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CAPITOLO XI - I PARTECIPANTI AI MISTERI

CAPITOLO XI

I PARTECIPANTI AI MISTERI

Coloro che partecipano ai misteri sono per lo più noti e nulla vi è di segreto circa quelle personalità e la procedura. Qui si cerca soltanto di dare maggior senso di realtà ai dati già noti con un’esposizione più completa ed un più accurato riferimento alle parti da esse rappresentate durante la cerimonia. Riflettendo sui misteri di cui stiamo trattando lo studente tenga presente che:

Quanto qui esposto è da interpretare in termini di spirito e non di materia, o forma. Trattiamo unicamente dell’aspetto coscienza o aspetto soggettivo della manifestazione, e di ciò che sottostà alla forma oggettiva. Rendersene conto risparmierà allo studente molte ulteriori confusioni.

Consideriamo fatti sostanziali e reali sul piano mentale, dove avvengono tutte le iniziazioni maggiori, fatti che non sono materializzati sul piano fisico e non sono fenomeni fisici. Il legame fra i due piani esiste nella continuità di coscienza sviluppata dall’iniziato, che gli consente di far giungere al cervello fisico la percezione di quanto avviene sui piani soggettivi.

Prova dell'Iniziazione

La prova dei fatti e dell’esattezza della conoscenza trasmessa si paleserà nei modi seguenti:

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Entro e attraverso i centri eterici. Questi centri verranno fortemente stimolati e, in virtù dell’accresciuta energia, l’iniziato sarà in grado di compiere sul sentiero del servizio più di quanto abbia mai immaginato possibile. I suoi sogni e ideali divengono fatti evidenti, e non solo possibilità.

I centri fisici, come la ghiandola pineale e il corpo pituitario, cominceranno a svilupparsi rapidamente e l’iniziato diverrà cosciente del risveglio delle “siddhi” o poteri dell’anima, nel loro aspetto superiore. Egli sarà consapevole del proprio dominio su quei poteri e del modo in cui se ne serve; sarà conscio dei metodi di contatto con l’Ego e della retta direzione dell’energia.

Il sistema nervoso, tramite il quale opera il corpo delle emozioni o natura astrale, diverrà altamente sensibilizzato e, allo stesso tempo, forte. Il cervello diverrà sempre più rapidamente un esatto trasmettitore degli impulsi interiori. Questo fatto è di reale importanza e quando il suo significato diverrà più evidente avverrà una rivoluzione nell’atteggiamento degli educatori, dei medici e di altri verso lo sviluppo del sistema nervoso e la cura dei disturbi nervosi.

La memoria occulta. Infine l’iniziato diviene sempre più consapevole dello sviluppo della memoria interiore o “memoria occulta”, concernente l’opera della Gerarchia e principalmente la propria parte nel piano generale. Quando un iniziato ricorda in modo occulto, nella coscienza di veglia, una cerimonia e trova dentro di sé tutte queste manifestazioni di crescente sviluppo e di realizzazione cosciente, la verità della sua certezza interiore viene convalidata.

IRicordiamo che tale conferma interiore ha valore solo per l’iniziato. Egli deve dar prova di sé al mondo esterno con la propria vita di servizio e con il lavoro compiuto, suscitando così [102] in coloro con i quali è in rapporto un riconoscimento che si paleserà in una spontanea emulazione e nello sforzo di calcare il medesimo sentiero, sempre animati dal movente del servizio e della fraternità, e non per accrescimento personale e acquisizioni egoistiche. Ricordiamo inoltre che se ciò vale per il lavoro, è ancora più vero in rapporto all’iniziato stesso. L’iniziazione è una questione strettamente personale con applicazione universale. Essa poggia sul conseguimento interiore. L’iniziato saprà da sé quando l’evento si produce senza che alcuno gliene parli. L’espansione di coscienza che ha nome iniziazione deve includere il cervello fisico, altrimenti non ha valore. Come le espansioni di coscienza minori che si producono in noi normalmente ogni giorno e che chiamiamo “imparare” qualcosa si riferiscono al riconoscimento da parte del cervello di un fatto o di una circostanza, così è pure per le più vaste espansioni che ne sono la conseguenza.

Allo stesso tempo è del tutto possibile operare sul piano fisico ed essere attivamente impegnati nel servizio mondiale senza avere alcun ricordo del processo di iniziazione subito ed avere nondimeno conseguito la prima e la seconda iniziazione in una vita precedente. È semplicemente una mancanza di “collegamento” fra una vita e l’altra, oppure può essere il risultato di una precisa decisione dell’Ego. Un uomo può essere meglio in grado di esaurire un certo karma e di compiere un certo lavoro per la Loggia se è libero da attività occulte e da introspezione mistica durante qualche esistenza terrena. Attualmente fra gli uomini vi sono molti che hanno conseguito la prima iniziazione, e ve ne sono alcuni che hanno conseguito anche la seconda, tuttavia ne sono del tutto inconsapevoli, ma i loro centri e la organizzazione nervosa lo  dimostrano a coloro che possiedono la visione interiore. [103] Nella vita in cui viene conseguita la prima iniziazione il suo ricordo si estende al cervello.

Né la curiosità, né la comune “bontà” hanno mai condotto l’uomo alla porta della iniziazione. La curiosità, suscitando una forte vibrazione nella natura inferiore serve soltanto ad allontanare dalla meta; la comune bontà, quando non sia appoggiata da una vita di totale sacrificio per gli altri, dal silenzio, dalla umiltà e da un disinteresse veramente particolare, può servire a costruire buoni veicoli, che saranno utili in un’altra incarnazione, ma non ad abbattere le barriere, esteriori ed interiori, ed a vincere le forze ed energie contrastanti che si frappongono fra un uomo “buono” e la cerimonia dell’iniziazione.

Il Sentiero del Discepolato è difficile, e più arduo ancora è quello dell’iniziazione. Un iniziato è un combattente che porta i segni della battaglia, il vincitore di molte dure battaglie. Egli non parla dei propri conseguimenti perché è troppo occupato con l’intenso lavoro che svolge; non parla di sé o di ciò che ha compiuto, se non per deprecarne la pochezza. Tuttavia, per il mondo, è sempre uomo di grande influenza, che sa usare il potere spirituale, che incarna degli ideali, che lavora per l’umanità, e senza dubbio giunge a risultati che verranno riconosciuti dalle generazioni successive. Nonostante ciò che ha conseguito, raramente è compreso dai contemporanei. Spesso è oggetto di molte chiacchiere e tutto ciò che fa è male interpretato; egli depone ciò che possiede: tempo, denaro, posizione, reputazione e tutto ciò cui il mondo s’inchina sull’altare del servizio altruistico e spesso, quale ultimo dono, offre la propria vita, solo per trovare che coloro che ha servito gli scagliano contro quei doni, sprezzano la sua rinuncia e lo bollano con parole offensive. Ma l’iniziato non se ne cura, perché ha il privilegio di possedere qualcosa [104] del futuro e perciò si rende conto che la forza che ha generato a tempo debito dovrà attuare il piano divino; sa inoltre che il suo nome ed il suo sforzo vengono segnati nei memoriali della Loggia e che “l’Osservatore silenzioso” delle vicende umane ne ha preso nota.

Esistenze planetarie

Nel considerare le personalità che partecipano alle cerimonie di iniziazione, le prime di cui dobbiamo trattare sono quelle denominate Esistenze planetarie. Sono i grandi Esseri che adombrano la nostra umanità o stanno con essa per un certo periodo di manifestazione planetaria. Non sono molti perché la maggioranza dei grandi Esseri si trasferisce costantemente e sempre più numerosa ad altro lavoro superiore, a mano a mano che le loro funzioni possono essere adempiute da membri dell’evoluzione terrestre, sia angelica che umana. 

Tra Coloro che sono direttamente connessi con la loggia dei Maestri nelle sue varie suddivisioni possiamo nominare:

L’Osservatore Silenzioso”, grande Entità che informa la vita del pianeta e che ha, rispetto al Signore del Mondo, Sanat Kumara, lo stesso rapporto dell’Ego rispetto al sé inferiore dell’uomo. Possiamo farci un’idea dell’alto grado d’evoluzione di questo grande Essere, considerando l’analoga differenza evolutiva fra un essere umano e un Adepto perfetto. Il nostro schema planetario non ne ha di maggiori, e per quanto ci concerne Egli corrisponde al Dio personale dei Cristiani. Opera attraverso il Suo rappresentante fisico, Sanat Kumara, punto focale per la Sua vita ed energia. Egli tiene il mondo nella Sua aura. Con questa grande Esistenza può venire in contatto solo un adepto della [105] quinta iniziazione che stia procedendo verso la sesta e la settima. Una volta l’anno, alla festa del Wesak, il Buddha con l’assenso del Signore del Mondo, reca all’umanità raccolta una doppia corrente di forza: quella emanante dall’Osservatore Silenzioso, integrata dall’energia maggiormente focalizzata del Signore del Mondo. Egli riversa quella duplice energia in forma di benedizione su coloro che assistono alla cerimonia nell’Himalaya; questi a loro volta la diffondono a tutti i popoli indistintamente. Forse non tutti sanno che in una certa crisi durante la grande guerra la Gerarchia spirituale ritenne necessario invocare l’aiuto dell’Osservatore Silenzioso e, facendo uso del potente mantram col quale il Buddha può essere raggiunto, ne richiamò l’attenzione e chiese la Sua mediazione presso il Logos planetario. Il Logos planetario, il Signore del Mondo, uno dei Buddha d’Attività, il Buddha, il Mahachohan ed il Manu (questi appellativi si succedono secondo il grado evolutivo) decisero di osservare ancora un poco gli avvenimenti prima di intervenire nel corso delle vicende umane, poiché il karma del pianeta sarebbe stato ritardato se il conflitto fosse terminato prima del tempo. La fiducia di quei grandi Esseri nella capacità degli uomini di risolvere debitamente la situazione fu giustificata, ed il Loro intervento si dimostrò superfluo. Quel convegno ebbe luogo a Shamballa. Abbiamo riferito quanto sopra per mostrare come tutto ciò che riguarda le vicende umane venga attentamente  esaminato dalle varie Esistenze planetarie. È letteralmente vero, in senso occulto, che “non cade un passero senza che la sua caduta venga notata”.

Si potrebbe chiedere perché il Bodhisattva non prese parte al convegno. Perché la guerra interessava il dipartimento del Manu, e i Membri della Gerarchia si occupano soltanto di ciò che rientra strettamente nel loro campo di lavoro; il Mahachohan, incarnazione del [106] principio manasico o dell’intelligenza partecipa a tutti i convegni. Nel prossimo grande conflitto sarà implicato il dipartimento della religione e il Bodhisattva sarà direttamente interessato. Il suo fratello, il Manu, sarà allora relativamente esentato e procederà nel proprio lavoro. Tuttavia, fra tutti i dipartimenti vige la più stretta cooperazione senza spreco di energia. Data l’unità di coscienza di coloro che sono liberati dai piani dei tre mondi, ciò che avviene in un dipartimento è noto negli altri.

Poiché il Logos planetario s’interessa soltanto delle due iniziazioni finali, che non sono obbligatorie come le cinque precedenti, non ha alcuno scopo dilungarci sul Suo lavoro. Quelle iniziazioni avvengono sul piano buddhico e su quello atmico, mentre le prime cinque sono conseguite sul piano mentale.

Il Signore del Mondo, l’Unico Iniziatore, Colui che nella Bibbia è chiamato “l’Antico dei Giorni” e nelle Scritture indù il “Primo Kumara”, Sanat Kumara, è Colui che dal Suo trono a Shamballa, nel deserto di Gobi, presiede alla Loggia dei Maestri e tiene nelle proprie mani le redini del governo di tutti e tre i dipartimenti. Detto in alcune Scritture “il Grande Sacrificio”, Egli ha scelto di vigilare sull’evoluzione degli uomini e dei deva fino a che tutti siano “salvati” in senso occulto. Egli decide gli “avanzamenti” nei diversi dipartimenti e stabilisce chi occuperà i posti vacanti; quattro volte all’anno convoca tutti i Chohan ed i Maestri ed autorizza ciò che dovrà essere e- seguito per favorire i fini dell’evoluzione. 

Occasionalmente Egli s’incontra con iniziati di grado inferiore, ma solo in periodi di gravi crisi, quando a qualche individuo si offra l’opportunità di portare pace dove vi è conflitto, di accendere una fiamma per distruggere le forme che stanno rapidamente cristallizzandosi e liberare così la vita imprigionata.

La Loggia si riunisce in periodi stabiliti dell’anno e alla [107] festa del Wesak si raduna sotto la Sua giurisdizione per tre scopi:

1. Mettersi in contatto con la forza planetaria tramite il Buddha.

2. Tenere il più importante dei convegni quadrimestrali.

3. Ammettere alla cerimonia d’iniziazione coloro che sono pronti, di tutti i gradi.

Durante l’anno hanno luogo altre tre cerimonie d’iniziazione:

1. Per le iniziazioni minori officiate dal Bodhisattva, tutte nel dipartimento del Mahachohan, e su uno dei quattro raggi minori d’attributo.

2. Per le iniziazioni maggiori, su uno dei tre raggi maggiori, d’aspetto, officiate dal Bodhisattva; sono perciò le prime due iniziazioni.

3. Per le tre iniziazioni superiori, in cui la Verga è retta da Sanat Kumara.

Il Signore del Mondo presenzia a tutte le iniziazioni, ma alle prime due è in una posizione simile a quella dell’Osservatore Silenzioso quando, alla terza, quarta e quinta iniziazione, Sanat Kumara fa prestare giuramento. Il Suo potere fluisce e il risplendere della stella davanti all’iniziato è il segno della Sua approvazione, ma questi non Lo vede faccia a faccia fino alla terza iniziazione.

La funzione dei tre Kumara, i tre Buddha d’dAttività, all’iniziazione è interessante. Essi sono tre aspetti di un unico aspetto e discepoli di Sanat Kumara. Sebbene le loro funzioni siano molteplici e riguardino principalmente le forze ed energie della natura e la direzione [108] dei costruttori, hanno un rapporto vitale col candidato all’iniziazione poiché ciascuno di Essi incarna la forza o energia di uno dei tre sottopiani superiori del piano mentale. Perciò alla terza iniziazione uno dei tre Kumara trasmette al corpo causale dell’iniziato l’energia che distrugge la sostanza del terzo sottopiano, distruggendo così parzialmente quel veicolo; alla quarta iniziazione un altro Buddha trasmette forza del secondo piano, ed alla quinta la forza del primo sottopiano è trasmessa in modo analogo negli atomi rimanenti del veicolo causale, producendo la liberazione finale. Il lavoro compiuto dal secondo Kumara, con forza del secondo sottopiano, in questo sistema solare è la più importante in relazione al corpo egoico e ne provoca la dissipazione completa, mentre l’applicazione finale disperde gli atomi che lo formavano.

Durante la cerimonia, mentre l’iniziato è al cospetto del Signore del Mondo, quei tre grandi Esseri formano un triangolo entro le cui linee di forza si trova l’iniziato. Alle prime due iniziazioni in cui il Bodhisattva funge da Jerofante, il Mahachohan, il Manu ed un Chohan che temporaneamente rappresenta il secondo dipartimento, svolgono una funzione analoga. Alle due iniziazioni più elevate i tre Kumara, chiamati “Kumara esoterici” formano un triangolo entro il quale sta l’iniziato, di fronte al Logos planetario.

Questi fatti sono esposti per insegnare due cose: la prima, l’unità del metodo, e la seconda che il detto “come in alto così in basso” è un fatto occulto nella natura.

Alle due ultime iniziazioni partecipano molti membri extraplanetari della Gerarchia, presenti oltre i confini del globo fisico denso ed eterico del pianeta. Altri particolari al riguardo sarebbero superflui. Sanat Kumara è ancora lo Jerofante pure, in modo del [109] tutto esoterico, officia il Logos planetario stesso. Essi sono in quel momento fusi in un’unica Identità manifestante aspetti diversi.

Concludendo questa breve esposizione, basti dire che la consacrazione di un iniziato ha un duplice effetto, perché implica sempre il passaggio di qualche adepto ad un grado superiore o ad altro lavoro, mentre il posto vacante è assunto, secondo la Legge, da un essere umano che sta per giungere al conseguimento. È perciò un evento di grande importanza che implica attività di gruppo, fedeltà di gruppo, ed unità di sforzi; molto può dipendere dall’ammissione di un uomo ad un alto ufficio e ad un posto nel concilio della Gerarchia.

I Capi dei Dipartimenti

Il Manu.

Il Bodhisattva.

Il Mahachohan.

Come è stato detto, questi tre grandi Esseri rappresentano la triplicità di tutta la manifestazione che può essere espressa nella forma seguente, ricordando che tutto questo si riferisce alla soggettività, e perciò all’evoluzione della coscienza, ed in primo luogo all’autocoscienza dell’uomo.

Coscienza

Il Manu                                Il Bodhisattva                 Il Mahachohan

Aspetto Materia                 Aspetto Spirito               Aspetto Intelligenza

Forma                                 Vita                                 Mente.

Il Non Sé                             Il Sé                                Il rapporto tra i due

Corpo                                  Spirito                             Anima

[110]

Oppure, in termini riferentesi strettamente alla realizzazione autocosciente:

Politica                               Religioni                           Scienza

Governo                            Credenze                         Civiltà

Razze                                 Fedi                                  Educazione

Tutti gli esseri umani appartengono all’uno o all’altro dei tre dipartimenti, i quali hanno tutti uguale importanza, poiché spirito e materia sono una cosa sola. Essendo espressione dell’unica vita, sono così interdipendenti che esprimerne le funzioni con divisioni schematiche può indurre in errore.

I tre grandi Signori cooperano strettamente perché l’opera è una, così come l’uomo, pur essendo una triplicità, è tuttavia un’unità individuale. L’essere umano è una forma per mezzo della quale un’entità o vita spirituale si manifesta, usando l’intelligenza secondo la legge evolutiva.

Per questo i grandi Signori sono strettamente connessi con le iniziazioni di un’unità umana. Essi sono troppo occupati con cose più importanti e con attività di gruppo per avere un rapporto qualsiasi con un uomo fino a quando si trova sul sentiero della prova. Quando, con i propri sforzi è passato sul Sentiero del Discepolato, il Maestro particolare cui è affidato riferisce al Capo di uno dei tre dipartimenti (a seconda del raggio cui l’uomo appartiene) che questi si avvicina alla porta dell’iniziazione e dovrebbe essere pronto per il grande passo in una certa incarnazione. In ogni vita, e più tardi ogni anno, egli presenta un rapporto, fino all’ultimo anno del sentiero della prova, quando i rapporti diventano più specificati e frequenti. Inoltre, in quest’ultimo anno il nome del candidato è presentato alla Loggia, e dopo che il suo Maestro ha riferito e il suo rapporto è stato brevemente discusso, il suo nome è messo ai voti e vengono scelti i padrini.

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Gli elementi più importanti durante la cerimonia sono: 

1. L’Iniziatore.

2. Il triangolo di forza formato da tre adepti o tre Kumara. 

3. I padrini.

Alle prime due iniziazioni due Maestri stanno ai lati del candidato, entro i limiti  del triangolo. Alla terza, quarta e quinta iniziazione, il Mahachohan e il Bodhisattva fungono da padrini; alla sesta e alla settima, entro il triangolo esoterico stanno due grandi Esseri i cui nomi si tacciono. Il compito dei padrini è di far passare attraverso  i propri corpi la forza o energia elettrica emanante dalla Verga d’iniziazione. Per irradiazione tale forza circola attorno al triangolo e ad essa si aggiunge la forza dei tre custodi; passa poi attraverso i centri dei padrini e, con un atto di volontà, viene trasmessa all’iniziato.

In altre pagine di questo libro è stato detto quanto basta riguardo alla Loggia dei Maestri ed al loro rapporto col candidato all’iniziazione, e si è anche accennato al compito dell’iniziato stesso. Tale compito non è ignoto agli uomini, ma è ancora soltanto un ideale ed una possibilità per un lontano futuro. Tuttavia, se l’uomo si sforza di raggiungere quell’ideale e di dimostrarlo interiormente, si accorgerà che non è soltanto una possibilità, ma qualche cosa di raggiungibile, purché lo sforzo sia adeguato. La prima iniziazione è possibile a molti, ma la necessaria concentrazione in una sola direzione, la fede costante nella realtà che ci attende, affiancata dalla volontà di sacrificare tutto piuttosto che retrocedere, scoraggia molti. Se quest’opera servirà non fosse che ad incitare alcuni a rinnovare lo sforzo, non sarà stata scritta invano.

[112]