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ENERGIA ASTRALE E PAURA

Il soggetto che prenderemo in considerazione ora e soprattutto di applicazione pratica, poiché concerne il corpo astrale, quello in cui l’uomo è prevalentemente polarizzato e del quale è maggiormente e fortemente conscio rispetto agli altri corpi. Il corpo eterico è veramente sotto la soglia della coscienza. Gli esseri umani sono inconsapevoli del passaggio delle forze attraverso questo veicolo e si avvicinano a questo riconoscimento quando parlano in termini di vitalità o mancanza di vitalità. Il corpo fisico si fa sentire quando qualcosa è fuori posto o quando uno dei suoi appetiti chiede di essere soddisfatto. La situazione è diversa riguardo al corpo astrale, poiché è il veicolo d’esperienza per la maggioranza e pochi sono coloro che non passano la maggior parte della loro esistenza cosciente a registrare le reazioni di quel corpo e vibrando fra i due poli di felicità o infelicità, di soddisfazione o insoddisfazione, di certezza o dubbio, di coraggio o paura. Ciò significa in realtà che la forza e la vita inerenti al veicolo emotivo senziente governano l’espressione della vita e plasmano l’esperienza dell’anima incarnata. Vale quindi la pena di capire qualcosa di queste forze, da dove provengono e come agiscono e reagiscono sull’uomo. Questo è il suo campo di battaglia, ma anche quello della vittoria.

Tanto per cominciare, è consigliabile tener presente che tutta l’energia astrale fa parte dell’energia astrale del sistema solare e quindi:

1. Il corpo senziente di un essere umano è un atomo di sostanza nel corpo senziente del Logos planetario.

2. Il corpo senziente (termine che preferisco usare invece di astrale) del [294] Logos planetario è un aspetto ‑ non un atomo ‑ del corpo senziente del Logos solare.

3. Questo a sua volta è influenzato da forze senzienti emananti da vasti centri d’energia completamente al di fuori del nostro sistema solare e ne è canale. 

Tenendo presente questo fatto, appare evidente che l’uomo, non essendo che un minuscolo frammento di un insieme più vasto, a sua volta incorporato in un veicolo ancora maggiore, è il punto d’incontro di forze più grandi e più diversificate di quanto il suo cervello sia in grado di riconoscere. Da ciò deriva la complessità del suo problema, ma si profilano anche tutte le possibilità che scaturiscono dalle espansioni di coscienza che chiamiamo iniziazioni. Ogni corrente d’energia che fluisce attraverso il suo corpo di desiderio e di reazione senziente non è che un sentiero che lo conduce a contatti e realizzazioni sempre più vasti. Inoltre, la salvaguardia per la maggioranza degli esseri umani sta nel fatto di possedere, per il momento, un apparato inadeguato a registrare e memorizzare le infinite possibilità offerte da quelle vie di realizzazione. Fintanto che il suo apparato mentale non sia sufficientemente risvegliato e dominato, all’uomo è impossibile interpretare giustamente e utilizzare correttamente le informazioni che il suo corpo di risposta sensibile potrebbe trasmettergli, ma che fortunatamente ancora non gli trasmette. A parte la circolazione costante d’energie planetarie, solari e cosmiche attraverso il suo corpo astrale, ogni essere umano ha tratto dal più grande Tutto l’energia astrale sufficiente a costruire il proprio corpo astrale individuale e separato, che risponde alla sua nota peculiare, è caratterizzato dalla sua qualità particolare e lo limita o meno, secondo il punto da lui raggiunto sulla scala dell’evoluzione.

Ciò costituisce il suo anello invalicabile astrale, che definisce i limiti della sua risposta all’esperienza dell’esistenza, che incorpora [295] nella sua qualità la sfera della sua vita di desiderio, ma che al tempo stesso è capace d’immensa espansione, di sviluppo e dominio sotto l’impulso del corpo mentale e dell’anima. Esso è soggetto anche ad una attività vibratoria risultante dall’interazione con l’esperienza della vita sul piano fisico; in tal modo è messa in moto la grande ruota dell’esperienza, che persisterà fintanto che le quattro Nobili Verità del Buddha non saranno comprese e realizzate.

In questo corpo astrale si trovano le controparti dei centri laya o eterici, attraverso i quali le forze ed energie di cui abbiamo trattato fluiscono nel corpo eterico. I centri portano energie, provenienti dai sette pianeti e dal sole, a ogni parte dell’organismo astrale, mettendo così l’uomo in rapporto con tutte le parti del sistema solare. Ne risulta la determinazione del destino della vita di un uomo fino al momento in cui egli, risvegliandosi alla comprensione della sua eredità immortale, non diviene sensibile a forze finora ignote alla maggioranza e che emanano dalla forma. Questo è il motivo per cui un oroscopo offre frequentemente una descrizione molto precisa dell’uomo poco evoluto e non ancora risvegliato, ma risulta errato e impreciso nel caso di un uomo altamente evoluto. L’uomo e, in generale, ciò che i suoi desideri fanno di lui. Più tardi, “come un uomo pensa, tale egli è.” Il corpo astrale, con i suoi desideri e appetiti, i suoi umori, sentimenti e le sue brame insaziabili plasma il corpo fisico mediante le forze di attrazione che fluiscono attraverso esso, guidando infallibilmente l’uomo allo esaudimento dei suoi desideri. Se i desideri insaziabili della natura senziente sono prevalentemente rivolti ad obiettivi animaleschi, avremo l’uomo dai forti appetiti la cui vita sarà dedicata unicamente a soddisfarli. Se i desideri tendono alla comodità e alla felicità, avremo un uomo sensuale, amante del bello e del piacere, governato praticamente soltanto dallo sforzo egoistico. Si passa così attraverso tutta la gamma di desideri buoni, cattivi [296] e mediocri, finché non avviene il riorientamento che rifocalizza le energie astrali volgendole in una direzione diversa. Il desiderio diventa aspirazione. In tal modo si perviene alla liberazione dalla ruota della vita e l’uomo è esentato dalla necessità di reincarnarsi. A questo punto l’oroscopo, come è inteso ora, risulta futile, errato e inutile; il termine talvolta ed erroneamente usato di “oroscopo dell’Ego o dell’anima” non ha alcun significato. L’anima non ha un destino individuale, ma è immersa nell’Uno. Il suo destino è quello del gruppo e del Tutto; il suo desiderio è il compiersi del grande Piano e la sua volontà è la glorificazione del Logos incarnato.

Vorrei suggerire agli studenti la lettura del libro La Scienza delle Emozioni di Bhagavan Das. È un valido trattato sul corpo astrale e senziente e parla dei fattori che riguardano più da vicino l’aspirante quando è di fronte al problema di comprendere e governare la sua natura emotiva, di impadronirsi della tecnica di sviluppo, di riorientarlo verso un’esperienza più vasta e prepararlo alle prove ed espansioni della seconda iniziazione maggiore, il Battesimo e l’ingresso definitivo nella corrente. In senso metaforico, l’esperienza immediata sul Sentiero è espressa nelle frasi esoteriche che seguono:

“Quando la corrente entra nel Fiume della Vita, il suo passaggio è scorto per un breve istante poi si perde. Quando le correnti della vita senziente s’incontrano dove il fiume passa ai piedi imponenti della montagna, si scorge un’ampia corrente che scorre verso il nord.”

La simbologia di queste parole è evidente e può anche servire a descrivere il flusso delle due correnti, Ida e Pingala, e la loro fusione nel fiume d’energia che sale alla testa. Lì è il punto d’incontro, lì avviene il sacrificio compiuto sul Golgota (il posto del cranio).

[297]

Nello studio del corpo senziente di un essere umano aiuterò probabilmente nel migliore dei modi considerandone gli umori e le espressioni comuni, poiché solo osservandone gli effetti e cercando di padroneggiarli l’uomo giungerà a conoscere se stesso e diverrà un Maestro. Le manifestazioni più comuni dell’attività astrale sono:

I. Paura

II. Depressione o il suo polo opposto, euforia.

III. Desiderio di soddisfare gli appetiti animali.

IV. Desiderio di felicità.

V. Desiderio di liberazione. Aspirazione.

Queste cinque manifestazioni riassumono praticamente la maggior parte delle esperienze senzienti dell’uomo e le prenderemo in considerazione singolarmente sotto i seguenti aspetti:

1. La causa.

2. L’effetto.

3. Il metodo per dirigerle.

Noterete che dico ‘metodo per dirigerle’ e non metodo per dominarle. Gli aspiranti devono imparare che lavorano con forze e in mezzo a forze e che l’attività giusta o errata sul piano fisico è dovuta semplicemente alla direzione giusta o errata delle correnti di forza e non a caratteristiche giuste o errate inerenti alle energie stesse.

I. PAURA. È una delle più consuete manifestazioni d’energia astrale; è prima nella lista, perché per la grande maggioranza rappresenta il Guardiano della Soglia e in ultima analisi è anche il male astrale fondamentale. Ogni essere umano sa cosa sia la paura e la gamma delle vibrazioni di paura si estende dalle paure istintive del selvaggio, basate sull’ignoranza delle leggi e delle forze della natura, sul suo terrore del buio e dell’ignoto, alle paure oggi prevalenti di perdere gli amici e i propri cari, la salute, il denaro, la popolarità, [298] per giungere infine alle paure dell’aspirante, paura di non riuscire, paura radicata nel dubbio, paura dell’annullamento o annientamento finale, paura della morte (che egli ha in comune con tutti gli esseri umani), paura della grande illusione del piano astrale, della fantasmagoria della vita stessa e anche paura della solitudine sul Sentiero e persino paura della paura stessa. Questo elenco potrebbe essere esteso di molto, ma è sufficiente per indicare la prevalenza delle paure d’ogni genere. Esse dominano molte situazioni e gettano la loro ombra su molti avvenimenti felici. Esse riducono l’uomo a un timido e impaurito atomo di vita senziente, spaventato di fronte alla meraviglia dei problemi dell’esistenza, consapevole della propria insufficienza, come uomo, a far fronte alle situazioni e incapace di abbandonare paure e perplessità ed entrare in possesso del suo retaggio di libertà e vita. Talvolta la paura lo opprime così tanto da fargli temere per la propria ragione. Il quadro non può essere che oscuro, perché la paura è l’energia astrale predominante di questo periodo e la sensibile umanità vi soccombe anche troppo facilmente.

Chiedete quali siano le cause fondamentali della paura. Questa domanda, se fatta risalire abbastanza addietro nella storia esoterica del nostro sistema solare, non trova alcuna risposta plausibile. Solo l’iniziato avanzato può comprendere. La paura ha le sue radici nella trama e nel tessuto della materia stessa; è per eccellenza una formulazione o un effetto del principio mentale e un risultato dell’attività mentale. Il fatto che uccelli e animali conoscano la paura, pone il soggetto su un piano più vasto che se si trattasse semplicemente di una debolezza umana o il risultato dell’attività relativa al funzionamento della mente umana. Essa non dipende dal fatto che l’uomo possiede una mente razionale; se egli usasse la ragione in modo corretto, potrebbe eliminare la paura. Essa consiste in ciò che viene definito Male cosmico, espressione altisonante, ma che significa ben poco. Essa è inerente al fatto della materia stessa e al gioco degli opposti: anima e materia. L’anima senziente [299] di animali e uomini, nel subconscio è consapevole di fattori quali:

1. L’immensità del Tutto e il senso di oppressione che ne deriva.

2. La pressione esercitata da altre vite ed esistenze.

3. L’operare inesorabile della Legge.

4. Il senso d’imprigionamento, di limitazione e di conseguente inadeguatezza.

In questi fattori, che scaturiscono dallo stesso processo della manifestazione e la cui potenza persiste e cresce nel corso delle età, si trovano le cause di tutta la paura moderna e le basi di tutto il terrore, soprattutto quello puramente psicologico, ben diverso dalla paura istintiva dell’animale.

Dare spiegazioni più chiare e concrete a nulla gioverebbe. A che servirebbe sentirsi dire che la paura è una qualità del male (o della materia) che colora o caratterizza fondamentalmente il corpo astrale o senziente del nostro Logos planetario? Cosa ne ricavereste se accennassi al problema della grande Vita in cui viviamo, ci muoviamo e abbiamo il nostro essere, che anch’essa, sul suo piano cosmico, cerca la liberazione e affronta le proprie prove ed esperienze particolari? Come trovare le parole adeguate per descrivere una lotta cosmica fra Vite dotate di una coscienza tanto impersonale e sublime da rendere ridicolo qualsiasi termine relativo alla vita umana, che inoltre non potrebbe in alcun modo trasmettere un’idea della verità o della realtà? Male cosmico, progressione cosmica o problemi cosmici possono ben essere rimandati a quel tempo lontano in cui gli aspiranti avranno conseguito la terza iniziazione, perduto ogni senso di separazione e, essendosi identificati con l’aspetto Vita e non con il lato forma, potranno in qualche misura penetrare nello stato di coscienza del nostro Logos planetario, percepire il Suo destino e avere una fugace visione della consumazione.

Limitiamoci dunque a volgere la nostra attenzione all’uomo, soprattutto [300] all’uomo comune, e vediamo da dove provengono le ondate di paura che continuamente lo sopraffanno.

1. La paura della morte si basa:

a. Sul terrore del processo finale del distacco al momento della morte.

b. Sul terrore dell’ignoto e dell’indefinibile.

c. Sul dubbio dell’immortalità.

d. Sul dolore di lasciare i propri cari o di esserne lasciati.

e. Su antiche reazioni a morti violente subite in passato, profondamente annidate nel subconscio.

f. Sull’attaccamento alla vita della forma, perché la coscienza vi si è a lungo identificata.

g. Su vecchi insegnamenti errati riguardo al paradiso e all’inferno, entrambi ugualmente sgraditi come prospettiva per certi tipi di persone.

Parlo della morte conoscendo l’argomento sia dal lato dell’esperienza del mondo esterno che da quello dell’espressione della vita interiore: la morte non esiste. Come sapete, vi è l’ingresso ad una vita più piena. C’è libertà dagli ostacoli del veicolo carnale. Il tanto temuto processo di distacco non esiste, salvo nei casi di morte violenta e improvvisa e, anche allora, di veramente sgradevole c’è soltanto un istantaneo e opprimente senso di pericolo e distruzione imminenti e una sensazione molto simile a una scossa elettrica. Null’altro. Per l’essere poco evoluto la morte è letteralmente sonno e oblio, poiché la mente non è sufficientemente sveglia per reagire e il serbatoio della memoria è ancora praticamente vuoto. Per il buon cittadino medio, con la morte il processo vitale continua nella sua coscienza e prosegue con gli interessi e le tendenze della sua vita. La sua coscienza e il suo senso di consapevolezza rimangono invariati. Egli non avverte una grande differenza, ci si prende cura di lui e spesso egli non si rende conto di avere [301] attraversato l’episodio della morte. Per i malvagi e crudelmente egoisti, per i criminali e quei pochi che vivono unicamente per ciò che è materiale si determina la condizione che definiamo ‘legato alla terra’. I legami che hanno creato con la terra e la tendenza terrena di tutti i loro desideri li costringono a rimanere in prossimità della terra e della loro ultima residenza terrena. Essi, cercano disperatamente e con ogni mezzo possibile di ristabilire il contatto e rientrare. In qualche raro caso, un grande amore personale per coloro che sono stati lasciati o il fatto di non aver adempiuto un dovere riconosciuto e urgente trattiene anche esseri buoni e interiormente belli in una condizione quasi analoga. Per l’aspirante, la morte è l’accesso immediato ad una sfera di servizio e d’espressione alla quale è abituato e che riconosce subito come non nuova. Durante le ore di sonno egli ha sviluppato un campo di servizio attivo e di studio. Ora egli vi trascorre semplicemente tutte le ventiquattro ore (per usare il concetto di tempo terreno) invece delle consuete poche ore di sonno.

Col passare del tempo e prima della fine del secolo, la morte sarà finalmente considerata inesistente, nel senso oggi inteso. La continuità di coscienza sarà così sviluppata e un così gran numero di uomini fra i più elevati agirà simultaneamente nei due mondi, che i vecchi timori spariranno e il rapporto fra il piano astrale e quello fisico sarà così fermamente stabilito e scientificamente controllato che il lavoro dei medium in trance fortunatamente e giustamente cesserà. La comune e ordinaria medianità con trance e le materializzazioni sotto controllo di guide per lo più indiane sono perversioni dei rapporti fra i due piani, proprio come le perversioni sessuali e le distorsioni dei veri rapporti fra i due sessi. Con ciò non alludo al lavoro dei chiaroveggenti, per quanto limitato, o alle entità di alto calibro che si impossessano di un corpo, ma parlo degli [302] sgradevoli fenomeni di materializzazione, di ectoplasma e del lavoro cieco e poco intelligente compiuto da vecchi Atlantidei degenerati e da anime legate alla terra, i capi e le guide indiane di tipo comune. Nulla c’è da imparare da loro, ma ci sono molte cose da evitare. Il regno della paura della morte è quasi sul finire e ben presto inizieremo un periodo di conoscenza e di certezza che reciderà alla base tutte le nostre paure. Trattando della paura della morte si può far poco, salvo elevare tutto il soggetto a un livello più scientifico e insegnare alla gente a morire in questo senso. Esiste una tecnica del morire come ne esiste una del vivere, ma in Occidente è andata perduta quasi del tutto e in gran parte anche in Oriente, salvo in alcuni centri di Conoscitori. Potremo trattare ulteriormente quest’argomento  più avanti, ma il pensiero del necessario avvicinamento al soggetto può rimanere presente nella mente dei lettori di questo libro, i quali leggendo, studiando e pensando potranno raccogliere materiale interessante, riunirlo e pubblicarlo.

2. Paura del futuro. Questa paura tenderà ad aumentare e sarà ancora causa di molto turbamento nel mondo prima di essere eliminata. Essa deriva da tre facoltà umane:

a. Abiti mentali psicologici istintivi, profondamente radicati nella natura animale e che risalgono all’istinto primordiale di conservazione. Le razze selvagge ne sono tuttavia quasi esenti. Lo stato mentale di guardare al futuro ‘anticipando gli eventi è una caratteristica prettamente umana ed è il germe della facoltà d’immaginazione, legata ai processi mentali, che col tempo si fonderà con la meditazione intuitiva unita alla visualizzazione, ciò che rappresenta la vera base d’ogni lavoro creativo. Ma ora è una minaccia e un ostacolo. Antiche sofferenze, atroci ricordi, sofferenze ossessionanti profondamente annidate nel subconscio affiorano spesso alla superficie, provocando una condizione [303] di paura e angoscia che nessun ragionamento sembra in grado di acquietare. I mezzi di comunicazione mettono anche la persona più insignificante in rapporto con le tragedie, le sofferenze e le disgrazie del fratello a migliaia di chilometri di distanza. L’attuale catastrofe economica ha creato una condizione di terrore di massa e, quanto più un individuo è sensibile, tanto più reagirà a questo stato mentale. La paura del futuro è quindi un’angosciante miscuglio di memoria istintiva ed immaginazione che anticipa e pochi sfuggono a questa minaccia. Preoccupazione e ansia sono la sorte d’ogni uomo e non possono essere compensate e superate da nessun altro fattore inferiore all’anima stessa.

b. I lampi di previsione emananti dall’anima che dimora nella coscienza dell’Eterno presente. Quando il contatto con l’anima è fermamente stabilito e la coscienza del Conoscitore è stabilizzata nel cervello, la previsione non comporta terrore. Il quadro appare nella sua interezza e non come un barlume fugace e frammentario come accade attualmente. Il rimedio rimane quindi il medesimo: stabilire relazioni così strette fra anima e cervello, attraverso la mente addestrata e governata, in modo che causa ed effetto appaiano come una cosa sola e possano essere presi i giusti provvedimenti per affrontare la situazione correttamente e nel modo più vantaggioso. La previsione raramente preannuncia felicità e la ragione è facile a comprendersi. Il genere umano si trova al punto in cui il figliuol prodigo è cosciente della futilità della vita terrena. Esso è pronto per considerare con attenzione il messaggio del Buddha, poiché per lunghi secoli è stato tormentato da guerre e carestie, dal desiderio e dalla lotta economica. Il panorama che scorge davanti a sé appare oscuro e minaccioso, carico di cataclismi e disastri.

Eppure, se gli uomini mettessero in atto il concetto di fratellanza, con tutto ciò che implica, nella vita e nel lavoro d’ogni giorno, in [304] tutte le relazioni fra capitale e lavoro, fra governanti e popolo, fra le nazioni o fra le razze, sulla Terra emergerebbe una pace che nulla potrebbe sconvolgere. Una regola semplice, eppure ancora ben lontana dalla comprensione mentale della maggioranza!

c. Un grande quantità di angoscia e paura individuale può affliggere un uomo pur senza avere alcuna relazione con ciò che lo riguarda. È possibilissimo che un uomo provi i timori di altre persone, mentre nulla ha da temere per se stesso. Può identificarsi a tal punto con i loro presagi di catastrofi future da interpretarli in relazione alle proprie esperienze future. Egli non è in grado di dissociarsi dalle loro reazioni e assorbe una parte così grande del veleno presente nella loro aura mentale da esserne trascinato in un vero vortice di terrore e paura. Eppure, se soltanto potesse vederlo, il futuro non gli riserva alcuna catastrofe. Egli s’inganna, ma il corpo astrale e il plesso solare reagiscono come se fosse vero. Purtroppo questo si verifica spesso ora che vi sono migliaia di anime sensibili che aspirano, inesperte nel trattare il karma mondiale, completamente aperte alla sofferenza degli altri e incapaci di distinguere fra il loro destino nel futuro immediato e il destino di altri nel loro ambiente.

Agli aspiranti più avanzati e a quelli sul Sentiero della Prova può capitare di entrare in contatto con antiche vibrazioni di male e miseria sul piano astrale, da lungo tempo passati e superati; oppure possono leggere un frammento degli archivi akascici riguardante sventure incombenti su un individuo o un gruppo, ai quali forse non assisteranno mai, ma essi riferiscono l’informazione a se stessi e di conseguenza ne soffrono.

3. Paura del dolore fisico. Per molti questa paura è alla base di tutte le loro ansietà, anche se [305] non se ne rendono conto. È effettivamente un risultato che scaturisce dalle altre tre categorie di paure: la tensione imposta al corpo astrale, la tensione causata dall’uso della facoltà d’immaginazione e la tensione del ragionamento nel sistema nervoso fisico. Questo sistema diventa oltremodo ipersensibile e può provocare le più acute sofferenze fisiche. Malattie e afflizioni che potrebbero sembrare di poca importanza al tipo comune più flemmatico, si aggravano fino a diventare una vera e propria angoscia. Coloro che curano gli ammalati dovrebbero tener conto di questo fatto e provvedere a ridurre la sofferenza fisica con sedativi e anestetici per evitare ulteriore e indebita tensione a un sistema nervoso già sovraffaticato.

Mi chiedete se approvo l’uso dell’etere e del cloroformio nelle operazioni e dei sedativi. Fondamentalmente no, ma temporaneamente lo ammetto certamente. Quando il contatto con l’anima è fermamente stabilito ed è stata sviluppata la facoltà di entrare e uscire dal proprio corpo fisico a volontà, questi aiuti non sono più necessari. Nel frattempo possono essere considerati misure d’emergenza, rese necessarie dal karma mondiale e dal punto d’evoluzione del genere umano. Naturalmente non mi riferisco all’uso di narcotici e droghe usati da persone isteriche e squilibrate, bensì all’uso giudizioso di palliativi del dolore sotto la saggia guida del medico.

4. Paura dell’insuccesso. È comune a molte persone in diversi campi. Paura di non riuscire a far bene, paura di non conquistare l’amore e l’affetto di coloro che amano, paura di essere disprezzati o guardati dall’alto, paura di non riuscire a vedere e cogliere le opportunità, sono tutti aspetti del complesso di paura che caratterizza la vita di molte persone di valore. Ciò può attribuirsi a un ambiente che non è congeniale ed è poco comprensivo, oppure all’impressione di non essere dotati di qualità adeguate al compito e, in molti casi, è radicata nel fatto che un uomo è un discepolo, o un’anima veramente grande, pronta a incamminarsi sul Sentiero della Prova. [306] Egli ha avuto qualche contatto con l’anima; ha scorto la visione e la possibilità; guarda alla propria personalità e la raffronta con il lavoro da compiere, con la qualità delle persone con le quali ciò l’ha messo in contatto. Ne risulta un complesso d’inferiorità molto potente, poiché alimentato da vere correnti di forza provenienti dall’alto. Come sappiamo, l’energia segue il pensiero ed è colorata dalla qualità di quel pensiero. L’uomo volge un occhio critico e disgustato alla sua personalità e così facendo alimenta proprio ciò che egli deplora, rendendosi in tal modo ancora più inadeguato al compito. È un circolo vizioso che deve essere interrotto comprendendo perfettamente la verità contenuta nelle parole: “Come un uomo pensa, tale egli è.” Soffermando l’attenzione sulla natura della sua anima onnisciente diverrà simile a quell’anima. Il suo pensiero si focalizza nella coscienza dell’anima ed egli diventa quell’anima che si manifesta per mezzo della personalità.

Questo non è che un breve riassunto delle principali paure che affliggono l’umanità e serve soltanto a entrare nel soggetto e offre l’occasione di dare alcuni suggerimenti pratici.

II. Depressione o il suo polo opposto, euforia. Quando tocchiamo il soggetto della depressione ci occupiamo di un fattore tanto diffuso che ben pochi riescono a sfuggirne gli attacchi. È come un miasma, una nebbia che avvolge l’uomo impedendogli di vedere con chiarezza, di camminare sicuro e conoscere la Realtà. Essa fa parte della grande illusione e quando ciò sarà compreso, diverrà evidente il perché esista la depressione, la cui causa è astrale o fisica e inerente a una situazione mondiale o personale. Possiamo quindi studiare la depressione come si presenta nell’individuo e considerarne le cause che sono:

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1. L’illusione mondiale. Essa trascina un’unità isolata, altrimenti esente da condizioni individuali che potrebbero determinare una depressione, nel profondo di una reazione mondiale. Questa illusione mondiale, con i suoi effetti devitalizzanti e deprimenti, ha le sue radici in diversi fattori che ci limiteremo a indicare solo breve mente:    

a. Fattori astrologici che influenzano l’oroscopo planetario e di conseguenza gli individui, oppure principalmente razziali. Questi due fattori sono spesso trascurati.

b. Il corso del Sole nei cieli. Il corso del sud tende a esercitare un  influsso vibratorio più basso e gli aspiranti dovrebbero tenerlo presente in autunno e nei primi mesi invernali.          

c. Il periodo della luna calante nella fase finale e l’inizio della luna nuova. Come ben sapete ciò influisce sulla meditazione.

d. Fattori psicologici e inibizioni di massa, dovuti indubbiamente a forze esterne al pianeta e a piani il cui intento è oscuro per l’umanità media. Queste forze, che influiscono sul genere umano, colpiscono i più sensibili; questi a loro volta influenzano il loro ambiente e progressivamente viene a crearsi un impulso che si diffonde in tutta una razza o una nazione, per un certo periodo o un ciclo di anni, producendo condizioni di profonda depressione e sfiducia reciproca. Ne risulta un triste egocentrismo ed è un fenomeno che noi chiamiamo panico o un’ondata di irrequietezza. Il fatto che possa ripercuotersi sul piano militare, economico, sociale o politico, oppure sfociare in una guerra o un’inquisizione religiosa, in una crisi finanziaria o internazionale è di secondaria importanza. Le cause risalgono ai disegni del processo evolutivo e sono governate dalla buona Legge, anche se non è evidente.

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2. Polarizzazione astrale. Finché l’uomo s’identifica con il proprio corpo emotivo, finché interpreta la vita secondo i suoi umori e sentimenti, finché reagisce al desiderio, avrà sempre momenti di disperazione, di oscurità, di dubbio, di angoscia e depressione. Essi sono dovuti all’illusione del piano astrale che deforma, capovolge e inganna. Non è necessario dilungarci su quest’argomento. Se c’è un fattore che gli aspiranti riconoscono, è la necessità di liberarsi dalla Grande Illusione. Arjuna lo sapeva, eppure cedette alla disperazione. Tuttavia, nell’ora della necessità Krishna non gli venne meno, ma nella Gita stabilì le semplici regole che permettono di superare la depressione e il dubbio e che possono essere brevemente riassunte come segue:

a. Conosci te stesso come l’Essere immortale.

b. Governa la tua mente, poiché per mezzo di quella mente l’Essere immortale può essere conosciuto.

c. Apprendi che la forma non è che il velo che nasconde lo splendore della Divinità.

d. Realizza che la Vita Una pervade tutte le forme, sicché non vi è , morte, non vi è dolore, non vi è separazione.

e. Distaccati perciò dal lato forma e vieni a Me, dimorando nel luogo in cui si trovano Luce e Vita. Così l’illusione finirà.

È la sua polarizzazione astrale che espone l’uomo alle proprie molteplici reazioni emotive e alle ondate di sentimenti di massa d’ogni genere. Questa è la causa per cui egli viene trascinato in quel vortice d’energia incontrollata e di forza emotiva mal diretta che si risolve in una guerra mondiale, in panico nella sfera finanziaria, in un risveglio religioso o in un linciaggio. Essa lo può portare anche al massimo dell’euforia e della felicità effimera, in cui la “luce ingannevole” del piano astrale gli svela false fonti di svago oppure, data la sua sensibilità, l’euforia di massa lo trascina a una forma di isterismo che si manifesta [309] come allegria sfrenata, che è il polo opposto al pianto irrefrenabile. Non mi riferisco naturalmente alla vera allegria o al fine senso dell’umorismo, ma a quegli scoppi d’ilarità isterica molto comuni fra la gente e che finiscono in reazioni di stanchezza.

3. Una condizione di devitalizzazione del corpo fisico, dovuta a varie cause, come ad esempio:

a. Un corpo eterico o vitale esaurito.

b. Malattia fisica, congenita o portata da una vita precedente, contratta accidentalmente o dovuta a reazioni emotive errate, oppure al karma di gruppo, come nel caso di un’epidemia.

c. Condizioni atmosferiche. Questo fattore a volte è trascurato, ma le condizioni atmosferiche, il clima, la densità, umidità o siccità, il caldo e il freddo hanno un preciso effetto sullo stato psicologico.

Se studierete, troverete che tutte le cause secondarie e temporanee della depressione e del suo opposto si possono raggruppare in una di queste tre categorie e, quando se ne sia accertata la causa, il rimedio diviene evidente.

Mi sono soffermato un po’a lungo sulle due prime manifestazioni di forza astrale, ossia la paura, comprendente paura della morte, del futuro, della sofferenza, dell’insuccesso e le numerose paure minori cui l’umanità è soggetta e la depressione, poiché in questa epoca e in questo ciclo esse costituiscono il Guardiano della Soglia. Entrambe indicano una reazione senziente a certi fattori psicologici e non possono essere trattate usando un altro fattore come il coraggio. Esse devono essere risolte dall’onniscienza dell’anima che opera tramite la mente, non dalla sua onnipotenza. Queste parole contengono un cenno occulto. Non tratterò degli altri fattori elencati, come il desiderio di felicità, di soddisfazione degli appetiti animali, di [310] liberazione, poiché per la maggioranza non costituiscono un problema come i primi due. Si potrebbe scrivere a lungo sulla manifestazione e la causa di tutti questi fattori, ma quando paura e depressione saranno superate, il genere umano entrerà in possesso della suo retaggio di felicità, di vera soddisfazione (di cui gli appetiti sopra indicati non sono che i simboli) e di liberazione. È meglio trattare prima dei mali fondamentali. Una volta dominati, non rimarrà che giusto orientamento e polarizzazione nell’anima.

Prenderemo poi in considerazione il modo di superare la vibrazione errata del corpo astrale e l’uso dell’energia astrale nella direzione giusta.

Abbiamo ampiamente trattato del corpo senziente o astrale e considerato i vari modi errati in cui esso si fa sentire. L’umanità vibra principalmente in uno di questi modi e il corpo senziente di un essere umano comune non è quasi mai libero da qualche umore, paura o agitazione. Ciò ha determinato una situazione per cui il plesso solare si è sviluppato in modo anormale. La vita della maggioranza degli esseri umani è governata dal centro sacrale e dal plesso solare e questa è la ragione per cui il desiderio di vita materiale e quello di soddisfazione sessuale sono così strettamente connessi. Nell’animale, il plesso solare costituisce il cervello e governa tutte le reazioni istintive, ma non è così strettamente legato all’espressione puramente sessuale come lo è nell’essere umano. Quando il cervello diviene sensibile alla mente che si risveglia e non è più completamente occupato a registrare l’impressione sensoria, avviene l’orientamento che col tempo eleverà la coscienza ai centri situati sopra il diaframma. Il plesso solare verrà allora relegato di nuovo alla sua vecchia funzione di strumento direttivo della vita animale puramente istintiva. Per lo studente avanzato il plesso solare è largamente l’organo della sensibilità psichica e rimarrà tale fintanto che i poteri psichici superiori non avranno sostituito quelli inferiori [311] e l’uomo agirà come anima. La vita sensoria cadrà allora sotto la soglia della coscienza.

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