Bollettino - 2016 #2 AGENTI DEL FUTUR0

TUTTI COLORO CHE AMANO e servono i compagni dell’Umanità sono agenti di un futuro spirituale - in cui l’Anima umana evolve verso una sempre maggiore cooperazione, condivisione e unità.

In ogni interazione, tali servitori pongono una semplice domanda a sé stessi: come posso io rendere questo futuro più vicino? Quando ciò è chiesto con sincerità e motivato dalla pura e buona volontà, si può ottenere un impatto positivo verso qualsiasi situazione. Ogni momento, ogni evento, ogni conversazione diventano significativi e rilevanti. La forza magnetica del futuro si cala nel presente, il servizio universale ne è stimolato. Il futuro dipende dalla volontà di un numero sempre maggiore di persone capaci di riconoscere la propria responsabilità, per la concreta realizzazione di tale obiettivo, impegnandosi a rispondere a questa domanda. Essi diventano agenti del futuro, accelerandone la nascita.

Tutte le iniziative e i gruppi menzionati in questo bollettino sono agenti del futuro, capaci di dedicare la loro creatività e la loro passione verso la costruzione di un nuovo mondo. Ognuno di loro ha iniziato insieme ad una persona o un gruppo ad intravedere un ponte verso il futuro, impegnandosi in questo obiettivo. Tutte le persone di buona volontà possono diventare agenti del futuro, unendo i propri sforzi per realizzare iniziative come queste, per attuare il proprio progetto o semplicemente impegnandosi a porre tale domanda all’interno del proprio ambiente circostanziale: – come posso realizzare e rendere più prossimo un futuro di maggiore unità, cooperazione e condivisione?

Tutti gli articoli sono estrapolati dai siti delle organizzazioni presenti.

Global Ecovillage Network

http://gen.ecovillage.org/

Il Global Ecovillage Network immagina un mondo composto da cittadini e da comunità consapevoli, capaci di costruire ponti di speranza e di solidarietà internazionale, attraverso la progettazione e l’implementazione di percorsi propri per un futuro sostenibile.

Obiettivi:
1. Potenziare l'educazione di persone provenienti da tutti i ceti sociali, potendo condividere l'esperienza e le buone pratiche, acquisite grazie alle reti degli ecovillaggi e nelle comunità sostenibili in tutto il mondo.
2. Promuovere i diritti umani, attraverso la risoluzione dei conflitti e la riconciliazione, responsabilizzando le comunità locali a livello globale, promuovendo una cultura di accettazione reciproca e di rispetto, una comunicazione efficace e una sensibilizzazione interculturale.
3. Incrementare la tutela dell'ambiente a livello mondiale, utilizzando gruppi di esperti, quali incubatori dell’organizzazione partner internazionale e catalizzatori di progetti che consentano di accelerare il passaggio a stili di vita più sostenibili e resilienti.
4. Incoraggiare la cittadinanza attiva, attraverso lo sviluppo di una comunità capace di coordinare le attività delle reti degli Ecovillaggi regionali, fino a raggiungere i responsabili della società e delle politiche più ampie, al fine di accelerare la transizione verso una vita sostenibile.

Registrato come Ente di Beneficenza Internazionale in Scozia, GEN opera attraverso cinque grandi reti regionali internazionali: GEN-Oceania e Asia (GENOA), GEN-Nord America, GEN-America Latina (CASA), GEN-Europa, GEN-Africa. GEN in Medio Oriente si colloca all’interno di una delle regioni in via di sviluppo; NextGEN è una rete globale focalizzata sul coinvolgimento e sull’attivismo dei giovani all’interno dei movimenti e degli ecovillaggi.

GEN ha uno statuto consultivo al suo interno, quale l’UN-ECOSOC (Consiglio economico e sociale) ed è partner dell'iniziativa UNITAR-CIFAL, che prevede corsi di formazione per lo sviluppo sostenibile, coinvolgendo funzionari governativi locali, in tutto il mondo.

Attraverso la condivisione delle migliori pratiche, la ricerca di soluzioni innovative, il rispetto delle conoscenze locali e delle culture tradizionali e radicate, GEN costruisce ponti di collegamento tra decisori politici, accademici, imprenditori e reti di comunità sostenibili in tutto il mondo, al fine di sviluppare strategie per una corretta transizione globale alle comunità e alle culture resilienti.

Un ecovillaggio è una comunità innovativa, se pur con un sistema di valori tradizionali, capace di innescare processi partecipativi locali e di integrare, in modo olistico, ogni dimensione, sia essa ecologica, economica, sociale e culturale della sostenibilità, al fine di rigenerare gli ambienti sociali e naturali.

Background (Lo Sfondo)
La motivazione di sfondo della crescita di tali ecovillaggi è dettata sia da scelta, che impegno, al fine di poter invertire la tendenza graduale alla disintegrazione delle strutture sociali / culturali tuttora esistenti e l’attenuazione delle pratiche ambientali distruttive del nostro pianeta. Per millenni, le persone hanno vissuto in comunità vicine alla natura, con le proprie strutture sociali di supporto. Molte di queste comunità o "ecovillaggi" esistono tuttora e stanno lottando per la propria sopravvivenza. Gli ecovillaggi sono ora creati intenzionalmente, così la gente può ancora una volta vivere in comunità collegate alla Terra, in modo tale da garantire il benessere di tutte le forme di vita, anche per un futuro indefinito.

Gli Ecovillaggi, capaci di condurre stili di vita "continuativi e di successo per un futuro illimitato", sono modelli viventi di sostenibilità ed esempi di come si può intervenire immediatamente. Essi rappresentano un modo efficace e accessibile per combattere il degrado dei nostri ambienti sociali, ecologici e spirituali. Ci mostrano come sia possibile dirigersi verso la sostenibilità già nel 21 ° secolo (Agenda 21). Nel 1998, gli Ecovillaggi sono stati ufficialmente nominati tra i 100 esempi migliori inseriti nella Lista delle Buone Pratiche sottoscritta dalle Nazioni Unite e identificate come eccellenti modelli di vita sostenibile.

The Ocean Cleanup

www.theoceancleanup.com

Boyan Slat (CEO) ha ideato il progetto denominato “Oceancleanup” all'età di soli 17 anni, divenendo il destinatario più giovane del più alto riconoscimento ambientale da parte delle Nazioni Unite. Egli così descrive la missione dell'iniziativa: Attraverso “The Ocean cleanup” stiamo sviluppando il primo metodo attuabile per ripulire l’Oceano dall’immondizia del mondo. Cinque vaste aree dell’Oceano, conosciute come le spirali subtropicali, agiscono come una trappola per la plastica depositata nell’Oceano. Attraverso questa iniziativa, ci si può concentrare, in particolare, sulla zona di accumulo nel Nord del Pacifico - noto anche come “il Great Pacific Garbage Patch” - dal momento che circa 1/3 di tutta la plastica oceanica è concentrata in quella zona tra le Hawaii e la California.

Quando ho fondato “The Ocean cleanup” quasi tre anni fa, non c'era un modo realistico per ripulire queste zone di accumulo, ognuna estesa in diversi milioni di chilometri quadrati. Mi sono reso conto che le coste sono evidentemente molto efficaci nell’attrarre plastica.

Purtroppo, non c'è alcuna materia terrestre tra le enormi spirali d’acqua, ho quindi proposto di distribuire una lunghissima serie di barriere galleggianti, attaccate al fondo marino. Ciò si delinea come una costa artificiale, permettendo all'oceano di ripulirsi. Il nostro obiettivo è quello di implementare il primo impianto pilota nel 2016, e spero di essere in grado di avviare la pulizia del Nord del Pacifico entro il 2020.

Un argomento comune, anche sostegno dei nostri sforzi, è che l'attenzione dovrebbe essere diretta sulla prevenzione, affinché plastica e sporcizia non raggiungessero più l’oceano. Sono pienamente d'accordo, la prevenzione è una priorità assoluta. La pulizia delle spirali, pochi decenni dopo, sarebbe così meno faticosa. Ma a mio parere, uno non esclude l'altro - poiché le azioni si completano a vicenda.

Prima di tutto, macchie ed immondizia non vanno via da sole e l’Oceano deve essere ripulito ciclicamente. Diversi anni fa, i ricercatori hanno notato la discrepanza tra la quantità di plastica che galleggia nelle spirali di tutto il mondo e l'afflusso cumulativo di nuova plastica che si riversa negli oceani. Credo che la maggiore dispersione di plastica si verifichi prima che essa abbia raggiunto il mare aperto, non dopo. Oggetti più sottili perdono rapidamente la loro galleggiabilità dopo essersi frammentati, spesso affondando vicino alla riva.

La forza delle onde e dei venti prevalenti da terra conduce la maggior parte della plastica, proveniente da fiumi o da altre fonti terrestri e riversatasi sulle spiagge e sulle coste, verso gli oceani. La ricerca dei sedimenti, nonché la meccanica frammentazione della plastica e i primi risultati ottenuti dalla Expedition Mega sono di supporto a questa ipotesi.

Quindi, anche se riusciamo a evitare che la plastica penetri negli oceani, i frammenti di immondizia continueranno a causare danni.

Avaaz

https://avaaz.org/

Il termine Avaaz significa "voce" nelle differenti lingue provenienti da Europa, Medio Oriente e Asia; l’iniziativa è stata ideata nel 2007 quale strumento di semplice missione democratica, avente il seguente obiettivo: organizzare i cittadini di tutte le nazioni, al fine di colmare il divario tra il mondo attuale e il mondo che la maggior parte delle persone vorrebbero… ovunque.

Avaaz coinvolge quotidianamente milioni di persone provenienti da tutti i ceti sociali, potendo così intervenire sulle pressanti questioni globali, regionali e nazionali, partendo dalla corruzione, la povertà, dal conflitto fino al cambiamento climatico. Il nostro modello di rete organizzativa permette che migliaia di sforzi individuali, per quanto piccoli, possano essere rapidamente connessi in una potente energia collettiva.

La comunità Avaaz comprende ben 15 lingue, utilizzate da uno specifico team operativo in 6 continenti differenti e composto da migliaia di volontari. Gli stessi raccolgono petizioni e finanziamenti per campagne mediatiche, svolgono azioni dirette, producono informazione tramite e-mail, interpellano e fanno pressione sui governi, organizzano manifestazioni ed eventi "offline" affinché le opinioni e i valori dei popoli del mondo siano diffuse, così come le decisioni che riguardano tutti noi.

L’itinerario Avaaz: come lavoriamo.
I primi gruppi, formati da cittadini multiculturali e da movimenti sociali, hanno dovuto costruire una sorta di collegio elettorale per trattare ogni questione, di anno in anno e di paese in paese, al fine di raggiungere un obiettivo qualitativo distinto.

Oggi, grazie alle nuove tecnologie e ad un'etica crescente di interdipendenza globale, quel tipo di vincolo non si applica più. A differenza di altri gruppi della società civile globale, costituiti da reti specifiche subordinate alle sezioni nazionali, se pur ognuna con i propri personali bilanci e le proprie strutture decisionali, Avaaz vanta un unico team globale che ha il compito di lavorare su qualsiasi questione, concertando con il pubblico e permettendo campagne di importanza straordinaria, flessibilità, centratura, espansione.

L’energia prevalente di Avaaz proviene dai suoi membri. Ogni anno, Avaaz stabilisce priorità globali, attraverso sondaggi e interrogazioni dirette a tutti i membri, interviste e test settimanali e raccolta di campioni casuali distribuiti su circa 10.000 partecipanti; vengono prese in considerazione solo iniziative di forte valenza e diffusione globale. Le campagne che raggiungono la piena adesione sono poi distribuite e messe in rete alle centinaia di migliaia di membri di Avaaz, attraverso una partecipazione condivisa della durata di pochi giorni o addirittura di poche ore.

Momenti di crisi e di opportunità
Il differente modello di capacità gestionale si evidenzia nel momento in cui si verifica un problema, quando si intende abbracciare una causa, nell’attimo in cui una decisione deve essere presa o per la partecipazione ad una massiccia protesta pubblica.

Arrivare a tale punto, può richiedere anni di lavoro scrupoloso, svolto di solito dietro le quinte, da persone concentrate e impegnate esclusivamente su tale causa specifica. Quando tale momento sopraggiunge è importante dare la giusta visibilità pubblica e riuscire a prendere le decisioni più cruciali in un senso o nell'altro, intuendo le conseguenze politiche di ogni opportunità decisionale. È in tale spazio di apertura, che la comunità Avaaz spesso lascia il segno, anche verso complesse crisi ed enormi opportunità.

In qualsiasi paese o su qualsiasi questione, questi momenti potrebbero verificarsi solo una volta o due l'anno. Ma poiché Avaaz opera in tutti i paesi e affronta molteplici problematiche, questi momenti possono avvenire anche più volte in una settimana.

Avaaz è interamente finanziato dai propri membri e la responsabilità democratica è nel nostro DNA. Nessun tipo di sponsor, di finanziamento governativo o devoluto da sostenitori aziendali può influenzare o incidere sulle priorità o sulle scelte per soddisfare piani privati.

Uniti da valori
Spesso movimenti, coalizioni, organizzazioni possono entrare in conflitto con il passare del tempo, e sono costretti ad utilizzare molta energia per tentare di riconciliare fazioni in guerra tra loro. In Avaaz, ci rendiamo conto che le persone di buona volontà spesso possono essere in disaccordo su specifiche tematiche; ma, invece di lottare per il consenso, ognuno di noi decide semplicemente se partecipare o meno ad una particolare campagna, grazie alla facoltà di libera scelta.

Alla base delle campagne organizzate da Avaaz, vi è un insieme di valori che partono dal principio che in qualità di esseri umani privilegiati abbiamo un prezioso senso di responsabilità, gli uni verso gli altri, verso le generazioni future ed il pianeta. Le questioni su cui lavoriamo sono l’espressione evidente di tali sforzi. E così, con costanza, Avaaz raggiunge gli stessi obiettivi realizzando, nell’unità, molteplici campagne di sensibilizzazione. Questo è fonte di grande speranza: che i nostri sogni possano essere realizzati e che, insieme, possiamo costruire il ponte verso il mondo che tutti noi desideriamo.

The Good Country Index

https://goodcountry.org/

L'idea di The Good Index Country è semplice: calcolare come ogni paese del mondo contribuisce al bene comune dell'umanità e misurare ciò che ad esso estorce o sottrae, in termini di capacità e di potenzialità.

Mediante l’utilizzo di una vasta gamma di dati in possesso delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni internazionali e attraverso un bilancio rilevato in ogni paese del mondo, abbiamo dimostrato come lo stesso paese possa rappresentare credito verso l'umanità o un peso per il pianeta o una via di mezzo tra le due possibilità.

Non esprimiamo giudizi morali nei confronti dei paesi, ma consideriamo buono semplicemente un paese che contribuisca al bene più grande dell'umanità. Una buona nazione può essere capace di rendere un servizio ai reali interessi del suo popolo, senza danneggiare e, preferibilmente, contribuendo ad incrementare vantaggi anche alle persone di altri paesi.

The Good Index Country è uno dei progetti che lanceremo nei prossimi mesi e negli anni seguenti, per avviare un dibattito globale su ciò che i paesi rappresentano davvero per l’Umanità. Essi esistono esclusivamente per servire gli interessi dei loro politici, imprese e cittadini o sono attivamente impegnati per tutta l'umanità e per l'intero pianeta? Il dibattito apre anche ad una critica, perché se la prima risposta dovesse essere quella corretta, saremmo davvero tutti nei guai.

The Good Index Country non giudica ciò che i paesi fanno all’interno della propria organizzazione politico-economico-sociale. Non perché pensiamo che queste cose non siano importanti, ma perché esistono già molteplici dati capaci di stimare le caratteristiche interne. L’indice di misurazione ha dunque come scopo quello di avviare una discussione globale riguardante la capacità dei rispettivi paesi di bilanciare il loro dovere verso i propri cittadini, con responsabilità anche verso il resto del mondo, fondamentale per il futuro dell'umanità e per la salute del nostro pianeta. Ci auguriamo che esaminando tali risultati saremo tutti incoraggiati a partecipare a tale discussione.

The Interspiritual Network

http://interspirituality.com/

The Interspiritual Network è una rete composta da varie organizzazioni e da più individui, impegnati nell’ esplorazione conoscitiva e nella comprensione di quello che possiamo definire il vero paradigma emergente, per l’attuazione di una consapevolezza autentica, collaborazione  e pratica inter-spirituale.

Insieme, stiamo creando una comunità globale per la condivisione e la costruzione di prospettive, metodi, rituali, visioni e ideali condivisi. Stiamo attuando pratiche contemplative partendo dalle secolari tradizioni spirituali di tutto il mondo e dalla saggezza profonda del cuore. Stiamo celebrando l’unità nella diversità delle culture trascendentali del mondo, sperimentando una nuova coscienza inter-spirituale, capace di guidarci verso una terra sostenibile, sana e pacifica per tutti gli esseri umani e per gli esseri viventi.

In un'intervista, Kurt Johnson, uno dei protagonisti coinvolti nella rete, ha spiegato il concetto di inter-spiritualità nel seguente modo:

"Nel contesto evolutivo l’inter-spiritualità, quale risposta risolutiva alla globalizzazione e al multiculturalismo, è dinamica intrinseca nelle religioni. In altre parole, la religione può diventare parte risolutiva di una civiltà globale, capace di divenire operativa e sana, piuttosto che parte del problema fondato sul conflitto di idee, credenze e dogmi. La religione stessa potrebbe evolvere, grazie ad una comprensione maggiore della stessa, superando concetti teologici, idee e analisi mentali e rendendo centrale gli insegnamenti etici, idealistici e i valori che provengono da amore, gentilezza, compassione, mutualità. Questo è il vettore del suo significato. L’inter-spiritualità è un modo positivo di guardare verso il processo di globalizzazione, piuttosto che restare prigionieri di una forza negativa. Il modo in cui inquadrare la vera sfida tra le persone e la religione è un primo passo verso un percorso evolutivo sostanziale che possa abbracciare la globalizzazione in modo positivo e se ciò non avverrà, sostiene Ken Wilber, si perderà la caratteristica costruttiva del possibile cambiamento internazionale e globale".

The Humanitarian Data Exchange  

https://data.humdata.org/faq

The Humanitarian Data Exchange (HDX) è una piattaforma aperta per la condivisione dei dati. L'obiettivo di HDX è quello di rendere reperibili dati umanitari, potendoli utilizzare per le varie analisi e ricerche. Diffuso nel mese di luglio 2014, HDX è stata letto dagli utenti appartenenti ad oltre 200 paesi e territori. È interessante, prima di iniziare la descrizione, visualizzare il lancio di HDX attraverso l’animazione introduttiva presente nello schermo.

HDX è gestito dall’ Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA). OCHA fa parte del Segretariato delle Nazioni Unite e ha il compito di radunare gli operatori umanitari di tutto il mondo, al fine di garantire una risposta coerente ad ogni emergenza. Il team HDX comprende il personale OCHA e un certo numero di consulenti. Le nostre sedi sono in Nord America, Europa e Africa.

Definiamo i dati umanitari come: 1) dati relativi al contesto in cui una crisi umanitaria è in corso (ad esempio, dati di base / di sviluppo, valutazione dei danni, dati geospaziali); 2) dati relativi le persone colpite dalla crisi e riguardanti le loro esigenze; 3) dati circa la risposta attesa da parte delle organizzazioni e delle persone che cercano di aiutare coloro che hanno bisogno di assistenza.

The Association for Contemplative Mind in Higher Education

http://www.contemplativemind.org/programs/acmhe

The Association for Contemplative Mind in Higher Education (ACMHE) è un'associazione accademica multidisciplinare internazionale, composta da un team di educatori, amministratori, personale, studenti, ricercatori e altri professionisti impegnati nella trasformazione dell'istruzione superiore attraverso il recupero e lo sviluppo delle dimensioni contemplative, cognitive, formative e conoscitive.

L’ ACMHE promuove l'emergere di una vasta cultura della contemplazione, mediante una fitta rete anche online, in cui risorse come quelle di professionisti accademici e borse di studio incoraggiano la ricerca contemplativa, pedagogica, la metodologia e l’epistemologia, interconnettendo le varie discipline tra loro, attraverso iniziative ed eventi, come anche il congresso nazionale annuale.

Noi immaginiamo una formazione che possa promuovere l'esplorazione del significato, il suo vero scopo ed i valori asservendo al nostro futuro umano comune. Una formazione che permette e migliora l’introspezione personale e la contemplazione conduce alla realizzazione di una possibile, se pur complessa, connessione, aprendo il cuore e la mente alla costruzione di una vera comunità umana, di una conoscenza più approfondita, per una vita sostenibile e una società più giusta.

Se pur potenti e di vitale importanza, i metodi convenzionali di ricerca scientifica e la pedagogia necessitano di borse di studio per essere ampliati ed approfonditi. I metodi esperienziali sviluppati nell'ambito delle tradizioni contemplative offrono un ricco bagaglio di strumenti per esplorare la mente, il cuore ed il mondo. Combinate con le pratiche tradizionali, metodologia di ricerca e pedagogia vengono arricchite e diventano disponibili per approfondire e ampliare più punti di vista, che conducano, inevitabilmente, alla risoluzione duratura dei problemi che affrontiamo. Nessuno di questi metodi richiede una ideologia o un credo di base e sono disponibili a tutti.

Consideriamo l'istruzione superiore come un'opportunità per coltivare una più profonda consapevolezza personale e sociale, al fine di stimolare la domanda verso ciò che è più significativo per noi esseri umani interconnessi. Cerchiamo di riformulare le basi tradizionali per l'istruzione attraverso un impegno di integrazione, di trasformazione, di condivisione, aperto e inclusivo verso tutte le provenienze e capace di coltivare e accrescere ogni persona nel modo più completo possibile.

Hab: Community of Love in Action

https://communityofloveinaction.org/

Hab, che significa amore in azione, si ispira all'eredità spirituale lasciata da P. Bede Griffiths; è stata fondata da Adam Bucko. V.K. Harber è il suo direttore spirituale. È una comunità contemplativa ecumenica e inter-spirituale che offre formazione nel campo della spiritualità radicale e dell'attivismo sacro.

Gli obiettivi sono quelli di fornire direzione spirituale e guida contemplativa, interconnettendo i giovani con gli anziani quali guida, al fine di costruire un movimento di piccole comunità di persone dedite ad una vita contemplativa e che ispira ad un’azione di trasformazione nel mondo.

Organizziamo le nostre vite intorno alla nostra vocazione.
Comprendere la nostra missione è l’unico modo di toccare Dio, tale contemplazione permette il divenire ciò che siamo nati per essere, offrendo al mondo un servizio di compassione e di giustizia.

Cerchiamo di non far parte di strutture che non riflettono i nostri valori.
Investiamo per partecipare a cose che rispecchiano i principi di un "mondo possibile per i nostri cuori".

Vediamo Dio nei poveri e nei derelitti.
Dedichiamo la nostra vita al servizio diretto verso coloro che soffrono. Serviamo Dio servendo coloro che sono abbattuti.

Siamo consapevoli che solo il servizio non è sufficiente.
Ci impegniamo per cambiare le cause strutturali che creano sofferenza ed incrementano ingiustizie sociali, economiche ed ecologiche nel nostro tempo.

Non violenza dal profondo
Il nostro attivismo, la preghiera, la comunità stessa ruotano intorno al profondo principio di Nonviolenza. Coltiviamo il nostro senso della verità, confessando i nostri difetti l'uno all'altro, utilizzando il perdono come pratica e il lavoro sulla riconciliazione.

Il nostro obiettivo è la Missione.
Prendiamo i nostri valori sul serio e lavoriamo per la costruzione del movimento.

Presencing Institute

www.presencing.com

The Presencing Institute (PI) è una comunità di ricerca-azione e di sensibilizzazione, capace di creare tecnologie sociali, costruire competenze, generare spazi di partecipazione per un profondo rinnovamento della società. La stessa contribuisce per la trasformazione dell’economia, affinché da ego (centrica) possa divenire eco (logica), ponendosi al servizio del benessere di tutti.

Nel 1996 è decollato un progetto di ricerca decennale all’interno del MIT, diretto da Otto Scharmer e dai suoi colleghi, tra cui Joseph Jaworski e Peter Senge. Tale iniziativa ha determinato uno sviluppo di coscienza alla base e la conseguente formazione di leadership, atte a produrre cambiamento. Tale programma, denominato Presencing o Teoria U, afferma che la qualità dei risultati di un sistema è generato dal livello di funzione della consapevolezza in cui le persone operano all’interno dello stesso. I risultati sono stati pubblicati nei libri Teoria U (di Otto Scharmer) e Presence (co-elaborato da Peter Senge, Otto Scharmer, Joseph Jaworski, Betty Sue Flowers).

Da quanto è emerso nel 2006, la Teoria U è intesa in tre modelli principali: in primo luogo come un sistema; secondo, come metodo per condurre profondo cambiamento; terzo, come un modo di essere - collegati agli aspetti più autentici o superiore del nostro sé.

Le Sette Capacità di una Leadership secondo la Teoria U
Il percorso sviluppa le sette capacità essenziali di una leadership:
1. Mantenere lo spazio di ascolto: la capacità fondamentale della U è l’ascolto. Ascoltare gli altri, sé stessi, ciò che emerge dal collettivo. L’ascolto efficace richiede la creazione di uno spazio aperto in cui altri possono contribuire all’evoluzione dello stesso.
2. Osservazione: la capacità di sospendere la "voce del giudizio" è la chiave per lo spostamento dalla proiezione alla vera osservazione.
3. Rilevamento: la preparazione all'esperienza, ovvero rendere presente, richiede la messa a punto di tre strumenti: la mente, il cuore e la volontà aperti. Questo processo di apertura non è passivo, ma è attivazione dell’intuizione, insieme, come gruppo. Mentre un cuore aperto ci permette di vedere una situazione, l’espansione di volontà ci consente di iniziare ad agire in un Tutto emergente.
4. Rendere presente: la capacità di connettersi alla fonte più profonda di sé e la volontà permettono al futuro di emergere dal complesso universale, piuttosto che da una parte più piccola o da un gruppo di interesse selettivo o settario.
5. Cristallizzarsi: quando un piccolo gruppo di persone chiave si impegna verso scopi precisi, spinto dai possibili esiti futuri di un progetto, il potere della loro intenzione crea un campo di energia che attrae le persone, le opportunità e le risorse, in modo tale che le cose accadono. Questa funzione di gruppo come veicolo di Unità permette la manifestazione.
6. Produzione: muoversi lungo il lato sinistro della U richiede al gruppo apertura per affrontare la resistenza di pensiero, di emozione e di volontà; percorrendo il lato destro si produce integrazione nei pensieri e nei sentimenti e tale applicazione condurrà all’apprendimento.
7. Esecuzione: Un importante violinista ha affermato che non poteva suonare nell’immediato in una cattedrale come quella di Chartres; ha dovuto prima "penetrare" l'intero spazio, definito "macro", al fine di sintonizzarsi ad esso e, dunque, alla musica. Allo stesso modo, le organizzazioni devono svolgere il loro lavoro attraverso un livello macro: hanno bisogno di convocare gruppi di partecipanti sinceri (persone in prima linea collegati dalla stessa catena di valori) e impegnarsi attraverso una tecnologia sociale che permetta un incontro su più livelli, anche con gli ulteriori stakeholder, potendo così confrontarsi, discutere e aprirsi alla creazione del nuovo.

La Teoria U incoraggia a entrare nel futuro che emerge.
Esempi di queste sette capacità possono essere riconosciuti in una serie di innovazioni e di partecipazioni programmatiche di più stakeholder, all’interno delle applicazioni aziendali. Il Presencing Institute è dedicato allo sviluppo di queste nuove tecnologie sociali, al fine di realizzare la scienza dell'integrazione, la coscienza e attuare metodologie di profondo cambiamento sociale.
come gruppo. La Teoria U offre una nuova prospettiva teorica ed una tecnologia sociale pratica. Dal punto di vista teorico, suggerisce come il modo in cui partecipiamo ad una situazione, ne determina il risultato; in pratica “come si semina, così si raccoglie”. Quale tecnologia sociale pratica, la Teoria U offre una serie di principi e di metodi per la costruzione, da compiere insieme, di un nuovo futuro (seguendo i processi di sospensione, il re-indirizzamento, lasciando andare, rendendo presente, lasciando venire, mettendo in atto, creando).

Nesta

www.nesta.org.uk

Nesta è una organizzazione che, attraverso la carità e l’innovazione, intese come missione, aiuta le persone e le organizzazioni a realizzare grandi idee nella vita.

IDEE UTILI: Crediamo che l'innovazione, la creazione e l'utilizzo di nuove idee, sia la fonte primaria del progresso umano.

Esse stimolano crescita economica, maggiore benessere, cultura ricca e nuove prospettive per un pianeta più sostenibile. Nesta esiste per stimolare e potenziare l'innovazione, aiutando a capire che cosa realmente accade in tutto il mondo e in tutti i settori, come il cambiamento può essere sostenuto, e come le idee promettenti possano essere utilizzate.

DA CHIUNQUE: Noi crediamo che il mondo usi troppo poco il suo potenziale per l'innovazione utile.

Una conoscenza specializzata e profonda è strumento vitale per l'innovazione. Molti passi avanti provengono da persone al di fuori delle grandi università, delle aziende e dai governi. In effetti, molte più persone, della società civile, hanno potuto contribuire alla creazione di nuove idee, aiutate da una migliore istruzione e dalle nuove tecnologie, oltre a strumenti come capacità di sfida, innovazione aperta e immediata. Noi sosteniamo l'innovazione più aperta e democratica e crediamo che, ancora, troppo poco di tale potenziale innovativo venga utilizzato, soprattutto a causa di come l'educazione, la scienza e il governo sono attualmente organizzati.

PER TUTTI: Noi crediamo che al fine di promuovere risorse destinate all'innovazione si dovrebbero meglio sostenere le idee utili al bene comune.

Quale fondazione di beneficenza, noi esistiamo per promuovere il cambiamento a beneficio di tutti. Non tutte le mutazioni sono utili; in realtà, molte di esse causano danni e anche gran parte dei finanziamenti investiti per l'innovazione servono, spesso, soltanto a migliorare le modalità per uccidere, fare guerre, vendere cose materiali o soddisfare le esigenze dei più ricchi.

Raramente vengono sviluppate innovazioni che soddisfino realmente le esigenze fondamentali della persona umana, al fine di risolvere i problemi importanti per il popolo. Pertanto, la priorità è quella di sostenere le innovazioni con una prospettiva e una volontà dirette a creare valore aggiunto universale, in ambiti come la sanità, l'istruzione e la cultura, sia dei settori pubblici e privati o della società civile.

Come lo facciamo
Usiamo le nostre risorse, il denaro, la società civile, la capacità di coinvolgimento, per promuovere nuove idee al servizio del bene comune.
Influenziamo anche i sistemi più grandi, i Governi, la Finanza, la Scienza, in modo che le buone idee possano prosperare e realizzarsi.
Ci comportiamo come investitori, ricercatori, finanziatori e agenti di cambiamento, svolgendo la nostra attività sia nel Regno Unito che a livello internazionale, contribuendo alla costruzione intersecata delle grandi idee provenienti da tutto il mondo.

Questo è ciò che siamo chiamati a realizzare.
Il nostro obiettivo, per i prossimi cinque anni, è quello di potenziare tali metodi e progetti:
•    far crescere la nostra visibilità a livello mondiale, quale centro di attuazione per la comprensione e la pratica dell'innovazione;
•    aiutare a raggiungere grandi innovazioni con impatto su grande scala;
•    estendere la nostra portata, evolvendo in una rete di organizzazioni che collaborano e cooperano;
•   sperimentare nuovi metodi per intercettare grandi idee e promuovere un’intelligenza collettiva per il bene comune.

Il futuro
Il nostro obiettivo per i prossimi anni è quello di diventare più utili al mondo.
Desideriamo essere partner di riferimento per le organizzazioni che sono alla ricerca di know-how formando alla buona pratica e trasmettendo potenziali teorie per lo sviluppo delle innovazioni in tutti i settori.
Investiamo per essere collaboratori privilegiati per le persone e le organizzazioni universali, al fine di aiutarli a sviluppare le proprie idee.
Intendiamo aiutare i portatori di nuove idee provenienti da tutti i ceti sociali, fornendo loro le competenze e gli strumenti giusti per aiutarli a eliminare le numerose barriere che ostacolano la loro via.

Institute for Economics and Peace

http://economicsandpeace.org

Institute for Economics and Peace, leader a livello mondiale, è composto da un gruppo di esperti in analisi qualitativa della pace e dei suoi effetti nel mondo; inoltre svolge attività di ricerca, in termini quantitativi, del valore aggiunto nel mondo dato dagli esiti di pace, concentrandosi anche sul livello economico.

L’attività di indagine misura lo sviluppo degli indici globali e nazionali, calcolando il costo economico della violenza, l'analisi dei rischi nei vari paesi, la conoscenza degli effetti positivi della pace.

La    ricerca    viene    utilizzata    da    governi,    istituzioni accademiche, gruppi di riflessione, organizzazioni non governative e da istituzioni intergovernative come l'OCSE, il Segretariato del Commonwealth, la Banca Mondiale e le Nazioni Unite. L'Istituto è stato recentemente classificato tra i primi 15 gruppi esperti aventi un forte impatto nel mondo (Global Go To Think Tank Index).

Il nostro obiettivo è di creare un cambiamento di paradigma nel modo di pensare la pace nel mondo. Usiamo i dati orientati alla ricerca per dimostrare che la pace è un indice di misura positivo, concreto e realizzabile quale obiettivo per il benessere umano e lo sviluppo.

Institute for Economics and Peace, fondato nel 2007 dall'imprenditore IT e filantropo Steve Killelea sta avendo effetto positivo per il cambiamento di pensiero in materia di sicurezza, difesa verso il terrorismo e nello sviluppo.

Recensioni dai seguenti libri:


Rutger Bregman, Utopia for Realists: The Case for a Universal Basic Income, Open Borders, and a 15-Hour Workweek (Utopia per realisti: il caso della universale Basic Income, Open Borders, e la settimana lavorativa di 15 ore). The Correspondent, 2016.

In breve, in una narrazione vivace, Rutger Bregman espone gli argomenti a favore di una serie di riforme sociali radicali. “Sorprendentemente” afferma “già il presidente Nixon si rivelò come uno dei primi sostenitori del reddito universale di base”. L’autore compone il suo testo esaminando studi storici, aneddoti e analisi, considerando quale condizione di accessibilità e di sviluppo motivazionale la possibilità di un reddito di base universale, corrisposto a tutti, senza eccezioni; individua, inoltre, le caratteristiche, in termini di risorse e benefici, di un impegno lavorativo settimanale molto più breve. Esamina anche le idee su come dirigere il lavoro verso obiettivi più significativi e produttivi, attraverso l'educazione rigorosa e intelligente basata sui valori; egli propone un concetto sostitutivo di PIL come misura della ricchezza. Il suo suggerimento provocatorio è di gran lunga il modo più efficace per sostenere i paesi meno sviluppati, che, afferma, non può solo ridursi in aiuti per lo sviluppo, ma deve avvalersi di un’apertura delle frontiere, al fine di consentire una migrazione più facile. Bregman conclude sottolineando come la forza delle idee innovative possa cambiare il mondo e incita tutti coloro che sognano un pianeta migliore ad essere pazienti e vigili, nell’attesa in cui lo stesso sarà, finalmente, pronto per il cambiamento.

Mohammed Mesbahi, Heralding Article 25: A people’s strategy for world transformation (Articolo 25 Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: la strategia del popolo per la trasformazione del mondo). Kibworth Beauchamp, UK: Matador, 2016

Questa breve descrizione è stata realizzata dal fondatore dell'organizzazione, il quale si concentra sulla quota di risorse del mondo, rivolgendosi alle persone di buona volontà e, soprattutto, ai giovani affinché essi possano essere informati e stimolati dalla visione di unità del genere umano. Essi sono invitati a concentrare i loro sforzi nell’attuare l'articolo 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani:

"Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente che possa garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o, in qualunque altro caso, dovuto alla perdita dei propri mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà."

Attraverso cinque capitoli del suo Trattato, Mesbahi intende coinvolgere persone comuni di buona volontà in tutto il mondo, affinché possano impegnarsi con il cuore, con lo spirito ed essere guidati, finalmente, dall'intuizione. I governi non sono riusciti a "garantire la piena realizzazione dei diritti umani socio-economici in ogni paese." L'unico modo per porre fine alla povertà è "organizzare in modo cooperativistico l'economia globale, al fine di condividere le risorse del mondo ...". Tale azione immediata è proposta dall’articolo 25, quale parte fondamentale di leggi applicabili in ogni paese, sottoscritto dalle Nazioni Unite, a sua volta agente democratico per le riforme e la loro legittimazione, capace di facilitare una governance economica globale, nel principio dell’Unità.

Ispirata dal movimento Occupy, la visione di Mesbahi è " spinta incessante che si concretizza in manifestazioni spontanee pacifiche e globali, per l’attuazione dei Diritti Umani, già sintetizzati sapientemente all'articolo 25." Coloro che optano per l'attivismo sociale, troveranno ispirazione ed edotte argomentazioni in questo libro.
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