Capitale, lavoro, occupazione sono alcuni dei temi fondamentali nella più ampia questione dei retti rapporti umani. In un mondo strettamente interconnesso, qual è quello attuale, molte persone di buona volontà si scoprono sempre più sensibili alla visione di una società globale fondamentalmente basata sulla giustizia sociale, una società che rispetti i diritti umani e il benessere di ogni popolo. Questa serie di studi esplora un ampia gamma di soggetti in stretta connessione reciproca, quali il debito internazionale, capitale ed investimento, le corporazioni multinazionali, il lavoro infantile e quello femminile. Speciale risalto viene dato alle nuove idee sul denaro, il capitalismo, lo sviluppo sostenibile, nuove forme di lavoro emergenti, un’equa retribuzione a livello universale, nuovi metodi di management e di sviluppo umano, unitamente a numerose iniziative a testimonianza di buona volontà nella relazione tra capitale e lavoro. Viene anche esaminato il lavoro dell’International Labour Organisation, l’agenzia delle NU fondata per l’appunto sul principio della giustizia sociale come presupposto di una pace realmente universale e duratura.

Il materialismo è quindi posto in discussione, così come il concetto di una crescita economica senza limiti. In futuro, l’attività economica dovrà tener conto dell’inquinamento, e della necessità per l’uomo di vivere in maggiore armonia con il pianeta. L’Anima in Economia.

Lo sfruttamento selvaggio ed incontrollato delle risorse della terra deve cedere il passo all’idea di saggia amministrazione. Emerge con sempre crescente consapevolezza anche la necessità di colmare il divario esistente tra ricchi e poveri, come asserito dalle NU nel Millennium Development Goal, e dalle campagne per la revisione del debito dei paesi in via di sviluppo, pesantemente oppressi.

Per citare il Rapporto sullo Sviluppo Umano presentato alle NU nel 2005, “ Agli esordi di questo nuovo secolo, ci troviamo a vivere in un mondo diviso, e la profondità di tale divisione è tale da costituire una sfida capitale alla comunità globale. In parte essa è di natura etica e morale. Come disse Nelson Mandela nel 2005: ‘ la terribile povertà, e l’oscena disuguaglianza sono i terribili flagelli dei nostri tempi – tempi nei quali il mondo ostenta straordinarie conquiste scientifiche, industriali e fulminee accumulazioni di ricchezza – da accostare a schiavitù, apartheid, mali sociali.’ La terribile combinazione di povertà ed ineguaglianza deve essere affrontata e sconfitta – ma il progresso si è finora dimostrato vacillante e disuguale.(”1)

Forse la vera questione è quella posta da Alice Bailey nel suo libro I Problemi dell’Umanità: “Qual è il vero problema, alle radici del materialismo attuale?” (pag.79), cui posiamo rispondere ricordando la ben nota sentenza “L’amore per il denaro è la radici di tutti i mali”, essendo il denaro epitome della natura del desiderio – desiderio di beni materiali, di accumulazione e di possesso, di benessere materiale, di potere, supremazia. Il desiderio controlla il pensiero umano. L’amore per i soldi domina la vita di molti, mentre innumerevoli altri vivono in condizioni di abbietta povertà. Tuttavia, sono sempre più numerosi quanti pensano in termini di valori più elevati, ad un modo di vivere più semplice e spirituale, che possa contribuire a rivdere in modo sostanziale i rapporti economici ed industriali dell’umanità intera. Basta una breve indagine in Internet per acquisire una mole di informazioni su singoli individui, e su gruppi, internazionali, governativi, o appartenenti alla società civile, che operano nell’ambito del Capitale, del Lavoro, dell’Occupazione sulla base di scopi, valori e interessi condivisi.

A fianco dell’ILO, International Labour Organisation, con le sue strutture formali – quest’agenzia delle NU conta infatti tra i suoi obbiettivi principali principi fondamentali quali il diritto al lavoro, la dignità nel lavoro, la tutela ed il dialogo sociale –vi sono numerosi pensatori innovativi che portano idee stimolanti all’attenzione della pubblica opinione. James Robertson, politico ed economista, sottolinea come vi siano tre fattori principali alla base di un nuovo ordine economico: la conservazione, la capacità di dare voce e possibilità discrezionali a quanti incoraggiano la fiducia in se stessi e la capacità di sviluppo personale, nel contesto di un sistema mondiale unitario a livelli molteplici, in cui ogni parte, ad ogni livello, sia autonoma e tuttavia interdipendente. Susan George, del Transnational Institute sottolinea “l’effetto boomerang” della crisi nei debiti pubblici, con conseguenti ricadute sociali ed ambientali per i Paesi creditori del Nord del mondo, mano a mano che la mancanza di opportunità economiche nei Paesi debitori si traduce in una sempre crescente emigrazione verso i Paesi ricchi, mentre quanti restano sono sempre più costretti a deteriorare l’ambiente per sopravvivere.

Dal canto suo, l’ILO sottolinea lo straziante problema del lavoro infantile, delle centinaia di milioni di bambini costretti a lavorare per il sostentamento delle loro famiglie e di loro se stessi, spesso sacrificando salute ed educazione. Per non parlare dei bambini in schiavitù e costretti al lavoro. Una piaga per la quale il Programma Internazionale per l’eliminazione del lavoro infantile ha identificato obbiettivi ed elaborato strategie. Donne di qualunque età affrontano una pesante discriminazione nel mercato del lavoro, con maggior rischio delle giovani, rispetto ai ragazzi, di finire vittime della schiavitù e della prostituzione. Riconoscendo il ruolo vitale, per il benessere familiare, svolto dalle donne che lavorano, molti governi stanno adottando misure concrete al fine di promuovere il benessere e lo sviluppo delle donne lavoratrici.

In un articolo su Capitalismo e Sostenibilità, Jonathan Porritt, scrittore ed ambientalista, sostiene nelle sue conclusioni che, visto il perdurare di un sistema capitalista almeno per quanto il futuro può essere prevedibile, la sostenibilità deve essere perseguita all’interno di un modello capitalista. Per usare le sue parole: “ Non abbiamo il tempo di aspettare l’avvento di un qualunque successore ideologico di vasto respiro”.

Hazel Anderson, futurologa ed economista evoluzionista, sostiene che il destino dei bambini nel mondo, il futuro della famiglia umana e della stessa Terra sono strettamente ed inestricabilmente collegati. Il livello di una nuova interrelazione globale deve essere elevato, ponendo a base di questo una base etica, vale a dire “ nuove regole, trattati e accordi per la protezione dei fanciulli, dei lavoratori, dei consumatori, della collettività in generale, e dell’ambiente stesso.” Tutto ciò acquista speciale rilievo ed importanza oggi, dato che lavoro coatto e traffico umano continuano ad essere problemi del massimo rilievo, nonostante delle pressioni dei governi e delle regole delle NU.

In un suo provocatorio articolo, l’economista e scrittore Jonathan Rowe, a proposito dell’idea di bene comunitario – le proprietà a dimensione comunitaria - sostiene che una società proprietaria che lavori per il mondo, è altrettanto attenta a quanto posseduto in comune, quanto a ciò che abbiamo singolarmente, per esempio l’accesso alle spiagge, i territori boschivi, le piazze cittadine e i sistemi WiFi.

Anche il mondo degli affari ha il proprio ruolo. Il World Business Council for Sustainable Development (WBCSD) rappresenta un gruppo di 180 compagnie internazionali che condividono il loro impegno per lo sviluppo sostenibile nel contesto della crescita economica, dell’equilibrio ecologico e del progresso sociale. Il WBCSD sostiene che nel 2020 le multinazionali più importanti saranno quelle in grado di fornire beni e sevizi e creare nuovi clienti, affrontando le sfide fondamentali, quali la povertà, i cambiamenti climatici, l’esaurimento delle risorse, la globalizzazione, le migrazioni demografiche.

Il mondo del lavoro è in rapido cambiamento. C’è per esempio quello che Robertson chiama il ‘lavoro proprietario’ dove ognuno decide autonomamente di ‘fare per conto proprio’. Ci sono nuove formule creative di impiego in proprio e di imprese cooperative, o compagnie come la John Lewis Parnership, dove sono gli impiegati ad essere titolari della proprietà. Sono sempre più comuni nuove forme di amministrazione e di direzione, basate sulla collaborazione e la condivisione, piuttosto che sul controllo e sul comando- Lo stesso successo del’idea di squadra testimonia la tendenza verso una coscienza di gruppo, non più meramente individuale.

L’idea di un Salario Universale Vitale sta lentamente guadagnando terreno nei Paesi sviluppati, sebbene l’aumento della competitività in seguito alla globalizzazione abbia indotto molte compagnie multinazionali a delocalizzarsi in Paesi come la China, l’India, i Caraibi o il Messico, dove il salario medio giornaliero è inferiore ai 5$. Il rapporto tra datori di lavoro e lavoratori, vale a dire tra capitale e manodopera è destinato a fondarsi sempre di più su un principio di condivisione, se vogliamo poter finalmente godere di una vera, duratura giustizia economica e sociale. Questi, per l’appunto, i benefici a lungo termine di un Salario Vitale Universale.

Investimento e consumo etico sono oggi all’ordine del giorno: il numero di quanti cominciano ad affinare il proprio senso di responsabilità e di prospettiva etica nell’acquisto di beni di consumo è sempre crescente. Il movimento per un Commercio Etico è in prima linea su questo fronte. Si profilano anche, con il successo della Grameen Bank, fondata da Muhammad Yunus ed altre simili iniziative di microcredito, , nuove vie che i poveri del modo possono percorrere per migliorare il proprio livello di vita ed uscire dalla povertà.

In conclusione, lo scopo dello studio non è quello di fornire risposte, piuttosto di proporre una serie di intuizioni ed idee che possano, auspicabilmente, stimolare il pensiero. Si forniscono anche interessanti links a libri utili e siti web, ad incoraggiare ulteriori approfondimenti.

(1) Human Development Report Overview 2005.

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