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SALVAGUARDARSI DALLE PROPRIE FORME PENSIERO

SALVAGUARDARSI DALLE PROPRIE FORME PENSIERO

Queste parole sono rivolte agli aspiranti che, con la concentrazione e la meditazione, vanno acquistando potere di pensiero. Mi rivolgo ai pensatori del mondo che con la loro applicazione e dedizione, tese in una sola direzione agli affari, alla scienza, alla religione o ad una delle varie attività umane, hanno orientato la mente (non le emozioni) verso una linea d’azione costante, che fa necessariamente parte, in senso più largo, dell’attività divina.

Trattando dell’uso del pensiero, a questo punto è opportuno tener presente la differenza fra magia bianca e nera. Egoismo, spietatezza, odio e crudeltà caratterizzano colui che opera con la sostanza mentale e i cui moventi sono, per molte vite, accentrati sull’esaltazione di se stessi, focalizzati sull’acquisizione di possessi personali e tesi unicamente a raggiungere i propri piaceri e ottenere le proprie soddisfazioni, qualunque sia il prezzo che dovranno pagarne gli altri. Fortunatamente di uomini di questo tipo ve ne sono pochi, ma è facile deviare in questa direzione e molti devono guardarsene per non cadere inavvertitamente nel materialismo.

La graduale e costante crescita della coscienza e della responsabilità di gruppo, l’abbandono dei desideri [482] personali e la manifestazione di uno spirito amorevole caratterizzano coloro che sono orientati verso il lato vita del tutto divino. Si potrebbe dire che gli esseri umani si suddividono in tre gruppi principali:

1. La grande maggioranza, né buona né cattiva, che ancora non pensa, completamente sommersa nella corrente evolutiva, nello sviluppo di una vera autocoscienza e del necessario equipaggiamento.

2. Pochi, pochissimi, che operano nettamente e coscientemente dal lato del materialismo o, se preferite, dal lato del male. Sono potenti sul piano fisico, ma il loro potere è temporale e non eterno. La legge dell’universo, che è la legge dell’amore, è eternamente contro di loro e dal male apparente scaturirà il bene.

3. Un buon numero di pionieri nel regno dell’anima, esponenti delle idee della nuova era e custodi di quell’aspetto della Saggezza Eterna che verrà presto rivelato al genere umano. Questo gruppo è costituito di donne e uomini altruisti e intelligenti, appartenenti a ogni campo dell’attività umana, di aspiranti e discepoli, di iniziati che fanno risuonare la nota per i diversi gruppi e tipi, e della Gerarchia Occulta stessa. L’influenza di questa schiera di mistici e conoscitori è estremamente grande e, in questo periodo, l’opportunità di cooperare con essa è molto più facile di quanto sia mai stato prima nella storia dell’umanità.

Il primo gruppo non sa pensare; coloro che appartengono agli altri due gruppi cominciano a pensare e a usare le leggi del pensiero. Vorrei trattare dell’uso che l’aspirante fa del pensiero. Nel Trattato [483] del Fuoco Cosmico si parla diffusamente del pensiero, ma io vorrei dare qualche idea e qualche suggerimento pratico che aiuterà l’aspirante comune a lavorare come dovrebbe. 

Ricordiamo prima di tutto che nessun aspirante, per quanto sincero e devoto, è privo di difetti. Se lo fosse, sarebbe un adepto. Tutti gli aspiranti sono ancora egoisti, ancora inclini alla collera e all’irritabilità, ancora soggetti a depressione e, a volte, persino all’odio. Spesso questa collera e questo odio sono suscitati da cause che noi chiamiamo plausibili. Ingiustizie commesse da parte di altri, crudeltà verso esseri umani e animali, odio e immoralità di chi li circonda possono suscitare in loro reazioni analoghe, causando loro molta sofferenza e ritardo. Una cosa deve essere sempre ricordata: se un aspirante evoca odio da un suo simile, se suscita la sua collera e se incontra antipatia e antagonismo, significa che egli stesso non è completamente innocuo; in lui vi sono ancora semi di disagio, poiché per una legge di natura, riceviamo ciò che diamo e suscitiamo reazioni conformi al nostro modo di agire, sia esso fisico, emotivo o mentale.

Vi sono alcuni tipi di uomini che non rientrano in questa categoria. Quando un uomo ha raggiunto uno stadio di elevata iniziazione, il caso è diverso. Le idee seme che egli cerca di trasmettere, il lavoro che è autorizzato a svolgere, l’impresa pionieristica che sta tentando di realizzare, in coloro che non percepiscono la bellezza della sua causa e la giustezza della verità che enuncia possono suscitare, e spesso suscitano, un odio e un’ira violenta che lo turbano molto e di cui egli non è responsabile personalmente. Quest’antagonismo viene dai reazionari e dai devoti; si ricordi che esso è ampiamente impersonale anche se si focalizza su di lui in quanto rappresentante di un’idea. Ma non tratterò di queste anime elevate, bensì degli studenti della Saggezza Eterna che si stanno accorgendo non solo del fatto che pensano molto raramente, ma che quando lo fanno, pensano [484] in modo errato poiché vengono costretti all’attività di pensiero da reazioni provenienti dalla loro natura inferiore e basate sull’egoismo e la mancanza d’amore.

Ogni aspirante deve imparare tre lezioni:

Primo. Ogni forma-pensiero che costruisce ubbidisce all’impulso di un’emozione o di un desiderio; raramente è costruita alla luce dell’illuminazione, incorporando quindi una intuizione. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, l’impulso motivante che lancia in attività la sostanza mentale è un’emozione o un forte desiderio, buono o cattivo, egoistico o disinteressato.

Secondo. Si tenga presente che la forma pensiero così costruita potrà rimanere nella sua aura oppure farsi strada verso un obiettivo percepito. Nel primo caso essa entrerà a far parte di una spessa parete di forme pensiero che lo circonda completamente, o costituisce la sua aura mentale, e continuerà rafforzarsi nella misura in cui egli vi presterà attenzione, fino a diventare così ampia da precludergli la realtà, oppure diverrà tanto dinamica e potente che egli sarà vittima di ciò che ha costruito. Nel secondo caso, la sua forma pensiero si farà strada nell’aura mentale di un altro essere umano o di un gruppo. In questo caso abbiamo i semi del lavoro magico non buono e l’imposizione di una mente potente su una più debole. Se la forma pensiero entra in un gruppo, analoghe forme impulsive, della medesima frequenza vibratoria (che si trovano nell’aura del gruppo) si uniranno ad essa. Nell’aura del gruppo avverrà allora la medesima cosa che avvenne entro la sfera invalicabile dell’individuo; il gruppo sarà circondato da una parete inibitoria di forme pensiero, oppure sarà ossessionato da qualche idea. In ciò troviamo la chiave d’ogni settarismo, d’ogni fanatismo e d’alcune forme d’alienazione, sia di gruppo che individuali.

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Terzo. Il creatore della forma pensiero (in questo caso l’aspirante) rimane responsabile. La forma rimane legata a lui in funzione del suo proposito vivente e, quindi, il karma dei risultati e il compito finale di distruggere ciò che ha costruito spettano soltanto a lui. Questo vale per ogni idea incorporata, sia essa buona o cattiva. Il creatore è sempre responsabile del lavoro della sua creazione. Il Maestro Gesù, ad esempio, deve ancora occuparsi delle forme pensiero connesse alla Chiesa Cristiana, e ha molto da fare. Il Cristo e il Buddha devono ancora compiere qualche lavoro di completamento, non tanto con le forme che incorporano i principi da loro enunciati, quanto con le anime che sono evolute applicando tali principi.

Quando si tratta dell’aspirante che sta ancora imparando a pensare, il problema è tuttavia differente. Egli è ancora incline a usare la materia del pensiero per incorporare la sua comprensione errata delle idee reali. Tende ancora a esprimere le sue simpatie e antipatie per mezzo del potere del pensiero; è ancora incline a usare la sostanza mentale per realizzare i desideri della personalità. Ogni aspirante sincero potrà testimoniare la verità di quanto dico.

Molti di voi si preoccupano assai di custodire i pensieri e proteggere le idee formulate. Alcuni pensieri sono idee rivestite di sostanza mentale e mantengono la loro sede sul piano della sostanza del pensiero. Tali sono le concezioni astratte e i fatti vagamente percepiti della vita occulta interiore o mistica che attraversano la mente del pensatore. Non è molto difficile custodirli, poiché le loro vibrazioni sono tanto elevate e lievi che pochi hanno il potere di rivestirli adeguatamente di sostanza mentale, così pochi che il rischio di divulgare inopportunamente tali formulazioni non è molto grande.

Vi sono poi le comunicazioni connesse all’insegnamento occulto. La cerchia di coloro che le apprendono si sta ampliando e spesso queste forme pensiero [486] attirano a sé sostanza astrale proveniente dal desiderio che lo studente ha nel cuore di verificare, corroborare e condividere la conoscenza con il gruppo per il quale essa è tanto vitale quanto lo è per lui. A volte ciò è possibile, altre no. Qual è il metodo per proteggerle? Soprattutto impedire alla materia del piano astrale di aderire alla forma pensiero mentale. Ricacciare la materia sul piano del desiderio e inibirla in modo che non possa essere formulata. Quando non esista desiderio di parlare, quando ci si sforzi di impedire l’accumularsi di materiale attorno al nucleo, si costruisce un’altra forma pensiero che interviene a proteggere.

Vi è un altro tipo di forma pensiero, la più diffusa e causa del maggior turbamento. Sono le informazioni, i dettagli, le notizie (se così volete chiamarle), la base di ciò che può degenerare in pettegolezzi che riguardano sia il lavoro, amministrativo o altro, che altre persone. Come evitare che la vostra mente trasmetta ad altri fatti del genere? Essi hanno origine nelle circostanze del piano fisico e la difficoltà sta proprio in questo. I fatti interiori della vita occulta e quelli che hanno origine sul piano mentale non sono così difficili da tener nascosti. Essi non possono essere percepiti se le vibrazioni non sono abbastanza elevate, ma se lo sono, generalmente sono affiancate da stabilità e saggezza sufficienti. Non e così quando si tratta di fatti del piano fisico. Che fare allora? Gli altri pensieri scendono dall’alto, mentre questi ultimi operano verso l’alto e la loro vitalità è accresciuta dal fatto che molti li conoscono, spesso i molti poco saggi. I pensieri del primo tipo si abbozzano indistintamente sul piano mentale e solo le menti di tipo superiore sono in grado di formularli e rivestirli di materia mentale con precisione geometrica; una mente di questo tipo generalmente possiede anche la saggezza che si rifiuta di rivestirli di materia del piano astrale. Non così per i fatti del piano fisico. Essi [487] sono un’entità vitale e quando venite in contatto con essi, sono già rivestiti di materiale del piano astrale e mentale. Aumenterete la loro vitalità o li arresterete? Arrestateli con un flusso e un’ondata d’amore per le persone coinvolte, in modo da avvolgere la forma pensiero e rimandarla a chi le ha dato origine; un’ondata d’amore nata sulle ali di un flusso di materia del piano astrale, abbastanza forte da compenetrarla e avvolgerla, forse anche disintegrarla, ma certamente ritornarla, resa innocua, a chi l’ha inviata. Potrebbe trattarsi di un’informazione malvagia, una menzogna o un pettegolezzo. Devitalizzatela con l’amore, frantumatela con il potere di una forma pensiero contraria, carica di pace e armonia.

Potrebbe anche trattarsi di una notizia vera riguardante una circostanza triste o non buona di un fratello caduto in errore. Che fare in questo caso? La verità non può essere devitalizzata o disintegrata. Vi aiuterà la Legge di Assorbimento. Assorbite la forma pensiero nel vostro cuore e trasmutatela con l’alchimia dell’amore. Darò un’illustrazione pratica, poiché l’argomento è importante.

Supponiamo che un vostro fratello vi racconti un fatto riguardante un altro fratello, una azione che il mondo giudicherebbe una trasgressione commessa da quel fratello. Voi che sapete molto di più dell’uomo comune, vi renderete conto che la cosiddetta trasgressione potrebbe essere un effetto del karma, oppure è basata su un buon movente male interpretato. Non aggiungete altro all’informazione, non diffondete la notizia e, per quanto vi riguarda, la forma pensiero costruita attorno al fatto viene a trovarsi in un vicolo cieco.

Cosa fate a questo punto? Costruite una controcorrente di pensiero (o un’onda d’amore) che inviate al fratello che apparentemente ha errato: pensieri di benevole assistenza, di coraggio e aspirazione, di saggia applicazione delle lezioni da imparare dall’azione compiuta. Non usate forza, poiché i pensatori forti non devono influenzare indebitamente altre menti, ma inviate una delicata corrente di [488] saggio amore che trasmuta. Abbiamo dunque tre metodi nessuno dei quali strettamente occulto, ma adatti alla maggioranza, quelli occulti verranno indicati più tardi.

1. La forma pensiero mantenuta sui livelli mentali, cioè inibire la materia del piano astrale.

2. La forma pensiero frantumata e disintegrata da una corrente di forza d’amore ben diretta.

3. Assorbimento della forma pensiero e formulazione di un contro-pensiero di saggezza amorevole.

Inibizione ‑ Disintegrazione ‑ Assorbimento.

Tre sono le principali penalità connesse all’uso erroneo della sostanza mentale e l’aspirante deve imparare a salvarsi e ad evitare quelle attività; questo, col tempo, renderà non necessario il procedimento di salvaguardarsi.

1. Una forma pensiero potente può agire come un boomerang. Può tornare, a velocità accresciuta, a colui che l’ha lanciata per compiere la sua missione. Un odio intenso, rivestito di materia mentale, può tornare al suo creatore carico dell’energia della persona odiata e distruggere quindi la vita dell’aspirante. Non odiate, poiché l’odio torna sempre al punto da cui fu emanato. L’antico aforisma “le maledizioni, come i polli, tornano al pollaio” contiene una profonda verità occulta.

Un intenso desiderio di acquisizioni materiali, per finire tornerà portando inevitabilmente ciò che si era desiderato, ma nella maggior parte dei casi solo per trovare che l’aspirante più non brama i possessi, ma li considera un incubo oppure, nel frattempo, è già venuto in possesso di più di quanto gli occorra e, sazio, non sa più cosa fare di tutto ciò che ha ottenuto.

Una potente forma pensiero che incorpora un’aspirazione all’illuminazione spirituale o al riconoscimento del Maestro, può portare un flusso di luce tale da accecare l’aspirante, rendendolo possessore di una ricchezza d’energia spirituale alla quale è impreparato e che [489] non può usare. Oppure può attrarre all’aspirante una forma pensiero di uno dei Grandi Esseri, immergendolo ancora più profondamente nel mondo dell’illusione e dell’astralismo. Ecco perché è necessaria l’umiltà, unita al desiderio di servire e all’abnegazione che ne deriva, se si vuole costruire veramente e correttamente. Tale è la legge.

2. Una forma pensiero può anche essere un mezzo d’avvelenamento e agire su tutte le sorgenti di vita. Pur non essendo abbastanza potente per uscire dall’aura del suo creatore (pochissime forme pensiero lo sono) e pervenire al suo scopo in un’altra aura, attingendovi forza per poi tornare al punto da cui venne, essa può avere una vitalità propria capace di devastare la vita dell’aspirante. Una violenta avversione, una preoccupazione che tormenta, una gelosia, l’ansia costante e l’ardente desiderio di qualcosa o qualcuno possono avere l’effetto di un irritante o di un veleno, tanto potente da rovinare tutta l’esistenza e rendere vano il servizio. Tutta la vita risulta amareggiata e devitalizzata dalla preoccupazione, dall’odio o dal desiderio incorporato nella forma pensiero. Tutte le relazioni con gli altri sono rese vane, se non addirittura nocive, poiché l’aspirante preoccupato o sospettoso rovina la cerchia familiare o il suo gruppo di amici con il suo atteggiamento interiore velenoso, governato da un’idea. Il rapporto con la propria anima e la forza del contatto con il mondo delle idee spirituali sono a un punto morto, poiché egli non può progredire, essendo trattenuto dal veleno presente nel suo sistema mentale. La sua visione è distorta, la sua natura è corrosa e tutte le sue relazioni sono ostacolate dai pensieri logoranti e tormentosi ai quali egli stesso ha dato una forma e la cui vita è tanto potente che può avvelenarlo. Per quanti sforzi faccia e pur vedendo chiaramente (in teoria) la causa del suo malessere, egli non può liberarsene. Questa è una delle forme più comuni di difficoltà, poiché ha sede nella vita personale egoistica ed è spesso così fluida che sembra sfuggire all’azione diretta.

3. Il terzo pericolo da cui l’aspirante deve [490] guardarsi è quello di essere ossessionato dalle proprie idee cui ha dato corpo, siano esse temporaneamente giuste o fondamentalmente sbagliate. Non dimenticate che tutte le idee giuste sono di natura transitoria, che col tempo dovranno essere considerate parzialmente giuste e lasciare il posto a verità maggiori. Il fatto del giorno, più tardi sarà visto come parte di un avvenimento più grande. Un uomo può aver compreso un principio minore della Saggezza Eterna in modo così chiaro ed essere tanto convinto della sua correttezza da dimenticare il tutto maggiore; egli costruisce quindi una forma pensiero sulla verità parziale che ha visto, ciò che può rivelarsi una limitazione, tenerlo prigioniero e impedirgli di progredire. Egli è così certo di possedere la verità che non può vedere la verità percepita da altri. Egli è così convinto della realtà del proprio concetto di ciò che può essere la verità, che dimentica le proprie limitazioni, dimentica che la verità gli è pervenuta attraverso la sua anima e di conseguenza è tinta dal suo raggio, e che successivamente la sua mente separativa le ha dato forma. Egli non vive che per quella piccola verità e non e in grado di vederne altre; impone la propria forma pensiero ad altri, diviene un fanatico ossessionato e mentalmente squilibrato, anche se il mondo lo considera sano.

Come può l’uomo guardarsi da questi pericoli? Come potrà costruire correttamente? Come conservare l’equilibrio che lo metterà in grado di vedere veramente, giudicare correttamente, mantenendo in tal modo il contatto mentale con la propria anima e con le anime dei suoi simili?

Prima d’ogni altra cosa e soprattutto con la pratica costante dell’innocuità, che comprende innocuità nel linguaggio e nel pensiero e, di conseguenza, nell’azione. È un’innocuità positiva, che comporta attività e vigilanza costanti; non è una tolleranza negativa e fluttuante.

In secondo luogo, con la sorveglianza continua delle porte del pensiero e la vigilanza della vita di pensiero. Determinate linee di pensiero non saranno ammesse; vecchi pensieri abituali saranno sostituiti da pensieri [491] creativi e costruttivi; idee preconcette (notate il valore esoterico di quest’espressione) saranno scacciate per consentire la visione di nuovi orizzonti e l’afflusso di nuove idee. Ciò richiederà una sorveglianza giornaliera, ora per ora, ma solo quando le vecchie abitudini saranno vinte, il nuovo ritmo potrà stabilirsi. L’aspirante scoprirà allora che la mente è così focalizzata sulle nuove idee spirituali, che le vecchie forme pensiero cesseranno di attirare la sua attenzione e moriranno per inazione. Questo suggerimento vuole essere incoraggiante. Il lavoro dei primi tre anni sarà il più difficile, dopo di che la mente sarà assorbita dalle idee e non dalle forme pensiero.

In terzo luogo, rifiutando di vivere nel proprio mondo di pensiero ed entrando in quello delle idee e nell’onda delle correnti del pensiero umano. Il mondo delle idee è il mondo dell’anima e della mente superiore. L’onda dei pensieri e delle opinioni umane è quello dell’opinione pubblica e della mente inferiore. L’aspirante deve operare liberamente in ambedue i mondi. Prendetene buona nota. Ciò non significa che egli debba agire liberamente, quindi con maggiore facilità, bensì che egli deve operare come libero agente in entrambi i mondi. Nel primo lo farà con la costante meditazione quotidiana. Nel secondo con vaste letture, con l’interesse e la comprensione.

In quarto luogo, egli deve imparare a distaccarsi dalle creazioni del proprio pensiero e lasciarle libere di adempiere il proposito per cui egli le ha emesse con intelligenza. Questo processo si suddivide in due parti:

1. Usando una frase mistica egli spezza il legame che tiene l’idea cui ha dato corpo nell’aura del suo pensiero.

2. Distaccando la mente dall’idea, una volta che l’abbia inviata a compiere la sua missione, egli impara la lezione della Bhagavad Gita ed “opera senza attaccamento”.

Questi due punti variano a seconda del livello e dello stadio raggiunti dall’aspirante. Ciascuno deve formulare da sé [492] la propria “frase che spezza il legame”: ciascuno deve imparare da sé, da solo e senza aiuto, a distogliere lo sguardo dai tre mondi in cui opera nello sforzo di spingere la sua idea del lavoro da svolgere. Egli deve insegnare a se stesso a ritrarre l’attenzione dalla forma pensiero che ha costruito, nella quale è incorporata, l’idea, sapendo che la sua forma pensiero esprimerà l’idea spirituale e potrà compiere il lavoro cui è destinata, nella misura in cui egli vive come anima e l’energia spirituale affluisce attraverso di lui. La forma pensiero è tenuta insieme dall’anima e non dal desiderio della personalità. I risultati tangibili dipendono sempre dalla forza dell’impulso spirituale che anima l’idea incorporata nella sua forma pensiero. Il lavoro si compie nel mondo delle idee e non negli effetti fisici. Gli aspetti fisici risponderanno automaticamente all’impulso spirituale.