un buon grado di sintesi. È necessario un lavoro arduo e costante prima di giungere a tale risultato, ma quando la natura di desiderio è stata purificata, il dominio del corpo mentale diventa più facile. Perciò, sotto certi aspetti, il sentiero del devoto è più facile di quello dell’uomo intellettuale, perché ha imparato a purificare il desiderio e progredisce seguendo gli stadi richiesti.

La personalità ha ora vibrazioni molto elevate, la sostanza dei tre corpi è relativamente pura, la conoscenza del lavoro da compiere nel microcosmo e della sua partecipazione all’opera nel [88] macrocosmo è molto avanzata. È quindi evidente perché solo  alla terza iniziazione officia il grande Ierofante, il Signore del Mondo. È il suo primo contatto con l’iniziato. Prima non sarebbe stato possibile. Per le prime due iniziazioni, Ierofante è il Cristo, l’Istruttore del Mondo, il primo fra molti fratelli, uno dei primi che conseguì l’iniziazione.

Ma quando l’iniziato ha fatto un ulteriore progresso ed ha conseguito due iniziazioni, avviene un cambiamento. La terza iniziazione è amministrata dal Signore del Mondo, l’Antico dei Giorni, l’ineffabile Reggitore. Perché ciò diventa possibile? Perché ora il corpo fisico, completamente consacrato, può sostenere senza pericoli le vibrazioni degli altri due corpi quando tornano al loro rifugio dopo essere stati alla Presenza del RE; perché ora l’astrale purificato e il mentale dominato possono senza alcun pericolo stare al suo cospetto. Quando, purificati e dominati, essi sono ben saldi e per la prima volta vibrano coscientemente in risposta al raggio della Monade, la capacità  di vedere e udire in tutti i piani può essere accordata e ottenuta, e la facoltà di leggere e comprendere gli annali usata in tutta sicurezza, poiché alla maggiore conoscenza si accompagna maggior potere. Il cuore è ora sufficientemente puro ed amorevole e l’intelletto abbastanza stabile per sostenere lo sforzo di conoscere.

Prima della quarta iniziazione la [89] preparazione viene intensificata e la conoscenza viene accumulata in modo inconcepibilmente rapido. L’iniziato ha frequente accesso alla biblioteca occulta e dopo quest’iniziazione può mettersi in contatto non solo con il Maestro con il quale ha lavorato coscientemente per lungo tempo, ma anche (in una certa misura) con i Chohan, il Bodhisattva e il Manu, e cooperare con Loro.

Egli deve inoltre conoscere intellettualmente le leggi dei tre piani inferiori ed usarle nello svolgimento del piano evolutivo. Studia i piani cosmici e deve conoscerli perfettamente; diviene esperto nelle tecniche occulte e, se già non lo ha fatto, sviluppa la visione quadridimensionale. Impara a dirigere le attività dei deva costruttori e allo stesso tempo lavora continuamente allo sviluppo della propria natura spirituale. Coordina rapidamente il veicolo buddhico e con ciò sviluppa il potere della sintesi, dapprima in lieve misura e, gradatamente, sempre di più.

Alla quarta iniziazione l’iniziato ha il perfetto dominio del quinto sottopiano ed è perciò adepto, per usare un’espressione tecnica, sui cinque sottopiani inferiori dei piani fisico, astrale e mentale, ed è in procinto di dominare il sesto suo veicolo buddhico può operare sui due sottopiani inferiori del piano buddhico.

La vita dell’uomo che consegue la quarta iniziazione, o Crocifissione, è di solito di grande sacrificio e sofferenza. È la vita in cui l’uomo fa la Grande Rinuncia, ed anche exotericamente appare di strenua difficoltà, ardua e penosa. Sull’altare del sacrificio si è rinunciato perfino alla personalità perfezionata e si è privi di tutto. A tutto si è rinunciato: amici, denaro, reputazione, qualità personali, posizione nel mondo, famiglia e persino la vita stessa.

[90]

Le iniziazioni finali

Dopo la quarta iniziazione non resta molto da compiere. Il dominio del sesto sottopiano procede rapidamente e la sostanza dei sottopiani superiori del piano buddhico è coordinata. L’iniziato è ammesso ad una comunione più stretta in seno alla Loggia e il suo contatto con i deva è più completo. Egli sta esaurendo rapidamente ogni possibilità di conoscenza dell’Aula della Saggezza ed è padrone dei piani più intricati. Ha perfetta conoscenza del colore e del suono; dirige la legge nei tre mondi e può mettersi in contatto con la Monade più liberamente di quanto la maggioranza degli uomini possa farlo con l’Ego. Svolge anche un vasto lavoro; insegna a molti allievi, collabora a molti piani, riunisce i futuri collaboratori; questo vale solo per quelli che rimangono per aiutare l’umanità su questo globo. Accenneremo più avanti ad alcune attività che si prospettano all’Adepto che lasci il servizio della Terra.

Dopo la quinta iniziazione l’uomo è perfetto per quanto riguarda l’evoluzione di questo schema, sebbene egli possa, se vuole, conseguire altre due iniziazioni.

Per conseguire la sesta iniziazione l’Adepto deve seguire uno studio profondo dell’occultismo planetario. Un Maestro regge la legge nei tre mondi mentre un Chohan della sesta iniziazione regge la legge nella catena, a tutti i livelli; un Chohan della settima iniziazione regge la legge nel sistema solare.

Sarà evidente che il serio studio di questi soggetti permetterà allo studente di trovare molte cose che lo riguardano personalmente, sebbene la cerimonia della iniziazione possa essere ancora molto lontana. Con lo studio del processo e del proposito potrà rendersi conto che il metodo dell’iniziazione riguarda:

[91]

a. la realizzazione della forza,

b. l’applicazione della forza,

c. l’utilizzazione della forza.

L’iniziato d’ogni grado, dall’umile iniziato di primo, che ha contatto per la prima volta con un tipo di forza specifica, fino al Buddha liberato di settimo grado, tratta con qualche tipo d’energia. Gli stadi di sviluppo dell’aspirante si possono descrivere così:

1. Deve divenire consapevole, tramite la discriminazione, dell’energia o forza del sé inferiore.

2. A quel ritmo d’energia deve imporne uno superiore fino a che il ritmo inferiore non sia sostituito da quello superiore ed il vecchio metodo di esprimere l’energia scompaia completamente.

3. Allora, grazie a realizzazioni sempre più vaste, gli è concesso entrare in contatto con certe forme d’energia di gruppo e, sotto una guida, farne uso fino al momento in cui sarà in grado di usare scientificamente la forza planetaria. La durata di questo stadio finale dipende solo dal progresso nel servire l’umanità e dallo sviluppo di quei poteri dell’anima che sono conseguenza naturale dello sviluppo spirituale.

Alle prime due iniziazioni l’applicazione della Verga iniziatica da parte del Bodhisattva mette l’iniziato in grado di dominare ed utilizzare la forza del sé inferiore, l’energia veramente santificata della personalità, nel servizio. Alla terza iniziazione l’applicazione della Verga da parte dell’Unico Iniziatore rende disponibile in modo molto più ampio la forza del sé superiore o Ego, e sprigiona sul piano fisico tutta l’energia accumulata durante numerose incarnazioni [92] nel corpo causale. Alla quarta iniziazione è possibile usare l’energia del proprio gruppo egoico a beneficio dell’evoluzione planetaria, e alla quinta iniziazione si dispone della forza o energia del pianeta (in senso esoterico e non semplicemente la forza o energia del globo materiale). In queste cinque iniziazioni due grandi Esseri, dapprima il Bodhisattva e poi l’Unico Iniziatore, il Signore del Mondo, Sanat Kumara, sono gli Jerofanti. Dopo queste cerimonie, se l’iniziato deciderà di conseguire le due ultime iniziazioni, possibili in questo sistema solare, verrà usata un’energia ancora superiore espressione dell’Unico Sé, cui si può soltanto accennare. Alla settima iniziazione Jerofante è colui del quale Sanat Kumara è la manifestazione, il Logos del nostro schema sul proprio piano. Alla sesta iniziazione usa la Verga iniziatica e impartisce giuramento segreto un Essere che è l’espressione di quella Esistenza — su un piano intermedio — un Essere che attualmente deve restare innominato. In queste tre espressioni del governo gerarchico — Sanat Kumara alla periferia dei tre mondi, Colui che non si nomina ai confini dei piani superiori dell’evoluzione umana, e lo Spirito planetario stesso allo stadio finale — abbiamo le tre grandi manifestazioni del Logos planetario. All’ultima delle iniziazioni maggiori, attraverso il Logos planetario fluisce il potere del Logos solare. Egli rivela all’iniziato che l’Assoluto è coscienza nella sua massima espressione, sebbene allo stadio umano l’Assoluto debba essere considerato come non-coscienza.

Ognuna delle iniziazioni maggiori non è che la sintesi delle minori, e solo chi cerca di espandere sempre più la propria coscienza nelle faccende della vita quotidiana, può sperare di raggiungere quegli stadi finali che sono solo il culmine dei precedenti. Si rinunci all’idea che basta essere “molto buoni e altruisti” per trovarsi un giorno improvvisamente [93] al cospetto del Grande Signore. In tal modo si antepone l’effetto alla causa. Bontà e altruismo nascono dalla comprensione e dal servizio, e la santità del carattere è il frutto delle espansioni di coscienza che l’uomo attua entro se stesso con strenuo sforzo. Perciò, è qui ed ora che l’uomo può prepararsi per l’iniziazione, non poggiandosi sull’aspetto cerimoniale, come molti fanno nelle loro affrettate anticipazioni, ma lavorando sistematicamente e tenacemente al costante sviluppo del corpo mentale, seguendo l’arduo processo di dominare il corpo astrale affinché sia messo in grado di rispondere a tre vibrazioni:

a. quella dell’Ego,

b. quella del Maestro,

c. quella dei fratelli, ovunque si trovino.

Egli diviene sensibile alla voce del sé superiore esaurendo così del karma sotto la guida intelligente dell’Ego. Per suo tramite diviene cosciente della vibrazione emanante dal Maestro; impara a sentirla sempre meglio ed a rispondervi in modo sempre più completo; infine diventa più sensibile alle gioie, ai dolori, alle preoccupazioni di coloro che avvicina quotidianamente; li fa propri, ma non ne viene intralciato.

[94]