095-097

[95] SCRITTURA ISPIRATA,

[96] INTUIZIONE,

[97] GIOIA

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SCRITTURA ISPIRATA

(1) È necessario soffermarsi a mettere in rilievo alcuni fattori e metodi in rapporto con la scrittura ispirata e con la scrittura medianica alle quali sono da attribuirsi libri come la Dottrina Segreta, le Sacre Scritture del mondo, tutte quelle opere scritte che hanno avuto ed hanno una così potente influenza sul pensiero di tutta l’umanità...

Alcuni trasmettitori lavorano interamente sui livelli astrali e ne consegue che il loro lavoro fa parte della grande illusione. Sono questi, medium incoscienti e incapaci di determinare la sorgente da cui provengono gli insegnamenti; anche quando dichiarino di conoscerla, non si può fare affidamento sull’esattezza delle loro asserzioni...

Lavorano, alcuni altri, solo sui livelli mentali, ove apprendono per via telepatica, gl’insegnamenti che i Fratelli Maggiori dell’umanità, o la loro stessa anima, ha da comunicare. Si mettono cioè in collegamento con le sorgenti della conoscenza, contenuta nella coscienza dell’Ego, e disponibile nel cervello di quei discepoli che si trovano sullo stesso raggio. I trasmettitori che sono già agli avamposti nella coscienza di un Maestro, ne conoscono indubbiamente anche il pensiero. Altri trasmettitori scriventi usano, sia coscientemente che incoscientemente, ora l’uno ora l’altro dei metodi suaccennati...

Ogni generazione dovrebbe produrre i suoi veggenti... Essi mirano principalmente a divenire strumenti su cui si possa fare sicuro assegnamento, non turbati da passeggere tempeste, liberi da scoraggiamenti, qualunque cosa accada, dotati di acuto senso delle proporzioni, di retto giudizio, di corpo fisico disciplinato e di completa dedizione al servizio dell’umanità. Sono questi i requisiti che i Maestri cercano, e dalla presenza o assenza di essi, dipende l’essere scelti o no ad entrare a far parte delle file dei Loro lavoratori. Non è raro il caso di aspiranti che apprendono durante il sonno portando regolarmente alla coscienza del cervello fisico le nozioni ed i fatti che è loro necessario conoscere e trasmettere. Vari metodi sono usati a tale scopo adattati alla varia natura dei singoli aspiranti. Alcuni hanno infatti cervelli atti a ricevere telepaticamente i messaggi che debbono poi trasmettere. In quanto a me, io uso i metodi più sicuri e più rari basati sulla utilizzazione del veicolo mentale come intermediario tra l’anima e il cervello, o tra l’istruttore e il discepolo. Metodi di comunicazione sul piano astrale, come la tavola “ouija”, la tavoletta col lapis, la scrittura automatica, la voce diretta, le dichiarazioni fatte da medium temporaneamente ossessionati, non sono, di regola, adottati dagli aspiranti e dai discepoli, benché la voce diretta sia stata usata talvolta. I metodi mentali superiori sono i più progrediti ed i più sicuri, quantunque i più rari.

I veri trasmettitori dai livelli egoici superiori al piano fisico, procedono secondo l’uno o l’altro dei seguenti metodi:

1. Scrivono per conoscenza personale e quindi impiegano la loro mente concreta nel compito di fissare tale conoscenza con termini atti a rivelare la verità a coloro che hanno occhi per vedere, lasciando tuttavia sottinteso ciò che sarebbe pericoloso per i curiosi e per i ciechi...

2. Essi scrivono seguendo l’ispirazione, poiché l’idoneità fisica, acquisita con la purezza di vita, con l’unità di proposito, con la dedizione all’umanità, ed inoltre il karma del servizio stesso, hanno sviluppata in loro la capacità di attingere alle più alte sorgenti da cui scaturisce la verità pura, o verità simbolica. Essi possono mettersi in contatto con le correnti di pensiero, poste in moto da quella grande schiera di contemplatori chiamati Nirmanakaya, oppure con quelle definite e particolari correnti di pensiero originate da uno dei membri del grande gruppo degli istruttori. Il loro cervello atto a ricevere ed a trasmettere, dà loro la possibilità di esprimere per iscritto i pensieri captati, giacché l’accuratezza della trasmissione dipende massimamente dalla ricettività dello strumento cerebro-mentale di colui che riceve e poi a sua volta trasmette. In questi casi la terminologia, la forma e lo stile sono lasciati alla libera scelta di chi scrive...

3. Essi scrivono perché il loro udito interiore è in pieno sviluppo. Il loro lavoro è in gran parte stenografico, ma anche condizionato dal livello di evoluzione e dal grado di cultura raggiunti... La responsabilità dell’accuratezza del messaggio è ripartita quindi tra colui che impartisce l’insegnamento e l’agente trasmettitore... È necessario, quindi, che egli disponga di una solida cultura, che sia egli stesso un serio e profondo indagatore della verità, per poter essere scelto quale ricevitore di insegnamenti destinati al pubblico o all’insegnamento esoterico. E soprattutto egli deve aver appreso, mediante la pratica della meditazione, a focalizzare la sua attenzione sul piano mentale. (4 - 174/8).

(2) Tre metodi sono seguiti per compiere il lavoro di trasmissione:

Il primo è quello della comunicazione da mente a mente, nel caso in cui sia sviluppata la chiarudienza superiore dell’individuo ricevente. Non si tratta di telepatia, bensì di una percezione diretta della parola dell’istruttore, con il quale ha luogo un colloquio sui livelli mentali, con le facoltà superiori stabilite come punti focali...

Il secondo è il metodo della comunicazione telepatica, o della registrazione, da parte del cervello fisico, delle istruzioni che vengono impartite...

Terzo, si ha l’ispirazione che presenta ancora un altro aspetto del processo evolutivo. L’ispirazione è analoga alla medianità, ma ne differisce perché avviene interamente sui piani dell’Ego, utilizzando la mente come mezzo di trasmissione al cervello di ciò che l’Anima conosce. La medianità, nel significato comunemente dato alla parola, si limita invece completamente ai livelli astrali... Il medium non è che uno strumento inconscio: non è lui che domina e dirige, ma è egli stesso dominato. (4 - 180).

(3) Una delle cose più interessanti che sta accadendo, ed uno dei fattori che finiranno per servire a dimostrare il fatto dell’anima, è la massa di comunicazioni, di scritti ispirati, di dettati telepatici che oggi inonda il mondo. Come sapete, il movimento spiritualistico sta producendo una grande quantità di letteratura pseudo-ispirata, in parte di altissima levatura, senza dubbio opera di discepoli molto avanzati, in parte invece della qualità più scadente. Le varie società teosofiche e tutti i gruppi occulti hanno ricevuto tali comunicazioni. I veri messaggi hanno spesso profondo significato spirituale, e contengono molto insegnamento e aiuto per l’aspirante. Gli studenti d’oggi faranno bene a ricordare che quel che conta è l’insegnamento, e non la fonte da cui si suppone emani; questi scritti e questi messaggi devono essere giudicati solo dal loro valore intrinseco. Essi nella maggioranza dei casi provengono dal piano egoico, ed il ricevente, o chi ne dà la comunicazione (lo scriba, o l’intermediario) o è ispirato dalla sua anima o ha captato il livello di pensiero e la conoscenza del gruppo di raggio cui questa appartiene. Egli entra in sintonia con una riserva di pensiero e la mente ed il cervello li traducono in parole e frasi.

In casi meno frequenti, l’uomo che riceve un dettato o un messaggio è in rapporto telepatico con un discepolo più avanzato di lui, e la sua mente è impressionata da un chela del suo gruppo. Questi, più vicino al Maestro di lui, gli trasmette parte della conoscenza che ha assorbito, essendo in grado di vivere nell’aura del Maestro. Ma il Maestro non è implicato in questo processo che si svolge tra il chela e l’aspirante. In questi casi chi riceve la comunicazione è spesso indotto in errore e pensa che sia lo stesso Maestro che detta, mentre in realtà è in sintonia, tramite un chela più avanzato, con l’atmosfera di pensiero del Maestro.

Oggi nessuno dei Maestri della sesta iniziazione (come i Maestri M. e K. H.) lavorano con i loro discepoli mediante la dettatura. Sono troppo assorbiti dai problemi mondiali, e dalla vigilanza sui destini degli uomini preminenti delle varie nazioni, per poter dettare insegnamenti a un discepolo attivo in qualche limitato campo d’azione, e su argomenti di cui è già noto quanto basta perché il discepolo prosegua da solo e senza aiuto. Due Maestri lavorano telepaticamente e mediante la dettatura con alcuni discepoli accettati, e già attivi nel mondo, allo scopo di ispirarli ad una maggiore efficacia in favore del Piano. Lo fanno per imprimere nelle menti di alcuni pensatori eminenti del campo scientifico e sociale la conoscenza occorrente che consenta loro di compiere le giuste mosse mentre l’umanità emerge ad una condizione di libertà maggiore. Ma non ne conosco altri, in questa particolare generazione, che facciano altrettanto, poiché essi hanno delegato molto del Loro lavoro ai Loro iniziati e discepoli. La gran maggioranza di coloro che inviano messaggi (tramite aspiranti sul piano fisico) oggi è composta di chela accettati, attivi e operanti, che (vivendo nell’aura di pensiero del Maestro e del Suo gruppo) continuamente cercano di raggiungere ogni genere di persone, in tutto il mondo, in tutti i gruppi. Ciò spiega il crescente afflusso di comunicazioni, di scritti ispirati, di insegnamenti e messaggi personali.

Se a tutto ciò aggiungete la massa altrettanto grande di comunicazioni provenienti dalle anime stesse di chi le trasmette, e dal regno dell’inconscio, potrete giustificarne la quantità. Per tutto ciò si deve essere profondamente grati alla crescente rispondenza e sensibilità umana. (14 - 107/9).

Vedi anche: (18 - 251).

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INTUIZIONE

(1) Se considererete seriamente con me ciò che l’intuizione non è, le mie parole troveranno in voi risposta interiore.

L’intuizione non è un afflusso d’amore e quindi di comprensione del prossimo. Gran parte di ciò che viene detto intuizione non è che il riconoscimento di affinità e la proprietà di una mente chiara e analitica. Uomini intelligenti che abbiano vissuto a lungo, dotati di molta esperienza e di molti contatti umani, in genere riescono a discernere i problemi e le disposizioni altrui, purché vi siano interessati, ma questa facoltà non si deve confondere con l’intuizione.

Essa non ha nulla a che fare con lo psichismo, superiore o inferiore; avere una visione, udire la Voce del Silenzio, reagire compiaciuti ad un insegnamento, non provano che l’intuizione sia attiva. Né basta vedere dei simboli poiché questo tipo di percezione è la capacità di intonarsi con la Mente Universale là dove essa produce i modelli dei corpi eterici. Non è psicologia intelligente, né amorevole desiderio di porgere aiuto, che derivano dal rapporto fra una personalità spiritualmente orientata e l’anima, che ha coscienza di gruppo.

Intuizione è quella comprensione sintetica che è prerogativa dell’anima, e si manifesta solo quando essa, dal proprio livello, si protende in due direzioni: verso la Monade e verso la personalità integrata e che sia (anche solo temporaneamente) coordinata e unificata. È il primo indizio di unione profondamente soggettiva che troverà il proprio compimento alla terza iniziazione.

Intuire significa realizzare il principio di universalità, per cui il senso di separazione scompare, almeno temporaneamente. Nella sua espressione più elevata è Amore universale, che non ha alcun nesso con il sentimento o la reazione affettiva, ma è identificazione con tutti gli esseri. Si prova allora la vera Compassione, diviene impossibile criticare, e si scorge il germe divino latente in ogni forma.

L’intuizione è la luce stessa, e quando è operante il mondo è inteso come luce e il corpo di luce di tutte le forme si fa gradatamente visibile. Ciò comporta la facoltà di entrare in contatto con il seme di luce esistente in ogni forma; si stabilisce così un rapporto essenziale e il senso di superiorità e di separazione recede.

Perciò l’intuizione produce tre effetti: Illuminazione... Comprensione... Amore... Questi tre termini riassumono le tre qualità o aspetti dell’intuito e si possono sintetizzare dicendo universalità, o senso di Unità universale. (10 - 2/5).

(2) L’intuizione è l’opposto dell’illusione, che imprigiona la mente circondandola di forme-pensiero create dall’uomo, sbarrando ogni via d’uscita a livelli superiori di consapevolezza, o al servizio amorevole da rendere là dove si attua l’opera cosciente dell’uomo.

Ciò che più importa è che l’intuito è sorgente di rivelazione. Per suo mezzo si realizzano progressivamente le vie di Dio nel mondo per il bene umano. Per suo mezzo, compresa la trascendenza e l’immanenza divina... Per suo mezzo si sperimenta il regno di Dio, e si scoprono natura, vita, fenomeni e qualità dei Figli di Dio che si manifestano. Per suo mezzo si rivelano piani e propositi dei mondi manifesti, e come cooperare al piano divino e affrettarne l’attuazione. Per suo mezzo le leggi della vita spirituale, che governano Dio stesso, condizionano Shamballa e guidano la Gerarchia, appaiono chiare via via che si impara a comprenderle e usarle. (10 - 135/6).

(3) L’intuizione non è in realtà che la percezione, da parte della mente, nel creato, di fattori, leggi e aspetti della verità, noti all’anima, emananti dal mondo delle idee, e partecipanti della natura di quelle energie che producono tutto ciò che è manifesto. Tali fattori, verità e leggi, sono state sempre attive, ma solo la mente addestrata, sviluppata, ben indirizzata ed ampliata, può concepirle, comprenderle e finalmente adattarle ai bisogni e alle esigenze del proprio ciclo e del proprio tempo. (4 - 15).

(4) L’intuizione che guida i pensatori più avanzati verso i campi del sapere, è la precorritrice dell’onniscienza, caratteristica dell’anima. (4 - 16).

(5) L’ignorante ed il saggio s’incontrano su di un terreno comune, come sempre avviene dei due estremi. Fra questi due gruppi si trova la classe di coloro che non sono né totalmente ignoranti, né intuitivamente saggi. Essi formano la massa di quegli uomini che posseggono un certo grado di cultura e talvolta anche di erudizione, ma non la Conoscenza Reale, e che hanno ancora da comprendere la distinzione tra ciò che può essere appreso dalla mente razionale, ciò che può essere percepito dall’occhio della mente, e ciò che soltanto la mente astratta o mente superiore può formulare e conoscere. La mente raziocinante cede alfine il passo all’intuizione, che è “facoltà conoscitrice” per eccellenza, del mistico pratico ed intelligente, che avendo relegata la natura emotiva e senziente al suo giusto posto, usa la mente come lente di focalizzazione, attraverso la quale guarda il mondo dell’anima. (4 - 17/8).

(6) L’intuizione non rivela la via sulla quale l’ambizione può essere alimentata e soddisfatta, né rivela il modo con cui soddisfare il desiderio di avanzamento personale. (4 - 70).

(7) Solo un essere umano intuitivo diviene utile al gruppo del Maestro... Quando (l’intuizione) comincia a funzionare, il discepolo in prova può passare allo stadio di discepolo accettato nel gruppo del Maestro. (4 -167).

(8) Come sapete il polo opposto dell’illusione è l’intuito, che è possibile allorché annebbiamento e illusione scompaiono. Si reagisce in modo intuitivo alla verità quando, ricercandola, si riesce a placare la tendenza della mente a costruire forme-pensiero. Allora la luce fluisce libera, senza deviare, dai mondi superiori dello spirito. (10 - 67).

(9) Quando l’uomo sia impersonale, libero dalle reazioni del sé minore, con la coscienza illuminata dal fulgore dell’intuizione, l’“apertura della visione” si schiarisce, e nulla gli impedisce di vedere la realtà. Le ostruzioni (sempre erette dall’uomo stesso) cadono, ed egli vede vita e forma nel loro vero rapporto e può capire, e persino “vedere” occultamente, il “flusso delle energie”. (16 - 422).

(10) La qualità e il potere rivelatore dell’intuizione sono in parte noti a tutti i discepoli; per la sua stessa rarità essa costituisce talvolta un grande “eccitamento spirituale”. Produce effetti e stimolazioni; indica una futura ricettività alle verità debolmente percepite ed è legata, se solo poteste rendervene conto, a tutti i fenomeni di previsione. La registrazione di un qualche aspetto di comprensione intuitiva è un evento di grande importanza nella vita del discepolo che comincia a percorrere il Sentiero verso la Gerarchia. Gli fornisce una testimonianza, che egli può riconoscere, dell’esistenza di conoscenze, saggezza e significati di cui l’intellighenzia dell’umanità non è ancora consapevole. Gli garantisce la possibilità di sviluppare la sua natura superiore, la comprensione delle relazioni divine e la possibilità per lui d’arrivare finalmente alla più alta realizzazione spirituale. (18 - 131).

(11) L’intuizione, meta di molto lavoro del discepolo, deve essere sviluppata. Essa è una funzione della mente e, quando rettamente usata, coglie la realtà con chiarezza, senza nebbie né illusioni. Quando è attiva, l’uomo è in grado di agire in modo indipendente e corretto, perché in contatto col Piano, con realtà pure e genuine e con idee non distorte - scevre di illusioni e scaturite direttamente dalla Mente divina o universale. Questa facoltà consentirà il riconoscimento mondiale del Piano, e questo sarà il suo massimo sviluppo per questo ciclo. Allorquando il Piano è percepito si realizza la comunione di tutti gli esseri, la sintesi dell’evoluzione del mondo, l’unità dello scopo divino. La vita e le forme sono allora vedute nella giusta prospettiva, e si perviene a un giusto senso dei valori e del tempo. Sono la comprensione parziale del Piano e la sua interpretazione mediata da parte di chi non sa, che causano sciupio di sforzo e quelle stolte imprese che caratterizzano oggi le organizzazioni, occulte e del mondo. (5 - 25).

(12) Imparando a disperdere l’illusione nella loro propria vita e a vivere nella luce dell’intuizione, i discepoli possono rafforzare l’opera di Chi ha il compito di risvegliare l’intuizione nell’uomo. (5 - 26).

(13) (Il discepolo) impara finalmente a sostituire con l’intuizione, rapida e infallibile, il lento e faticoso lavoro della mente ricca di tortuosità, illusioni, errori, dogmatismi, culture e concezioni separative. (6 - 415).

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GIOIA

(1) Siate lieti, poiché la gioia chiama la luce e non lascia posto per le nebbie e l’incomprensione. (5 - 461).

(2) Ti esorto a esprimere la gioia. Sii gioioso nel tuo lavoro e nel tuo servizio. Non essere così intenso, ma procedi gioiosamente sulla Via illuminata: ecco la mia preghiera per te. (5 - 408).

(3) Puoi imparare a creare la qualità della gioia che è caratteristica della personalità coscientemente radicata nel regno dell’anima. (5 - 398).

(4) Coloro che lottano, che strenuamente tendono verso la meta, che persistono e resistono; la gioia sarà grande allorché l’idea sarà materializzata sul piano della manifestazione: sarà la gioia delle difficoltà superate, delle tenebre fugate, o trascese, della Luce che illumina alfine la Vittoria. Sarà la gioia di aver trovato dei compagni fedeli, poiché nei lunghi anni di lavoro e di esperienza avete compreso quali sono i vostri collaboratori instancabili e fidati, con i quali si sarà stabilito il legame indissolubile che si forma nella comunanza della sofferenza e delle difficoltà insieme superate; la gioia della pace nella vittoria riportata sarà vostra, poiché al guerriero a lungo provato sono doppiamente dolci i frutti del raggiungimento e della quiete; sarà vostra la gioia della partecipazione al piano dei Maestri, ed è proprio questo che vi tiene collegati ad Essi; la gioia di aver aiutato ad alleviare le sofferenze del mondo, di aver apportato Luce alle Anime, di aver lenito in qualche misura le piaghe e le ferite di una tormentata umanità; dalla coscienza di giorni bene spesi, dalla gratitudine delle Anime portate sulla Via della Luce, deriva la più grande, la più profonda gioia; quando Egli si fa strumento per aiutare un fratello minore a salire un gradino della scala dell’Evoluzione. Questa è la gioia che è aperta dinanzi a tutti voi e che è alla portata di tutti. Lavorate dunque e non per la gioia ma verso la gioia, per un interno, irresistibile impulso di aiutare e di Servire, non per essere fatto oggetto di ricompensa e gratitudine, ma perché tale è il vostro urgente bisogno, dopo aver percepito la visione, ben sapendo che la vostra parte nel lavoro è di portare quel frammento di visione in manifestazione sulla terra.

Non sarà superfluo, dopo aver nominato più volte la gioia, parlare della differenza fra la felicità, la gioia e la beatitudine.

1. La felicità ha sede sul piano delle emozioni ed è una reazione della personalità.

2. La gioia è una qualità dell’Anima; ha la sua sede nella mente, allorché ha luogo l’allineamento con l’Anima.

3. La beatitudine partecipa della natura dello Spirito; è dunque pressoché impossibile pervenire alla sua comprensione, fintanto che non si sia giunti alla fusione dell’Anima con la Monade, alla identificazione del Figlio col Padre. Tale fusione deve essere preceduta dalla fusione dell’Anima con la personalità. Perciò ogni speculazione e analisi sulla natura della beatitudine non approda a nulla, trattandosi di uomini che si trovano ancora ad un grado medio di evoluzione, la cui terminologia e le cui metafore debbono necessariamente essere personali e in relazione col mondo dei sensi. Nel parlare della gioia è necessario riferirsi a stati di coscienza di gruppo, alla coscienza dell’unità e della solidarietà con tutti gli esseri, e non può assolutamente essere identificata con la felicità che la personalità prova, allorché viene a trovarsi in quelle condizioni che soddisfano l‘uno o l’altro degli aspetti della sua natura inferiore. Può essere quindi o un senso di benessere fisico, o di contentezza nel proprio ambiente, in relazione ad altre personalità, di soddisfazione per contatti sul piano mentale inferiore, per occasioni favorevoli che si offrono pure in quel piano. La felicità è la meta del sé inferiore separato.

Tuttavia, quando si cerca di vivere come anime la contentezza dell’uomo inferiore subisce una diminuzione di valore e si prova gioia nelle relazioni di gruppo e nel manifestare quelle condizioni che conducono ad una migliore espressione delle anime di coloro con cui veniamo in contatto. L’arrecare gioia ad altri per produrre condizioni adeguate a facilitare una migliore espressione di se stessi, può avere effetto sul piano fisico, qualora cerchiamo di portare miglioramenti alle loro condizioni di salute, oppure l’effetto può manifestarsi sul piano emotivo, allorché la nostra presenza infonde ad altri un senso di pace e di elevazione: o sul piano intellettuale, se noi li stimoliamo ad una maggiore chiarezza di pensiero e di comprensione. Ma l’effetto su di noi stessi è la gioia, poiché la nostra azione è esente da egoismo e da interesse personale, indipendente dalle circostanze o dalle condizioni sociali dell’aspirante. Molta felicità viene diminuita e anche impedita dallo stato di malferma salute, dalle circostanze difficili ambientali e dal “karma accumulato durante molte vite” karma non solo individuale, ma anche familiare, nazionale o umano, che abbatte penosamente la personalità sensitiva. La felicità della gioventù, o l’egoistica ed egocentrica contentezza della persona che vive appartata dal mondo, non devono confondersi con la gioia.

È certo un luogo comune e allo stesso tempo un paradosso occulto il dire che in mezzo alla profonda angoscia dell’infelicità personale, la gioia dell’Anima può essere sentita e provata. Questa è una verità, di cui molti possono testimoniare per esperienza propria, ed è a questo che ogni aspirante deve mirare. (4 - 368/70).

(5) La sola cura di questa inerzia che si insinua è ignorare il corpo e gioire della vita di servizio. Non mi riferisco a vere e proprie malattie o condizioni fisiche di grave impedimento, che richiedono debite cure e attenzione. Parlo delle migliaia di uomini e donne che si preoccupano di se stessi, sprecando le ore che potrebbero consacrare al servizio dell’umanità. (8 - 168).

(6) I popoli si macerano nella miseria e nell’infelice acquiescenza psicologica della pena. La luce chiara dell’amore deve spazzar via tutto ciò e la gioia sarà la nota distintiva dell’età futura. (12 - 120).

(7) Grandi cose sono imminenti. L’umanità avanza con impeto rinnovato. Ha superato il bivio, ha preso decisioni irrevocabili, e segue un sentiero che la porterà nella luce e nella pace. Troverà la via verso la “pace che supera ogni comprensione”, perché sarà indipendente dalle condizioni esterne e totalmente diversa da come ora la si intende. È la pace della serenità e della gioia, una serenità basata sulla comprensione spirituale; una gioia che le circostanze non turbano. Esse non sono uno stato astrale, ma una reazione dell’anima. Non sono prodotte dalla disciplina imposta alla natura emotiva, ma sono una reazione spontanea e naturale dell’anima. Sono la ricompensa dell’allineamento conseguito con esattezza. Queste due qualità dell’anima - serenità e gioia - indicano che essa, l’ego, Colui che è solo, controlla o domina la personalità, le circostanze e tutte le condizioni ambientali della vita nei tre mondi. (15 - 200).

(8) Il futuro contiene entro il suo silenzio altri modi di salvare l’umanità. La coppa della sofferenza e dell’angoscia della Croce è stata svuotata quasi del tutto. Gioia e forza ne prenderanno il posto. Invece della sofferenza avremo una gioia che produrrà felicità e condurrà infine alla beatitudine. Avremo una forza che non conoscerà altro che vittoria e non ammetterà sconfitte...Per ora non siamo che all’alba - l’alba dell’Era dell’Acquario. La piena marea di luce sta salendo inevitabilmente nel suo moto verso di noi. (18 - 234)

(9) Fratello mio, sii felice. Impara la gioia - quella che nasce dal sapere che l’umanità ha sempre trionfato, ha sempre progredito nonostante i fallimenti apparenti e la distruzione delle civiltà; quella gioia che proviene dall’incrollabile convinzione che tutti gli uomini sono anime, e che le “crisi” sono benefiche in quanto evocano il potere dell’anima, sia nell’individuo che nella razza, o nell’umanità in genere; la gioia che deriva dalla beatitudine dell’anima sul suo livello, dove la forma non prevale. Medita su questi pensieri e ricorda che sei radicato al centro dell’Essere e puoi vedere il mondo com’è, senza distorsioni; imperturbato, conosci la fine sin dal principio e sai che l’amore trionfa. (5 - 471).

(10) In questi giorni di sofferenza mondiale, fate che amore e gioia siano le note fondamentali della vostra vita - come gruppo e come individui - poiché trasmettono la vibrazione sanatrice della Gerarchia. (5 - 299/300).

(11) Ti invito a coltivare la gioia, che finirà per aprirti un servizio più vasto. (5 - 138).

(12) Molti, negli ultimi anni della vita, vivono, pensano e agiscono in modo tale che l’anima distoglie l’attenzione, e non rimane che la personalità. A chi fra voi ha superato i cinquant’anni consiglio di affrontare il futuro con la stessa gioia che in gioventù, ma con accresciuta utilità, perché fatti saggi dall’esperienza, poiché siete capaci di comprendere e sapete che nessuna limitazione fisica può impedire all’anima di servire con efficacia. Vi rammento, cosa spesso dimenticata, che l’anima si esprime assai meglio mediante un corpo anziano ma sperimentato, che con uno giovane e inesperto, purché non vi sia orgoglio né egoismo, ma soltanto proposito di amare e di servire. (5 - 465/6).

(13) Rifletti sulla gioia, felicità, letizia e beatitudine, che sgombrano i canali della vita interiore e raggiungono - con ampio raggio - molti uomini. Esse sanano e purificano il corpo fisico e ti aiutano ad assolvere il lavoro con poco sforzo, con giusto senso dei valori e col distacco basato sull’amore e non sull’isolamento. (5 - 170).

(14) Meditazioni sulla gioia:

1. La Gioia dell’Anima irradia la mia vita, e alleggerisce i fardelli di chi incontro. La Gioia del Signore è la mia forza e mi fortifico nella gioia per altri. (5 - 176).

2. Gioia - Volo verso il sole, come un uccello. Io canto nella mia anima così che tutti possano udire. (5 - 435).

3. “Lavoro industrioso come la formica. Viaggio spedito come la lepre. Salgo con gioia come la capra che scala la montagna. Diligenza, velocità e gioia siano i fondamenti della mia vita; diligenza nel lavoro; rapidità nell’assentire a quel che insegna il Maestro; velocità sulla via del servizio; gioia nel prodigarmi con coloro che incontro. Tale è la mia Via”. (5 - 462).

4. Che il canto dell’anima si effonda da me, e le chiare alte note portino pace e gioia agli altri. La mia parola oggi è Gioia. (5 - 565).

5. Siedi in perfetto silenzio e quiete interiore per quindici minuti, senza cadere in uno stato di semi trance, ma attivamente consapevole di quel centro interiore di calma e di pace dove gioia e beatitudine dimorano. (5 - 577).

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