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L’ERA PRESENTE E IL FUTURO - 2a parte

Con queste precauzioni presenti nella mente, la vibrazione della paura può essere affrontata e infine eliminata. I lavoratori sono soggetti a due tipi di paure: paura di ciò che tiene in serbo il futuro, dubbio sull’esito dei loro sforzi. In molte persone troviamo una combinazione delle due paure. La maggior parte degli aspiranti non nutre un dubbio fondamentale sul risultato finale, ma a volte essi dubitano di ottenere i risultati voluti nel presente e rifuggono anche dal sentiero dello sforzo sapendo, a ragione, che è disseminato di prove e solitudine fino ai piedi dello Ierofante. Sono inoltre afflitti da disturbi e alte vibrazioni che sembrano emanare da sorgenti spirituali elevate. Le forti vibrazioni diverranno sempre più frequenti e con il progredire dell’evoluzione umana saranno anche sempre più forti, quindi le reazioni che provocano devono essere trattate con saggezza.

Quando la vibrazione è estremamente potente si verificano due fatti. In primo luogo, tutte le buone aspirazioni e le vibrazioni elevate che le accompagnano vengono stimolate; in secondo luogo, viene stimolato anche tutto ciò che definiamo “male”. Gli aspiranti dovrebbero tenerlo ben presente. Potrebbe manifestarsi un’ondata di criminalità, ma si manifesterà anche un aumento del numero di gruppi fautori dello [348] sforzo spirituale e dell’aspirazione elevata. Anche in voi, aspiranti, l’effetto dell’elevarsi della vibrazione può manifestarsi in diversi modi. Può produrre stanchezza fisica, ciò cui si deve rimediare non tanto con il sonno e il riposo, sebbene siano entrambi necessari, quanto soprattutto con un cambiamento di vibrazione, di ricreazione e svago. Sovente produce una profonda depressione, un totale abbattimento di fronte al futuro. Affrontate comunque quel futuro ricordando che ciò che il futuro ha in serbo non è rivelato, ma che “la gioia giunge al mattino”. Può produrre anche una sensibilità del corpo astrale, forse ancor più difficile da sopportare. Ciascuno deve affrontare la situazione nel miglior modo possibile, tenendo presente i suggerimenti dati. Può inoltre verificarsi una stimolazione permanente degli atomi dei diversi veicoli e una loro vibrazione coerente e stabile, ciò che eleva avvicinando un poco alla meta, anche se l’aspirante forse non se ne rende conto.

Tutto dipende dalla capacità dell’allievo di afferrare il significato interiore di tutti gli eventi. Il progresso sul Sentiero dipende completamente dalla sua attitudine a far suo l’insegnamento. Solo quando trasmutiamo le lezioni apprese sui piani interiori in conoscenza pratica, esse entrano a far parte della nostra esperienza e non sono più semplici teorie. L’espansione della coscienza dovrebbe essere un’esperienza pratica sempre crescente. Le teorie non hanno alcun valore finché non le avremo tramutate in fatti. Ecco perché è importante meditare su un ideale. Durante la meditazione i nostri pensieri vibrano temporaneamente all’unisono con il concetto e col tempo quella vibrazione diviene permanente.

Coloro che, con occhi bene aperti, iniziano la formazione occulta devono calcolarne il prezzo. La ricompensa finale è grande, ma il sentiero è aspro e il vero occultista lo percorre da solo. La capacità di rimanere soli, di assumersi una responsabilità [349] e compiere tutto senza aiuto, oltre che sfidare il male in vista del bene che ne può derivare, sono i contrassegni del Fratello Bianco. Siate preparati alla solitudine, a pericoli incerti e oscuri ed a prodigarvi per tutta la vita senza attendervi alcuna ricompensa per la personalità. Solo quando la coscienza si espande e si scopre il proprio posto nel tutto cosmico la ricompensa diviene evidente; cessi dunque ogni paura e sappiate che la personalità è solo temporanea, quindi che importa se soffre? Qualche buon risultato ottenuto per la Fratellanza universale, qualche legge compresa e dimostrata nella vita d’ogni giorno, alla fine (sì, alla fine, quando tutto sarà passato), permetteranno al Maestro di dire: “Ben fatto!”. Guardate quindi diritto davanti a voi. Non voltatevi né a destra né a sinistra. Il sentiero conduce in alto, verso una vibrazione più rapida e maggiore sensibilità. Cercate il vostro punto d’equilibrio nel lavoro e mantenetelo, poiché gli anni vi riservano molto lavoro, molta pressione e molta sofferenza.

Siete abbastanza forti per assistere al dolore del mondo, alla rovina, pur rimanendo sereni? Siete in grado di collaborare al progresso dell’evoluzione umana, vedere la necessità dei disagi e della disciplina senza far nulla per arrestare l’onda del dolore? In questo momento, anime scelte e provate vengono addestrate in tutto il mondo. I Maestri sono sovraccarichi di lavoro e il loro tempo è molto limitato. Danno tutto ciò che possono, ma l’uso di ciò che è elargito dipende dal singolo aspirante.

Noi che osserviamo e guidiamo dal lato interiore della vita ci rendiamo conto di tutto, forse meglio di quanto non possiate fare voi, sotto il fardello e l’ardore dell’esistenza del piano fisico. Conosciamo le vostre limitazioni e un giorno potremo forse aiutarvi in modo definito a costruirvi corpi forti per il servizio mondiale. Oggi, il miasma astrale è tale che è quasi impossibile per voi, fratelli che lottate, [350] godere di una buona salute; il karma mondiale non lo consente. La corruzione astrale e quanto vi è d’immondo sui livelli inferiori del piano mentale infettano tutto e felici coloro che vi sfuggono. Osserviamo con tenerezza tutti voi che, con corpi deboli e sensibili, lottate, lavorate, combattete, cedete e continuate a servire. Non un’ora di servizio reso nella sofferenza e nella tensione, non un giorno di lavoro eseguito con i nervi tesi, il cervello stanco e il cuore sofferente possono passare inosservati. Sappiamo e apprezziamo, ma nulla possiamo fare di ciò che è necessario e che potete compiere voi, che lottate nel campo del mondo. In quest’epoca il karma mondiale vi inghiotte tutti. Se solo poteste rendervi conto che il tempo è breve e il riposo, la gioia e la pace sono in cammino.

Le vittorie parziali, i giorni vissuti ottenendo qualche successo, pur senza aver raggiunto l’ideale, i minuti d’esaurimento dell’anima e del corpo quando la vacuità d’ogni cosa, persino il servizio, sembra il solo fattore degno di nota, le settimane e i mesi di tentativi e sforzi contro disparità apparentemente insuperabili, contro lo stupendo potere delle forze d’evoluzione, contro la marea rombante dell’ignoranza del mondo, tutto noi sappiamo. Consolatevi nella certezza che l’amore governa tutto; v’incoraggi sapere che la Gerarchia esiste.

Coloro cui spetta il compito di insegnare al mondo qualcosa di più riguardo ai Maestri e che vengono addestrati a divenire punti focali di contatto, sono sottoposti a una disciplina molto drastica. Vengono provati in ogni modo possibile e imparano molto per mezzo di amare esperienze. S’insegna loro a non dare alcuna importanza al riconoscimento. Vengono esercitati a non giudicare dall’apparenza ma con la visione interiore. La capacità di riconoscere il proposito del Maestro e di amare è considerata di estrema importanza. Gli aspiranti che desiderano essere prescelti per lavorare come discepoli, devono abbandonare ogni desiderio a favore del sé e devono essere disposti a pagare la conoscenza [351] a qualsiasi prezzo. Se si vuole dare al mondo la prova dell’esistenza della sfera di realtà soggettiva, essa dovrà essere pagata con il sangue del cuore, poiché solo “nel sangue del cuore” il potere può essere acquisito senza pericolo e usato con saggezza. Progredendo e, in quanto aspiranti, studiando le leggi celate della natura, vi renderete conto della necessità del prezzo pagato. Lo sviluppo spirituale del carattere del discepolo deve andare di pari passo con la conoscenza interiore, che si accresce in tre modi:

1. Con definite espansioni di coscienza che dischiudono al discepolo la possibilità di rendersi conto delle mete da raggiungere. Ciò consente alla mente del discepolo di formulare ciò che dovrà essere compreso ed è il primo passo verso l’acquisizione. L’aspirante è portato sui piani interiori dove un chela più avanzato gli mostra il lavoro da eseguire, quasi nello stesso modo in cui un maestro mostra all’allievo la lezione da imparare.

2. Segue un periodo in cui il discepolo deve impadronirsi della lezione e, in meditazione, elaborare e sperimentare le verità percepite. È un processo lento, poiché tutto deve essere assimilato e divenire parte integrante del discepolo stesso prima che egli possa proseguire. È come fare un’addizione, cifra per cifra, riga per riga, fino a giungere al risultato. Tale lavoro si svolge tanto sui piani interiori quanto su quello fisico. Prima di procedere in qualsiasi lavoro di servizio, per breve tempo l’allievo viene istruito durante la notte. Egli porta questo insegnamento nella coscienza fisica del cervello sotto forma di profondo interesse per determinati soggetti e come crescente attitudine a pensare, in senso concreto e astratto, ai diversi temi occulti che attirano la sua attenzione. Egli tenta di sperimentare e prova diversi metodi per studiare le leggi, ciò che col tempo lo conduce a risultati di effettivo valore per lui. Il tempo passa ed egli acquisisce e sa qualcosa in più, la sua conoscenza si sintetizza ed egli è [352] pronto ad insegnare ad altri i frammenti di conoscenza di cui è certo.

3. Insegnando agli altri acquista ulteriore conoscenza. Il fatto di definire la verità che si vuole esprimere cristallizza i fatti appresi e, nello scambio con le altre menti, la vibrazione dell’aspirante si eleva a piani ancora superiori, permettendo l’afflusso di nuove intuizioni e l’accesso a nuove verità.

Quando una lezione è stata appresa in questo modo, si passa alla successiva; quando l’allievo ha appreso una particolare serie di lezioni consegue un’iniziazione. Tutto il gruppo al quale insegna trae beneficio dal suo progresso poiché, in un curioso senso indefinibile, ogni discepolo porta con sé coloro che istruisce. Il beneficio dell’unità si ripercuote sull’insieme. In un modo simile, un Maestro porta avanti e più in alto i suoi discepoli. Si tratta di un argomento astruso e appartiene ai segreti della legge di espansione vibratoria. L’iniziazione del Logos ha un effetto universale.

Avete ragione di supporre che il Sentiero della Prova corrisponde agli ultimi stadi del periodo di gestazione. Alla prima iniziazione, colui che nel Vecchio Testamento è detto “nato in Cristo” inizia il pellegrinaggio sul Sentiero. La prima iniziazione indica semplicemente l’inizio. Raggiunta una determinata struttura corretta nel modo di vivere, nel pensiero e nella condotta, la forma nella quale il Cristo deve dimorare è costruita e ora deve essere vivificata e occupata. Il Cristo entra e la forma vive. In ciò consiste la differenza fra la teoria e il rendere la teoria parte di voi stessi. Potete averne un’immagine perfetta, ma è senza vita. Così pure persone che hanno modellato la propria vita sul Divino nei limiti della loro personalità sono buone copie dell’originale ma manca qualcosa. Che cos’è questo qualcosa? La manifestazione del Cristo immanente. Il germe esiste, ma è latente. Quando viene alimentato e portato alla vita, si consegue la [353] prima iniziazione. Ma molto rimane da fare. L’analogia è completa. Il discepolo Gesù trascorse molti anni fra la nascita e il battesimo. Le tre iniziazioni successive furono conseguite nel giro di tre anni. Sul sentiero dell’aspirante si verifica la medesima situazione.

La seconda iniziazione indica la crisi del dominio sul corpo astrale. Dopo il battesimo rimangono le tre tentazioni, che rappresentano il completo dominio dei tre veicoli inferiori. Viene poi la Trasfigurazione, seguita dalla conoscenza del futuro e dal totale oblio di sé. Abbiamo quindi le seguenti corrispondenze:

1. Il momento della concezione ‑ l’individualizzazione

2. I nove mesi di gestazione ‑ la ruota della vita

3. La prima iniziazione ‑ l’ora della nascita

Sul Sentiero vi è dunque un susseguirsi d’espansioni di coscienza accompagnate da crescente sensibilità alle vibrazioni elevate, ciò che all’inizio si manifesta come sensibilità alla voce interiore, una delle facoltà più necessarie al discepolo. I Grandi Esseri cercano coloro che possono obbedire rapidamente alla voce interiore dell’anima. Viviamo tempi di crisi e tutti gli aspiranti sono esortati a rendersi sensibili anche alla voce del Maestro. Il suo tempo è pienamente occupato e i discepoli devono esercitarsi ad essere sensibili all’impressione che Egli esercita. Un lieve cenno, un’indicazione fugace, un suggerimento affrettato è quanto può dare e ogni discepolo deve stare all’erta. Grande è la pressione cui sono sottoposti ora che si stanno avvicinando al piano fisico. Le anime coscienti della loro presenza sono più numerose di quando Essi lavoravano soltanto sui livelli mentali e inoltre, lavorando su piani più densi, trovano condizioni più difficili. In questo momento, deva, discepoli, aspiranti e tutti coloro che sono sul Sentiero della Prova vengono raggruppati intorno a Loro, organizzati in gruppi ai quali viene assegnato un compito specifico. Certe anime possono lavorare soltanto in formazione [354] di massa, riunite e unificate da una comune aspirazione. Ne è un esempio la maggioranza dei Cristiani che, non conoscendo le leggi dell’occultismo e avendo soltanto un vago senso della verità interiore, lavorano seguendo ampie linee di preparazione. Essi sono aiutati da deva minori o angeli che danno suggerimenti, guidano e controllano.

Altre anime, più progredite, lavorano in gruppi più ristretti. Hanno maggiore capacità di idealizzare e fra di loro troviamo i pensatori e le guide della riforma sociale, della rigenerazione umanitaria e della chiesa, sia cristiana che orientale. Sono guidati da deva superiori di colore azzurro e giallo, mentre il gruppo precedente è guidato da quelli di colore azzurro e rosa.

Anime ancora più progredite, che comprendono gli aspiranti, i discepoli in prova e i discepoli; lavorano singolarmente o in gruppi di due o tre e comunque mai più di nove, il significato occulto di questi numeri essendo necessario al successo del loro lavoro. La loro opera è assistita da grandi deva di colore bianco e oro.

Dietro a questi tre gruppi troviamo i Maestri e i deva dei livelli senza forma, una grande Fratellanza consacrata al servizio dell’umanità.

Si stanno creando movimenti per trasmutare, se possibile, l’opera di distruzione in opera costruttiva. Il momento è critico, poiché vi è stata una sosta nel lavoro dei distruttori e l’occasione è propizia per volgere il corso della corrente e ricostruire il corpo sociale.

Per questo motivo ciascuno di voi deve rinnovare la sua consacrazione all’opera di redenzione. Le personalità devono essere sommerse. Gli aspiranti devono vivere nell’innocuità di pensiero, parola e azione. In tal modo ciascuno di voi offrirà un canale puro, diverrà un avamposto per la coscienza del Maestro e provvederà un centro d’energia attraverso il quale la Fratellanza potrà operare.

Il problema principale dell’aspirante consiste nel dominare la natura emotiva, dopo di che starà vittorioso sul campo del [355] Kurukshetra; le nuvole saranno allontanate ed egli potrà camminare nella luce. Si ricordi tuttavia che questa libertà di camminare nella luce comporta i suoi problemi. Chiedete come mai sia possibile e vi darò una semplice spiegazione, che penso troverete convincente. 

Quando un uomo cammina nella luce della sua anima e la chiara luce del Sole fluisce attraverso di lui rivelando il Sentiero, al tempo stesso essa rivela anche il Piano. Simultaneamente egli si rende conto del fatto che il Piano è ancora ben lontano dalla consumazione.

L’oscurità appare con maggiore evidenza; caos, miseria e insuccesso dei gruppi mondiali si rivelano; si nota la bruttura e la polvere delle forze in conflitto e tutto il dolore del mondo si abbatte sull’aspirante pieno di stupore, eppure illuminato. Potrà resistere a questa pressione? Potrà venire a conoscenza del dolore del mondo e gioire per sempre nella coscienza divina? Avrà la capacità di affrontare tutto ciò che la luce rivela e proseguire serenamente il suo cammino, nella certezza del trionfo finale del bene? Verrà sopraffatto dal male che appare in superficie, dimenticando il Cuore d’Amore che batte dietro ogni apparenza esterna? Questa situazione dovrebbe essere tenuta sempre presente dal discepolo, altrimenti verrà distrutto da ciò che ha scoperto. Con l’avvento della luce egli diviene però consapevole di una forma d’energia, nuova per lui. Impara a lavorare in un nuovo campo di opportunità. Il regno della mente gli si schiude ed egli scopre di saper distinguere fra natura emotiva e mentale. Scopre pure che la mente può assumere la posizione di comando e che le forze senzienti obbediscono alle energie mentali. Questa rivelazione è dovuta alla “luce della ragione”, luce sempre presente nell’uomo, ma che assume importanza e potenza solo quando sia scorta e riconosciuta fenomenicamente o intuitivamente.          

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Oggi vengono diffusi molti falsi insegnamenti riguardo alla mente e all’anima. Si potrebbero riassumere nell’insegnamento di una scuola di cui taccio il nome, che dice: 

“La natura è crudele e selettiva. Essa opera secondo la legge della sopravvivenza del più idoneo; nel processo, di selezione milioni di vite vengono sacrificate e molte nascite finiscono in nulla. Giungere alla vita dell’anima è quindi un evento raro. Poche persone hanno un’anima, quindi soltanto poche possiedono l’immortalità e vanno al loro luogo di potere per mai più tornare. Le rimanenti vanno perdute, sommerse e inghiottite nel processo generale della natura, mentre il regno umano nel complesso è una perdita netta eccettuate poche figure significative che emergono, prodotte dal passato e dal presente. Esse giungono al conseguimento attraverso il sacrificio dei molti.”

La reazione degli uomini stessi a tale insegnamento ne è l’adeguata risposta. Il senso dell’immortalità, la certezza di un futuro eterno, l’innata credenza in Dio, la rivelazione della luce, il conseguimento di una saggezza che aiuta e sostiene non sono prerogative di un Seneca, di un San Paolo o di un Akbar. Le troviamo (e a volte nella forma più pura) nel più umile uomo dei campi. Parole di saggezza escono dalle labbra di analfabeti e la conoscenza di Dio, la fede nell’immortalità dell’anima sono latenti nel cuore di persone delle condizioni più disparate, spesso anche di grandi peccatori. Ma quando individui altamente evoluti e fra i più intelligenti scoprono in se stessi la Fiamma divina e risvegliano il potere del Governo Supremo, che dimora nel cuore del loro essere, tendono a collocarsi in una categoria diversa da quella degli altri uomini e a considerare coloro che non posseggono la loro comprensione mentale delle differenziazioni del processo evolutivo tanto diversi da loro da non meritare il nome di Figli di Dio. Considerano coloro che non lavorano con l’energia mentale privi di anima, [357] quindi senza possibilità di sopravvivenza eterna come individui. Questa è soltanto un’illusione della mente, fa parte della grande eresia della separatività ed è un vago indizio del futuro periodo in cui la mente sarà tanto predominante e fuorviante quanto lo è oggi il corpo senziente.

Studiamo quindi i tipi d’energia mentale con i quali l’individuo deve operare e vediamo come si può compensare questa grande eresia della separatività e “l’errore dell’atto di ripudiare”, come talvolta è chiamata.

Nel considerare questi tipi d’energia, una delle prime cose da ricordare è che la loro tendenza e la loro opera possono essere meglio capite nel senso più vasto, in rapporto all’umanità, che non nei loro effetti nell’uso individuale dell’energia mentale. Finora, solo pochi esseri umani usano coscientemente questo tipo di forza e soltanto pochi possono quindi comprendere ciò che questo implichi. Aumenterà il numero di coloro che, singolarmente, entreranno in possesso del loro retaggio mentale ma, numericamente, appena uno su diecimila utilizza questo potere innato e funziona consapevolmente nel corpo mentale.

Tuttavia, se guardiamo all’umanità nel suo insieme e gettiamo lo sguardo agli sviluppi del passato, possiamo costatare come l’energia mentale abbia avuto un effetto ben preciso e abbia determinato importanti risultati. L’uso di due fattori differenzia l’uomo dall’animale, sia che li usi coscientemente che inconsciamente. Entrambi sono latenti nell’animale, ma l’uomo è l’unica entità dei tre mondi che possa coscientemente trarne beneficio. Uno di questi fattori è la sofferenza e l’altro è la facoltà della discriminazione. Per mezzo della sofferenza e il successivo processo di analisi, di relazione, unito alla memoria e alla visualizzazione, l’uomo ha appreso ciò che va evitato e ciò che va coltivato. Questo fatto opera nella sfera degli eventi del piano fisico e dell’esperienza sensoria. Mediante il discernimento riguardo a idee e a correnti di pensiero, l’uomo ha imparato a decidere su cosa basare le sue attività in tutti i settori [358] delle vicende umane, pur non avendo che una comprensione imperfetta della vera natura delle idee e sebbene la sua applicazione delle verità percepite sia molto imperfetta. È fin troppo vero che la sua scelta sia spesso poco saggia, che le idee che governano la condotta di gruppo non siano delle più elevate, che l’opinione pubblica sia proverbialmente plasmata da interessi personali ed egoistici. Nondimeno, mediante la sofferenza e imparando a utilizzare la facoltà di scelta nel campo delle idee, l’uomo sta forgiando la piena libertà e il completo dominio della Terra, ciò che è suo retaggio per diritto. A proposito di queste due caratteristiche dell’uomo, l’Antico Commentario esprime, celati nel linguaggio simbolico, concetti di grande bellezza. Riflettendo su queste parole si tenga presente che l’acqua è simbolo della reazione senziente o astrale e il fuoco è simbolo del fattore mente.

“Le lenienti acque rinfrescano. Lentamente portano sollievo, astraendo la forma da tutto ciò che può essere toccato. Il fremente ardore febbrile del desiderio a lungo represso cede alla fresca corrente. Acqua e dolore si annullano vicendevolmente. Lungo è il processo rinfrescante della corrente.

“Il fuoco ardente libera tutto ciò che ostruisce la via alla vita. Giunge la beatitudine a seguito dei fuoco, come il fuoco succede alle acque. Acqua e fuoco si fondono e originano la grande Illusione. Producono bruma, nebbia, vapore e rumore velando la Luce, nascondendo la Verità e impedendo la vista dei Sole. “Il fuoco arde furioso. Dolore e acque scompaiono. Frescura, calore, luce del giorno, radiosità del sole nascente e Verità appaiono.

“Questo è il sentiero per tutti coloro che cercano la luce. Prima la forma con tutte le sue brame. Poi il dolore. Poi le acque che alleviano e l’apparire di un piccolo fuoco. Il fuoco cresce, il calore diviene attivo nella minuscola sfera e compie la sua opera ardente. Si scorge pure umidità; la nebbia è densa e al dolore si aggiunge un triste smarrimento, poiché chi usa il fuoco della mente negli stadi iniziali si perde in una luce illusoria.

“Il calore cresce, diviene cocente; la facoltà di soffrire sì perde. Superato questo stadio, [359] il sole non più oscurato e la chiara luce della verità risplendono. Questo è il sentiero che riconduce al centro celato.

“Usa il dolore. Invoca il fuoco, o pellegrino in terra straniera. Le acque lavano il fango e la melma dove la natura cresce. I fuochi bruciano le forme che ostacolano e cercano di trattenere il pellegrino e, cosi facendo, portano liberazione. Le acque vive, come quelle di un fiume, trascinano il pellegrino al Cuore del Padre. I fuochi distruggono il velo che nasconde il Volto del Padre.”

Una delle prime cose che ogni studente deve imparare, mentre cerca di comprendere la natura e l’uso della mente, è forse che l’opinione pubblica deve essere sostituita dalla coscienza individuale di ciò che è giusto, la quale dovrà in seguito essere impiegata e concentrata in modo da apparire, nella dovuta proporzione, come il germe vivente di quello che diverrà il fiore divino del Figlio della Mente, il Manasaputra, come il filo che riconduce al regno della Mente Universale. Questo filo e questa coscienza, se seguiti, condurranno l’indi-viduo alla Camera del Consiglio dove il Piano e il Proposito della grande Vita saranno rivelati e nella quale tutto l’egoismo e l’egocentrismo umani svaniscono alla chiara luce della Volontà di Dio. Con la giusta comprensione, il giusto uso e dominio della natura astrale, nonché la comprensione della natura della coscienza senziente, l’uomo può penetrare proprio nel cuore di Dio stesso e sapere, senza alcun dubbio, che tutto è bene, poiché tutto è Amore. Con l’uso corretto della mente e la comprensione corretta della natura dell’intelletto, l’uomo può penetrare nella mente di Dio e sapere che tutto è bene, poiché tutto è pianificato e il proposito divino elabora costantemente i suoi obiettivi.

L’opera degli Adepti dell’Atlantide fu di imprimere nella coscienza mondiale il fatto che Dio è Amore, espressione simbolica della verità come lo è la parola Dio. L’opera degli Adepti ariani è di imprimere nella coscienza mondiale il fatto che Dio è Volontà. A tale [360] scopo essi lavorano sull’intelletto dell’uomo in modo che esso venga dominato, che altre forme vengano subordinate alla mente e che, attraverso la mente, all’uomo venga rivelata la visione di ciò che è e ciò che sarà. L’uomo viene quindi posto in allineamento con il centro esoterico della testa della Vita Una. Nel regno animale, con lo sviluppo della sensibilità e della sofferenza che ne deriva, Essi mettono quei tipi di forme in allineamento con il centro del cuore della Natura. Questa frase cela una verità che potrà essere espressa più chiaramente solo quando la coscienza dell’uomo sarà divenuta più inclusiva. Per mezzo del colore, le forme di manifestazione divina appartenenti al regno vegetale sono portate ad un contatto vibratorio con quel centro di forza nella natura che è analogo al centro della gola nell’uomo.

Con tali parole mi riferisco principalmente alla Vita che si esprime tramite il nostro pianeta, il nostro Logos planetario, ma l’idea (è superfluo dirlo) può essere estesa ad includere la grande Vita di cui il nostro Logos planetario non è che un riflesso e un’espressione. L’uomo, il cervello della natura; gli animali, l’espressione del cuore; il mondo vegetale, l’espressione della forza creativa o del centro della gola. Questi tre regni della natura corrispondono quindi, in modo peculiare, ai tre centri superiori dell’uomo, mentre i tre regni sull’arco involutivo corrispondono ai tre centri inferiori ed il regno minerale, per quanto l’idea possa sembrare strana a coloro che ancora non hanno la coscienza dell’aspetto vita, corrisponde al plesso solare, la grande centrale di commutazione fra ciò che è in alto e ciò che è in basso.

Queste analogie mutano col passare del tempo. All’epoca della Lemuria l’umanità, considerata come regno della natura, esprimeva l’aspetto del plesso solare, mentre il regno animale rappresentava il centro sacrale e il centro alla base della spina dorsale era simboleggiato dal regno [361] vegetale. A metà del periodo atlantideo, allorché furono operati alcuni grandi cambiamenti ed esperimenti, ebbe luogo un trasferimento nell’intero processo. Come è riferito ne La Dottrina Segreta e ne Il Trattato del Fuoco Cosmico, subentrarono alcuni Ego e i loro sforzi resero possibile un enorme avanzamento. Chitta o materia-mentale divenne più vibrante e attualmente è giunta ad un periodo della più intensa attività in senso concreto.

L’insegnamento esoterico c’insegna che i tre aspetti della Divinità sono a loro volta triplici e quindi anche l’energia della mente, per quanto riguarda l’umanità, può essere divisa in tre aspetti. Abbiamo perciò:

1. La mente concreta inferiore, detta chitta o sostanza mentale negli Yoga Sutra di Patanjali.

2. La mente astratta o aspetto della mente connesso al mondo delle idee.

3. L’intuizione o ragione pura che per l’uomo è l’aspetto più alto della mente.

Questi tre aspetti trovano il loro campo d’espressione, che li adombra o comprende tutti, nel terzo aspetto del Logos, che chiamiamo Mente Universale, la Divinità intelligente e attiva. Le linee di forza provenienti da questi tre aspetti inferiori riconducono (se si può usare un’espressione tanto inadeguata) al terzo piano, come le linee di forza astrali riconducono al secondo piano o monadico sebbene, per quanto riguarda la coscienza dell’uomo, esse riconducano soltanto al piano buddhico o intuitivo.

È interessante notare che, come la Monade, spinta dal desiderio, produce la forma di vita che chiamiamo personalità, così l’aspetto mente, quale parte del proposito che si compie tramite la Mente Universale, a sua volta produce la manifestazione che chiamiamo un Manasaputra, il grande Figlio della Mente sul piano mentale. È quindi il principio mentale dell’umanità che porta in [362] manifestazione il corpo egoico, il veicolo causale, il karana sarira, il loto dai dodici petali. Stiamo naturalmente parlando in termini dell’aspetto forma, ma la ragione di tutto ciò è da ricercarsi sui piani cosmici, dove il Logos planetario vive. Dal piano astrale cosmico proviene l’impulso che produce l’esistenza della forma e l’espressione concreta, poiché ogni forma è il risultato del desiderio. Dal piano mentale cosmico proviene la volontà di essere nel tempo e nello spazio, che produce i sette gruppi di vite egoiche e la terza emanazione.

Se ne deduce che con l’uso corretto dell’energia, l’iniziato si mette in rapporto non soltanto con i piani superiori del sistema solare, ma anche con i piani cosmici sui quali il nostro Logos ha il suo aspetto Personalità, in senso simbolico. L’uso corretto dell’energia fisica conferisce all’iniziato la “libertà” sul piano fisico cosmico. L’uso corretto dell’energia astrale gli dà potere sul piano astrale cosmico e l’uso corretto dell’energia mentale gli consente l’accesso al piano mentale cosmico. Di nuovo se ne deduce che i tre centri superiori dell’uomo, quando funzionino perfettamente, fanno la loro parte nel processo di portare energie dalle sfere eccelse al campo d’attività dell’iniziato e nell’aprirgli le vie d’accesso a sfere fino a quel momento a lui inaccessibili.

Ogni centro o chakra e composto di tre spire o ruote concentriche, che si fondono le une con le altre; nell’uomo spirituale sul sentiero della prova esse si muovono lentamente in una sola direzione, ma accelerano progressivamente la loro attività a mano a mano che egli si avvicina alla porta del Sentiero dell’Iniziazione. Al momento dell’iniziazione viene toccato il centro del chakra (un punto di fuoco latente) e la rotazione si intensifica, l’attività diventa quadrimensionale. È difficile esprimere queste idee con parole comprensibili a chi non sia iniziato, ma l’effetto potrebbe essere descritto come il cambiamento da un roteare misurato a una irradiazione scintillante, una ‘ruota [363] che gira su se stessa’, secondo l’espressione delle antiche Scritture. Quando, grazie alla purificazione, conformandosi alla legge e con un’aspirazione che non tollera ostacoli né cede al dolore, l’aspirante ha portato i suoi centri a pulsare e roteare, allora, e soltanto allora, il Maestro lo conduce alla presenza dello Ierofante. L’Iniziatore, ben conoscendo il raggio e sottoraggio del discepolo, sia egoico che personale, nonché le eventuali limitazioni karmiche, tocca il centro o i centri allineati per essere vivificati e il fuoco nascosto si eleva rapidamente e si focalizza. Ricordate che la vivificazione di un centro comporta sempre la vivificazione della sua controparte nella testa, fino a quando i sette centri nel corpo e i sette centri nella testa ruotano all’unisono. Ricordate inoltre che, come i quattro raggi minori passano nei tre raggi maggiori, analogamente i quattro centri minori entrano in pralaya, trovando il loro punto focale nel centro della gola. Si hanno così tre centri (testa, cuore e gola) che trasportano il fuoco interiore e i tre centri maggiori della testa che vibrano all’unisono.

Mi rendo conto che tutto questo si presenta complesso e tecnico, ma ha il suo posto e il suo valore e gran parte di ciò che viene comunicato si rivelerà utile quando sarete passati dall’altra parte e una nuova schiera di aspiranti seguirà le vostre orme. L’addestramento del corpo mentale ha un suo valore, ma molti evitano questi particolari tecnici e, nel dare importanza al lato pratico della verità, nascondono un’innata pigrizia mentale. Le cognizioni che vi vengono impartite non sono che l’A.B.C. dell’esoterismo, ma non sprecate tempo a trarne deduzioni troppo dettagliate. Per ora, una conoscenza schematica, un paziente riserbo, il riconoscimento delle limitazioni del cervello fisico e l’accettazione di un’ipotesi sono le sole cose possibili. Vi esortiamo a credere alla possibilità di queste ipotesi, a meno che la vostra intuizione non vi si ribelli o esse siano in contraddizione [364] con insegnamenti dati in passato da altri Messaggeri della Loggia. Io non intendo dogmatizzare e in queste istruzioni comunico alcune informazioni, di cui il futuro potrà dimostrare l’esattezza. Vi chiedo semplicemente di prenderne nota e negli anni a venire gran parte di ciò che ora può sembrarvi peculiare o persino contraddittorio sarà chiarito, lentamente dipanato e più facilmente compreso. Una conoscenza limitata conduce a grande confusione, a meno che non venga serbata per essere usata in futuro, quando anni di istruzione l’abbiano sufficientemente ampliata.

Ma torniamo al nostro tema: Il centro del cuore dell’uomo apre la porta del “Cuore del Sole”. Il centro della gola apre la via alla piena comprensione del Sentiero del Sole fisico e tutti i veri astrologi devono avere questo centro pienamente attivo. Il centro della testa apre la via al Sole spirituale centrale. Ciascuno di essi, attraverso la corrispondenza planetaria, passa a uno dei piani cosmici.

Questo è un riassunto di dati tecnici e di fatti, basati sulla Legge di Analogia, d’interesse puramente accademico e nulla più. Persino gli iniziati sanno ben poco dei piani cosmici oltre a quello fisico. La nostra coscienza comincia appena a essere solare e, nel nostro piccolo, stiamo faticando per superare le limitazioni planetarie che ci impediscono di accedere alla conoscenza e alla vita solare. Per gli aspiranti che non sanno nemmeno cosa significhi coscienza planetaria, l’informazione che precede ha valore soltanto nel senso che mette in rilievo la natura di sintesi del grande Piano e il fatto che la più piccola unità è parte integrante del tutto. Rafforza l’idea che l’energia è un fluido di vita che circola attraverso tutto il corpo del Logos, vivificando in tal modo anche il più piccolo atomo di quel tutto. Vale la pena di afferrare il quadro e visualizzare la meraviglia di ciò che ne traspare. Nondimeno, sarebbe una perdita di tempo [365] ponderare sul piano astrale cosmico, ad esempio, quando persino il piano dell’ego (il quinto sottopiano del piano fisico cosmico, contando dall’alto in basso) rimane tuttora inaccessibile all’uomo comune e rappresenta la meta di tutte le sue aspirazioni e meditazioni.

Per l’uomo, quindi, la Mente Universale può essere meglio compresa nella sua espressione attraverso la mente concreta, la mente astratta e l’intuizione o ragione pura.

La mente concreta è la facoltà di costruire forme. I pensieri sono cose. La mente astratta è la facoltà di costruire modelli, ossia la mente che opera con esemplari sui quali vengono modellate le forme. L’intuizione o ragione pura è la facoltà che consente all’uomo di entrare in contatto con la Mente Universale e afferrare la sintesi del Piano, di cogliere idee divine o isolare qualche verità pura e fondamentale.

Meta del lavoro di un aspirante è di comprendere gli aspetti della mente con i quali deve imparare a lavorare. Il suo lavoro si può quindi riassumere nel modo seguente:

1. Egli deve imparare a pensare, a scoprire che possiede uno strumento chiamato mente e svelarne le facoltà e i poteri. Questi sono bene analizzati nel primi due libri degli Yoga Sutra dí Patanjali.

2. Deve poi risalire all’origine dei suoi processi di pensiero e delle tendenze nella costruzione di forme per scoprire le idee che sono alla base della forma pensiero divina, del processo mondiale, imparando in tal modo a collaborare con il Piano e a subordinare la propria costruzione di forme pensiero a queste idee. Egli deve imparare a penetrare nel mondo di queste idee divine e a studiare il “modello delle cose che sono nei Cieli” come dice la Bibbia. [366] Deve imparare a lavorare con gli esemplari sui quali è plasmato e modellato tutto ciò che esiste. Diviene allora uno studioso di simbolismi e da idolatra si trasforma in divino idealista. Uso queste parole nel loro vero senso e significato.

3. Da un idealismo così sviluppato deve progredire ancor più nel profondo, fino a penetrare nel regno dell’intuizione pura. Può allora attingere la verità alla sorgente. Può scrutare la mente di Dio stesso. Egli intuisce e idealizza, è sensibile ai pensieri divini. Essi fecondano la sua mente. Più tardi, elaborando queste intuizioni, le chiamerà idee o ideali e su di esse baserà tutto il suo lavoro, la sua condotta e la sua attività.

4. Segue il lavoro di costruzione cosciente delle forme pensiero basate su queste idee divine, emananti dalla Mente Universale sotto forma d’intuizioni. Questo procede per mezzo della meditazione.

Ogni vero studente sa che ciò richiede concentrazione allo scopo di focalizzare o orientare la mente inferiore verso quella superiore. La normale tendenza alla costruzione dì forme pensiero viene temporaneamente inibita. Per mezzo della meditazione, che è il potere della mente di mantenersi nella luce e nella luce divenire consapevole del Piano, egli impara a “far affiorare” le idee necessarie. La contemplazione lo mette in grado di entrare nel silenzio che gli consentirà di mettersi in contatto con la mente divina, di cogliere il pensiero di Dio dalla coscienza divina e di conoscere. Questo è il lavoro che aspetta ogni aspirante ed ecco perché è necessario che egli comprenda la natura del suo problema mentale, gli strumenti con cui deve forzatamente lavorare e l’uso che deve fare di ciò che impara e acquisisce usando l’apparato mentale in modo corretto.

Come si compie tutto ciò? Come attingere per poi costruire? 

[367]

Per quanto piccolo o poco importante possa essere il singolo pensatore, in cooperazione con i suoi fratelli egli maneggia una forza potente. Solo con il pensiero giusto, forte e costante degli uomini e con la comprensione dell’uso corretto dell’energia mentale, l’evoluzione può progredire lungo le linee desiderate. Il pensare in modo corretto dipende da molti fattori e sarà utile esporne alcuni, breve mente e semplicemente.  

1. Capacità di percepire la visione. Significa capacità di riconoscere, seppure vagamente, l’archetipo in base al quale la Loggia sta tentando di modellare il genere umano. Ciò comporta cooperazione con l’opera del Manu, sviluppo del pensiero astratto e sintetizzato e lampi di intuizione. L’intuizione strappa dai luoghi elevati un frammento del piano ideale, latente nella mente del Logos. Con lo sviluppo di questa capacità, gli uomini verranno in contatto con sorgenti di potere che non sono sui livelli mentali, ma che costituiscono quelli dai quali il piano mentale stesso trae sostentamento.

2. Dopo aver percepito la visione e colto un frammento della bellezza (è sorprendente quanto gli uomini vedano poco!) vi si offre l’occasione di portare sul piano mentale quel tanto di piano che vi è possibile afferrare. Dapprima sarà poco e confuso, ma comincerà a materializzarsi. In un primo tempo riuscirete raramente a stabilire un contatto, poiché la visione giunge tramite il corpo causale e pochi sono in grado di mantenere a lungo quella coscienza così elevata. Ma lo sforzo fatto per percepire darà dei risultati e a poco a poco l’idea filtrerà fino ai livelli concreti del piano mentale. Diverrà poi pensiero concreto, qualcosa che può essere visualizzato in modo preciso e costituire la base del pensiero.

3. Ciò fatto qual’è il prossimo passo? È un periodo di gestazione durante il quale costruite la vostra forma pensiero in base a quel tanto di visione che siete riusciti a far penetrare nella [368] vostra coscienza. È necessario procedere lentamente, poiché si vuole ottenere una vibrazione stabile e una forma ben costruita. Un lavoro affrettato non approda a nulla. A mano a mano che la costruzione progredisce, proverete un vivo desiderio, sempre crescente, di vedere questa visione materializzarsi sulla Terra e palesarsi ad altri figli degli uomini. Allora cercherete di infondere vita alla forma pensiero con il potere della vostra volontà cercando di far sì che essa venga in esistenza; il ritmo si fa più intenso e più lento, il materiale con cui è costruita la forma è più grossolano perché per rivestire la forma pensiero della vostra visione viene attirata materia dal piano mentale e da quello astrale.

4. Felice il discepolo che riesce a portare la visione ancora più vicino all’umanità e a darle vita sul piano fisico. Ricordate che la materializzazione sul piano fisico di qualsiasi aspetto della visione non è mai opera di un solo uomo. Solo quando essa è percepita dai molti, solo quando essi hanno lavorato alla sua forma materiale, i loro sforzi congiunti possono portarla in manifestazione esterna. Vedete quindi l’importanza di educare la pubblica opinione; essa porta i molti in aiuto ai pochi in grado di percepire la visione. La legge è sempre la stessa; nella discesa avviene la differenziazione. Due o tre individui percepiscono il piano intuitivamente; stabiliscono con il loro pensiero un ritmo che mette in attività il piano mentale in modo che altri pensatori s’impadroniscano dell’idea. È un processo difficile da apprendere e mettere in atto, ma grande è la ricompensa.

Quando l’idea sarà materializzata sul piano della manifestazione, doppia sarà la gioia per coloro che lottano, persistono nello sforzo e resistono. Sarà la gioia del contrasto per voi che, conoscendo l’oscurità del passato, potrete gioire alla luce del conseguimento; sarà la gioia di aver trovato compagni a tutta prova, poiché anni di lavoro vi avranno dimostrato chi siano i vostri collaboratori e la comunanza nella sofferenza rinsalda i legami; sarà la gioia della pace dopo la vittoria, poiché per il guerriero stanco i frutti del conseguimento e del riposo sono doppiamente dolci. Vostra sarà la gioia di aver partecipato al Piano dei [369] Maestri ed è tutto questo che vi lega più strettamente ad essi; vostra sarà la gioia di aver contribuito ad alleviare un mondo bisognoso, di aver portato luce alle anime offuscate, di aver in qualche misura lenito le piaghe aperte della sofferenza mondiale; dalla coscienza di aver speso bene i propri giorni e dalla gratitudine delle anime salvate deriva la gioia più profonda di tutte, quella che conosce un Maestro quando si fa strumento per aiutare un fratello a salire un gradino della scala. Questa è la gioia che ci attende tutti e che non è così lontana. Lavorate dunque non per la gioia, ma in direzione di essa; non per ottenere una ricompensa, ma per una necessità interiore di aiutare; non per ricevere gratitudine, ma sotto l’impulso suscitato dall’aver percepito la visione e aver capito quale sia la parte che vi spetta nel portare quella visione quaggiù sulla Terra.

Sarà utile fare una distinzione fra felicità, gioia e beatitudine.

La felicità ha sede nelle emozioni ed è una reazione della personalità.

La gioia è una qualità dell’anima e viene realizzata nella mente, quando ha luogo l’allineamento.

La beatitudine appartiene alla natura dello Spirito ed è inutile fare speculazioni al riguardo, fintanto che l’anima non sia giunta all’unificazione con il Padre. Questa unificazione segue lo stadio anteriore in cui il sé personale si è unificato con l’anima. Perciò, analisi e speculazione sulla natura della beatitudine sono vane per l’uomo comune, le cui terminologie e metafore devono necessariamente essere personali e connesse al mondo dei sensi. L’aspirante parla di felicità o di gioia? Se si tratta di quest’ultima, essa deve essere un effetto della coscienza di gruppo, della solidarietà di gruppo, del senso d’unione con tutti gli esseri e non può essere interpretata in termini di felicità. La felicità è ciò che si prova quando la personalità viene soddisfatta in qualche aspetto della sua natura inferiore; si prova quando vi è un senso di benessere [370] fisico, di contentezza nei confronti del proprio ambiente o di personalità che ci circondano, o di soddisfazione nelle opportunità e nei contatti mentali. La felicità è la meta del sé inferiore separato.

Tuttavia, quando cerchiamo di vivere come anime, la contentezza dell’uomo inferiore perde d’importanza e proviamo gioia nelle relazioni di gruppo e nel realizzare le condizioni che conducono ad una migliore espressione delle anime di coloro con cui siamo in contatto. Apportare gioia ad altri per creare condizioni in cui essi possano meglio esprimere se stessi può avere un effetto fisico, se cerchiamo di migliorare le loro condizioni materiali, o un effetto emotivo se la nostra presenza infonde loro un senso di pace ed elevazione, oppure l’effetto può essere intellettuale se li stimoliamo a maggior chiarezza di pensiero e comprensione. Ma l’effetto su di noi sarà la gioia, poiché la nostra azione è esente da egoismo ed interesse personale e non dipende dalle circostanze o dalle condizioni sociali dell’aspirante. Molta felicità è necessariamente impedita quando la salute è malferma, quando le circostanze ambientali sono difficili e si è oppressi dal “karma accumulato in molte vite”, oppure quando turbamenti nella famiglia, nella nazione o nella razza gravano sulla personalità sensibile. La felicità della giovinezza o la contentezza egoistica della persona isolata nell’egocentrismo (che si nasconde dietro il riparo dei suoi desideri) non deve essere confusa con la gioia.

È un luogo comune e anche un paradosso dell’occultismo affermare che in mezzo alla profonda angoscia e infelicità della personalità, la gioia dell’anima può essere sentita e riconosciuta. Questa è la verità e a ciò deve mirare ogni studente. Vi sono persone felici perché chiudono gli occhi alla verità o sono autoipnotizzate e si nascondono in un guscio di illusione. Ma l’aspirante raggiunge spesso lo stadio in cui i suoi occhi sono ben spalancati; egli ha imparato a parlare con se stesso il linguaggio della verità e non ha costruito una parete di separazione fra sé e [371] gli altri. Egli è vivo e desto, è sensibile e spesso soffre. Egli talvolta si chiede perché ciò che il mondo chiama felicità e pace lo abbiano abbandonato, e quale sarà l’esito.

Noi che osserviamo e guidiamo dal lato interiore, sorvegliamo con amorevole cura tutti voi che lottate nel fitto della mischia. Siamo come lo Stato Maggiore che segue il corso della battaglia da una posizione sicura. Nella nostra sicurezza sta il vostro successo finale, poiché noi deteniamo la soluzione di molti problemi e la applichiamo quando le condizioni della battaglia sono avverse. Vorrei che ricordaste sempre un fatto di vitale importanza, cioè che nella distruzione della forma è nascosto il segreto di tutta l’evoluzione. Non pensate che sia un luogo comune. Ne vedrete la costante applicazione ed è necessario che siate preparati a vederne la dimostrazione. I Maestri utilizzano la forma fino al limite massimo; essi cercano di operare attraverso essa, tenendovi imprigionata la vita fintanto che quella forma serve allo scopo e l’umanità ne trae insegnamento. Giunge però il momento in cui essa non serve più allo scopo prestabilito, in cui la struttura si atrofizza, cristallizza ed è facile distruggerla. La sua distruzione acquista allora estrema importanza e utilità; la vecchia forma scompare, mentre una nuova ne prende il posto. Osservate e costatate se non è la verità. Sempre viene costruita una forma, sempre viene utilizzata il più a lungo possibile, sempre viene distrutta quando impedisce e ostacola l’espandersi della luce e sempre segue la rapida ricostruzione di una nuova forma. Questo è il metodo seguito sin dall’inizio dei tempi.

In Nell’infanzia della razza le forme perduravano a lungo, l’evoluzione procedeva più lentamente, ma ora che tutte le cose tendono verso l’alto, la forma è di breve durata. Ha vita breve ma vivace; si muove rapidamente ed è subito seguita da un’altra forma. Questa [372] rapidità aumenterà a mano a mano che la coscienza o espansione interiore della vita del genere umano vibrerà ad una frequenza sempre più veloce e leggera.

È inoltre necessario giungere a rendervi conto che, attualmente, uno dei principali obiettivi dello sforzo di coloro che chiamate Fratelli Maggiori dell’umanità è di stimolare, purificare e coordinare il corpo eterico. Esso non è soltanto il trasmettitore del prana, ma è il mezzo usato da tutte le energie che stiamo considerando. La sua importanza riguarda anche altri fattori:

a. Essendo l’eterico letteralmente costituito di materia del piano fisico, la coscienza eterica è la prossima meta prevista per il genere umano. Questa si manifesterà dapprima come capacità di vedere etericamente e di conoscere la materia eterica.

b. È il campo d’esplorazione che sta per aprirsi allo scienziato moderno. Entro dieci anni, molti medici lo riconosceranno come un fatto naturale.

c. La maggior parte delle malattie che attualmente affliggono il corpo fisico hanno origine nel corpo eterico. Poche, se non nessuna malattia è unicamente fisica. La malattia nasce dalle condizioni astrali ed eteriche.

d. Il segreto di una chiaroveggenza e chiarudienza sana ed esente da pericoli dipende dalla purificazione del corpo eterico.

e. Le emanazioni eteriche della gente possono essere seriamente contaminanti. Nella purificazione del corpo eterico sta quindi il segreto di un’umanità più sana ed equilibrata.

L’importanza del corpo eterico è quindi evidente. Vi sono molte altre ragioni di cui ci occuperemo in seguito. Cominciando a farvi un’idea del soggetto è comunque opportuno aderire ad ampie generalità fino al momento in cui tutto il concetto non sia chiaro alla vostra mente.

Il lavoro sul corpo eterico, dal punto di vista della Gerarchia non si limita tuttavia a quello degli uomini. Si tratta di un processo planetario. Il corpo eterico della [373] Terra stessa è sottoposto a una precisa stimolazione. Lo Spirito della Terra, la misteriosa entità che non è il Logos planetario, è vivificato in senso nuovo e questa vivificazione porterà a molti sviluppi interessanti. Il tentativo è fatto in tre modi: