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PARTE QUARTA - METODO DELLA FUSIONE

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PARTE QUARTA

METODO DELLA FUSIONE

In quest’ultima parte ci occuperemo del costante e assiduo governo dell’anima sulla personalità. Ci occuperemo perciò dello stadio di iniziazione che pone termine al sentiero evolutivo per l’umanità e dà inizio a un ciclo di esistenza di cui nulla sappiamo né possiamo sapere, eccetto che il Maestro, ormai libero, comincia a operare in una duplice attività: quale membro della Gerarchia che coopera al Piano e alla salvezza dell’umanità, e quale discepolo di Sanat Kumara il cui compito, in relazione ai Maestri, è di prepararli a seguire la Via dell’Evoluzione superiore. Quando ciò è possibile, “l’attenzione” spirituale (non trovo una frase più adeguata) si distoglie dall’anima e dall’Angelo della Presenza e si volge alla misteriosa Presenza stessa fino allora solo vagamente percepita e intravista. Il Maestro, libero dai tre e cinque mondi dell’evoluzione umana e di quella cosiddetta sovrumana, ha ora i pieni poteri dell’onniscienza e onnipresenza. È consapevole dell’unità fondamentale, determinata dalla natura dell'unica Vita ed Essere che pervade tutta la manifestazione; ha la padronanza di tutte le tecniche, di tutti i metodi e modi di attività, controllo e fusione. Avendo sviluppato tali capacità, ora comincia vagamente ad essere consapevole di ciò che condiziona l’Essere Unico e percepisce energie e contatti extraplanetari di cui era finora totalmente ignaro. Ne acquista conoscenza dopo la quinta iniziazione.

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Ora Lo attende il conseguimento di una sfera di percezioni ancora superiore e, per raccogliere il frutto di quei possibili contatti, deve impadronirsi delle tecniche e dei metodi di sviluppo che lo renderanno onnipotente e perciò espressione del più alto dei tre aspetti divini. In virtù di ciò acquisirà poteri ed esperienze che possono essere utilizzati e compresi solo in base all’attività scientifica della VOLONTÀ, ciò che deve essere compiuto da un punto di tensione focalizzata in ciò che s'intende con la parola “Monade”. Sapete cosa significa? Certamente no. Solo i Maestri di Saggezza hanno qualche comprensione di questi sviluppi finali e soltanto nel senso di un’aspirazione pienamente volontaria, una fase di aspirazione caratterizzata da volontà cosciente, proprio come l’aspirazione del discepolo è caratterizzata dal desiderio sublimato. Tutto questo supera tuttavia la capacità di comprensione del discepolo medio e vale solo a prospettare le incessanti occasioni che si presentano a ogni stadio e a ogni crisi sulla Via infinita.

Attualmente ci occupiamo del grande punto di crisi cui è confrontato il discepolo quando cerca di risolvere la coppia finale di opposti, prima di certe iniziazioni maggiori; l’Angelo della PRESENZA affronta la personalità. Non occorre definire i due aspetti della natura del discepolo, che sono essenzialmente questi. Vi è stato detto che il Guardiano della Soglia è la personalità pienamente sviluppata, somma di tutto il passato e presentazione composita sul piano fisico del complesso di tutti i problemi insoluti, dei desideri inespressi, delle qualità e caratteristiche latenti, delle fasi di pensiero e di volontà personale, dei poteri inferiori e delle antiche abitudini di ognuno dei tre corpi (buone e cattive). Tutti questi elementi salgono alla superficie [268] della coscienza per essere trattati in modo che il discepolo possa liberarsi dal loro dominio. Egli sarà allora libero per conseguire le ultime iniziazioni. Il processo non si esaurisce in un solo confronto fra le due forze antagoniste, ma si svolge in tre fasi, che comprendono il periodo che precede ciascuna delle prime tre iniziazioni o (dal punto di vista della Gerarchia) le due iniziazioni della Soglia e la prima maggiore, la Trasfigurazione.

Per molte vite il discepolo è rimasto sulla soglia. Egli stesso è il Guardiano. Dietro la porta che lentamente si dischiude percepisce la vita, l’energia, la spiritualità e il fatto dell’Angelo. Fra sé e quella porta c'è un terreno ardente; lo affronta e sa di doverlo attraversare se vuol passare la porta. Si domanda se la sua volontà sia abbastanza forte da assoggettare il sé personale ai fuochi della purificazione finale. Il sé personale è ora altamente sviluppato; è uno strumento utile che l'anima può usare; è un agente di servizio altamente preparato; è essenzialmente un elemento adeguato ed efficiente. Ha tuttavia i suoi punti deboli che possono generare delle crisi in qualsiasi momento; ma ha anche punti di forza che con relativa facilità si possono trasmutare in punti di tensione; nel complesso è uno strumento degno di fiducia che può rendere un buon servizio. È giusto e possibile sacrificarlo e perderne (in senso esoterico) la vita, sostituendola con consacrazione e devozione? La soluzione è ardua per i discepoli; è arduo comprenderlo quanto compierlo. Solo attraversando il terreno ardente tre volte gli impedimenti al libero uso della volontà vengono distrutti. Il rapporto fra Angelo e Guardiano per mezzo della volontà deve essere portato a una piena espressione. Mi riferisco alla volontà spirituale nei suoi tre aspetti, che [269] devono essere attivi prima che la volontà divina possa cominciare a governare. Il discepolo unisce i due aspetti della propria natura con piena coscienza e chiaro intento con un atto di volontà preordinato e questo atto genera un punto di tensione nel “centro del terreno ardente dove i due possono incontrarsi”, come dicono gli Annali antichi.

Vorrei richiamare la vostra attenzione al fatto che la grande sottomissione dell’inferiore al superiore avviene in un “punto mediano”. Non quando il discepolo esita incerto ai bordi del terreno ardente, né quando è alla porta dopo averlo superato. Il punto essenziale di crisi, che produce il necessario punto di tensione, è il risultato della “decisione invocativa” della personalità che col tempo evoca una risposta dall’Angelo. I due fattori coinvolti (e non dimenticate che ciò avviene nella sfera di coscienza del discepolo) si muovono insieme e l’uno verso l’altro. Si incontrano al centro del terreno ardente e qui la luce minore della personalità (vera luce di per sé) viene assorbita nella luce maggiore dell’Angelo o anima. L'Angelo “oblitera occultamente” il Guardiano, che scompare nell’aura radiosa dell’Angelo. Questo è stato raffigurato simbolicamente nell'illustrazione del firmamento quando, secondo la celebrazione cattolica, ha luogo l’Assunzione della Vergine e la costellazione della Vergine scompare nella radiosità del Sole. Sono presenti i tre elementi:

1. La Vergine..... forma materiale..... personalità..... Guardiano
2. Il Sole..... forma spirituale..... anima..... Angelo
3. La Terra..... l'uomo che aspira..... il discepolo.  

 

 

La personalità permane, esiste ancora, ma non più intesa come prima. La luce dell’Angelo l’avvolge; il terreno ardente ha compiuto la sua opera e la personalità altro non è [270] che l’involucro purificato o la forma attraverso la quale la luce, la radiosità, la qualità e le caratteristiche dell’Angelo possono risplendere. È una fusione di luci e la più potente oblitera la minore.

Come è avvenuto tutto ciò? Non intendo la preparazione del Guardiano della Soglia al grande evento, né i millenni di disciplina, preparazione, esperimenti ed esperienze effettuati di vita in vita che hanno reso possibile la consumazione di questo evento. I due aspetti dell’uomo si possono incontrare soltanto con chiara intenzione e finalità quando l’illusione non governa più la mente, l’annebbiamento ha perduto ogni potere di velare e le forze di maya non ostacolano più. Discriminazione, distacco e indifferenza le hanno eliminate con la luce focalizzata, il potere dissipante della luce che irradia e quello dell’energia di luce che dirige. Ora il discepolo è governato soltanto da cinque riconoscimenti: 

1. Il fatto del suo discepolato.

2. La percezione dell’Angelo, in attesa e dinamico.

3. L’appello invocativo del Guardiano della Soglia.

4. La necessità di usare la volontà in modo nuovo e diverso.

5. La necessità di attraversare il terreno ardente.

La situazione ora è chiara e si tratta solo di stabilire il momento opportuno e decidere. Vi ricordo che in questi tre processi è il discepolo che, in piena coscienza, agisce e dà inizio al processo. Non l’Angelo o il Guardiano, ma l’uomo spirituale stesso che deve usare la volontà e avanzare con decisione. Quando il discepolo abbia fatto i passi necessari e avanzi irrevocabilmente, la risposta dell’Angelo è certa, automatica e pervadente. Immediato e normale [271] isultato sarà la totale scomparsa del sé personale in tre fasi successive. A questo si riferiva Giovanni Battista dicendo: “Egli crescerà, ma io devo decrescere”. Lo disse quale discepolo, prima della seconda iniziazione della soglia. Questo crescere e decrescere occulto per noi è presente nelle fasi lunari e, per tutto il pianeta, nel segno di Gemini, dove la luce di uno dei gemelli lentamente si smorza mentre quella dell’altro si fa più intensa.

Una volta avvenuta questa “obliterazione occulta” qual è il destino del discepolo? È il governo assoluto dell’anima che, in pratica, indica realizzazione, lavoro, servizio, e infine iniziazione di gruppo. Su questi sviluppi non mi dilungo, poiché ne ho già ampiamente trattato altrove. In questa breve esposizione mi sono limitato agli effetti che le sostanze e le forze sostanziali dei tre mondi producono nel discepolo e nell’aspirante. Non ho considerato il problema dell’illusione, dell’annebbiamento e di maya per quanto si attiene all’uomo comune, che vi è necessariamente immerso e vive sotto il loro costante influsso. Così vivendo impara. A questo punto non è ancora in grado di cercare di liberarsene come chi si trova sul Sentiero. Perciò ho trattato il problema per quanto riguarda discepoli e aspiranti.

La VIA si apre davanti a loro e li attende il riconoscimento cosciente della luce. La necessità del servizio compiuto da uomini e donne liberi da illusione e annebbiamento non è mai stata così drammaticamente attuale come oggi, ed è per questi potenziali servitori, così necessari, che ho scritto.

La mia più ardente preghiera è che l’Angelo della PRESENZA faccia sentire la sua vicinanza e vi ispiri ad attraversare con coraggio [272] i fuochi del terreno ardente; il mio più profondo desiderio è che percepiate la PRESENZA che, passato quel terreno ardente, vi guidi a più intensa attività; che la luce risplenda sulla vostra via e rechi i frutti del travaglio e delle lotte che hanno caratterizzato la vostra vita è il desiderio del mio cuore per voi. Vi chiamo a un impegno più attivo e costante.

IL TIBETANO.

Nota dell'Editore: Vedere anche le Tecniche della Fusione e dell'Integrazione in Trattato dei Sette Raggi, Vol. II, Psicologia Esoterica, pp. 345-401 dell'edizione inglese. 

 

 

{i}  Discipleship in the New Age, Vol. I,  pp. 583-584.