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LUCE DELL’ANIMA E LUCE DEL CORPO

In queste regole di magia sono incorporate le leggi del lavoro creativo e i mezzi con cui un uomo può agire come anima incarnata. Esse non trattano principalmente delle norme che governano lo sviluppo dell’uomo. Naturalmente, molto può essere appreso incidentalmente al riguardo, poiché l’uomo cresce mediante il lavoro creativo e la comprensione, ma non è questo l’obiettivo essenziale di questo insegnamento.

Mediante la sintesi, gradatamente crescente, del processo meditativo svolto dall’anima sul proprio piano e di quello dell’aspirante, l’uomo manifesta (nel cervello fisico) un punto di luce che si è occultamente acceso sul piano mentale. La luce ha sempre un duplice significato: l’energia e la sua manifestazione in una forma qualsiasi, poiché luce e materia sono termini sinonimi. Il pensiero dell’essere umano e l’idea dell’anima hanno stabilito un punto di rapporto tra loro ed è nato il germe di una forma pensiero. Questa forma pensiero, una volta completata, incorporerà quel tanto del grande Piano (sul quale la Gerarchia opera) che l’uomo e in grado di visualizzare, comprendere e realizzare sul piano mentale. Questo, nei primi stadi di aspirazione dell’uomo ai primi passi sul Sentiero del Discepolato e fino alla seconda iniziazione, è compreso nella parola “servizio”. Dapprima egli ha una vaga idea dell’unità della Vita e della sua manifestazione come fratellanza fra tutte le forme di quella Vita divina. Questo ideale soggettivo conduce gradatamente alla comprensione del modo in cui questa relazione essenziale può realizzarsi a livello pratico. Se ne può trovare l’espressione nei grandi sforzi umanitari, nelle organizzazioni [94] per alleviare le sofferenze degli esseri umani e degli animali e nei tentativi fatti in tutto il mondo per migliorare le relazioni fra nazioni, religioni e gruppi.

Il numero di unità umane in contatto col piano gerarchico è sufficiente per poterne dedurre con certezza che il cervello collettivo della famiglia umana (quell’entità che chiamiamo quarto regno della natura) è sensibile alla visione e ne ha foggiato la forma luminosa sul piano mentale. Più tardi, il pensiero del servizio e del Sé si dimostrerà inadeguato e si cercherà una forma d’espressione più idonea, ma per ora è sufficiente.

La forma pensiero creata dall’aspirante è ora portata in manifestazione dalle energie focalizzate dell’anima e dalle forze riorientate della personalità. Ciò avviene in tre stadi:

1. Il periodo in cui l’aspirante lotta per raggiungere la quiete interiore e l’attenzione indirizzata che lo metteranno in grado di udire la voce del silenzio. Per mezzo di simboli ed esperienze di vita interpretate, essa gli esprime gli scopi e i piani con i quali egli può cooperare. Secondo lo stadio di sviluppo da lui raggiunto, tali piani potranno esprimere:

a. Piani già materializzati, sotto forma di gruppi sul piano fisico, con i quali egli può cooperare e negli interessi dei quali può sommergere il proprio interesse.

b. Il piano o frammento di piano che è suo privilegio individuale portare in manifestazione e quindi materializzare in un’attività di gruppo sul piano fisico. Il compito di alcuni aspiranti è di aiutare e operare in gruppi già attivi. Compito di altri è di portare in manifestazione forme d’attività che sono ancora sul piano soggettivo. Solo gli aspiranti liberi da ambizione [95] personale possono veramente cooperare in questo secondo aspetto del lavoro. Quindi, “uccidi l’ambizione”.

2. Il periodo in cui l’aspirante si abitua a udire chiaramente e a interpretare correttamente la voce interiore dell’anima e medita sul messaggio comunicatogli. Durante questo periodo “l’energia circola”. Si stabilisce una costante riposta ritmica all’energia del pensiero dell’anima e, parlando in senso figurato, si ha un costante flusso di forza tra il centro d’energia che chiamiamo anima sul suo piano e il centro di forza che è un essere umano. L’energia scorre lungo il “filo” o sutratma e stabilisce una risposta vibratoria tra il cervello e l’anima.

Poiché in queste istruzioni è mia intenzione rilevare le analogie tra i differenti aspetti della divinità, come si esprimono nell’uomo o nel macrocosmo, l’Uomo Celeste, a questo punto si potrebbe fare un’interessante osservazione.

L’antico Yoga dell’epoca degli Atlantidi (pervenutoci nell’insegnamento, necessariamente frammentario, dello yoga dei centri) ci informa che il riflesso del sutratma nell’organismo umano è il midollo spinale e si esprime per mezzo di tre canali, denominati idà, pingalà e sushumnà, il canale centrale. Quando le forze negative e positive del corpo, che si esprimono lungo i canali nervosi di idà e pingalà, sono equilibrate, esse possono ascendere e discendere lungo il canale centrale, passando senza impedimenti attraverso i centri collocati lungo la spina dorsale e giungendo fino al cervello. Si ha allora la perfetta espressione dell’anima nell’uomo fisico.

Tutto ciò è in realtà una corrispondenza con il sutratma, che collega l’uomo fisico e l’anima, poiché il sutratma esprime a sua volta l’energia positiva dello spirito, l’energia negativa della materia e l’energia equilibrata [96] dell’anima; il conseguimento dell’equilibrio costituisce infatti l’attuale obiettivo dell’umanità. Durante il periodo delle iniziazioni successive, l’uso positivo dell’energia spirituale sostituisce l’uso equilibrato della forza dell’anima, ma di questo sta dio ulteriore l’aspirante non deve ancora preoccuparsi; per il momento trovi il “nobile sentiero di mezzo” tra le paia degli opposti e, incidentalmente, scoprirà che le forze da lui usate sul piano fisico utilizzano il canale nervoso centrale della spina dorsale. Ciò avverrà quando la trasmissione della luce e della verità al cervello fisico lungo il canale centrale del sutratma, si risolverà in un’utilità soddisfacente. Parlando simbolicamente, si può dire che le idee e i concetti che giungono attraverso il canale sutratmico negativo sono fondamentalmente buoni, ma mancano di forza e si dissolvono nel nulla. Essi sono tinti d’emotività e non hanno la forma organizzata che solo la mente pura può dare. Idee e concetti che giungono attraverso il canale opposto (parlando in senso figurato) si concretizzano troppo rapidamente e sono motivati dall’ambizione personale di una mente autoritaria. La mente è sempre egoistica, egocentrica ed esprime l’ambizione personale che porta in sé il germe della propria distruzione.

Quando invece si usa il sushumnà (canale nervoso centrale) e la sua energia, è l’anima, creatrice magnetica e intelligente, che trasmette le sue energie. I piani possono allora essere portati a compimento secondo il proposito divino e procedere con le loro attività costruttive ‘nella luce’. Il punto di contatto egoico e lunare emette sempre il punto di luce, come abbiamo visto nelle nostre regole di magia, ed è focalizzato nel punto del sutratma corrispondente alla luce nella testa dell’aspirante.

3. Il periodo in cui egli fa risuonare la Parola sacra e, fondendola con la voce dell’Ego o anima, mette in moto la materia mentale per costruire la propria forma pensiero. È l’essere umano sul piano fisico che ora fa risuonare la Parola, e lo fa in quattro modi:

[97]

a. Egli diviene il Verbo incarnato e cerca di “essere quello che è”.

b. Fa risuonare la Parola dentro di sé, cercando di farlo come anima. Visualizza se stesso come anima che, per mezzo di quella Parola, emana energia in tutto il sistema in cui la sua anima infonde vita: i suoi strumenti mentale, emotivo, vitale e fisico.

c. Egli fa letteralmente risuonare la Parola sul piano fisico, influenzando così i tre gradi di materia del suo ambiente. Durante tutto questo tempo egli “mantiene la mente ferma nella luce” e la sua coscienza salda nel regno dell’anima.

d. Parallelamente (e questo è lo stadio più difficile) egli visualizza ininterrottamente la forma pensiero per mezzo della quale spera di esprimere l’aspetto del piano con cui è venuto in contatto e che intende portare in manifestazione attiva con la propria vita e nel proprio ambiente.

Tutto ciò è veramente possibile solo quando tra anima e cervello si è stabilito un rapporto stabile. Tale processo comporta la capacità del cervello di registrare ciò che l’anima sta visualizzando e di cui diviene consapevole nel proprio regno. Comporta anche un’attività parallela della mente, poiché l’aspirante deve interpretare la visione e utilizzare l’intelligenza concreta per adattare saggiamente tempo e forma alla vera espressione di ciò che è stato appreso. Tutto questo non è davvero facile a compiersi, ma l’aspirante dovrà infine imparare a esprimersi in piena coscienza, in più modi e simultaneamente.  In questo modo egli comincia a imparare una triplice attività, ciò che nell’Antico Commentario è così descritto:

[98]

“Il Globo solare risplende con radioso splendore. La mente illuminata riflette la gloria solare. Il globo lunare sale dal centro alla vetta ed è trasformato in un radioso sole di luce. Quando questi tre soli non sono più che uno, Brahma si manifesta. Un mondo luminoso è nato.”

Letteralmente ciò significa che quando l’anima (simboleggiata come globo solare), la mente e la luce nella testa formano un’unità, il potere creativo dell’Angelo Solare può esprimersi nei tre mondi e costruire una forma attraverso cui la sua energia può esprimersi attivamente. Il globo lunare è un modo simbolico di indicare il plesso solare che, col tempo, dovrà compiere due azioni:

1. Unire e fondere le energie dei due centri di forza inferiori e

2. elevare le energie fuse che, unendosi alle energie degli altri centri superiori, ascendono alla testa.

Tutto ciò contiene un insegnamento e una teoria che devono essere elaborati nello esperimento e nell’esperienza pratica, nonché nell’attività cosciente dell’aspirante.

Vorrei indicare anche la natura del servizio reso dall’umanità nel suo insieme nel piano generale dell’evoluzione. La regola che ora commentiamo non si applica soltanto al singolo individuo, ma anche alla predestinata attività del quarto regno della natura. Con la meditazione, la disciplina e il servizio, l’essere umano rende sempre più luminoso il punto di luce che venne in manifestazione al tempo della sua individualizzazione, fino a farlo divampare in luce radiosa che illumina i tre mondi. Questo fatto si riflette nella luce della testa; sì stabilisce così un rapporto che permette non solo la sincronizzazione vibratoria, ma anche un’irradiazione e una emanazione di forza magnetica che è possibile riconoscere nei tre mondi dell’ambiente immediatamente circostante di un uomo.

Lo stesso vale per il regno umano. Quando la sua illuminazione aumenta, a mano a mano che la sua luce diventa più potente, la sua influenza sui [99] regni subumani è analoga a quella esercitata dall’anima individuale sull’uomo in incarnazione fisica. Dico analoga come forza causale, benché non corrispondente negli effetti. Si noti la differenza. L’umanità rappresenta il macrocosmo rispetto agli stati di coscienza subumani e questo è stato messo bene in rilievo da H.P.B. L’effetto su questi stati minori e più materiali è quadruplice:

1. Stimolazione dell’aspetto spirituale, che si esprime come anima in tutte le forme, la forma di un minerale, di un vegetale o di un animale. L’aspetto positivo d’energia di tutte queste forme diverrà più forte producendo un aumento d’irradiazione, ad esempio nel regno minerale. In ciò si trova un accenno alla natura del processo che porrà termine alla nostra esistenza planetaria e infine al nostro sistema solare. Nel regno vegetale l’effetto sarà la manifestazione di maggiore bellezza e varietà e l’evoluzione di nuove specie volte a uno scopo impossibile da spiegare ai non iniziati. Uno dei risultati sarà la produzione di forme che serviranno di nutrimento agli angeli e ai deva minori.

Nel regno animale l’effetto sarà l’eliminazione del dolore e della sofferenza e il ritorno alle condizioni ideali del Giardino dell’Eden. Quando l’uomo agisce come anima, egli guarisce, stimola e infonde vita, trasmette le forze spirituali dell’universo e funge da barriera alle emanazioni nocive e a tutte le forze distruttive. Il male e i suoi effetti si servono ampiamente dell’umanità come loro canale operativo. Funzione dell’umanità è di trasmettere e manipolare la forza. Negli stadi iniziali e dell’ignoranza, ciò avviene in modo distruttivo e dà risultati dannosi. Più tardi, agendo sotto l’influsso dell’anima, la forza verrà usata correttamente e saggiamente e ne risulterà il bene. È pur vero che “tutta la creazione è immersa nel dolore del travaglio, in attesa della manifestazione dei Figli di Dio”.

[100]

2. Apporto di luce. L’umanità è il portatore di luce planetario, che trasmette la luce della conoscenza, della saggezza e della comprensione, in senso esoterico. Questi tre aspetti della luce, tramite l’anima mundi, l’anima mondiale, portano tre aspetti dell’energia dell’anima nell’anima in tutte le forme. Dal punto di vista fisico possiamo renderci conto di ciò, notando la differenza tra l’odierna illuminazione del pianeta e quella di cinquecento anni fa. Le città sfolgoranti di luci, i villaggi rurali risplendenti nella notte con le loro vie e case illuminate, le vie aeree, tracciate da proiettori e campi di globi accesi, gli oceani punteggiati di navi luminose e il numero sempre crescente d’aeroplani illuminati che solcano i cieli.

Tutto questo non è che il risultato della crescente illuminazione dell’uomo. L’aspetto conoscenza della luce l’ha portato in manifestazione. Chi può dire ciò che avverrà quando l’aspetto saggezza sarà predominante? Quando questi aspetti verranno connessi dalla comprensione, l’anima dominerà nei tre mondi e in tutti i regni della natura.

3. La trasmissione d’energia. Il significato di tali parole può essere compreso solo concettualmente, ma non è ancora possibile rendersi conto di come il regno umano agisca e abbia influenza sui tre regni subumani. Il triangolo spirituale rivolto verso il basso e il triangolo della materia che si protende verso l’alto s’incontrano nell’umanità, vertice contro vertice, quando si perviene al punto d’equilibrio. Nel conseguimento e nella spiritualizzazione dell’uomo e riposta la speranza del mondo. L’umanità stessa è il Salvatore del mondo, e tutti i suoi Salvatori del mondo non ne sono stati che simbolo e promessa.

4. La fusione dell’evoluzione dei deva o angeli con quella umana. Questo è un mistero che sarà risolto quando l’essere umano, pervenuto alla coscienza del proprio Angelo Solare, scoprirà che anch’esso non è che una forma di vita la quale, [101] avendo servito al suo scopo, deve essere abbandonata. L’evoluzione degli angeli o deva è una delle grandi linee di forza contenute nell’espressione divina; gli Angeli Solari, gli Agnishvatta della Dottrina Segreta e del Trattato del Fuoco Cosmico, nel loro aspetto forma appartengono a questa linea.

In tal modo l’umanità serve e, con lo sviluppo di un’attitudine cosciente al servizio, con la crescita della comprensione cosciente della parte individuale da compiere nell’esecuzione del Piano e con l’assoggettamento della personalità all’anima, l’umanità progredirà costantemente verso la sua meta di servizio universale.

Permettetemi di dire una parola che renda il raggiungimento di tale meta lo scopo pratico nella vostra vita. Le dannose condizioni magnetiche, prodotte dall’erroneo impiego della forza da parte dell’uomo, sono la causa del male nel mondo che ci circonda, inclusi i tre regni subumani. Come può ognuno di noi, individualmente, cambiare tali condizioni? Sviluppando l’innocuità in se stesso. Esaminatevi quindi da questo punto di vista, sorvegliate la vostra condotta giornaliera, le vostre parole e i vostri pensieri, in modo da renderli assolutamente innocui. Coltivate pensieri, su voi stessi e sugli altri, che siano positivi e costruttivi, quindi innocui. Osservate l’effetto emotivo che esercitate sugli altri in modo che né il vostro umore, né una vostra depressione o reazione emotiva possano nuocere ad alcuno. Ricordate inoltre che la violenta aspirazione spirituale e l’entusiasmo mal collocato o mal diretto possono nuocere facilmente a qualche vostro simile; non sorvegliate quindi soltanto le vostre tendenze errate, ma anche l’uso delle vostre virtù.

Se l’innocuità sarà la nota fondamentale della vostra vita, riuscirete a produrre giuste condizioni armoniche nella vostra personalità, più che con qualsiasi altra disciplina. La drastica purificazione prodotta dallo sforzo di essere innocui contribuirà largamente a eliminare [102] gli stati di coscienza errati. Fatene quindi un soggetto di riflessione e includete quest’idea nel vostro esame serale.

Vorrei esortare tutti coloro che leggono queste pagine a dare un nuovo inizio alla vita spirituale. Vorrei dire a ciascuno di dimenticare ogni conseguimento del passato, di ravvivare il fervore e concentrarsi sul Piano.

Qualche progresso nella realizzazione della coscienza di gruppo è certamente stato fatto e l’interesse per il sé separato è diminuito. Indubbiamente è aumentata la visione della fede nella Legge di Dio, che guida tutta la creazione alla perfezione finale, e tale visione permette di distogliere gli occhi dalle vicende dell’esperienza individuale e dirigerli verso la realizzazione del proposito relativo al tutto. Tale è l’obiettivo, tale è la meta. Ampiezza di visione, inclusività di comprensione e orizzonti più ampi sono i preliminari essenziali d’ogni lavoro da compiersi sotto la guida della Gerarchia di Adepti. Lo stabilizzarsi della coscienza nella Vita Una e il riconoscimento dell’unità fondamentale di tutta la creazione devono essere in qualche misura sviluppati, prima che possano venire affidate certe conoscenze e Parole di Potere e la manipolazione delle forze, che portano la realtà soggettiva in manifestazione esteriore.

A questo punto, quale discepolo più anziano e forse con maggiore esperienza e come lavoratore nella grande vigna del Signore, vi esorto a praticare l’innocuità con zelo e comprensione, poiché (se veramente realizzata) essa distrugge ogni limitazione. La nocività è basata sull’egoismo e sull’atteggiamento egocentrico. È la manifestazione di forze concentrate per rafforzare, esaltare ed appagare se stessi. L’innocuità è l’espressione della vita dell’uomo che si rende conto d’essere ovunque, che vive coscientemente come anima, la cui natura è amore, il cui metodo è l’inclusività e per il quale tutte le forme sono simili in quanto velano e nascondono la luce e non sono che esteriorizzazioni [103] dell’unico Essere Infinito. Questa realizzazione, permettetemi di ricordarvelo, si manifesterà come vera comprensione della necessità del fratello, scevra da sentimentalismi e opportunismi. Essa condurrà a quel silenzio che scaturisce dall’assenza di riferimento al sé separato. Essa produrrà quella risposta istantanea al vero bisogno, che caratterizza i Grandi Esseri i quali, dietro le apparenze esteriori scorgono la causa interiore delle condizioni notate nell’esistenza esteriore e così, da quel punto di saggezza, è possibile aiutare e guidare veramente. L’innocuità rende cauti nel giudizio, reticenti nel parlare, capaci di astenersi da azioni impulsive e sopprime la tendenza alla critica. In tal modo è lasciato libero il passaggio alle forze del vero amore e alle energie spirituali che sembrano vitalizzare la personalità, conducendo così alla retta azione.

L’innocuità sia dunque la nota fondamentale della vostra vita. Si dovrebbe fare un esame serale esclusivamente su questo tema; dividetelo in tre parti e considerate:

1. Innocuità nel pensiero. Ne risulterà principalmente il dominio della parola.

2. Innocuità nella reazione emotiva. Essa diverrà un canale per l’aspetto amore dell’anima.

3. Innocuità nell’azione. Ne risulterà equilibrio, abilità nell’azione e liberazione della volontà creativa.

Questi tre punti dovrebbero essere studiati nei loro effetti e sviluppi su se stessi, nell’effetto esercitato sulle persone con le quali si viene in contatto e nei rapporti col proprio ambiente.

Mi si permetta di far notare che do suggerimenti basati sulla mia esperienza nel lavoro occulto. Non vi è alcun obbligo all’obbedienza. Noi cerchiamo di formare dei servitori intelligenti dell’umanità, i quali si sviluppano con lo sforzo [104] autoiniziato, la libertà d’azione e la scelta del metodo da adottare, non con l’obbedienza assoluta, l’acquiescenza passiva e la cieca adesione. Questo non sia mai dimenticato. Semmai un ordine dovesse emanare dal gruppo soggettivo d’istruttori di cui io sono un umile membro, sarà quello di seguire i dettami della vostra anima e i suggerimenti del Vostro Sé superiore.

Prima di, procedere all’analisi di questa regola e di quella precedente, poiché esse non sono che due metà di un tutto, vorrei ricordarvi che in questa serie di meditazioni su antiche formule, ci occupiamo del lavoro magico dell’aspirante quale collaboratore nelle imprese della Grande Loggia Bianca. Trattiamo dei metodi della magia bianca. Vi ricorderò anche che il lavoro magico della nostra Gerarchia planetaria consiste nel sorvegliare la psiche nel mondo delle forme, affinché lo schiudersi del fiore dell’anima possa essere alimentato e favorito in modo tale che la gloria irradiante, la forza magnetica e infine l’energia spirituale possano manifestarsi tramite la forma. In tal modo apparirà evidente il potere dei tre raggi della manifestazione divina.

 

Primo Raggio . . . . . . . . . . .

Energia spirituale

Secondo Raggio . . . . . . . .

Forza magnetica

Terzo Raggio . . . . . . . . . .

Gloria irradiante

 

Questi raggi trovano il riflesso microcosmico nell’aura dell’uomo perfetto:

 

Primo Raggio . . . . . . .

Monadico . . . . . . . 

Energia spirituale . . . . . .

Centro della testa

Secondo Raggio . . . . 

Egoico . . . . . . . . . 

Forza magnetica . . . . . .

Centro del cuore

Terzo Raggio . . . . . .

Personalità . . . . .

Gloria irradiante . . . . . . . 

Plesso solare

 

Mi chiederete perché non nomino il centro della gola. Perché i centri sotto il diaframma simboleggiano essenzialmente il sé personale inferiore e nel centro che li sintetizza, il plesso solare, esprimono la forza magnetica dell’aspetto materia nell’essere umano. Il centro della gola è spinto [105] a crescente attività creativa quando la personalità vibra in risposta all’anima.

Consideriamo le parole alla fine della regola precedente: “La luce minore è proiettata verso l’alto e la luce maggiore illumina i tre; l’opera dei quattro procede”.

Che cosa è questa luce minore? Lo studente ricordi che per i presenti scopi egli deve considerare tre corpi di luce:

Il corpo radiante dell’anima stessa, sul suo piano, frequentemente chiamato Karana Sarira o corpo causale.

Il corpo eterico o vitale, veicolo del prana, che è il corpo di luce d’oro, o piuttosto il veicolo dal colore di fiamma.

Il corpo di “luce oscura”, che è il modo occulto di riferirsi alla luce nascosta del corpo fisico e alla luce latente nell’atomo stesso.

L’Antico Commentario si riferisce a questi tre tipi d’energia nei seguenti termini simbolici:

“Quando la luce radiosa dell’Angelo solare è fusa con la luce d’oro dell’intermediario cosmico, risveglia dall’oscurità la piccola luce di anu, l’atomo.”

“Intermediario cosmico”, così è definito il corpo eterico, che è parte e particella dell’etere universale. È infatti attraverso il corpo eterico che fluiscono tutte le energie, sia che emanino dall’anima o dal sole o da un pianeta. Lungo queste viventi linee di essenza di fuoco, passano tutti i contatti che non emanano specificamente dal mondo tangibile.

La luce oscura dei minuscoli atomi di cui è costituito il veicolo fisico risponde allo stimolo proveniente dall’anima e, quando l’uomo passa sotto il dominio dell’anima, la luce risplende attraverso tutto il corpo. Essa [106] si rivela come la radiosità che emana dai corpi degli adepti e dei santi, producendo un effetto di luce brillante e splendente.

La luce radiosa dell’anima, fusa con la luce magnetica del corpo vitale, stimola gli atomi del corpo fisico a tal punto che ciascun atomo diviene, a sua volta, un minuscolo centro irradiante. Questo avviene soltanto quando il centro della testa, il centro del cuore, il plesso solare e il centro alla base della spina dorsale sono collegati in modo peculiare, ed è uno dei segreti della prima iniziazione. Quando questi quattro sono in stretta cooperazione, il “pavimento del triangolo”, com’è chiamato simbolicamente, è pronto per l’opera magica. In altre parole, si possono enumerare come segue:

a. La forma fisica materiale, con il suo centro alla base della spina dorsale.

b. Il corpo vitale che opera attraverso il centro del cuore, dove ha sede il principio della vita. Le attività del corpo, dovute a questo stimolo, sono distribuite per mezzo della circolazione del sangue.

c. Il corpo emotivo, che opera attraverso il plesso solare.

d. Il centro della testa, agente diretto dell’anima ed il suo interprete, la mente.

Questi quattro sono in accordo e allineamento perfetto. Quando ciò si verifica, il lavoro dell’iniziazione e i suoi intervalli di discepolato attivo diventano possibili. Prima che ciò sia avvenuto, il lavoro non può procedere. L’aspirante ne ha un primo presagio quando si produce un evento simbolico nella luce della testa, precursore del successivo stadio d’iniziazione.

A questo stadio la luce dell’anima penetra nella regione della ghiandola pineale, vi determina, irradiazione dell’etere della testa o arie vitali; ciò stimola gli atomi del cervello, così che la loro luce [107] si unisce e fonde con le altre due, la luce eterica e la luce dell’anima, producendo il sole radiante interiore di cui l’aspirante diviene consapevole nell’esperienza del suo cervello fisico. Sovente gli studenti parlano di luce diffusa o chiarore, che è la luce degli atomi del piano fisico di cui è composto il cervello; in seguito diranno di vedere una specie di sole nella testa, il quale è prodotto dal contatto della luce eterica con la luce atomica fisica. Più tardi sarà percepita una luce d’intenso splendore elettrico, che è la luce dell’anima, fusa con l’eterica e l’atomica. Frequentemente a questo punto essi percepiscono un centro oscuro nel sole radiante; è l’ingresso al sentiero rivelato dal “risplendere della luce sulla porta”.

Gli studenti ricordino che è possibile aver raggiunto un alto stadio di coscienza spirituale senza vedere alcuna di queste irradiazioni nel cervello. Esse rientrano nell’ordine dei fenomeni e sono in gran parte determinate dalla costituzione del corpo fisico, dal karma e dai conseguimenti del passato, dalla capacità dell’aspirante di attrarre “il potere dall’alto” e mantenere stabilmente quest’energia nel centro cerebrale, mentre egli stesso, in meditazione, è distaccato dall’aspetto forma e può serenamente contemplarlo.

Quando ciò sia avvenuto (ma non rappresenta un obiettivo da perseguire ed è semplicemente un’indicazione da registrare nella coscienza e poi abbandonare), lo stimolo che ne deriva produce una reazione del corpo fisico. Il potere magnetico della luce nella testa e la forza irradiante dell’anima causano uno stimolo. I centri cominciano a vibrare, risvegliando gli atomi del corpo materiale fintanto che il potere del corpo eterico vibrante non avrà allineato anche il centro più basso con quello più alto. In tal modo i fuochi del corpo (la totalità dell’energia degli atomi) diventano sempre più attivi, fino al momento [108] n cui quell’energia infuocata risale lungo la spina dorsale. Tutto ciò è determinato dal dominio magnetico dell’anima, posta sul “trono tra le sopracciglia”.

Entra ora in opera uno dei mezzi yoga, l’astrazione o ritiro. L’avvenuta fusione delle tre luci, con conseguente risveglio dei centri e vibrazione degli atomi, permette all’uomo di accentrare le tre luci nella testa, a volontà. In seguito, con un atto di volontà e grazie alla conoscenza di certe Parole, egli può entrare in Samadhi e uscire dal suo corpo, portando la luce con sé. In tal modo la luce maggiore, risultante dalla fusione delle tre luci, illumina i tre mondi dell’attività umana e “la luce è proiettata in alto” ad illuminare tutte le sfere dell’esperienza umana, cosciente e inconscia. Ecco come ciò è espresso negli scritti occulti dei Maestri:

“Il Toro di Dio, porta la luce nella fronte e gli occhi ne trasmettono la radianza; la testa carica di forza magnetica, rassomiglia ad un sole splendente e dal loto della testa parte il sentiero di luce. Esso penetra nell’Essere Maggiore producendo un fuoco vivo. Il Toro di Dio vede l’Angelo Solare e sa che questo Angelo è la luce in cui egli cammina.”

Allora l’opera dei quattro procede. I quattro non sono più che uno. L’Angelo solare è identificato col suo strumento; la vita degli involucri è subordinata alla vita della divinità interiore; la luce degli involucri è fusa con quella dell’anima. Testa, cuore e base della spina dorsale sono geometricamente allineati, e ora certi sviluppi sono possibili.

In queste due Regole è dato il fondamento dell’opera magica dell’anima. Per maggior chiarezza ne elenchiamo gli stadi descritti:

1. L’Angelo Solare comincia l’opera d’iniziazione della personalità.

[109]

2. Ritrae le proprie forze dalle imprese dell’anima nel regno spirituale, accentra l’attenzione sul lavoro da compiere.

3. Entra in profonda meditazione.

4. Si stabilisce un rapporto magnetico con lo strumento nei tre mondi.

5. Lo strumento, l’essere umano, risponde ed entra anch’esso in meditazione.

6. L’opera procede per stadi ordinati e con attività ciclica.

7. La luce dell’anima è proiettata verso il basso.

8. La luce del corpo vitale e della forma fisica viene sincronizzata con quella della testa.

9. I centri entrano in attività.

10. La luce dell’anima e gli altri due aspetti della luce sono così intensi che ora tutta la vita nei tre mondi ne è illuminata.

11. Si produce l’allineamento, il lavoro di discepolato e iniziazione diventa possibile e procede secondo la Legge dell’Essere.

A1
A2
A3
A4??