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COSTRUZIONE DELLA FORMA PENSIERO

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Nella regola numero dieci si affermano due fatti riguardanti la forma e si enunciano tre valide ingiunzioni.

I due fatti sono:

1. La forma assorbe e usa le acque in cui è immersa.

2. Come conseguenza essa cresce di forza.

Le tre ingiunzioni sono:

1. Continui il mago a costruire la sua forma fintanto che non sia pervenuta alla necessaria potenza.

2. Cessi allora l’opera dei “costruttori esterni”.

3. Subentri il ciclo dei “lavoratori interiori”.

Abbiamo visto come, nel processo di costruzione della forma pensiero, viene il momento in cui la forma deve essere orientata nella giusta direzione e posta sul giusto sentiero affinché adempia la volontà e il proposito del suo creatore. Ciò avviene abbastanza presto e dopo il processo d’orientamento il lavoro di costruzione procede, poiché la forma pensiero non è ancora pronta per una vita indipendente. Esiste una reale analogia fra il periodo di gestazione di un bambino e quello di una forma pensiero. L’importanza della giusta posizione del bimbo nel grembo materno non è mai trascurata da un buon medico; analogamente, una posizione errata sul sentiero da seguire verso l’esistenza manifesta conduce spesso a malattia e morte. L’analogia è esatta, come ben sapete. La nascita è preceduta dalla “rottura delle acque” (in linguaggio [274] medico) e prima che la forma pensiero produca gli effetti desiderati sul piano fisico, avviene una reazione simile; le acque del desiderio divengono così potenti da causare una precipitazione e quindi l’apparizione della forma d’espressione desiderata.

Prendiamo i fatti e le analogie quali essi sono e studiamoli dal punto di vista tanto del macrocosmo che del microcosmo.

Notiamo che la forma assorbe e usa la sostanza in cui è immersa. Il nostro sistema solare è uno dei tanti e non il maggiore e costituisce un frammento di un insieme più grande. Quest’ultimo, formato di sette parti (o sette sistemi solari), è esso stesso immerso nelle acque dello spazio, è nato dal desiderio ed è perciò un figlio della necessità. Esso trae la sua vita dall’ambiente circostante. Nel nostro sistema solare affluiscono correnti di forza provenienti da ogni parte ed emananti dall’Entità che nel Trattato del Fuoco Cosmico è detta “Colui del quale nulla si può dire”. Queste correnti incorporano la Sua volontà e il Suo desiderio, esprimono il Suo amore o capacità d’attrazione e si manifestano nella grande forma pensiero che chiamiamo il nostro sistema.

Fra parentesi, sarà bene notare che quest’Esistenza non è detta “Colui del quale nulla si può dire” per motivi di segretezza o di mistero, bensì perché qualsiasi formulazione di idee sulla Sua vita e sul Suo proposito è impossibile fintanto non si sia raggiunto il termine dell’evoluzione nel nostro sistema solare. Notate che ho detto il nostro sistema solare, non soltanto la nostra esistenza planetaria. Ogni speculazione sull’Esistenza che dà vita ai sette sistemi solari è energia sprecata. Sul nostro pianeta, soltanto grandi vite come il Buddha, i Kumara ed i Logoi planetari cominciano a percepire l’impulso dinamico del più grande Tutto e anch’essi vi sono soltanto sensibili e sono tuttora assolutamente incapaci di concepirne la tendenza, poiché essa si trova oltre la mente, l’amore e la volontà. Ciò comporta fattori [275] per i quali non abbiamo i termini e tendenze che per ora non sono nemmeno remotamente intraviste.

Abbiamo creato il termine etere. In senso occulto è il modo moderno di esprimere “le acque dello spazio”, che sono le acque del desiderio nelle quali siamo immersi. Esse sono in costante flusso e riflusso e sono la corrente di vita, costituita di quarantanove tipi d’energia, che affluisce attraverso il loto egoico cosmico e, irradiando da esso, alimenta nella misura necessaria la forma solare, planetaria o umana di cui è responsabile. Di quest’argomento si parla nel Trattato del Fuoco Cosmico.

L’uomo è immerso in forze che sono per lui ciò che le acque dello spazio sono per il nostro sistema solare. Come il Sole e i suoi pianeti, egli si trova a far parte di un tutto e, come il nostro sistema non è che uno dei sette sistemi tenuti insieme a formare un corpo o espressione manifesta di una vita, così il regno umano, di cui egli è una parte infinitesima, è uno dei sette regni, che corrispondono ai sette sistemi solari nella vita del Logos planetario. Quando egli comincerà ad essere sensibile alla vita del Logos solare, che si esprime attraverso i sette schemi planetari, noi saremo pervenuti alla coscienza del Logos planetario del nostro schema particolare, il quale percepisce in una certa misura le vibrazioni unite delle vite dei sette Logoi solari.

Ravvicinando ancora maggiormente l’analogia, il regno umano stesso è uno stato di coscienza analogo a quello dell’unità umana per mezzo della forza della sua esistenza soggettiva e, dal punto di vista della coscienza, fornisce “le acque dello spazio” in cui l’essere umano prospera e cresce. Nel quarto regno c’imbattiamo anche in espressioni delle medesime sette forze e quando l’uomo si risveglia al riconoscimento dei sette raggi o tipi e comincia a lavorare coscientemente con essi, compie il primo passo sulla via che lo condurrà a trascenderli e dominarli [276] entro il proprio campo operativo. Questo sta avvenendo ora. La conoscenza dei sette tipi di raggio, che nei passati eoni era prerogativa degli iniziati dell’epoca, comincia a diffondersi fra i pensatori del genere umano. Nell’astrologia sono contenute, latenti, le cognizioni che condurranno i discepoli alla comprensione e che lì metteranno in rapporto con i sette schemi planetari. Non sono tuttavia da attendersi reali sviluppi nell’astrologia fintanto che la nuova era non sarà veramente iniziata e il nuovo orientamento non sarà raggiunto.

La forma dell’umanità è completata. L’obiettivo della Gerarchia è che trovi il giusto collocamento nel grembo della materia, con tutte le implicazioni che ciò comporta. Notate queste parole. In questo momento la necessità è tremenda e l’anima sta per nascere nell’insieme dell’umanità. In senso cosmico, se ora le forze del regno umano verranno fatte convergere nella giusta direzione, sulla terra si avrà un’umanità capace di manifestare un proposito, una bellezza e una forma che saranno la piena espressione della realtà spirituale interiore, in accordo con il proposito egoico. Non sono purtroppo escluse altre eventualità, ma non le prenderemo in considerazione, poiché i Fratelli che osservano nutrono speranza e fiducia che gli uomini sapranno trascendere ogni eventualità indesiderata e perverranno alla meta. Una parola soltanto e un accenno. La Gerarchia del pianeta costituisce simbolicamente il centro della testa dell’umanità e le sue forze costituiscono le forze cerebrali. Sul piano fisico esiste un’ampia schiera di aspiranti, di discepoli in prova e discepoli accettati, che cercano di rispondere al “centro della testa”, alcuni coscientemente altri inconsciamente. Essi appartengono a tutti i campi d’espressione, ma tutti sono creativi in un modo o nell’altro. A loro volta essi costituiscono quella che simbolicamente potrebbe essere detta la “ghiandola pineale” dell’umanità. Come nel singolo individuo questa ghiandola generalmente è ancora assopita, così nell’umanità questo gruppo di cellule nel cervello del corpo collettivo è inattivo, [277] ma freme alle vibrazioni del centro della testa, la Gerarchia occulta. Alcune cellule sono risvegliate. Esse devono intensificare il loro sforzo e risvegliarne altre. I pionieri della famiglia umana, scienziati, pensatori e artisti, costituiscono il corpo pituitario. Essi esprimono la mente concreta, ma mancano della percezione intuitiva e dell’idealismo che li collocherebbero, in senso simbolico, nella ghiandola pineale; essi sono nondimeno brillanti, espressivi e ricercatori. Obiettivo della Gerarchia, sempre in senso simbolico, è di rendere la ghiandola pineale così potente, quindi dotata di tale potere d’attrazione, da stimolare il corpo pituitario delle vite cellulari e produrre in tal modo una stretta interazione. Ciò condurrà ad un’attività tanto potente da determinare un afflusso di nuove cellule alla ghiandola pineale e, al tempo stesso, si stabilirà una reazione tanto forte da influenzare tutto il corpo; ne risulterà l’elevazione di molte vite stimolate che prenderanno il posto di quelle che si accingono ad entrare nel centro dello sforzo gerarchico.

Le “acque dello spazio” in cui è in atto questo riorientamento e capovolgimento di tendenze sono in uno stato di violenta agitazione. In questo momento il vortice di desideri contrastanti in cui gli uomini si trovano è caotico e tanto potente che le acque sono agitate fin nel più profondo. Gli studiosi di storia moderna e di ordine sociale sono confrontati a una condizione senza precedenti, che nel corpo della collettività umana corrisponde allo sconvolgimento che nella vita del singolo aspirante precede sempre il passaggio al Sentiero del Discepolato. Non vi e quindi motivo di depressione o indebita ansietà, ma soltanto di ardente desiderio che la transizione possa compiersi a tempo debito e nell’ordine voluto, non troppo rapidamente (ciò che condurrebbe alla distruzione di tutti i giusti legami e vincoli), né in modo tanto prolungato da oltrepassare la capacità di resistenza della struttura già duramente provata dell’umanità. Tutte le nuove manifestazioni, in tutti i regni e in tutte le epoche, devono venire alla luce lentamente, quindi senza pericolo. [278] Tutte le nuove forme, se si vuole che diventino influenti e accumulino forza sufficiente per portare a termine il loro ciclo di vita devono essere costruite in silenziosa soggettività, affinché la costruzione sia solida e sicura, il contatto interiore con il creatore (umano o divino) e la fedeltà al modello siano reali e indistruttibili. Questo vale tanto per un universo che per un regno della natura o una forma pensiero creata da un pensatore umano.

In ogni costruzione di forme la tecnica rimane fondamentalmente la stessa, le regole e le realizzazioni possono essere riassunte nei seguenti aforismi:

Che il creatore si riconosca come il costruttore e non come la costruzione.

Desista dall’occuparsi del materiale grezzo sul piano fisico e studi il modello e i disegni operando quale agente della Mente divina.

Usi due energie e applichi tre leggi. L’energia dinamica del proposito, in conformità con il Piano e l’energia magnetica del desiderio che attira i costruttori al centro dello sforzo.

Governino queste tre leggi: della limitazione sintetica, dell’interazione vibratoria e della precipitazione attiva. La prima concerne la vita, la secondo la costruzione, la terza produce l’esistenza manifesta.

Tratti dapprima con i costruttori esterni, inviando il suo richiamo alla periferia della sua sfera d’influenza.

Metta in moto le acque della sostanza viva con la sua idea e il suo impulso, piegando i costruttori al suo proposito ed al suo piano.

Costruisca con giudizio e perizia, conservando sempre il “seggio del direttore”, senza scendere in stretto contatto con la propria forma pensiero.

Proietti la sua forma nel tempo e nello spazio con la [279] visualizzazione, la meditazione, l’abilità nell’azione, producendo in tal modo ciò che la sua volontà comanda, il suo amore desidera e la sua necessità crea.

Ritiri i creatori dalla forma esterna, lasciando che i costruttori interiori della forza dinamica la spingano in manifestazione. I costruttori interiori sono portati in funzionamento e in azione diretta, tramite l’occhio del creatore. I costruttori esterni furono guidati per mezzo della parola del creatore. Per mezzo dell’orecchio del creatore il volume della Parola maggiore vibra attraverso le acque dello spazio.

Ricordi l’ordine dell’opera creativa. Le acque dello spazio rispondono alla parola. I costruttori costruiscono. Il ciclo di creazione termina e la forma è pronta per la manifestazione. Segue il ciclo d’esecuzione e la sua durata dipende dalla potenza dei costruttori interiori, i quali costituiscono la forma soggettiva e trasmettono vita e vitalità.

Ricordi che la forma cessa di esistere quando lo scopo è raggiunto o quando la volontà debole è causa di difetto di funzionamento nel ciclo d’esecuzione.

Gli studenti faranno bene a studiare questi cicli di costruzione creativa, esecuzione e successiva disintegrazione. Essi valgono per un sistema solare, un essere umano e per le forme pensiero di un pensatore creativo. Il segreto di tutta la bellezza sta nel giusto funzionamento di questi cicli. Il segreto d’ogni successo sul piano fisico sta nella giusta comprensione della legge e dell’ordine. Meta dello sforzo dell’aspirante è la costruzione corretta di forme con la sostanza mentale, ricordando che “come un uomo pensa, tale egli è” e che per lui il dominio della sostanza mentale e la chiarezza del pensiero sono elementi essenziali al progresso.

Ciò si manifesterà nell’organizzazione della vita esteriore, [280] in un lavoro creativo di qualsiasi genere: scrivere un libro, dipingere un quadro, agire in modo ritmico nella vita domestica, condurre affari in modo sano e corretto, salvare una vita, adempiere con precisione il dharma esteriore, mentre gli assestamenti interiori procedono nel silenzio del cuore. 

Il lavoro del discepolo assume dimensioni più ampie. Egli deve realizzare il piano e proposito di gruppo e non soltanto il proprio problema spirituale individuale. Egli deve conformarsi al proposito per il suo ciclo e il suo periodo di vita immediati, deve subordinare dharma e idee personali al bisogno e al servizio di quel ciclo. Egli deve pervenire alla conoscenza, alla forza e al coordinamento fra sé personale e anima, che si manifesteranno con la capacità di costruire forme e gruppi organizzati sul piano fisico e di mantenerli coerentemente uniti. Egli non fa tutto questo con la forza del proprio carattere e grazie alle sue doti, ma perché quel carattere e quelle doti lo mettono in grado di agire come trasmettitore delle energie della vita maggiore e di servire come efficiente cooperatore del Piano di cui egli può visualizzare soltanto un frammento. Egli lavora comunque fedelmente alla costruzione di quell’aspetto del grande Piano e il giorno in cui la costruzione è portata a termine ed egli vede l’insieme, scopre di aver costruito secondo il disegno e conformemente al modello, quali erano nella mente degli architetti (i Fratelli Maggiori) i quali, a loro volta, sono in contatto con la Mente dell’Esistenza Unica.

L’applicazione pratica di queste verità è estremamente importante. Non vi è vita, per quanto circoscritta, o persona in condizione tale da non permettere di cominciare a lavorare con intelligenza e a costruire forme pensiero secondo la legge e con comprensione. Non vi è giorno nella vita di qualsiasi uomo, soprattutto se è un aspirante o un discepolo, in cui egli non possa lavorare con la materia mentale, controllare l’uso del pensiero, osservare l’effetto dei suoi processi mentali sulle persone con le quali viene in contatto e [281] in tal modo usare la sua “chitta” o sostanza mentale (come la chiama Patanjali) affinché divenga sempre più utile.