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IL SENSO ESOTERICO

Veniamo ora allo studio dell’ultima regola di magia. Risalendo mentalmente alla lunga serie di istruzioni, si distinguono con estrema chiarezza alcune linee fondamentali dello insegnamento, mentre altre linee minori vengono relegate nell’ombra. Gli studenti ricordino che nella lettura di un libro di testo fondamentale (e questo è considerato tale) si dovrebbe adottare un procedimento preciso. Dapprima lo studente dovrebbe leggere il libro per intero per poterne afferrare i punti salienti, le principali linee d’insegnamento e le tre o quattro proposizioni su cui poggia l’intera struttura. Fatto questo potrà cominciare a occuparsi, isolandoli, dei punti sussidiari che servono a spiegare e chiarire i maggiori concetti essenziali, dopo di che potrà dedicarsi con profitto ai dettagli. Gli studenti avranno quindi interesse a rileggere queste istruzioni e raccoglierne i punti più importanti; in seguito potranno inserire gli insegnamenti secondari e infine ordinare i dati dettagliati secondo i diversi titoli che sono emersi. Una volta completato, questo lavoro costituirebbe un compendio che fisserebbe fermamente la conoscenza in esso contenuta nella memoria dello studente.

Uno dei principali insegnamenti che appare chiaramente in tutte le istruzioni veramente esoteriche, riguarda l’atteggiamento dello studente d’occultismo. Si suppone che egli si occupi di ciò che è soggettivo ed esoterico allo scopo di divenire un operatore di magia bianca. Come tale egli deve assumere e mantenere costantemente la posizione dell’osservatore, distaccato dal meccanismo di osservazione e [602] di contatto; egli deve riconoscersi essenzialmente quale entità spirituale, con una natura, degli obiettivi e dei metodi di lavoro diversi da quelli dei corpi che ritiene saggio occupare temporaneamente e utilizzare. Egli deve rendersi conto della sua unità e delle linee di contatto con tutti i lavoratori a lui affini, giungendo in tal modo a una consapevolezza cosciente della sua posizione nella Gerarchia spirituale degli Esseri. Sono state divulgate così tante informazioni inesatte e si è data incautamente tanta importanza allo stato e alla posizione nella cosiddetta gerarchia di anime, che ora i discepoli ragionevoli ed equilibrati cercano di volgere i loro pensieri altrove ed eliminare quanto più è possibile ogni pensiero sui gradi e sulle sfere d’attività. Nell’oscillare del pendolo, è possibile finire troppo lontano nella direzione opposta e sminuire l’importanza di questi stadi d’attività. Vi prego di non fraintendermi; non suggerisco di fare un tentativo di collocare le persone e stabilire quale sia il posto che occupano sulla scala evolutiva. In passato questo è stato fatto in modo per lo più insensato a grande scapito di tutto il soggetto, tanto che nella mente del pubblico tutta la questione è caduta in discredito. Se questi stadi fossero considerati in modo ragionevole per ciò che sono, ossia stati di coscienza ampliata e gradi di responsabilità, il pericolo della reazione della personalità ai termini “discepolo accettato, iniziato, adepto, maestro” sarebbe trascurabile e si eliminerebbe molta agitazione. Si deve sempre tener presente che lo stato individuale va tenuto rigorosamente per sé e il punto d’evoluzione (che può essere realmente riconosciuto come più avanzato di quello del cittadino medio) sarà dimostrato con una vita di servizio attivo esente da ogni egoismo e manifestando una visione illuminata più avanzata rispetto all’idea corrente della maggioranza.

Nel radunare il nuovo gruppo di servitori del mondo, ciò che attualmente è in atto nel mondo, è necessaria una vera cautela. Ogni collaboratore è responsabile di se stesso e del proprio servizio e null’altro. [603] Una valutazione attendibile del grado evolutivo non si baserà sulle pretese avanzate, ma sul lavoro compiuto, sull’amore e la saggezza dimostrati. Il giudizio dovrebbe essere fondato sulla conoscenza del Piano, evidenziata da una saggia formulazione del prossimo passo avanti che attende l’umanità; deve fondarsi sul senso esoterico manifestato e sull’influsso o potere aurico esercitato, che deve essere ampio, costruttivo e inclusivo.

Mi chiedete di definire più chiaramente ciò che intendo per “senso esoterico”. Significa essenzialmente il potere di vivere e agire soggettivamente, possedere un costante contatto interiore con l’anima e con il mondo in cui essa dimora; tutto questo deve esprimersi soggettivamente come amore attivamente dimostrato, come saggezza costantemente applicata, come capacità dì includere tutto ciò che respira e sente e identificarsi con esso, capacità che rappresenta la caratteristica preminente di tutti i veri figli di Dio operanti. Intendo quindi il mantenere un atteggiamento mentale interiore, che a volontà può essere orientato in qualsiasi direzione. Esso può governare e dominare la sensibilità emotiva, non soltanto del discepolo stesso, ma anche di coloro con cui viene in contatto. Con la forza del suo pensiero silenzioso egli può portare luce e pace a tutti. Grazie a quel potere mentale, egli può sintonizzarsi con il mondo del pensiero mondiale e con la sfera delle idee, discriminare e scegliere fra gli agenti mentali e i concetti che gli permetteranno, quale collaboratore del Piano, di influenzare il suo ambiente e rivestire i nuovi ideali della materia di pensiero adatta, rendendoli più facilmente riconoscibili nel mondo della vita di pensiero comune e quotidiana. Questo atteggiamento mentale consentirà al discepolo di orientarsi verso il mondo delle anime e, in quell’alto luogo d’ispirazione e di luce, scoprire i suoi compagni di lavoro, comunicare con loro e, in unione con loro, collaborare alla realizzazione degli intenti divini.

Il senso esoterico è il principale requisito necessario dell’aspirante in [604] questo periodo della storia mondiale. Finché gli aspiranti non l’avranno compreso in qualche misura e non saranno in grado di farne uso, non potranno far parte del nuovo gruppo, non potranno lavorare come maghi bianchi e queste istruzioni rimarranno per loro pura teoria ed essenzialmente intellettuali, invece di essere pratiche ed efficaci.

Per coltivare questo senso esoterico interiore è necessaria la meditazione e, nei primi stadi di sviluppo, una meditazione continua. Con l’andare del tempo e a mano a mano che l’uomo si sviluppa spiritualmente, la meditazione quotidiana lascerà necessariamente il posto a un orientamento spirituale costante e una meditazione come è intesa e necessaria ora, non sarà più richiesta. Il distacco fra l’uomo e le sue forme che può usare sarà così completo che egli vivrà sempre sul “seggio dell’Osservatore”; da quel punto e con quell’atteggiamento egli dirigerà le attività della mente, delle emozioni e delle energie che rendono possibile e utile l’espressione fisica.

Il primo stadio di questo sviluppo del senso esoterico e nel quale esso viene coltivato consiste nel mantenere  un atteggiamento di osservazione costante e distaccata.

Il nuovo gruppo di servitori del mondo, nei suoi ranghi esterni potrebbe ben essere considerato un corpo addestrato di osservatori organizzati. Vorrei suddividere questo gruppo in tre parti in modo che aspiranti e chela di tutto il mondo siano guidati a riconoscere dove si trovano individualmente e possano sinceramente e veramente cominciare a lavorare con intelligenza.

Il primo gruppo è composto dagli osservatori organizzati. Questi aspiranti imparano in primo luogo a mettere in pratica il distacco, che permetterà loro di vivere come anime nel mondo delle vicende quotidiane e di comprendere il reale significato delle parole: lavorare senza attaccamento. In secondo luogo, essi sono anche studiosi delle questioni mondiali in uno dei sette dipartimenti [605] cui feci riferimento quando presentai il nuovo gruppo all’attenzione del mondo. Essi studiano i segni dei tempi. Indagano nel grande dramma della storia per scoprirne le tendenze principali ed esprimere al mondo accademico comune e ai pensatori dell’umanità ciò che vedono e comprendono.

Attraverso tutta la storia umana scorre un triplice filo e nell’interazione di questi tre fili si trova la storia di tutta l’evoluzione umana. Uno dei fili guida i pensieri dell’uomo mentre si occupa dello sviluppo dell’aspetto forma, delle tendenze razziali e mostra come le forme delle razze, dei paesi, della fauna e della flora siano costantemente andate al passo con i figli di Dio che lentamente emergevano. Il secondo filo ci conduce alla comprensione dello sviluppo della coscienza e indica l’emergere dallo stadio istintivo a quello della consapevolezza intellettuale, fino all’illuminazione intuitiva, che è l’attuale meta della coscienza.

Il terzo filo riguarda il Piano stesso e qui entriamo nella sfera di ciò che è veramente ignoto. Quale sia il piano e quale la sua meta sono fatti finora totalmente ignorati e noti soltanto agli adepti di grado più elevato e ai figli di Dio più eccelsi. Fintanto che la mente illuminata e la facoltà di rispondere intuitivamente non saranno sviluppate nella famiglia umana, ci sarà impossibile cogliere i concetti fondamentali che si trovano nella mente di Dio stesso. Fintanto che la più alta vetta del Monte dell’Iniziazione non sarà scalata, la visione della Terra Promessa, quale essa è, non sarà possibile. Fin tanto che le limitazioni, le necessarie limitazioni, dei tre mondi non verranno superate e l’uomo non sarà in grado di agire come anima libera nel regno spirituale, ciò che si trova oltre quel regno dovrà rimanere celato all’uomo, proprio come lo stato d’essere e di consapevolezza umano non è comprensibile all’animale. Questa è una lezione salutare e necessaria che tutti i discepoli dovrebbero apprendere.

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Ma gli osservatori dei tempi e degli eventi possono fare rapidi progressi nello sviluppo dell’intuizione perseverando nella meditazione, esercitando i loro intelletti e sforzandosi sempre di pensare in termini di universalità. Guardino alla storia del passato come parte della preparazione di ciò che sta emergendo e che inaugurerà il futuro. Si facciano animo riconoscendo il fatto che il regno delle anime sta divenendo sempre più un fenomeno del piano fisico (vi sembra un paradosso?) e che entro i prossimi due secoli verrà infine riconosciuto come un regno della natura e considerato tale dagli scienziati. Questi “osservatori organizzati” formano la cerchia esterna del nuovo gruppo e la loro nota fondamentale è la sintesi ossia eliminare ciò che non è essenziale e organizzare la conoscenza umana. Essi operano nei molteplici campi della consapevolezza umana e si distinguono per il loro spirito non settario, per la capacità di occuparsi degli elementi essenziali di base e di collegare diversi settori della ricerca umana in un tutto organizzato e unificato.

Il secondo gruppo, parte del nuovo gruppo di servitori del mondo, è quello dei comunicatori telepatici. Essi sono molto meno numerosi e si distinguono per il rapporto relativamente stretto esistente fra loro. Essi costituiscono essenzialmente un gruppo di collegamento. Provengono dalla cerchia più exoterica degli osservatori organizzati, ma la loro sfera di servizio e più ampia, poiché operano in maniera sostanzialmente più esoterica. Sono in contatto fra di loro e con gli osservatori organizzati, ma anche con il gruppo di donne e uomini che si trovano proprio al centro, o nel cuore, del gruppo mondiale. La loro opera è triplice e molto ardua. Essi devono coltivare costantemente il distacco, caratteristica dell’anima che conosce se stessa. Costantemente essi attingono la conoscenza e le informazioni accumulate dagli osservatori organizzati, le adattano alle necessità del mondo ed emettono l’insegnamento. Essi lavorano in modo efficace, [607] ma sempre dietro le scene. Sebbene in questo stadio iniziale del nuovo gruppo essi possano essere noti nel mondo e vengano quindi riconosciuti come istruttori, scrittori e servitori, in seguito si ritireranno sempre più nello sfondo e lavoreranno tramite i servitori del cerchio esterno. Li ispireranno e addosseranno loro sempre maggiore responsabilità; essi alimenteranno lo sviluppo degli scambi telepatici nel mondo intessendo in tal modo i fili che col tempo colmeranno la lacuna attualmente esistente fra il visibile e l’invisibile, rendendo così possibile il nuovo mondo, un mondo nel quale la morte, come noi la conosciamo, sarà abolita e si perverrà a una continuità di coscienza universale. Questo spiega perché, nella formazione di questo gruppo, si dia tanta importanza alla sensibilità telepatica. Ai membri di questa seconda cerchia di servitori s’insegna a sviluppare la sensibilità in tre direzioni: verso i pensieri degli uomini in incarnazione fisica, verso le menti dei trapassati che sono ancora nel corpo mentale, verso il gruppo di Esseri spirituali, custodi del processo evolutivo e attraverso le cui mani passano costantemente i tre fili della vita che evolve.

Il loro compito è estremamente difficile, molto più difficile di quello del primo gruppo e perfino più arduo di quello del terzo, poiché non posseggono ancora certi poteri e la necessaria esperienza. Il loro centro di coscienza è l’intuizione e non quello dell’intelletto sintetizzante e il loro stato di consapevolezza è ampio e inclusivo. Essi possono quindi soffrire più della maggioranza; a questo stadio, soltanto pochi fra di loro non sono troppo sensibili e non rispondono eccessivamente alle vibrazioni emananti dall’aspetto forma nei tre mondi. Il loro distacco non è ancora totale. Essi collegano, quindi sopportano infiniti problemi e rispondono alla sofferenza del mondo. Essi vedono troppo, se così posso esprimermi, perché ancora non godono del privilegio [608] di vedere con chiarezza la meta che ci attende fra duecento anni. Essi percepiscono il bisogno del presente. Essi rispondono alla nuova corrente di forza spirituale che sta affluendo. Essi portano il peso dell’umanità sulle loro spalle e, essendo sufficientemente coordinati, vivono contemporaneamente nei tre mondi, cosa che ben pochi sono in grado di fare. Consapevoli dell’urgenza dell’attuale opportunità, ma anche dell’apatia dei molti, essi lavorano sotto un’altissima pressione.

Il terzo gruppo, il più interno di tutti, comprende i membri della Gerarchia stessa. Non mi preoccupa minimamente il fatto che queste anime liberate siano chiamate Fratelli Maggiori della razza, Maestri di Saggezza, la Nube di Testimoni, il Cristo e la sua Chiesa, Superuomini o altri appellativi che le tendenze ereditarie dell’umanità o le tradizioni possano aver coniato; tanto meno se ne preoccupano essi stessi. Le insignificanti dispute riguardo alle loro personalità, ai loro nomi e alla loro posizione non hanno alcuna importanza. Essi sono forze intelligenti del pianeta; grazie all’estensione della loro coscienza, essi esprimono la Mente di Dio; essi incorporano il principio dell’intelligenza, immutabile e costante e, attraverso essi, fluisce l’energia che chiamiamo Volontà di Dio, in mancanza di un termine migliore. I membri di questo gruppo conoscono il piano molto meglio di quelli degli altri due cerchi del nuovo gruppo di servitori del mondo, poiché essi vedono chiaramente quale sia il prossimo passo che l’evoluzione planetaria guiderà l’umanità a compiere nei prossimi duecento anni. Essi non si occupano di vane speculazioni sul fine ultimo alla fine dell’era mondiale. Potreste esserne sorpresi, date le numerose speculazioni fatte dai non iniziati, ma è così. Essi sanno che vi è un tempo e una stagione per ogni cosa e, guardando avanti e comprendendo intuitivamente la meta prevista per tutti i regni nel futuro immediato, tendono il loro sforzo congiunto a un solo fine: coltivare la rispondenza telepatica intuitiva dei Comunicatori che colmano la lacuna esistente [609] fra essi e il mondo fisico. Questi ultimi cercano a loro volta di usare gli Osservatori. Conoscitori, Comunicatori e Osservatori, tutti operano in stretta unione, spesso anche senza rendersene conto; essi rispondono tutti, nella misura concessa dal loro grado, all’impulso della Mente e della Volontà del Logos, la Divinità solare.

Al di là di questo gruppo triplice si trovano i Troni, i Principati e le Potenze, di cui non occorre occuparci. Dall’altro lato c’è l’umanità, lacerata dai disastri dell’ultima guerra mondiale, sconcertata dalla pressione sociale, religiosa ed economica del Presente, sensibile e rispondente alle influenze ed energie che affluiscono abbondanti sulla nuova onda dell’Era dell’Acquario; incapace di capire e di spiegare, conscia soltanto di un ardente desiderio di libertà di pensiero e di condizioni fisiche migliori, che afferra ogni occasione di acquisire conoscenza per preparare un campo fertile in cui il nuovo gruppo possa operare.

Abbiamo visto che l’obiettivo di tutta la formazione interiore è di sviluppare il senso esoterico e quella consapevolezza sensibile che permetterà all’uomo di agire non soltanto come un Figlio di Dio in incarnazione fisica, ma anche come qualcuno che possiede la continuità di coscienza grazie alla quale sarà sveglio interiormente e al tempo stesso attivo esteriormente. A ciò si perviene sviluppando le capacità dell’osservatore esperto. Raccomando queste parole all’attenzione di tutti gli aspiranti. Il persistere nell’atteggiamento di giusta osservazione determina il distacco dalla forma, dal quale deriva il potere di usare la forma a volontà e allo scopo di favorire i piani gerarchici, quindi di essere utili all’umanità. Quando questo potere di osservare sia in qualche misura acquisito, abbiamo l’aspirante che entra a far parte del gruppo intermedio di Comunicatori, che si trova fra i due gruppi suddetti (gruppi esoterici e il gruppo di lavoratori spirituali sul piano soggettivo) e fa da interprete fra i due. È bene ricordare che perfino i membri [610] della Gerarchia si avvalgono delle opinioni e dei suggerimenti di quei discepoli disinteressati, che riconoscono e interpretano correttamente la necessità dell’ora.

Quando questo stadio è stato raggiunto e l’uomo è in contatto cosciente con il Piano, il vero lavoro magico può cominciare. Uomini e donne che cominciano a vivere come anime possono intraprendere il lavoro magico della nuova era e dare inizio ai cambiamenti e alla ricostruzione che determineranno la manifestazione dei nuovi cieli e della nuova Terra, che tutte le Scritture del mondo attestano eloquentemente. Essi sono in grado di lavorare con le forze, nella materia eterica, e dar vita alle creazioni e organizzazioni del piano fisico che incorporeranno in modo più adeguato la vita di Dio nell’Era dell’Acquario, ormai prossima. La Regola numero quindici si riferisce proprio a questo stadio.

Queste parole indicano la consumazione dell’opera magica e possono riferirsi sia all’opera di un Logos solare, di un Logos planetario o di un’anima che s’incarna, sia a quella dell’essere umano avanzato che ha imparato a operare come mago bianco secondo il piano della grande Loggia Bianca. Si riferisce naturalmente anche all’opera di coloro che, grazie al conseguimento intellettuale, hanno imparato a lavorare come maghi, ma dal lato detto nero, poiché le stesse regole di magia valgono per entrambi i gruppi, sebbene l’impulso motivante differisca. Ma con il lavoro dei maghi neri non abbiamo niente a che vedere. Ciò che essi fanno ha un effetto potente ma transitorio, usando il termine transitorio con riferimento ai cicli; a tempo debito questi effetti dovranno cessare ed essere subordinati alle esigenze e all’opera dei portatori di luce e di vita.

Lo stadio dell’ombra è il periodo vago e incerto che precede la manifestazione densa e concreta. In questo caso non si riferisce all’ombra quale controparte della manifestazione fisica dell’anima, bensì a uno degli stadi intermedi del processo creativo. [611] Tecnicamente è chiamato lo “stadio del crescere e decrescere della nebulosa” e precede lo stadio della comparsa della forma exoterica più stabile e relativamente statica. Nella formazione di un sistema solare questo stadio è riconosciuto come periodo preliminare e il processo può essere osservato nei cieli stellati. Esso indica lo stadio in cui il Grande Mago sta eseguendo il Suo lavoro; non ha ancora fatto risuonare in modo definitivo le parole mistiche o i suoni spirituali che produrranno la concretizzazione e l’apparenza tangibile della forma.

Nella Dottrina Segreta si fa riferimento ai tre fuochi noti da antica data; il Víshnu Purana a questi fuochi dà esattamente la medesima nomenclatura usata da H.P.B., che trasse quei termini dall’antica Scrittura. Fuoco elettrico, fuoco solare e fuoco per attrito, messi in congiunzione, producono il macrocosmo e il microcosmo manifestati; il mio precedente Trattato del Fuoco Cosmico si riferisce a tale congiunzione. Esotericamente, questi fuochi non sono che un solo fuoco, il quale però, secondo la coscienza che lo considera (essa stessa a diversi stadi di sviluppo evolutivo) produce l’effetto di un’essenza ignea differenziata. Questa essenza ignea può essere conosciuta come la Vita stessa, oppure come la “Luce autosplendente”, oppure come la forma attiva inerente all’unica sostanza che è alla base di tutti i fenomeni. In quest’ultima regola di magia, i fuochi considerati sono quelli della materia stessa, che si avvicinano all’ombra e (come dice l’Antico Commentario) “sorgono dalla seconda tenebra al richiamo dello spirito della luce e, nel luogo stabilito, s’incontrano con ciò che li assorbirà e li eleverà al punto igneo da cui i fuochi della luce vivente e della vita radiante sono venuti.”