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3° CONFERENZA

3° CONFERENZA

L’EVOLUZIONE DELLA FORMA O EVOLUZIONE DI GRUPPO

[53]

Desidero ampliare l’idea basilare dell’unità di coscienza o intelligenza, ed estenderne il concetto. È stato detto che tutta l’evoluzione procede dall’omogeneo attraverso l’eterogeneo per tornare poi di nuovo all’omogeneità, ed è stato notato che:

“L’evoluzione è una continua marcia accelerata di tutte le particelle dell’universo che le conduce simultaneamente, per un sentiero seminato di distruzione, ma ininterrottamente e senza posa, dall’atomo materiale a quella coscienza universale in cui sono realizzate l’onniscienza e l’onnipotenza: in una parola, alla completa realizzazione dell’Assoluto: Dio”.

Questo procede da quelle minute diversificazioni che noi chiamiamo molecole e atomi fino ai loro aggregati e forme; continua sempre con la costruzione di forme sempre più grandi fino a che abbiamo un intero sistema solare. Tutto procede secondo le stesse leggi basilari che governano tanto l’evoluzione [54] dell’atomo quanto l’evoluzione di un sistema solare. Il macrocosmo ripete se stesso nell’uomo, il microcosmo, e il microcosmo è a sua volta riflesso in tutti gli atomi minori.

Queste considerazioni e le precedenti, riguardano soprattutto la manifestazione materiale del sistema solare, ma cercherò di sottolineare nelle nostre prossime conversazioni, ciò che possiamo chiamare evoluzione psichica ossia la graduale dimostrazione e lo sviluppo evolutivo di quella intelligenza soggettiva o coscienza che si trova dietro la manifestazione oggettiva.

Tratteremo quest’argomento suddividendolo in quattro parti. Per prima cosa ci occuperemo del processo evolutivo che, in questo caso particolare, è l’evoluzione della forma o del gruppo. Tratteremo poi del metodo di sviluppo del gruppo. In seguito esamineremo gli stadi seguiti nel corso del ciclo evolutivo ed infine concluderemo con un tentativo pratico di trarre dalle nostre conclusioni qualche lezione applicabile alla vita quotidiana.

La prima cosa necessaria è quella di farci un’idea abbastanza chiara di cosa sia in realtà la forma. Nel dizionario troviamo la seguente definizione: “La configurazione esterna di un corpo”. È quindi messa in evidenza la sua esteriorità, la sua manifestazione [55] tangibile ed exoterica. Questo pensiero si ritrova anche studiando accuratamente la radice della parola “manifestazione”. Deriva da due vocaboli latini che significano “toccare con mano” (manus, la mano e fendere, toccare); l’idea così portata alla nostra mente è il triplice pensiero che il manifestato è quanto può essere sentito, toccato e riconosciuto come tangibile. Tuttavia, in ambedue queste interpretazioni, la parte più vitale del concetto è perduta di vista e noi dobbiamo cercare altrove una definizione più vera. A mio parere Plutarco ci presenta l’idea di manifestazione del soggettivo per mezzo della forma oggettiva in modo più chiaro dicendo:

“Un’idea è un essere incorporeo che non ha sussistenza propria, ma dà figura e forma alla materia senza forma e diventa la causa della manifestazione”.

Abbiamo qui una sentenza di reale significato occulto, che vale la pena di studiare attentamente, perché incorpora un concetto che riguarda non soltanto quella piccola manifestazione qual’è l’atomo chimico e fisico ma tutte le forme costituite da atomi, inclusa la manifestazione di un essere umano e della Divinità di un sistema solare, quella grande Vita, [56] o Mente Universale che tutto abbraccia, quel vibrante centro di energia e quella grande coscienza in espansione che chiamiamo Dio, o Forza, o Logos; l’Esistenza che esprime se stessa per mezzo del sistema solare.

Lo stesso pensiero è espresso da S. Paolo in una lettera alla Chiesa d’Efeso. Nel secondo capitolo dell’Epistola agli Efesini egli dice: “Noi siamo opera Sua”. La traduzione letterale dal greco è “Noi siamo il Suo poema, la Sua idea” e il pensiero nella mente dell’Apostolo è che per mezzo di ogni vita umana, o nell’aggregato di vite che compone il sistema solare Dio, per mezzo di ogni forma (qualunque essa sia) esprime un’idea, un concetto specifico, un poema ricco di contenuto. Un uomo è un pensiero entro una forma, questo è anche il concetto latente nella definizione di Plutarco. Si ha qui, prima l’idea di un’entità cosciente di sé, poi si deve riconoscere il pensiero o il proposito che quell’entità cerca di esprimere e finalmente si ha il corpo o forma che ne è il conseguente risultato.

Il termine Logos, tradotto in Verbo, ricorre frequentemente nel Nuovo Testamento per indicare la Divinità. Il passaggio più noto nel quale viene usato è nel primo capitolo del Vangelo di S. Giovanni: “In principio era il Verbo, e il Verbo era [57] con Dio, e il Verbo era Dio”. Esaminiamo un momento il significato dell’espressione. La traduzione letterale è ‘il Verbo’ ed è stato definito “esprimere oggettivamente un pensiero celato”. Qualsiasi termine o nome simile prendiate e ne studiate il significato oggettivo, troverete che trasmette sempre alla mente un pensiero definito, che implica un fine, un’intenzione o anche un concetto astratto. Estendendo lo stesso metodo di studio fino ad includere l’idea della Divinità o del Logos, può esser fatta molta luce sull’astruso argomento della manifestazione di  Dio, l’Intelligenza centrale, tramite la forma materiale sia che Lo vediamo manifestato attraverso la minuscola forma dell’atomo chimico, che di quel Suo gigantesco corpo fisico chiamato sistema solare.

La settimana scorsa abbiamo scoperto che c’è una cosa, che potrebbe essere affermata valida per tutti gli atomi e che tutti gli scienziati sono sul punto di riconoscere come una caratteristica che li distingue. Gli atomi hanno dimostrato di possedere sintomi di mente, una forma rudimentale d’intelligenza. L’atomo rivela la facoltà di discernimento o potere selettivo e la capacità di attrarre o di respingere. Può sembrare curioso usare il termine intelligenza relativamente all’atomo chimico; tuttavia l’etimologia della parola incorpora perfettamente questa idea. [58] Deriva dal latino: inter, fra e legere, scegliere. L’intelligenza è perciò la capacità di pensare o di scegliere, di selezionare o di discernere. È infatti quel qualcosa di astratto, di inspiegabile, che sta dietro alla grande legge di attrazione e repulsione, una delle leggi fondamentali della manifestazione. Questa facoltà fondamentale, l’intelligenza, caratterizza tutta la materia atomica e governa pure la costruzione di forme o aggregazione di atomi.

Abbiamo precedentemente trattato l’atomo a sé, senza considerare il suo edificarsi in forme o in quella totalità di forme chiamata regno di natura. Abbiamo esaminato la natura essenziale dell’atomo e la sua prima caratteristica, l’intelligenza; abbiamo sottolineato ciò di cui sono costruite tutte le forme come le conosciamo, in tutti i regni: minerale, vegetale, animale e umano. Nella somma totale di tutte le forme abbiamo la totalità della natura come generalmente intesa.

Estendiamo ora la nostra idea, dalle forme individuali che contribuiscono alla costruzione di qualcuno di questi regni di natura, e consideriamole quali mezzi per costituire quella forma ancora più grande che è il regno stesso, considerando così quel regno quale unità cosciente che forma un tutto omogeneo. Ogni regno in natura può essere considerato [59] una forma attraverso la quale può manifestarsi una coscienza di qualsiasi specie. Così anche l’aggregato di forme animali compone la forma più grande designata come regno animale, che a sua volta ha il suo posto entro un più grande corpo. Attraverso quel regno una vita cosciente può cercare di esprimersi; attraverso l’aggregato dei vari regni, una vita soggettiva ancor più grande può cercare di manifestarsi.

In tutti questi regni: minerale, vegetale, animale ed umano, sempre che le basi del nostro ragionamento siano corrette, abbiamo tre fattori: primo, che l’atomo originale è in se stesso una vita. Secondo, che tutte le forme sono costituite da molteplici vite e in tal modo abbiamo un tutto coerente, attraverso il quale un’entità soggettiva attua un proposito. Terzo, che la vita centrale entro la forma rappresenta l’impulso che la dirige, la sorgente dell’energia, l’origine della sua attività ed è ciò che tiene insieme la forma come un’unità.

Questo pensiero può essere considerato in relazione all’uomo, per esempio. Ai fini del nostro discorso, l’uomo può essere definito quale energia centrale, vita o intelligenza, che opera tramite una manifestazione materiale o forma, questa forma essendo composta di miriadi di vite minori. In questo contesto è stato spesso [60] notato un fenomeno curioso, al momento della morte; me lo fece notare alcuni anni fa in modo particolare una delle più abili infermiere chirurgiche indiane. Era stata atea per molto tempo, ma aveva cominciato a chiedersi il perché della sua miscredenza dopo aver assistito, parecchie volte, a questo fenomeno. Affermò di aver visto, più di una volta, al momento della morte, un lampo di luce uscire dal sommo del capo; una volta, nel caso particolare di una bambina, evidentemente ad uno stadio di sviluppo spirituale molto elevato, di vita pura e santa, la stanza sembrò momentaneamente illuminata dall’elettricità. Anche non molto tempo fa, alcune personalità nel campo medico in una grande città del Middle West, furono avvicinate da un ricercatore, che chiese loro, per lettera, se volessero dichiarare di aver notato qualche fenomeno particolare al momento della morte. Parecchi affermarono di aver osservato una luce bluastra uscire dal sommo del capo, mentre uno o due aggiunsero di aver udito uno scoppio nella regione della testa. In quest’ultimo esempio abbiamo la conferma dell’affermazione, fatta dall’Ecclesiaste, in cui si menziona lo scioglimento del filo d’argento e lo spezzarsi di quel legame magnetico che unisce l’entità interiore, o pensatore al suo veicolo d’espressione. In ambedue i casi suddetti è evidente la dimostrazione visiva del ritiro [61] della luce o vita centrale con la disintegrazione della forma e il disperdersi della miriade di vite mi- nori che ne consegue. 

Ad alcuni di noi potrà quindi sembrare logica l’ipotesi che, come l’atomo chimico è una minuscola sfera, o forma, con un nucleo positivo che mantiene in rotazione attorno ad esso gli elettroni negativi, così sono strutturate tutte le forme in tutti i regni di natura, con la sola differenza del grado di coscienza o intelligenza. Possiamo quindi considerare i regni stessi quali espressione fisica di qualche grande vita soggettiva e, per deduzione logica, giungere al riconoscimento che ogni unità della famiglia umana è un atomo nel corpo di quella grande unità chiamata in alcune scritture “L’Uomo Celeste”. Arriviamo perciò finalmente al concetto che il sistema solare non è altro che l’aggregato di tutti i regni e di tutte le forme, attraverso il quale si esprime il Corpo di un Essere che lo utilizza per attuare un proposito definito ed un’idea centrale. In tutte queste applicazioni della nostra ipotesi finale riscontriamo la medesima triplicità: una vita che forma o Entità che si manifesta attraverso una forma, o molteplici forme, e dimostra intelligenza discriminante.

Non è possibile trattare del metodo di costruzione delle forme, né dilungarsi sul processo evolutivo per cui gli atomi [62] sono combinati in forme e le forme stesse sono riunite nella più grande unità che chiamiamo un regno della natura. Questo metodo può essere brevemente riassunto in tre termini: involuzione, ossia l’immergersi della vita soggettiva nella materia, il metodo per mezzo del quale l’Entità superiore assume il suo veicolo d’espressione. Evoluzione, ossia l’utilizzazione della forma da parte della vita soggettiva, il suo graduale perfezionamento e la liberazione finale della vita imprigionata. La legge d’attrazione e repulsione, per cui materia e spirito vengono coordinati, la vita centrale acquista esperienza, espande la propria coscienza e, con l’uso di quella particolare forma, raggiunge l’auto-conoscenza e l’auto-dominio. Tutto procede secondo questa legge fondamentale. In ogni forma si ha una vita centrale, o idea, che viene in manifestazione, involvendo se stessa sempre più nella sostanza, si riveste di una forma o figura adeguata ai suoi bisogni e alle sue esigenze, utilizza quella forma quale mezzo di espressione e quindi, col tempo, si libera della propria forma per acquistarne un’altra più adatta alle sue necessità. Così, attraverso ogni tipo di forma, lo spirito, o vita, progredisce finché non sia stato percorso tutto il sentiero del ritorno fino al punto d’origine. Questo è il significato dell’evoluzione e qui si cela il segreto dell’incarnazione cosmica. Col tempo lo spirito perviene alla liberazione dalla forma, arricchito di [63] qualità psichiche e di una graduale espansione di coscienza.

Daremo uno sguardo a questi stadi studiandoli brevemente. Il primo stadio è un processo d’involuzione, che rappresenta il periodo della limitazione della vita entro la forma o guscio; è un lungo processo di milioni e milioni d’anni. Ogni tipo di vita subisce questo grande ciclo. Concerne la vita del Logos solare, che si manifesta attraverso il sistema solare. Fa parte del ciclo di vita dello Spirito planetario, che si manifesta attraverso una sfera simile al nostro pianeta Terra; include la vita umana e trascina con sé nel sentiero della sua energia anche la piccola vita che funziona attraverso un atomo chimico. È il grande processo del divenire, che rende possibile l’esistenza e l’essere stesso. Questo periodo di limitazione, di graduale, crescente imprigionamento e di sempre più profonda discesa nella materia è seguito da un altro di adattamento, in cui la vita e la forma stabiliscono un intimo rapporto. Segue poi il periodo in cui tale rapporto si perfeziona. La forma è allora adeguata ai bisogni della vita e può essere utilizzata. In seguito, mentre la vita interiore cresce e si espande, la forma, non più idonea quale mezzo d’espressione, si cristallizza [64] e infine si disintegra. Limitazione, adattamento, utilizzazione, cristallizzazione e disintegrazione, questi sono gli stadi che si succedono nella vita d’ogni entità, di ogni idea incorporata, di grado più o meno elevato, che cerca espressione attraverso la materia.

Mettiamo questi pensieri in relazione all’essere umano. Il processo di limitazione corrisponde al fatto di prendere una forma fisica, al periodo della ribellione, quando l’uomo è pieno di desideri, aspirazioni, passioni e ideali che non riesce ad esprimere o a soddisfare. Viene poi il periodo dell’adattamento in cui l’uomo comincia ad utilizzare ciò che ha e ad esprimere se stesso come meglio può, tramite le miriadi di vite minori e d’intelligenze che costituiscono i suoi corpi, fisico, emotivo e mentale. Infonde energia alla sua triplice forma, forzandola ad eseguire i suoi comandi, a compiere i suoi propositi e ad attuare così il suo piano, sia per il bene che per il male. A questo segue lo stadio in cui egli utilizza la forma quanto più gli è possibile e raggiunge quello stadio che definiamo maturità. Finalmente, negli ultimi stadi di vita, abbiamo la cristallizzazione della forma e l’uomo si rende conto della sua insufficienza. Giunge allora la liberazione chiamata morte, il gran momento in cui “lo spirito prigioniero” sfugge dalle mura che lo costringono entro una forma fisica. Le nostre idee sulla morte [65] sono errate; la consideriamo come qualcosa di triste e di pauroso, mentre in realtà essa è la grande liberatrice, che ci permette di entrare in una sfera di attività più ampia, è la liberazione della Vita dal veicolo cristallizzato e da una forma inadeguata.

Possiamo applicare pensieri simili a questo a tutte le forme e non soltanto in rapporto al corpo fisico di un essere umano, ma anche alle forme di governo, alle religioni, al pensiero scientifico e filosofico. Possiamo vederlo in atto, in modo particolarmente interessante, nel ciclo che viviamo attualmente. Tutto sembra ora fluttuante, il vecchio ordine cambia e un periodo di transizione è in atto. Le vecchie forme di tutte le linee di pensiero si disintegrano, ma al solo scopo di liberare la vita, che ha dato loro esistenza, perché possa costruirsi da sé forme più adatte e soddisfacenti. Prendiamo ad esempio la vecchia forma religiosa del Cristianesimo. Qui devo pregarvi di non fraintendermi. Non sto cercando di provare che lo spirito cristiano sia inadeguato e non cerco di dimostrare che le sue provate verità siano errate. Cerco soltanto di sottolineare che la forma, attraverso la quale questo spirito cerca di esprimersi, ha in un certo senso servito il suo scopo e si dimostra ora limitata. [66] Quelle stesse grandi verità, quelle stesse idee fondamentali, richiedono un veicolo  più adatto attraverso il quale funzionare. I pensatori cristiani d’oggi devono distinguere accuratamente fra le verità vitali del Cristianesimo e la forma teologica cristallizzata. L’impulso vitale fu dato dal Cristo. Egli enunciò queste grandi verità eterne e le emanò perché prendessero forma e andassero incontro al bisogno di un mondo sofferente. Erano limitate dalla forma e venne poi un lungo periodo in cui questa forma (dogmi e dottrine religiose) gradualmente crebbero e presero forma. Seguirono secoli in cui forma e vita sembravano adattate l’una all’altra e gli ideali cristiani esprimevano se stessi tramite quella forma. Ora si è instaurato il periodo della cristallizzazione e la coscienza cristiana in espansione trova le limitazioni teologiche inadeguate e restrittive. Il grande edificio di dogmi e dottrine costruito da ecclesiastici e teologi delle epoche passate deve inevitabilmente disintegrarsi, ma soltanto alfine di permettere alla vita interiore di fuoriuscire, costruire da sé dei mezzi d’espressione migliori e più soddisfacenti ed essere così all’altezza della missione per la quale fu emanata.

Possiamo vedere esattamente la stessa cosa nelle differenti scuole di pensiero, ovunque. Tutte esprimono qualche idea per mezzo di una [67] forma particolare, o di un complesso di forme, ed è necessario ricordare che la vita triplice retrostante a tutte le forme non è tuttavia che Una, benché i veicoli d’espressione siano diversi, e che con il trascorrere del tempo si dimostra sempre inadeguata.

Qual è dunque il proposito retrostante a questo incessante processo di costruzione di forme, di questo combinarsi delle forme minori? Qual'è la ragione di tutto questo e a cosa tende? Sicuramente è lo sviluppo della qualità, l’espansione della coscienza, l’evolvere della facoltà di comprensione, la produzione dei poteri della psiche e dell’anima, l’evoluzione dell’intelligenza. Sicuramente è la dimostrazione graduale dell’idea di base, o proposito, che quella grande Entità che chiamiamo Logos o Dio sta attuando attraverso il sistema solare. È la dimostrazione della sua qualità psichica, poiché Dio è Amore Intelligente, è il compimento del suo definito proposito, poiché Dio è Volontà amorevole ed intelligente. 

Per tutti i gradi e i tipi di atomi c’è pure un proposito. C’è una meta per l’atomo chimico, c’è un punto d’arrivo per l’atomo umano, l’uomo. L’atomo planetario dimostrerà pure un giorno il suo proposito basilare e la grande Idea che sta dietro al sistema solare sarà a sua volta rivelata. È possibile, in un breve studio, formarsi un concetto profondo di cosa sia [68] in realtà questo proposito? Forse potremo farcene un’idea abbastanza vasta se ci avvicineremo al soggetto con rispetto e sensibilità di visione, tenendo sempre presente che solo l’ignorante tende a dogmatizzare, che soltanto chi non è saggio si occupa dei dettagli quando tratta di questi argomenti stupendi.

Abbiamo visto che l’atomo chimico, ad esempio, dimostra la qualità dell’intelligenza, sintomi di mente discriminante e rudimenti di capacità selettiva. La piccola vita entro la forma atomica dimostra perciò qualità psichiche. L’atomo fa parte della costituzione di tutte le forme, in vari tempi e stadi, e ogni volta acquista qualcosa in più, secondo la forza e la vita dell’entità che anima quella forma e mantiene la sua omogeneità. Prendiamo ad esempio un atomo che entra nella costruzione di una forma nel regno minerale: esso dimostra non soltanto mente selettiva e discriminante, ma anche elasticità. Nel regno vegetale queste due qualità appaiono evidenti e se ne trova una terza, che possiamo definire sensazione allo stato rudimentale. L’intelligenza iniziale dell’atomo ha acquisito qualcosa nel passaggio di forma in forma, di regno in regno. La sua capacità di rispondere al contatto, la sua consapevolezza generale sono aumentati. Quando ci occuperemo dello studio dell’evoluzione della coscienza, svolgeremo quest’argomento con maggiori particolari. [69] Oggi vorrei solo cercare di dimostrare che nel regno vegetale  le forme composte di atomi dimostrano non soltanto intelligenza discriminante ed elasticità, ma sono anche capaci di sensazione o di ciò che, nel regno vegetale, corrisponde all’emozione e al sentimento (l’emozione non essendo che amore rudimentale). Abbiamo poi il regno animale in cui le forme animali mostrano, non solo tutte le sopraddette qualità, ma anche l’istinto, ossia ciò che un giorno si trasformerà in qualità mentali. Infine veniamo all’essere umano, che dimostra in grado maggiore tutte le qualità già indicate, poiché il quarto regno non è che il macrocosmo rispetto ai tre regni inferiori. L’uomo dimostra attività intelligente, è capace d’emozione e d’amore ed ha aggiunto un altro fattore ancora, quello della volontà intelligente. Egli è la divinità del suo sistema, non è soltanto cosciente, ma anche auto-cosciente. Costruisce il proprio corpo di manifestazione, proprio come fa il Logos, solo su una scala minore: governa il suo piccolo sistema per mezzo della grande legge di attrazione e repulsione, come fa il Logos, gli infonde energia e sintetizza la sua triplice natura in una unità coerente. Egli è tre in uno e uno in tre, proprio come il Logos.

Per ogni atomo vi è un futuro nel sistema solare. Cioè ogni atomo ha innanzi a se un’altissima meta e col trascorrere degli eoni, [70] la vita che anima quell’atomo, passerà attraverso i vari regni della natura, fino a raggiungere la sua meta nel regno umano.

Possiamo estendere l’idea e considerare la Grande Entità Che è la vita che dà forma al pianeta e tiene dentro la propria coscienza i differenti regni della natura. La Sua Intelligenza, che informa la totalità di tutti i regni e di tutti i gruppi, non potrebbe essere la meta per l’atomo umano? Forse, col progredire del tempo, lo scopo della sua presente realizzazione potrà anche essere il nostro e per la Sua, come per quelle grandi Vite che danno forma ai pianeti del sistema solare, può esservi il raggiungimento di quell’immensa ampiezza di coscienza che caratterizza la grande Esistenza Che anima la vita del sistema solare. Può forse essere vero che fra i differenti gradi di coscienza che si estendono, per esempio, dall’atomo chimico e fisico fino al Logos del sistema solare, non ci siano intervalli, né brusche transizioni, ma ci sia una continua, graduale evoluzione da una forma di manifestazione intelligente ad un’altra; la vita entro la forma acquisita così in qualità tramite l’esperienza.

Quando abbiamo costruito quest’idea nella nostra coscienza, quando ci appare evidente l’esistenza di un proposito ed una direzione sottostanti ad ogni cosa, [71] quando comprendiamo che nulla esiste che non sia proveniente dalla volontà cosciente di qualche entità e che tutto quanto succede ha uno scopo definito e una meta, allora avremo la chiave per conoscere noi stessi e per comprendere tutto ciò che vediamo accadere attorno a noi nel mondo. Se, per esempio, realizziamo che ci spetta la costruzione e la cura dei nostri corpi fisici, che abbiamo il controllo della nostra natura emotiva e la responsabilità dello sviluppo delle nostre qualità mentali, se ci rendiamo conto che siamo i fattori da cui fluisce l’energia entro i nostri corpi e che quando noi ci ritiriamo da questi corpi essi si disintegrano, allora avremo forse la chiave per comprendere come agisce la vita che dà forma al pianeta quando opera attraverso ogni genere di forme (continenti, civiltà, religioni e organizzazioni) su questa terra; abbiamo la chiave per comprendere ciò che avvenne nella luna, che ora è una forma in disintegrazione, ciò che sta accadendo nel sistema solare, di quanto accadrà nel sistema solare quando il Logos si ritirerà da quella che per Lui non è altro che una manifestazione temporanea.

Facciamo ora un’applicazione pratica di quanto è stato detto. Viviamo ora in un periodo in cui tutte le forme sembrano frantumarsi. La vita religiosa dei popoli non è più quella che era, dogmi e dottrine d’ogni genere sono messi in discussione. Molte [72] vecchie forme del pensiero scientifico stanno pure disintegrandosi e le basi delle vecchie filosofie sembrano scosse. La nostra sorte è posta in uno dei periodi più difficili della storia del mondo; un periodo caratterizzato da profondi sconvolgimenti, dalla rovina dei vecchi metodi, legami e rapporti, dal delinearsi all’orizzonte della distruzione di una civiltà. Dobbiamo incoraggiarci noi stessi ricordando che tutto questo è necessario, proprio perché la vita entro quelle forme sta diventando così forte, che trova in esse una prigione e una limitazione: dobbiamo ricordare che questo periodo di transizione contiene in sé le più grandi promesse che il mondo abbia mai veduto. Non bisogna abbandonarsi al pessimismo e alla disperazione, ma essere profondamente ottimisti. Molti oggi sono tormentati perché le fondamenta sembrano scosse, le strutture del pensiero religioso e filosofico, accuratamente innalzate e profondamente amate, sembrano sul pun- to di crollare. Ma la nostra ansietà è dovuta al fatto che siamo ancora troppo attaccati alla forma e troppo occupati della nostra prigione: se la distruzione avviene, è soltanto perché la vita possa costruire da sé nuove forme e perciò evolvere. Il lavoro del distruttore è altrettanto lavoro di Dio quanto lo è il lavoro del costruttore. La forma deve essere distrutta per rendere possibile l’opera del costruttore [73] e per mettere lo spirito in grado di esprimersi in modo più adeguato.

A molti queste idee possono sembrare nuove, fantastiche, insostenibili. Tuttavia, anche se fossero soltanto ipotesi, potrebbero interessare e darci una possibile chiave del mistero. Vediamo civiltà distrutte, edifici religiosi vacillanti, filosofie prima valide, diventare ora inadeguate, vediamo scosse le fondamenta della scienza materiale. Ma, dopotutto, cosa sono civiltà, religioni e razze? Semplicemente le forme attraverso le quali la grande triplice Vita Centrale che dà forma al nostro pianeta cerca di esprimere  se stessa. Proprio come noi esprimiamo noi stessi attraverso una natura fisica, emotiva, mentale, così Essa si esprime attraverso la totalità dei regni di natura, delle nazioni, razze, religioni, scienze e filosofie esistenti oggi. La Sua vita pulsa attraverso ogni parte del suo Essere e noi, come cellule ed atomi entro quella più grande manifestazione, ne seguiamo ogni transizione e siamo trasportati da uno stadio all’altro. Man mano che il tempo progredisce e la nostra coscienza si espande, comprenderemo sempre più il piano che Essa sta attuando e saremo sempre più in grado di collaborare al Suo proposito essenziale.

[74] Riassumendo il pensiero centrale di questa conferenza, sforziamoci di comprendere che non c’è materia inorganica, ma che ogni atomo è una vita. Rendiamoci conto che ogni forma è vivente ed è il veicolo d’espressione di qualche entità interiore. Cerchiamo di comprendere che questo vale anche per gli aggregati di tutte le forme. Avremo così la chiave per comprendere noi stessi e forse la chiave del mistero del sistema solare.